sabato 14 novembre 2015

Sono un essere umano, un uomo.

Sono stato neonato, bambino, adolescente, giovane, marito, padre, e nonno. Ho giocato, poi ho studiato, infine ho lavorato e ora che sono in pensione, mi riposo.

Tutto questo è durato giorni, mesi, settimane, anni e decenni. Ho VISSUTO, e vivendo ho parlato, ho scritto, ho ascoltato; ho viaggiato assaporando molte delle bellezze del mondo e ho ammirato le immense meraviglie della natura; ho ascoltato musiche stupende, ho gustato infiniti buoni cibi, ho bevuto vini prelibati, ho suonato fisarmonica e pianoforte; ma non basta: ho camminato, sono andato sui pattini, in bicicletta, in motocicletta, in automobile, in treno, in barca, in nave, in aereo; ho conosciuto tanti uomini e donne; ho costruito radio e apparecchi elettronici, ho fatto fotografie e filmetti; ho usato radio riceventi e trasmittenti, televisori, telefoni, computer grandi e piccoli; ho amato, ho riso, ho pianto, mi sono commosso, mi sono innervosito.

Questo è stato possibile per un meraviglioso dono che ho ricevuto senza averlo chiesto a nessuno: LA VITA; e ho una gran voglia di ringraziare chi me l’ha data, ma c’è una sola cosa che mi manca: “La capacità di farlo con un’efficacia adeguata alla dimensione del regalo ricevuto”.

Io non sono il solo ad aver avuto questo incredibile regalo; con me ha ricevuto lo stesso omaggio un’intera umanità; miliardi di donne e uomini come me lo hanno avuto in regalo e tutti l’hanno utilizzato e la utilizzano come me o molto probabilmente anche meglio di me.

Ma da un po’ di tempo sono triste e afflitto perché sempre più spesso assisto a tragedie che non avrei mai pensato possibili nel mondo degli umani e che non saprei immaginare neanche tra gli animali più feroci.

Si, perché le bestie feroci attaccano le altre specie, ma non i loro stessi simili; o quando lo fanno è solo per competere nell’accaparrarsi una preda. Non esiste né un leone, nè una tigre o una pantera o un leopardo che uccide un proprio simile subdolamente e senza motivo alcuno, o solo per il desiderio di rimanere l’unico sopravvissuto della specie.

Questo tipo di animale feroce non esiste per niente se non purtroppo proprio tra gli umani; ci sono infatti umani, che sono tali solo per essere stati concepiti e messi al mondo da uno come noi, che ritengono di essere stati offesi dal dono della VITA; essi pertanto ritengono doveroso non solo di toglierla a un buon numero di propri simili, ma anche di toglierla a se stessi pur di mettere in atto la loro spietata “missione”; è così costoro invece di godersi tutte le meraviglie che ho menzionato prima, sono posseduti da un unico sentimento: “L’ODIO PER I PROPRI SIMILI” e si immolano beandosi nell’appagare il proprio desiderio bestiale.

Chi s’immola lo fa appagato dalle gesta barbare di chi lo ha preceduto, e spera di rallegrare quelli di loro che rimangono e che lo seguiranno con le stesse azioni, ma che moriranno a loro volta poco dopo.

Nessuno di loro sarà mai un vero uomo; nessuno di loro raggiungerà un’età avanzata; nessuno di loro sarà mai amato; nessuno di loro avrà mai un futuro; nessuno di loro potrà mai gustare la soddisfazione di quello che ha fatto; nessuno di loro sarà mai apprezzato se non dai ceffi della sua stessa natura; nessuno di loro sarà mai degno di stima; nessuno di loro sarà mai considerato un esempio da seguire.

Si tratta di ESSERI TRAVESTITI DA UOMINI, che vorrebbero giustificare le loro azioni efferate attribuendole al volere di un essere superiore che si permettono di chiamare DIO.


Franco Fellicò

sabato 19 settembre 2015

Altre considerazioni sul problema migranti


Sono ormai anni che dai paesi africani in guerra e non, giungono ogni giorno sulla nostra terra, diciamo pure sulla terra d’Europa, prima decine, poi centinaia e poi migliaia di profughi e/o migranti economici.
A tutti noi era chiaro da tempo, visto il trend, che il fenomeno sarebbe presto diventato molto grave e richiedeva rapidamente opportune decisioni.
Eppure, quelli che se ne dovevano accorgere prima di noi, che siamo semplici cittadini, non hanno dato alcun peso alla cosa per anni e solo ora sembra che si siano accorti della gravità della situazione; e finalmente, ma naturalmente alla velocità di lumaca che contraddistingue tutti gli organismi della politica, sembra che si voglia fissare una strategia che invece doveva essere impostata da tempo.
E la strategia comunque sembra essere soltanto quella atta ad accogliere questi derelitti, cercando di definire quanti di essi debbano essere presi in carico “con le buone” da ciascun paese europeo.
Meglio tardi che mai, dice un vecchio detto, e quindi ora, solo perché Angela Merkel lo sta pretendendo, forse qualcosa si deciderà.
Ma intanto c’è da domandarsi: “E’ possibile che finora nessuno di quei Soloni che possono decidere, si è chiesto qual’è la CAUSA che spinge in Europa così tanta gente?”.
Io, da semplice e poco esperto cittadino me lo sono domandato e l’ho capito, anche perché a capirlo non ci voleva molto; costoro abbandonano la loro terra a cui come tutti sono certamente legati per mille motivi, perché piuttosto che rischiare di essere trucidati dai tagliagola o anche solo che non perdere tutto ciò che hanno perché depredati dagli uomini del sedicente califfato, ritengono molto meno pericoloso affrontare il mare sui barconi degli scafisti o camminare a piedi per migliaia di chilometri, sperando di raggiungere un posto dove poter vivere un po’ meglio.
Questo è certamente il motivo, e parlo naturalmente dei profughi e cioè di coloro che hanno la speranza di trovare asilo in paesi più tranquilli di quello in cui sono.
La causa quindi è il dilagare dell’ISIS e di tutti coloro che con la violenza hanno deciso di appropriarsi delle terre degli altri, uccidendo senza pietà chi non le vuol lasciare.
Io penso che ci vuol poco a rendersi conto che se con una bacchetta magica si potessero far scomparire questi assassini, la calma tornerebbe in quei paesi africani immediatamente, e nessuno più affronterebbe tante peripezie per scappare, visto che potrebbe vivere tranquillamente nella propria casa e senza più abbandonare ogni avere.
Un’altra considerazione voglio fare ora: vorrei ricordare a quei politici che forse se lo sono dimenticato, che nello scorso secolo Hitler iniziò un’invasione delle terre confinanti e non con la Germania, non molto diversa da quella del califfato di oggi, non solo distruggendo intere città per appropriarsene, ma uccidendo migliaia e migliaia di persone innocenti con metodi non molto diversi da quelli dei jadisti.
C’è qualcuno, mi domando io, che pensa che quando gli americani, gli inglesi, i russi e altri paesi dell’alleanza decisero di combattere i nazisti fino ad utilizzare perfino due bombe nucleari per riuscirvi, sia stato un errore? 
C’è qualcuno che pensa che se, voltandosi dall’altra parte, si fosse lasciato continuare il genocidio senza intervenire, oggi vivremmo in un modo libero? O siamo per caso convinti che, senza alcun intervento, l’avanzata delle truppe teutoniche e il nazismo si sarebbero spenti da solo?
Ebbene oggi a me sembra che stiamo proprio pensando che i jadisti sono un fenomeno passeggero che presto si dissolverà da solo, e nel frattempo riteniamo solo doveroso accogliere chi è stato rapinato di tutti i suoi beni e della sua terra, senza muovere un dito in loro aiuto per liberarli dagli assassini.
A me sembra come se si stesse assistendo con indifferenza e anche curiosità ad un’aggressione fatta da un gruppo di giovinastri ad un povero barbone; ed invece di provare a bloccare gli aggressori, si stesse aspettando che il malcapitato venga lasciato ancora vivo o riesca a svincolarsi per eventualmente curargli le ferite riportate e fornirgli qualche bene di prima necessità per riprendersi.
Non sono un guerrafondaio, ma penso di poter concludere che provare TUTTI INSIEME a rimettere ordine in quei paesi disgraziati, potrebbe sortire l’effetto non solo di azzerare o almeno di ridurre considerevolmente l’esodo, ma ci consentirebbe anche di non rischiare di diventare anche noi preda di chi, al pari di Adolfo Hitler, pensa di invadere pian piano il mondo intero.
Se vi sono sembrato troppo ardito, voglio ricordare che persino Papa Bergoglio, che potremmo considerare il più moderato degli uomini di questa terra, in una intervista durante un viaggio di ritorno da uno dei suoi viaggi apostolici, ha detto: “Penso che sia lecito fermare l’aggressore”, chiarendo poi che non dovrebbe essere una singola nazione ad agire, ma l’ONU che è nata per questo e che quindi deve trovare il modo di fermare l’aggressore ingiusto; ha poi aggiunto: “Disarmare l’aggressore è un diritto che l’umanità possiede”.
Franco Fellicò

