martedì 31 dicembre 2013

Gli aumenti nascosti.


Faccio seguito al mio ultimo documento (Giochi di parole) per osservare che c’’è un’altra nuova tecnica che si sta sempre più affermando:

Invece di varare nuove tasse con nuovi nomi e nuove tariffe, si aumenta la pressione del fisco agendo sulle tasse vecchie aumentandole in percentuale o anche in assoluto, ritenendo in questo modo di non dare nell’occhio.

Quest’azione è operata sulle tantissime imposte di piccola entità esistenti da tempo e quasi dimenticate da chi le paga ormai quasi senza più accorgersene; e così lo Stato può incassare di più, sommando insieme moltissimi piccoli altri importi nascosti.

La tecnica, anch’essa fatta di soppiatto riesce molto bene, perché gli interventi sono moltissimi e molto distribuiti e neanche la stampa e i media riescono a scovarli tutti; molto spesso pagheremo di più qualcosa quasi senza accorgercene o al massimo lo scopriremo pian piano nel tempo quando qualche commerciante ci spiegherà che un certo aumento è dovuto ad un incremento percentuale di una certa vecchia tassa.

Ho cercato di raccogliere un po’ di queste notizie e di esporle qui di seguito; ma sono certo che ne ho individuata solo una piccola parte; vi dico soltanto che alcune organizzazioni in difesa dei consumatori (Adusbef e Federconsumatori) con molta pazienza hanno valutato che la somma degli aumenti da loro identificati equivalgono ad una stangata da 1.384 euro per famiglia.

Ed ecco gli interventi che sono riuscito a scoprire:

1.
Le Poste Italiane sono state autorizzate ad aumentare i costi della corrispondenza (sia lettere che raccomandate) con aumenti che possono far passare il costo di una lettera da 70 a 95 centesimi, e quello di una raccomandata dagli attuali 3,60 fino ai prossimi 5,40 euro.

2.
L’aliquota IVA sui prodotti forniti a mezzo di distributori automatici passa dal 4% al 10%.

3.
Aumenta la tassa di registro in varie misure colpendo ulteriormente il settore dell’edilizia.

4.
Aumentano le tariffe della luce elettrica dello 0,7% aggiungendovi il componente “Ae” che dovrebbe servire a finanziare le imprese manifatturiere con elevati consumi di energia.  

5.
Aumentano i pedaggi autostradali; in alcuni casi (per esempio sulla Venezia-Padova, si può passare da 70 centesimi a 3 euro, vale a dire fino al 400% in più rispetto ad ora) e ancora sull'A5 Torino-Aosta gli aumenti saranno del 15% e sull'A4 Venezia-Trieste del 12,9%.

6.
Aumenta il prelievo sotto forma di bollo sugli investimenti nei conti titoli e sui conti di deposito che sale dall’1,5 al 2 per mille.

7.
Si aggiunge un immancabile ritocco delle accise sui carburanti dello 0,4% per finanziare il cinema.

8.
Per i lavoratori che versano contributi alla gestione separata dell’Inps ma già iscritti ad altre forme di previdenza nel prossimo anno la loro aliquota contributiva doveva salire dal 20 al 21 per cento, gradino di un percorso che li porterà al 24 nel 2016. La tabella di marcia viene accelerata e il prossimo anno si passerà direttamente al 22.

9.
Con il nuovo anno c’è anche un aggravio contributivo per le imprese con più di 15 dipendenti; a loro è richiesto un versamento pari allo 0,5 per cento delle retribuzioni, per due terzi a carico del datore di lavoro e per un terzo dell’impresa, da destinare al fondo di solidarietà gestito dall’Inps.

10.
Aumentano le accise sulle sigarette.

11.
Aumenta l’imposta della TASI (prima ancora che entri in vigore) portando quella della prima casa dal 2,5 per mille al 3,5 per mille, (praticamente portandola quasi da sola a sostituire l’IMU) e per le seconde case da 10,6 a 11,6 per mille.