sabato 8 agosto 2015

Ancora sui migranti



C'è qualcuno che pensa che l'arrivo dei cosiddetti “migranti” non sia un problema? Io penso proprio di NO.

C'è allora qualcuno che pensa che il fenomeno migranti sia una “benedizione” giuntaci dal cielo? Anche in questo caso, penso di NO.

C'e infine qualcuno che pensa che non sia il caso di preoccuparsi, perché il fenomeno è destinato a spegnersi da solo? E anche qui, penso di NO.

Dunque se concordate su questi tre NO, vuol dire anche che ciascuno di noi si è posto il problema e ha anche cercato di immaginare un modo per farvi fronte.

Infatti ci sono idee diverse che vanno dall'accoglienza ad oltranza fino al respingimento inflessibile anche a costo di sparar loro contro.

Ma nessuna di queste idee ha mai preso corpo, e il Governo che è l'unico organo che potrebbe intervenire con un qualunque serio atteggiamento, sembra ormai rimanere quasi indifferente e lascia che le cose prendano le direzioni più diverse.

Inizialmente il Governo sembrava volesse intervenire e anche energicamente, ma poi si è lasciato distrarre con piacere da altri problemi non meno importanti (la Grecia, le alluvioni, ecc.).

Il fenomeno intanto si è intensificato e non accenna a diminuire, anzi come sempre, agevolato piuttosto che contrastato dalle poche azioni inizialmente messe in atto dai nostri governanti.

Ed infatti mentre qualche tempo fa arrivavano sulle nostre nostre coste molte decine di derelitti alla volta, successivamente, prima con l'aiuto dell'operazione “Mare Nostrum” e poi dopo, anche con l'intervento di tante navi militari di altre nazione europee, siamo passati a quantità di centinaia e centinaia al giorno; e ben presto, se continueremo ad ignorare il fenomeno, arriveremo certamente anche a migliaia e migliaia per volta. Anche i morti per i continui naufragi sono aumentati e dunque bisogna riconoscere che gli interventi, come sempre accade, non solo sono stati inutili, ma anche peggiorativi.

Quando sento che una nave Irlandese o una Olandese ha scaricato in un qualche porto della Sicilia circa un migliaio di profughi e qualche decina o centinaia di cadaveri, mi domando: ma perché queste navi che quando si trovano in acque internazionali rappresentano un lembo della loro terra, se salvano delle vite umane non le portano sui loro territori, ma invece è consentito loro di sbarcarli sul nostro? Ma se è così allora non potrebbero le navi italiane, quando rilevano dei naufraghi, portarli in Francia o in Grecia, o in Turchia o in Algeria?

Il fatto vero è quindi che l'aiuto dell'Europa è servito soltanto ad intensificare il flusso migratorio verso l'Italia, coadiuvando la flotta italiana nel portare sul nostro suolo quanti più profughi è possibile.

In più non posso fare a meno di notare che l'azione è servita anche, nonostante si affermi il contrario, a dare una buona mano agli scafisti in quanto essendo aumentato per loro il rischio di essere incriminati, hanno potuto aumentare il prezzo dei “passaggi”, e per di più non sono ormai più costretti ad effettuare con i loro sgangherati mezzi l'intera traversata, perchè dopo aver percorso solo poche miglia, consegnano la loro “merce” a qualche nave che incrocia appositamente nelle immediate vicinanze della Libia.

C'è qualcuno che dice, e non mi sembra un'eresia, che sarebbe meglio fissare un biglietto per la traversata, ad un costo anche molto più basso di quello degli scafisti, e andare a prendere noi stessi i profughi in Libia; si otterrebbe un notevole danno agli scafisti, un viaggio più sicuro e con molti meno morti per i profughi, e perfino un piccolo indennizzo in danaro per le navi che farebbero gli interventi!

Ma tornando alla situazione che si crea dopo, quando ormai i profughi sono giunti sulla terraferma, osservo che non esiste un'organizzazione, né delle regole precise su quello che si dovrebbe sempre fare, ma affidandosi alle autorità locali dei posti dove si verifica l'invasione, si cerca di sistemare i derelitti in posti e modi diversi; molti fuggono e non vengono neanche identificati, e non si sa più dove vadano, si sparpagliano per l'Italia e molto spesso raggiungono i suoi confini per proseguire verso i Paesi del nord Europa. Se tentano di entrare in Francia vengono respinti verso Ventimiglia e lì una buona parte di essi è ancora lasciata indisturbata accampata da mesi sulla sua bella scogliera; poi, essendo ormai tanti, si organizzano e tentano delle sortite; molti vengono bloccati dalla Gendarmeria francese, ma molti ce la fanno e vanno ad invadere la Francia o ad attraversarla per andare poi nel Regno Unito; un gruppo addirittura si infila nel tunnel della Manica e attraversa così il canale a piedi; altri salgono su un TIR in transito; insomma è caos completo e L'Italia e l'Europa è assente e non ha ancora neanche individuato una strategia da applicare.

Nessuno guarda il trend degli arrivi e nessuno prova neanche ad immaginare quanto potrà ingigantirsi il fenomeno e sembra quasi che stiano tutti aspettando che accada qualcosa, ma senza sapere neanche cosa sarebbe meglio accadesse.

Anch'io ho le mie idee: non mi sento capace di scacciarli, ma poiché mi rendo conto che non abbiamo sufficienti risorse economiche per mantenerli, penso che occorrerebbe trovare un modo per salvarli, ma salvando però anche noi; poi se riuscissimo anche ad attuare una strategia che non solo consenta loro di vivere anche solo un po' meglio di come vivevano nel loro Paese, senza peggiorare però la NOSTRA vita o magari addirittura migliorando anche le nostre condizioni, immagino che anche i più riottosi nostri concittadini (Salvini compreso) potrebbero essere d'accordo.

Insomma, a mio avviso, si dovrebbe agire in maniera tale da capovolgere l'atteggiamento di quei cittadini che quando oggi apprendono che il Prefetto o un'autorità locale ha deciso di far ospitare in un certo luogo un gruppo di migranti, organizzano manifestazioni di piazza per opporsi alla decisione.

Si dovrebbe puntare a far sì che la cittadinanza consideri l'arrivo di un gruppo di profughi, non un nuovo pericolo incombente sulla comunità, ma invece un evento interessante e utile alla cittadinanza stessa.

Detta così, la cosa sembra assurda, ma se ci si pensa bene la cosa non è affatto impossibile. Bisogna solo superare un po' di pregiudizi ed essere più elastici; poi giudicare a fronte dei risultati e verificare se l'aver messo un po' da parte certi principi sia pure giusti, ha fornito o non in cambio un miglioramento di vita sia per gli ospiti, sia per gli ospitanti.

Premesso quindi che bisognerebbe all'arrivo e possibilmente addirittura prima dello sbarco identificare ciascun migrante, premesso anche che coloro che non risultano provenire dalle zone di guerra dell'Africa e che quindi non hanno alcun diritto di asilo debbano essere subito riportati nella loro terra (senza neanche porre piede in Europa), ci troveremmo a dover accettare comunque un buon numero di poveretti.

Non avendo la possibilità economica per mantenerli, occorre quindi fare in modo che si mantengano da soli e per farlo potremmo offrire loro un posto dove vivere (come d'altra parte già facciamo); dovremmo però pretendere da loro in cambio che effettuino dei lavori per la comunità in cui vengono ospitati; la paga che forniremmo loro, decurtata delle spese che sosteniamo per ospitarli, dovrebbe essere comunque abbastanza inferiore a quella fissata per quel tipo di lavoro dai contratti collettivi nazionali esistenti per i nostri lavoratori e questo in considerazione del fatto che il lavoro che faremmo svolgere loro è quel lavoro che i Comuni non fanno normalmente svolgere da nessuno non avendo sufficienti risorse economiche (ad esempio la riparazione delle buche nelle strade o la sistemazione delle aiuole abbandonate).

Ovviamente chi non volesse accettare queste condizioni, dimostrerebbe di non meritare asilo e quindi dovrebbe essere subito rimpatriato.

Analogo trattamento, cioè rimpatrio immediato, dovrebbe essere riservato a chi ha accettato le nostre condizioni e poi o non lavora onestamente o peggio è scoperto essere implicato in qualche reato.

Analizziamo ora l'effetto di questa strategia:

  • i poveri migranti che hanno preferito abbandonare la loro terra dove rischiavano la vita in ogni istante si troverebbero in un Paese molto più civile di quello lasciato, vivrebbero in una struttura sicuramente migliore del posto in cui erano, avrebbero vitto e alloggio e un lavoro dal quale ottenere anche un po' di danaro; non molto, ma certo più di quanto potevano raggranellare nel loro sventurato Paese.
  • I Comuni in cui sono ospitati queste persone avrebbero la possibilità di meglio gestire la pulizia delle strade e la tenuta dell'ambiente.
  • I cittadini del posto in cui i nuovi lavoratori sono ospitati avrebbero il vantaggio di vedere la propria città tenuta meglio, di godere di strade più pulite e di usufruire di altre migliorie; dunque pian piano finirebbero per vedere di buon occhio queste presenze.
  • E' molto più difficile che questi extracomunitari possano delinquere, visto che sarebbero impegnati ogni giorno per lavorare.
  • Poichè i migranti comunicano tranquillamente con i loro familiari e/o amici rimasti ancora nel proprio Paese (sono infatti tutti dotati di cellulari) farebbero giungere messaggi ai loro concittadini ben diversi da quelli attuali; illustrerebbero loro quello che capiterà a chi metterà piede qui, scoraggiando quindi tutti quelli che pensano di rischiare la vita pur di arrivare nel paese di bengodi dove si è ospitati gratis e se si è un po' più intraprendenti si può anche delinquere con ben poche probabilità di essere puniti.
  • Anche l'integrazione sarebbe più rapida e i bravi lavoratori potrebbero, con delle regole opportune da fissare, aspirare nel tempo anche ad acquisire la cittadinanza e con essa anche tutti i diritti degli italiani.

Bene. Tutto ciò è attuabile semplicemente mettendo, come ho detto, un po' da parte certe regole; non sarebbe lavoro nero, ma un'eccezione applicabile soltanto ai veri profughi per salvarli da un destino tanto peggiore; sarebbero degli ospiti lavoratori e rimarrebbero tali per un certo numero di anni in attesa di essere in grado di dimostrare di poter diventare veramente degli italiani a tutti gli effetti.

Ovviamente questa strategia sarebbe ancor più valida se attuata da tutta l'Europa e si potrebbe consentire anche che parte dei profughi passi da una nazione europea ad un'altra, mantenendo però le stesse regole e lo stesso tipo di trattamento; i profughi lavoratori “apparterrebbero” alla nazione in cui si trovano che potrebbe decidere insindacabilmente di trasferirli in altra nazione europea e/o di agevolare i loro spostamenti quando possibile, purché accettino di continuare a lavorare alle stesse condizioni.

Ho finito, forse sono molte le critiche che posso prendermi, ma NESSUNO mi potrà dimostrare che quello che si sta facendo ora, è meglio di quello che ho provato a proporre.


Franco Fellicò

giovedì 18 giugno 2015

Immigrazione


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Non mi ritengo un razzista, ma vorrei fare alcune considerazioni per chiarire perché tanti italiani, me compreso, si mostrano restii a favorire ed accettare una situazione che sta sempre più degenerando.