Ovviamente tutti questi “ritocchi” vengono volutamente ignorati, trattandosi secondo i volponi di “piccoli aggiustamenti” anche se applicati su un numero elevato di prebende già esistenti; e quindi essi affermano spudoratamente che la pressione fiscale è in diminuzione e quindi di conseguenza che la fine della crisi è sempre “più vicina e tangibile”.

Ma a proposito, stavo dimenticando! Tutto aumenta, ma c’è anche qualcosa che diminuisce perbacco! Si, infatti sto parlando delle detrazioni e deduzioni. E sapete come?

Si parte dal fatto che, (non so per quale motivo) qualcuno ha affermato che bisogna “raggranellare” 488 milioni di euro nel 2014, 772 nel 2015 e 564 nel 2016 (che precisione ragazzi!) e allora, forse con l’uso di un semplice foglio elettronico (che sfacelo da quando l’hanno inventato!) i signori volponi hanno deciso che questi soldi DEVONO essere “trovati” a mezzo di un “razionalizzazione” delle detrazioni.

Poi si sono dati tempo fino alla fine di gennaio per svolgere il “compitino” e prevedendo già di non riuscire a far niente per quella data, hanno varata subito una nuova “clausola di salvaguardia” che farà scattare dei tagli lineari sulle detrazioni (spese mediche, interessi dei mutui, erogazioni liberali, università e palestre per i figli) che scenderanno al 18% già in occasione della dichiarazione dei redditi 2013, che si farà a giugno, e al 17% per i redditi 2014.

Ma ora riflettendoci, sto pensando che così faranno anche rientrare questi “risparmi” nel capitolo della “spending review”. Accidenti che furbi! Sono veramente i classici signori capaci di prendere due piccioni con una sola fava!

Ma vi rendete conto che questi quattro ragionieri, oltre ad utilizzare l’aritmetica, si avvalgono anche della facoltà di poter stabilire a seconda delle cosiddette NECESSITA’ FINANZIARIE  ciò che è etico e ciò che lo è  meno, riducendo a piacere anche qualche piccolo atto benefico che da anni alleviava un pò i loro sudditi.

Certo che fare i ragionieri in questo modo è molto facile; oltre tutto essi possono agire non solo sull’entità dei prelievi, ma possono modularli a piacere modificando perfino i dati; intendo dire che fissata una percentuale da far versare ad esempio ai cittadini proprietari di un appartamento, se ritengono di dover elevare detto prelievo, hanno la facoltà non solo di far crescere l’aliquota, ma anche di innalzare il valore dell’appartamento che se oggi vale 100, domani potrà tranquillamente valere 160.

Immaginate che goduria per le aziende se potessero disporre di contabili così bravi e dotati di simili poteri?

Insomma io penso che c’è solo da disperarsi!

Ma no! Forse è meglio stare tranquilli, tanto il Presidente del Consiglio Letta ha detto che le tasse stanno diminuendo e Saccomanni ha giurato già da tempo che entro il 2014 la crisi sarà superata (naturalmente a seguita dei loro magistrali interventi).

Stiamo calmi quindi!

Franco Fellicò







venerdì 27 dicembre 2013

Giochi di parole


Si, questo è il mestiere dei politicanti, dovrei dire dei politici, ma preferisco usare un termine un tantino più dispregiativo.

Si chiamano PARLAMENTARI, nome perfettamente indovinato, perche parlano, parlano, parlano, parlano ….. ed è proprio questo il loro mestiere: PARLARE.

Ma il loro è un parlare particolare, che utilizza molto spesso perfino un apposito vocabolario dove ogni parola è studiata al fine di poter significare un concetto, ma spesso anche il perfetto contrario.

Ma chi sono costoro? In verità dovrebbero essere i migliori uomini della Nazione, quelli più onesti di tutti, quelli con grandi capacità nel campo cui ciascuno è assegnato, gli uomini più seri e più equi esistenti nel Paese.

Poi invece si scopre che quasi nessuna di quelle caratteristiche li contraddistingue e anzi che o sono degli stupidi arrivisti o sono dei veri volponi capaci di “parlamentare bene”.