Io penso che ciascuno di noi in linea di massima e nei limiti del possibile, vorrebbe dare una mano a questi derelitti, ma si scopre che invece nasce sempre più spesso un certo astio verso di loro.

Ho cercato di capire come mai questo avviene e penso di averne individuato i motivi.

Immaginate dunque di aver ricevuta la visita di un ospite e di averlo fatto accomodare nel vostro salotto; immaginate anche di avergli offerto un tè e dei pasticcini, quando improvvisamente notate che il vostro amico ha deciso di sdraiarsi sul divano, e per stare più comodo, di allungare una gamba appoggiando il piede con uno scarpone sporco sulla poltrona accanto.

Io penso che immediatamente voi, presi quanto meno da profonda meraviglia, provereste inizialmente a spiegare all’ospite maleducato che non gradite quel tipo di comportamento; ma se l’individuo invece di ascoltarvi continuasse non solo a tenere il piede sulla poltrona, ma vi aggiungesse anche l’altro, io penso che dopo avergli ripetuto nuovamente ma inutilmente che non potete sopportare quel suo atteggiamento, finireste per chiamare i carabinieri per chieder loro  di far allontanare con la forza quella persona dalla vostra casa.

Ebbene cosa voglio dire con questo? Penso che abbiate già capito che intendo dire che un immigrato giunto in Italia ancora vivo, solo per essere stati salvato dalle navi del nostro Paese, dovrebbe già sapere di aver contratto un bel debito con noi e dovrebbe essere animato da una profonda riconoscenza verso l’Italia e i suoi abitanti.

Quando poi si accorge che se tenta di entrare in Francia viene malamente ributtato indietro dalla Gendarmeria di quel paese e decide di accamparsi su una scogliera di Ventimiglia (è come se entrasse nuovamente nella nostra casa) e viene avvicinato dai nostri poliziotti, non per essere buttato in mare, ma semplicemente per essere invitato a spostarsi in un luogo appositamente approntato per accoglierlo (è come se venisse invitato a sedersi su un divano del nostro salotto) e ciò solo per  poter essere rifocillato in maniera più decorosa (è come se gli offrissimo anche tè e pasticcini), NON PUO’ RIFIUTARSI e insistere nel voler rimanere a defecare sulle scogliere che ha scelto a sua dimora (dentro la nostra casa); e non può nenache PROTESTARE ritenendo di aver diritto non solo di albergare nella nostra casa, ma anche di decidere DOVE accamparsi; con questo affermo che tale comportamento dimostra solo che non sono RICONOSCENTI verso chi invece gli ha dimostrato solo amicizia e comprensione.

Dunque questo è il motivo fondamentale per cui queste persone diventano antipatiche e scostanti e spingono alla fine noi italiani, non ad aiutarli, ma a considerarli solo degli invasori che accampano diritti che neanche i padroni di casa si sognano di accampare.

Per questa ragione molti di noi, me compreso, finiamo per non volerli più vedere, fino a pentirci finanche di averli aiutati a salvarsi.

Questi ospiti viceversa, dovrebbero capire quanti sacrifici noi facciamo per loro e quanto danaro spendiamo per aiutarli e dovrebbero offrirci in qualche modo la loro collaborazione lavorando per noi anche gratuitamente se possono; e non  pretendere niente di più di quello che hanno avuto finora, visto che tutto ciò che hanno avuto, compresa l’aria che respirano, è assolutamente un nostro REGALO non dovuto.

Invece la maggior parte di loro, che fino a ieri ha sopportato infinite angherie nel proprio Paese, appena giunto qui da noi, improvvisamente sente di aver conquistato mille diritti e si lamenta se quello che non ha mai avuto nel Paese di nascita dove probabilmente non ha neanche avuto il coraggio di chiedere, non gli viene immediatamente riconosciuto.


Franco Fellicò


domenica 14 giugno 2015

La giustizia non esiste (dimostrazione 5) e anche... presa per i fondelli 6



Era da tempo che non riportavo qui qualche dimostrazione che “la giustizia non esiste”; e questo non perché avessi cambiato idea, ma soltanto perché mi piace fare cenno solo ai casi più eclatanti che lo dimostrano.

Ma in questi ultimi tempi ecco che si è presentata una nuova occasione per riprendere il tema.

Questa volta si è partiti da un evento che inizialmente sembrava voler dimostrare il contrario, mente invece ben presto si è scoperto che quello che ho sempre pensato, è nuovamente confermato.

Qualche mese fa la Corte Costituzionale ha decretato che la decisione del Governo Monti che bloccò per gli anni 2012 e 2013 la perequazione per tutte le pensioni con un lordo maggiore di circa 1400 euro lorde, era incostituzionale.

Per questo motivo la Consulta ha invitato giustamente il Governo in carica a porre rimedio a quell’intervento, restituendo il mal tolto ai pensionati ingiustamente colpiti.

Immediatamente si sono scatenate infinite discussioni sulla sentenza, e mentre i pensionati colpiti plaudevano alla decisione, i rappresentanti del Governo e anche alcuni economisti hanno iniziato a criticare la sentenza.

Tra essi un economista (Nicola Salerno) che non conoscevo, ma che ho ascoltato per caso in un’intervista fattagli da Radio Radicale, si è scagliato contro la decisione affermando che la Corte aveva solo mostrato di voler interferire con la politica, cosa che a suo dire era scorretta.

Poiché io non la penso come lui, ho provato a scrivergli per chiarirgli che la Corte si era espressa (oltre tutto a seguito di un ricorso ricevuto se non sbaglio da un cittadino di Palermo) e, esaminando a fondo l’intervento, dopo aver scoperto la sua incostituzionalità, aveva sentenziato di conseguenza.

Immagino che ognuno debba fare il suo mestiere e quindi così come il Governo a suo tempo, facendo il suo lavoro, prese una decisione, la Corte Costituzionale sollecitata ad indagare sui fatti, aveva tutta l’autorità necessaria per valutare se la Carta Costituzionale era stata rispettata.

Nessuna interferenza con il lavoro del Governo è dunque addebitabile alla Corte perchè la sua decisione mette solo in risalto un errore commesso; gravissimo sarebbe stato se la Consulta avesse emesso una sentenza falsata sotto il profilo della giustizia, soltanto per tener conto di un eventuale scompenso provocato alle casse dello Stato, perché sarebbe stato come assolvere un cittadino che ha rubato, soltanto perché in difficoltà economiche.

Mi era sembrato quindi che, contrariamente a quanto avevo sempre pensato, che almeno questa volta la giustizia era stata finalmente affermata.

Ma a giudicare da tutto ciò che è accaduto dopo, ben presto mi sono accorto che ANCHE QUESTA VOLTA si può rilevare che “la giustizia non esiste”.

Renzi infatti ha subito, ma solo inizialmente, dichiarato che la sentenza andava RISPETTATA (naturalmente già immaginando qualche stratagemma per “prendere per i fondelli” i cittadini sudditi).

Prima però di approfondire la nuova bidonata che s’intravedeva all’orizzonte, vorrei ricordare a tutti che il VERO RISPETTO della sentenza avrebbe richiesto quanto segue:

1.  Ricalcolare la pensione che ciascun pensionato colpito avrebbe dovuto avere a partire dal gennaio del 2012 per l’applicazione della perequazione mancata.

2.   Ricalcolare sulla PENSIONE RIVALUTATA secondo il punto precedente, la nuova pensione che il pensionato colpito avrebbe dovuto avere a partire dal gennaio 2013 per la perequazione relativa al 2013.

3.  Ricalcolare infine sulla nuova pensione già RIVALUTATA due volte e determinare la pensione dovuta a partire dal gennaio 2014.

4.  Calcolare per i punti 1 e 2 il mancato introito negato al singolo pensionato negli anni 2012 e 2013, aggiungere alla cifra così determinata quanto il pensionato non aveva percepito dal gennaio 2014 fino a tutt’oggi per effetto della diversa pensione a lui spettante a seguito delle due rivalutazioni, aggiungere ancora gli interessi opportuni e versare ad ogni pensionato colpito la cifra così calcolata.

5.  Aggiornare l’ultima pensione per gli anni successivi al conguaglio, in maniera da inglobare in essa gli aumenti dovuti alle due perequazioni calcolate in ritardo.

Ma naturalmente tutto questo doveva essere aggirato in qualche modo dai volponi della casta, ed infatti in tutta fretta Renzi ha richiesto a Padoan di trovare una soluzione (probabilmente glie l’ha anche suggerita in un orecchio); gli ha poi anche ordinato di chiudere la questione velocissimamente per non dare neanche il tempo di reagire a chi non fosse d’accordo.

In men che non si dica ha allora innalzato un pò il tetto dei circa 1400 euro al di sopra del quale la perequazione veniva bloccata e ha stabilito di restituire solo a quei pensionati che rientravano nel nuovo tetto SOLO UNA PARTE DEL MAL TOLTO (e ciò proporzionalmente all’entità delle singole pensioni).

Insomma ha agito come se la Corte non avesse dichiarato incostituzionale il provvedimento di Monti, ma avesse solo detto che era incostituzionale il tetto di 1400 euro, assumendo anche che il nuovo tetto da lui fissato (non ovviamente facendosi guidare da motivi di giustizia, ma dalle esigenze economiche dello Stato) fosse invece rispettoso della costituzione.

Ovviamente ha anche “dimenticato” di rivalutare le pensioni correnti neanche a chi rientrava nel nuovo tetto, considerando forse che il BONUS (così è stato chiamato) fosse più che sufficiente per tacitarli completamente.

Quindi eccoci alle solite, la Giustizia non esiste o meglio il Governo pensa che debba essere assicurata SOLO SE ci sono le condizioni per realizzarla, altrimenti il cittadino deve essere vessato come sempre. E così, come ho detto nel titolo di questo documento, ecco trovata la nuova “furbata” per “prendere per i fondelli” la cittadinanza, o meglio i sudditi.

Solo una piccola parte dei pensionati colpiti ha semplicemente ricevuto un piccolo obolo e NESSUNO ha più avuta neanche la rivalutazione SALTATA, visto che per tutti la pensione che aveva non è cambiata.

E’ così chiaro che il Governo ritiene di essere intoccabile persino dalla Corte Costituzionale che il nostro Ministro dell’Economia PIER CARLO PADOAN ha affermato ufficialmente che: “la Consulta, con la sentenza sulle pensioni, avrebbe dovuto valutare i costi per la collettività”.

Così come l’economista Nicola Salerno, quindi anche l’economista Pier Carlo Padoan (Ministro dell’economia in carica) ritiene che l’organo deputato a verificare che la Costituzione venga rispettata, debba sentenziare SOLO dopo aver verificato che l’applicazione della  giustizia non crei problemi al Governo; il che in altre parole significa che prima di sentenziare, deve verificare se la sua sentenza danneggia lo Stato e nel caso affermativa deve “addomesticare” opportunamente la decisione.

In ogni modo, della sentenza della Corte alla fine nessuno se n’è importato, e lo Stato è come se avesse detto: “Noi riteniamo di aver risolto il problema dando un piccolo obolo a una parte dei pensionati ingiustamente colpiti, chi non fosse d’accordo CI FACCIA CAUSA e vedremo se avrà ragione” (pronti naturalmente in caso di soccombenza a non rispettare un’eventuale ulteriore condanna con un’analoga dichiarazione).

E’ inutile dire che se la Consulta avesse prodotto una sentenza per cui tutti i pensionati erano tenuti a versare una cifra arretrata, il Governo avrebbe preteso dai cittadini fino all’ultimo centesimo senza curarsi minimamente delle condizioni economiche di chicchessia, giungendo fino al pignoramento dei beni di chi non avesse rispettata la sentenza. E quindi non solo la “giustizia non esiste”, ma si può anche nuovamente affermare che “la giustizia NON è uguale per tutti”.

C’è ancora qualcuno che pensa invece che la giustizia esiste e che è uguale per tutti?
Chiudo qui con la prima cosa che mi è venuta in mente quando, avendo saputo della sentenza fatta dalla Consulta, provai ad immaginare quale sarebbe stata la possibile reazione del Governo:


Avenno, putenno, pavanno.
Letteralmente: avendo, potendo, pagando: Strana locuzione napoletana che si compendia in una sequela di tre gerundi e che a tutta prima pare ellittica di verbo reggente, ma che sta a significare che un debito contratto, ben difficilmente verrà soddisfatto essendone la soddisfazione sottoposta a troppe condizioni ostative quali l'avere ed il potere ed un sottinteso volere, per cui più correttamente il terzo gerundio della locuzione dovrebbe assumere la veste di verbo reggente di modo finito; ossia: pagherò quando (e se) avrò i mezzi occorrenti e quando (e se) potrò.