Ma che intendo dire con “parlamentare bene” o meglio cosa intendono loro? Saper fare il parlamentare significa, secondo loro, risolvere ogni problema del Paese con una legge, significa anche promulgare leggi che riescano a SEMBRARE appropriate, non importa se poi peggiorano la situazione che dovrebbero migliorare.

Per farlo essi utilizzano varie tecniche; quella fondamentale è “il gioco di parole”; devono dimostrare ad ogni costo che ogni loro scelta è corretta e necessaria e per questo utilizzano fiumi di PAROLE per chiarire le loro azioni.

Poi a dimostrazione della giusta scelta, “VATICINANO”; ci dicono che si sono colti segni tangibili di miglioramento, e ci indicano con una precisione degna di un orologiaio, quasi IL GIORNO in cui la ripresa ci sarà, o in cui i loro interventi cominceranno a dare dei risultati.

Naturalmente si tratta sempre di date abbastanza future, anche se i più sfrontati riescono perfino a indicare date che sono solo qualche mese più in la.

Ovviamente, giunta quella data, avranno mille modi per dimostrare che, a causa di un nuovo impedimento imprevisto, le cose sono andate diversamente; ma il più delle volte non avranno neanche da trovare una spiegazione da ammannirci, perché, SECONDO LORO, la memoria dei cittadini è labile, e nessuno si ricorderà delle loro affermazioni fallaci.

Tutto ciò offende l’intera cittadinanza che loro considerano costituita da una massa di stupidi e che sempre secondo loro, dovrebbe credere più nelle loro teorie, che nei fatti che giorno dopo giorno, dimostrano invece il contrario.

Insomma chi dovrebbe essere dotato della massima serietà, utilizza invece giochi di parole, o comunque parla in maniera tale da poter dire tutto e il contrario di tutto, cita numeri e fatti spesso inventati, opera con poca chiarezza e utilizza sotterfugi di ogni genere per indorarci le pillole che ogni giorno sono abituati ad somministrarci.

Poi c’è il gioco delle tre carte, che in questi ultimi tempi è sempre più gettonato; l’obiettivo primario è: aumentare la pressione fiscale, facendo intendere invece che è stata diminuita.

Questa sembrerebbe una cosa impossibile, eppure loro ci provano, e CREDONO anche di riuscirci, e lo fanno eliminando un balzello e istituendone un altro o meglio alcuni altri, ciascuno dei quali è meno pesante, ma che sommati insieme producono un gettito maggiore dell’imposta eliminata.

Naturalmente poi, per dimostrare che la somma delle nuove imposte è minore di quella originaria, pubblicizzano alcuni casi particolari (che non sono certo la maggioranza dei casi) in cui effettivamente quella somma è minore.

Ma non basta, qualche Ministro dell’economia, con grande sussiego, e con il suo fare di uomo di grande capacità in economia, dichiara anche apertamente che l’eliminazione dell’imposta è stata solo provvisoria e che, COME IN TUTTI GLI ALTRI PAESI, essa dovrà essere ripristinata. Di modo che i cittadini nell’anno successivo saranno costretti a versare sia le tasse “sostitutive” che quella “eliminata”.

I parlamentari si CIBANO ogni giorno di questo modo di fare e sono certo che si compiaceranno continuamente per essere RUSCITI nel difficile intento, e cioè: TASSARE DI PIU’, MOSTRANDO DI TASSARE DI MENO .

Quest’atteggiamento da perfetti imbroglioni, mi indigna quasi più delle azioni spesso insulse a cui ogni giorno veniamo sottoposti.

Di adeguare le spese ai possibili introiti dell’erario non se ne parla nemmeno, o meglio se ne parla e anche spesso, ma poi la spesa pubblica continua a crescere e la conseguenza automatica per sostenerla, è una sempre un aumento della TASSAZIONE.

E’ così importante trovare le “coperture”, che anche se per sopperire a questa necessità si debba chiedere il PIZZO ai cittadini onesti, lo si fa spudoratamente in nome della NECESSITA’.

E infine si sono inventati anche una nuova cosa, roba da premio NOBEL, ed è la “CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA”. E’ cioè un intervento molto pesante, che sarebbe troppo impopolare proporre, ma che scatterà automaticamente soltanto se il gettito atteso da una determinata nuova imposta non fosse dell’entità stabilita.