domenica 3 maggio 2015

Primo maggio 2015. Considerazioni e proposte


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Festa del lavoro, inaugurazione dell’EXPO 2015, manifestazione anti-expo e devastazione di Milano.
Non c’è male come giornata da ricordare; ma cosa dobbiamo ricordare di più? La festa del lavoro, l’avvio dell’expo o la distruzione dei beni pubblici e dei cittadini per mano dei black bloc?
Io non mi sento di sottovalutare quest’ultimo evento e anzi ritengo più che doveroso valutarne tutti gli aspetti e la gravità.
Da semplice cittadino voglio valutare l’avvenimento da tutti i punti di vista, senza farmi condizionare da quanti ne hanno parlato e ne parlano ancora.
Voglio cominciare da quando ho ascoltato con le mie orecchie alla TV che un corteo anti-expo aveva cominciato il suo percorso nel centro di Milano e che la polizia, che sapeva per certo della presenza tra i manifestanti di malintenzionati, aveva anche previsto di deviare il corteo per evitare che si avvicinasse troppo a delle zone.
Dunque la polizia sapeva, ed era proprio in attesa dell’inizio delle “ostilità”, ma avendo le “mani legate” da disposizioni precise che mirano a preservare la libertà di manifestare, non poteva intervenire preventivamente in nessun modo.
Quando però un gruppo di facinorosi (i black bloc) si è staccata dal corteo e, dopo essersi “camuffato”, ha cominciato a imbrattare i muri, ad infrangere le vetrine e ad incendiare le macchine e le banche, solo allora immagino che le forze dell’ordine fossero ormai legittimate ad intervenire anche con le maniere forti.
Ma quello che non capisco è che mentre gli operatori televisivi e i giornalisti erano così vicini ai malviventi da poterli riprendere e mostrarceli in diretta, e i devastatori si potevano riconoscere benissimo perché sembravano in divisa (casco bianco, guanti e mazze nelle mani, incappucciati e provvisti di maschere antigas), nessun poliziotto si è avvicinato ad essi per bloccarne almeno qualcuno; ma la polizia si è solo limitata a sparare lacrimogeni pur vedendo che a nulla servivano visto che i malviventi avevano le maschere, per cui i lacrimogeni sono serviti soltanto a rendere irrespirabile l’aria ai poveri cittadini inermi della zona.
Ho sentito dire che le forze di polizia hanno agito benissimo e che se non fosse stato per il loro intervento, i danni sarebbero stati molto maggiori; io ho grande rispetto per polizia e carabinieri e ritengo che essi rappresentano alcune tra le poche organizzazioni di questo sventurato Paese che funzionano veramente, ma non riesco a capire come è stato possibile che NEANCHE UNO di questi vandali fosse stato bloccato e preso nel momento in cui rompeva una vetrina con un martello o incendiava un’auto; e questo mentre i cameramen a pochi metri da loro li riprendevano da vicino.
Poi i vandali hanno deciso di loro iniziativa di scomparire; forse ritenendo di aver raggiunto completamente gli obiettivi di distruzione che si erano posti, abbiamo visto che si sono “svestiti”, hanno abbandonato tutti gli indumenti e le attrezzature che avevano abbondantemente utilizzato e sono ridiventati degli innocenti manifestanti!
Subito dopo ho visto i mezzi dei vigili del fuoco che iniziavano a ripulire le strade dall’enorme quantità di vestiti e oggetti abbandonati e mi sono meravigliato che non si fosse proceduto invece a esaminare con cure quegli oggetti sul posto in cui erano stati lasciati, per cercare almeno di rilevare delle impronte digitali e perché no, anche possibili tracce di DNA allo scopo di poter meglio procedere, almeno in tempi successivi, all’identificazione dei colpevoli.
Ho poi ho sentito che sono stati arrestati, almeno finora, 5 individui. Anche questa notizia mi lascia interdetto perché mi sembra impossibile che su 500 scalmanati (tanti sono stati valutati) in piena azione e a pochi metri dalla polizia, ne siano stati presi soltanto l’1%.
Ma andiamo avanti, ammesso anche che i 5 non riescano a trovare il modo di discolparsi, vediamo cosa dobbiamo aspettarci ora.
Sento dire che poiché FORSE essi potrebbero essere anche incolpati di “devastazione”, potrebbero rischiare anche di ricevere una condanna di 15 anni di reclusione.
Orbene, sempre ammesso che si riuscisse a condannarli e anche a comminare loro il massimo della pena, significherebbe che la società, dopo aver pagato gli ingenti danni ricevuti, dovrebbe mantenere in galera per 15 anni, almeno 5 dei 500 colpevoli. Visto che è stato valutato che ogni giorno di prigione costa allo Stato 140 euro, questo significa che questi malviventi ci costeranno altri 3.832.500 euro.
A questo punto non riesco a fare a meno di pensare al fatto che abbiamo una giustizia assolutamente sbagliata e mi torna alla mente quanto ho più volte sperato si capisse.
Premetto che riterrei giustissimo, tanto per cominciare, condannare questi individui ad assistere impotenti all’incendio di tutti i loro beni in maniera da far vivere loro la stessa sofferenza che hanno imposto a tanti cittadini innocenti; ritengo invece assolutamente insufficiente e costoso infliggere loro una pena detentiva.
Mi sembrerebbe invece molto più appropriato e punitivo condannarli a lavorare fisicamente per tutto il  tempo necessario a raggranellare tanto danaro quanto ne serve per ripagare TUTTI i danni causati.
Questa è una mia vecchia idea che ho sempre ritenuta utile sia a far meglio capire che “chi rompe paga”, sia per far capire che per pagare occorre LAVORARE.
Quindi ancora una volta propongo di condannare questi balordi a farli lavorare duramente fino a quando non avranno ripagato tutti i danni prodotti, oltre ad una congrua percentuale di maggiorazione per coprire anche le spese che la società dovrà sostenere per mantenerli in vita nel frattempo.
Franco Fellicò

sabato 17 gennaio 2015

Francia. Dopo l’ultimo eccidio


Abbiamo tutti vissuto la tragedia della Francia, con apprensione prima e sgomento dopo.

Quale la motivazione che ha spinto i terroristi ad attaccare la redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo?

Non soltanto l’odio per l’occidente, ma anche un desiderio di “punire” coloro che con le loro vignette avevano “osato offendere” il profeta Maometto.

Una reazione assolutamente sproporzionata, che nessuno potrà mai neanche lontanamente giustificare. Infatti la libertà di stampa nei paesi dell’occidente non ammettono assolutamente reazioni diverse da quelle di una risposta fatta con le stesse “armi”, cioè con delle altre pubblicazioni dal contenuto diverso.

L’ISIS e la JIHAD sono organizzazioni pericolosissime che si stanno sempre più rafforzando e che costituiscono uno dei maggiori attuali pericoli per il mondo intero; le loro azioni non rispettano alcuna regola e le atrocità dei suoi adepti non conosce limiti, anzi sembra quasi che ogni giorno essi cerchino di mostrare al mondo che si può essere spietati sempre di più.

Non si possono nemmeno paragonare alle bestie, perché neanche nel mondo animale, perfino tra le più feroci, è possibile trovare comportamenti anche solo paragonabili a quelli che abbiamo visto da loro.

C’è qualcosa che il mondo intero può fare per difendersi da questa enorme calamità del ventunesimo secolo? Non molto, se non essere molto attenti nell’individuare in tempo le cellule jadiste che sono presenti in tutti i paesi occidentali; i vari paesi europei e non, dovrebbero essere più uniti, scambiarsi notizie e aiutarsi a vicenda nella speranza di riuscire sempre ad evitare nuove stragi.

Ma c’è un’altra cosa importate da fare ed è di evitare, nei limiti del possibile, di fornire a questi pazzi ulteriori motivi che possano aumentare il loro innato odio per l’occidente.

Io personalmente, quando ho visto milioni di francesi nella sacrosanta manifestazione organizzata a livello europeo, inizialmente ho provato un certo senso di fastidio nel vedere la grande quantità di cartelli “Je suis Chiarlie”, ma poi successivamente ho considerato assolutamente inopportuno che la redazione abbia ricominciato a pubblicare le solite vignette, curando anche di renderle magari più “pepate”.

Forse lo hanno fatto per sottolineare che la libertà di stampa non può essere combattuta né vinta, ma il vero risultato è stato certamente quello di rendere i francesi e l’occidente tutto, ancora più inviso a quelli che dovremmo combattere certamente in altri modi.

Non avrei avuto il coraggio di esprimere questo mio convincimento, ma dopo aver ascoltato le parole del Papa dalle Filippine, mi rendo conto che anche Lui non approva questo modo di agire, sia perché inopportuno nei confronti del fondatore di una religione, sia perché certe azioni possono soltanto rendere ancora peggiore una situazione già abbastanza grave.

Franco Fellicò

giovedì 8 gennaio 2015

Usare il cervello e la ragione, o copiare gli altri?


Io non ho dubbi, ma devo dire che mi sento abbastanza solo nei panni di chi vuol usare il cervello e il ragionamento.

I politici sono tutti propensi ad imitare quello che si fa negli altri paesi (anche se sono ben attenti a non fare mai quello che non gli conviene!); ma purtroppo non solo loro sono così.

Ci sono anche tanti cittadini che la pensano in questa maniera, e non si accorgono che in questo modo danno credito e forza proprio a coloro che ritengono essere i maggiori responsabili dello sfacelo del Paese.


Io ad esempio ho un amico, che come me si interessa della nostra politica, e che lo fa studiando e leggendo libri e libri su come si comportano gli altri e nell’approfondire quello che è stato fatto dagli altri paesi anche nel passato.

Quando ne parliamo, lui insiste affinchè mi documenti anch’io sulle scelte operate dagli altri governi; e quando io invece, dopo aver fatta un’analisi dei mali che affliggono l’Italia, provo ad immaginare delle soluzioni basate solo sulla logica, lui le considera subito troppo audaci e non applicabili; ma questo non perché ha delle argomentazioni che possano dimostrare l’inefficacia delle mie idee, ma soltanto perché nei suoi studi non ha mai trovato qualche altro paese che ha già adottato le “medicine” che propongo io.

Difatti, leggendo l‘ultima esposizione delle mie proposte di soluzione, mi ha scritto esattamente così:

“…non si tratta di copiare gli altri, ma se quello che tu proponi è incommensurabilmente distante (milioni di chilometri !) da quello che fanno oggi tutti (tutti !) i paesi e da quello che hanno sempre fatto in tutta la storia dell’umanità fino ad oggi, dalle caverne ai grattacieli, da tutti i regimi e da tutti i governi, in pratica e in dottrina; se tutti i punti che tu hai evidenziato sono stati già stati presi in esame esattamente, e la risposta è incommensurabilmente diversa, che ci vuoi fare, non ti viene qualche dubbio ?”

Quest’affermazione mi suona proprio male, perché io dico che se TUTTI ragionassero così, il mondo rimarrebbe per sempre costretto dentro certe forme di governo, varie SI, ma limitate da impostazioni ormai vecchie, e non riuscirebbe mai più a progredire!

Per la verità non ho capito se il mio amico pensa che questo modo di agire debba essere utilizzato da tutti i popoli per cui tutti dovrebbero copiare o comunque prendere esempio dagli altri o se invece il suo discorso riguarda solo noi italiani; ma nel primo caso si verificherebbe quello che spiegherò poco dopo in questa mio scritto, mentre nel secondo caso non vedo perché non debba essere concesso anche a noi stessi di proporre per primi delle idee nuove e almeno di poterle sperimentare.

Non condivido assolutamente quindi questo modo di pensare, per almeno due motivi:

·   perché in ogni campo della scienza i progressi si sono avuti sempre e solo per il coraggio di chi ha proposto nuove teorie
·   perché anche io stesso nella mia passata vita lavorativa ho indotto la mia Azienda almeno un paio di volte a percorrere strade che viste dal mio amico sarebbero state considerate in controtendenza con tutto il resto del mondo per cui le avrei dovute mettere subito da parte; l’alta Direzione della mia Azienda invece, mi dette fiducia, e dopo aver verificato la logica delle proposte, senza preoccuparsi di fare un passo molto diverso dagli altri, mi consentì di far sopravanzare gli altri, che poi pian piano finirono per percorrere tutti la nostra stessa strada.


Io propongo un mondo dinamico aperto al cambiamento, lui invece pensa che, forse perché sono in tanti quelli che hanno i nostri stessi problemi, sarebbe meglio cambiare SI, ma cercando le soluzioni nell’ambito di chi come noi ha già provato a risolverli, e di seguire loro; lui ha quindi certezza di ottenere gli stessi risultati, cosa però discutibile visto che il nostro ambiente non è certo lo stesso di chi si tenterebbe di imitare.

Ma poi, ammesso che riuscissimo a migliorare in questo modo, al massimo i risultati sarebbero gli stessi di quelli del paese imitato e mai superiori; e se tutti ragionassero in questo modo, tutti insieme potremmo al massimo raggiungere un certo standard mondiale con caratteristiche pari a quella del paese più avanzato di tutti ad oggi.

A quel punto avremmo raggiunto tutti una certa perfezione e nessuno più si adopererebbe nella ricerca di ulteriori migliorie, perché ormai non esisterebbe per nessuno un qualcuno che opera meglio.

Il mio modo di pensare e assolutamente diverso; io sono per un vero cambiamento (ma non quello sbandierato da molti attuali politici); occorre cambiare modo di governare, di tassare, di punire, di istruire, di curare, di dare giustizia, di mantenere l’ordine pubblico, di aiutare i meno abbienti, di gestire le calamità, e bisogna farlo da capo sulla base delle esigenze di un mondo che nel tempo si è modificato così tanto che non riusciamo più a rincorrere solo con l’aggiustamento delle regole esistenti.

Io ritengo che è giunto il momento di confezionare un vestito nuovo al nostro Paese, perché non è più possibile aggiungere pezze a quello tutto malandato che abbiamo indosso; e quando si prepara un nuovo vestito lo si fa partendo dalla stoffa, tagliandola opportunamente secondo delle misure adatte a chi deve indossarlo e cucendolo in maniera opportuna per fargli seguire bene tutte le sue forme.