Insomma I VOLPONI credono così, di aver trovato un altro modo per TASSARE senza TASSARE; e la tecnica è: si aumenta ad esempio l’IVA, pur sapendo che il risultato non sarà un maggior gettito, ma forse un minor introito a causa dell’inevitabile riduzione dei consumi; e quando l’effetto che avrebbero voluto si dimostrerà insufficiente, “scatterà” la clausola di salvaguardia che prevede un cospicuo aumento delle accise sui carburanti.

Il loro ragionamento capzioso è: voglio più PIZZO e se non me lo danno c’è già un rimedio pronto che scatta automaticamente; in questo modo i volponi potranno dire che la colpa dell’aumento dei carburanti è dei cittadini stessi, ed è la giusta punizione che meritano per non aver voluto pagare il PIZZO.

Certo, se non paghiamo il pizzo non ci incendiano l’auto, come fanno i mafiosi, ma, almeno per ora, comunque ci colpiscono con pari veemenza da qualche altra parte. 

Tutto questo NON MI PIACE e non piace a buona parte dei cittadini, tanto è vero che il fenomeno GRILLO ha preso piede rapidamente; a me non piace però neanche quel modo rivoluzionario di agire; anche perché manca poco che quel movimento si trasformi in una vera rivoluzione con i sassi e le bottiglie molotov in piazza.

Io penso invece che se ci sono così tanti cittadini che sono stanchi di quello che accade, essi dovrebbero unirsi in maniera democratica e alla prima occasione (fortunatamente le elezione esistono ancora) dovrebbero portare al Governo della gente che abbia un modo di ragionare completamente diverso.

Non credo che il movimento di GRILLO possa essere la soluzione, perché esso è costituito da tanti giovani che sono cresciuti in questo mondo corrotto è sono purtroppo animati più dall’intento di andare a succhiare loro, quello che stanno succhiando gli attuali appartenenti alla casta, piuttosto che risolvere veramente i grandi nostri problemi; e poi la maggior parte di essi non è all’altezza di affrontare  i problemi complessi che abbiamo. Infatti non è detto che tutti gli indignati siano anche dei premi Nobel dell’economia.

Dunque occorrerebbe, con una bacchetta magica, poter sostituire TUTTA l’attuale classe politica con un’altra completamente diversa, ma dotata di grandi capacità; e dico “completamente” perché anche un solo politico attuale che rimanesse nella nuova compagine, potrebbe  inquinare tutto l’insieme.

E’ per questo che a suo tempo cercai di invitare amici e parenti a divulgare il sito “Cambiamo i politici” che avevo studiato e realizzato insieme a un mio amico che ha idee politiche completamente diverse dalle mie, ma che concordava però con me sulla necessità di portare al Governo gente onesta.

Bisognerebbe infatti votare gente nuova che abbia veramente le caratteristiche che servono e che non fosse attirata dai tanti privilegi che sono attualmente riservati a chi va al Governo. Bisognerebbe che chi si candida fosse disposto a lavorare per L’Italia e non per se stesso e per dimostrare veramente la sua buona fede, dovrebbe acconsentire di farlo in modo quasi GRATUITO, perchè solo così potremmo credere nelle sue buone intenzioni.

E’ per questo che io proponevo di votare soltanto uomini nuovi di grande capacità, ma disposti anche a percepire non più di 3.000 euro nette al mese oltre alle spese veramente necessarie al proprio lavoro..

Avevo detto 3.000 perché sarebbe una cifra sufficiente a far vivere bene un professionista onesto disposto a lavorare per la Nazione.

Se Renzi dice che è possibile dimezzare i costi della politica e risparmiare un miliardo di euro, lo fa perché anche dimezzando la spesa, ammesso che si dimezzino anche gli stipendi, significherebbe portarli da 18.000 a 9.000 euro al mese, che è ancora moltissimo e può ancora costituire il motivo principale che spinge a mettersi in politica.

In ogni modo, come molti di voi sanno, tutti quegli amici e parenti che furono da me e dal mio amico invitati ad appoggiare la nostra idea, rimasero scettici e si rifiutarono finanche di “mettere una crocetta” su una pagina del sito per dichiarare e promettere di votare soltanto quel tipo di candidati.

Tutti loro hanno continuato a lamentarsi della classe dirigente che ci governa, forse ancora più di prima in questi ultimi tempi, ma probabilmente la “crocetta” da porre nel sito era per loro troppo scomoda da tracciare!

Cosa devo pensare? Non ho una spiegazione, se non che anche i miei più cari amici, brontoloni molto più di me quando si parla dei nostri governanti, sguazzano bene in questo ambiente e non hanno alcuna intenzione di disfarsene.

Quindi: “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso!”



Franco Fellicò          

venerdì 20 dicembre 2013

Le prese per i ...fondelli di chi ci governa (nr. 3)


Ed ecco il terzo caso! Mentre il Paese è al lumicino e la maggior parte dei cittadini aspettano che le tasse diminuiscano VERAMENTE, c'è sempre qualcuno che studia come succhiare ancora soldi da un limone ormai avvizzito.

E cosa decide di fare? Anche questa volta, con un “lampo di genio” decide che lo Stato potrebbe introitare altri soldi dalla tassazione del GIOCO D'AZZARDO e quindi “detto fatto” decide di incentivarne la crescita (d'altra parte sempre una crescita sarebbe) e poi magistralmente, paventando un po' di opposizioni dai Comuni più virtuosi, ottiene anche di ridurre le sovvenzioni in danaro a tutti quegli enti locali che attuassero appunto delle opposizioni. Infatti bisogna sempre essere coerenti con la linea del governo: “incentivare la crescita e contrastare chi vi si oppone”.

Ed ecco la dizione della nuova targa assegnata questa volta alla senatrice Federica Chiavaroli:

Per essere riucita a recuperare nuovi fondi per l'erario e per aver trovato anche un valido sistema di recupero dell'introito previsto, anche a fronte dell'eventuale opposizione degli enti locali”

Non posso chiudere qui senza considerare con quanta spregiudicatezza si agisce, e di notare come anche l'etica (che dovrebbe essere tenuta al primo posto nel comportamento di un Governo) viene completamente messa da parte, in favore di una tassazione sempre più indiscriminata.

Noi ormai non ci facciamo più caso, ma vi faccio un solo esempio:

Un lavoratore dipendente versa tutto quanto lo Stato pretende prima ancora di ricevere il frutto del suo onesto lavoro, e lo fa anche secondo delle regole di progressività quindi contribuendo con importi più alti se guadagna di più.

A questo punto il cittadino dovrebbe essere certo di aver assolto ai suoi doveri fiscali e quindi dovrebbe poter utilizzare liberamente ciò che gli è rimasto.  

Ma gli rimane come sua vera disponibilità un netto che potrebbe essere meno del 60% di quanto ha ricevuto dal suo datore di lavoro; ed è probabile allora che decida di acquistare un'auto cosa che fa utilizzando quel danaro già tassato che è riuscito a dirottare verso quell'acquisto.

Al momento dell'acquisto però lo Stato gli chiede di versare un altro 22% sotto forma di IVA e il povero contribuente versa un'altra grossa cifra nelle casse dello Stato (sempre utilizzando danaro già abbondantemente tassato).

Ma ovviamente la vettura deve essere immatricolata, e quindi lo Stato gli impone di aggiungere anche un'altra “piccola” prebenda di svariate centinaia di Euro; poi entro pochi giorni il malcapitato è tenuto a versare (sempre con i suoi soldi già tassati) la tassa di proprietà in misura di altre svariate centinaia di euro; ma questa volta non si tratta di “una tantum” ma di una cifra da versare ogni anno per il solo motivo di essere proprietario di qualcosa; se poi aggiungo tutta la pesante tassazione sui carburanti, le tasse ulteriori sull'assicurazione obbligatoria, l'IVA sulle riparazioni, sull'affitto del garage, ecc. ecc. sembra proprio che l'auto sia stata acquistata per lo Stato e non per chi onestamente voleva possederla.