Ma così come, se si vuol realizzare un vestito su misura perfetto, non si devono avere limitazioni, di tempo, di costi, di qualità della stoffa, di colore, ecc., la nuova organizzazione e le regole nuove di un governo devono poter essere decise senza dover rispettare gli attuali vincoli di leggi esistenti (anche perché sono così tante che ce ne sarebbe sempre almeno una che potrebbe bloccare ogni decisione), di Europa, di diversità dagli altri paesi, e di tutti quelli derivanti dall’organizzazione precedente.

Vedo già il mio amico inorridire a queste mie affermazioni, direbbe certamente che mai nessuno ha intrapresa questa strada, direbbe che invece bisognerebbe intervenire sui vari problemi con aggiustamenti successivi tesi ad ottenere il risultato voluto, ma senza grossi scossoni e rispettando sempre quello che fanno e hanno fatto nel tempo gli altri; insomma direbbe che invece bisogna non solo ancora rattoppare un vestito che sta cadendo a pezzi, ma lo si deve fare avendo anche cura di utilizzare i vecchi metodi per non traumatizzare nessuno.

Non riuscirà mai a convincermi ma, data la situazione esistente, continuerà a potermi dire che nessuno ha mai pensato diversamente, aiutato dal fatto purtroppo, che nessuno degli attuali politici ha voglia di dare veramente uno shock al sistema, anche se sa benissimo che essi sono restii a farlo perché sguazzano proprio bene nel complesso mondo attuale dove possono esercitare il potere senza tema di perderne una parte e di contare di meno.

Allora ecco il perché della mia domanda che ripeto più in dettaglio:

“E’ giusto usare il proprio cervello e trovare una soluzione tutta nuova, tenendo a limite conto degli errori che altri hanno fatto, ma solo per non ripeterli, o è meglio cercare di “aggiustare” l’attuale ordinamento pian piano, modificando qualche regola o peggio aggiungendone ancora di nuove copiate dagli altri Paesi?”

Come ho detto io sono convinto delle mie idee, come del resto tutti,  e se dipendesse da me non esiterei un istante a mettere in pratica la prima strada.

Ho più volte detto che sarebbe bene far lavorare i carcerati, sia per punirli veramente, sia per ridurre i costi che sopportiamo per loro; ho detto anche che dovremmo tassare tutti i cittadini con una pressione fiscale ONESTA e poi utilizzare al meglio i proventi e non invece prima decidere quali sono le esigenze dello Stato e poi tassare i cittadini in maniera da coprirle; ho detto che bisognerebbe cancellare tutte le centinaia di migliaia di leggi che abbiamo per sostituirle al massimo con qualche migliaio di leggi nuove; ho detto che bisognerebbe avere una giustizia vera che mette sullo stesso piano cittadini e pubblica amministrazione, facendo ricadere le colpe delle amministrazioni sui singoli dipendenti non osservanti; ho detto che bisognerebbe tassare esclusivamente i guadagni e non i patrimoni (se onestamente realizzati) sia per non tassare più volte chi ha fatto la “formica” e ha utilizzato il suo netto a suo piacimento, sia perché  è un modo per incentivare il risparmio; ho detto che le regole devono essere poche, chiare e senza eccezioni per evitare che si possano utilizzare facili cavilli per essere autorizzati a delinquere; ho anche azzardato a proporre di non utilizzare la progressività delle aliquote perché sicuro che in cambio assisteremmo ad una crescita indefinita delle grandi aziende con conseguente automatico aumento dell’occupazione.

E potrei continuare, ma se esaminate uno per uno anche solo le idee elencate sopra, ciascuna delle quali ha una propria logica e promette ottimi risultati, vi accorgerete che in tutti gli altri Paesi quasi tutte non sono state mai prese in considerazione nel passato, nè sono state attuate da alcun altro paese nel presente; può bastare questo per scoraggiare nel provare a metterle in atto noi per primi? Io penso di NO.

Franco Fellicò

lunedì 5 gennaio 2015

Consiglio dei ministri


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Prima ancora che scoppiassero le abbondanti polemiche, al solo ascoltare le notizie sull’accaduto, non ho potuto fare a meno di approfondirle e commentarle.

Scrivo solo ora il mio pensiero, ma quello che dirò è la reazione che ho avuto fin dal primo momento.
Il Consiglio dei ministri negli ultimi giorni di dicembre, nel tentativo di recuperare soldi dall’evasione e di ridurre il carico dei tribunali, ha deciso di stabilire che quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato o anche l’importo dell’IVA evasa non è superiore al 3% dell’IVA dichiarata, non si è punibili.

Ritengo che se la regola dovesse riguardare solo le evasioni passate, si tratta di un condono vero e proprio; mentre sarebbe un lasciapassare perpetuo se si dovesse applicare soltanto alle evasioni successive alla entrata in vigore della nuova regola.

Per la verità io non ho capito chi sarebbe soggetto alla nuova regola, ma in ogni caso sono convinto che si tratta di una regola insulsa che non fa altro che dare una mano agli evasori vecchi se è un condono per le evasioni passate, ai nuovi se avrà effetto per le evasioni future o ad entrambi se varrebbe sia per le vecchie che per le nuove evasioni. Quindi, a mio avviso, è una regola che, come molte altre, discredita soltanto chi la propone e bistratta i cittadini onesti.

Ma ciò che più di ogni altra cosa mi indispone non è tanto la decisione, che per me rimane profondamente sbagliata, quanto l’enorme reazione negativa giunta da più parti, giustificata SOLTANTO dal fatto che l’applicazione della nuova regola potrebbe avvantaggiare Berlusconi.
Insomma tutti hanno reagito contro, ma capite che il motivo del CONTRO non è dovuto al vero contenuto della legge, ma SOLTANTO al possibile vantaggio che ne potrebbe avere l’odiato ex cavaliere?

Tutto è concesso al Governo, ma guai se si permette di varare regole che possano anche lievemente essere utili ad un certo nemico politico; e se anche quella legge fosse stata utile allo Stato e a milioni di persone, mai sarebbe stata perdonata, considerando il vantaggio che ne avrebbe potuto avere una certa persona.

L’immaturità e la morale degli italiani è infinita e non manca neanche nei personaggi più significativi della Nazione, visto che lo stesso premier Renzi si è subito schierato dalla parte dei contestatori, dichiarando apertamente che non intende far passare leggi ad personam; e non ha neanche ritenuto necessario scusarsi con tutti coloro che avendo colpe fiscali simili a quelle del suo antagonista, saranno costretti a subire le conseguenze della guerra politica contro un certo individuo.

VIETO a chiunque leggerà queste mie note di considerarmi il difensore di Berlusconi, perché è da tempo che non tifo più per lui; ma la mia posizione è che le leggi si debbano fare a prescindere da chi è colpito o è avvantaggiato; posso accettare che si critichi una legge e che ci si opponga anche con forza, ma che una legge debba subire un validazione popolare e partitica, solo se non avvantaggia un particolare cittadino, è da ignoranti e incivili.

Franco Fellicò