Tutto ciò è privo di ogni ETICA e noi non ci facciamo più caso, anzi pian piano ci stanno convincendo che “giustamente” se con quei soldi onestamente guadagnati e anche abbondantemente tassati riusciamo ad acquistare una CASA, allora è anche doveroso essere assoggettati ad una PATRIMONIALE, magari soltanto perchè in tutti gli altri Paesi questo tipo di tassazione esiste (non importa se poi in quegli stessi Paesi tutti i balzelli che ho citato prima, o non ci sono o sono molto meno pesanti).


Franco Fellicò 

lunedì 16 dicembre 2013

Le prese per i ,,,fondelli di chi ci governa (nr. 2)


Se vi siete imbattuti in questo documento e non avete ancora letto il nr. 1 della stessa rubrica, vi invito a farlo prima di leggere questo.

Questa volta parlerò di Finanziamento pubblico dei Partiti, che è stato ormai finalmente eliminato!

Ma attenzione, non tutti sanno che esso sarà totalmente eliminato a partire dall'anno 2017, perchè nel 2014 esso rimarrà anche se ridotto del 25%, nel 2015 rimarrà ancora anche se ridotto del 50% ed infine anche nel 2016 rimarrà ancora, anche se ridotto del 75%.

Ma fate ancora attenzione ad un'altra cosa e precisamente che non si tratta di una eliminazione, ma di una SOSTITUZIONE della stessa con un diverso metodo di Finanziamento che prevede che il 2 per mille del gettito IRPEF di ciascun cittadino possa essere devoluto ad un partito a piacere e che sono anche consentite le donazioni di privati che vengono anche fortemente defiscalizzate più anche di una donazione per motivi umanitari.

Ma la ciliegina sulla torta che come sempre non poteva mancare, è che mentre la sovvenzione pubblica viene ridotta gradualmente in 4 anni (25%, 50%, 75%, 100%), il regime del 2 per mille e delle donazioni parte da subito, di modo che specie nei primi anni i soldi pubblici che andranno ai partiti saranno addirittura maggiori di quelli precedenti.

E quindi questa volta la targa che a pari merito riceveranno sia Letta che Renzi sarà:

Per essere risuscito ad imbrogliare milioni di italiani facendo credere di aver ridotte le spese dovute per il Finanziamento pubblico dei partiti, operando una soluzione che, senza che nessuno se ne accorga, produce un maggior introito per i partiti stessi, almeno nei primi prossimi anni!”


Siete d'accordo? 

Franco Fellicò

Le prese per i ...fondelli di chi ci governa (nr. 1)


Ho deciso di aprire una “rubrica” con questo nome, dove riporterò tutte le “prese per i fondelli” che siamo costretti a subire dai nostri governanti.

Ho deciso di numerare le varie prese per i fondelli, sicuro che nel tempo ne potrò illustrare un buon numero.

Si tratta di una tecnica comunissima tra i politici, che essi considerano importante saper usare, pena il non poter proprio far parte della casta a cui appartengono.

La tecnica prevede la ricerca di metodi atti a far credere alla cittadinanza di aver risolto un problema, non eliminandolo effettivamente, ma trasformandolo in maniera tale da poter “far apparire” l'azione come effettivamente la soluzione definitiva, ma curando contemporaneamente di far sì che la trasformazione porti un ulteriore beneficio alle casse dello Stato, senza che i cittadini se ne accorgano.

Naturalmente, agiscono pensando di avere a che fare con degli sprovveduti che è facile imbrogliare, e con ciò offendono ulteriormente i loro “sudditi” proprio per la sfrontatezza con cui pretendono di imbrogliarli.

Oggi parlerò dell'IMU e della grande pubblicità che il Governo ha fatto per mesi e mesi, dicendo che l'avrebbe eliminata per la prima casa, ma che poi invece è stata solo sospesa prima e poi eliminata, ma solo per il 2013, in cambio però dell'attivazione di nuove tasse atte a sostituirla che avevano altri nomi e che poi sono state conglobate insieme per giungere finalmente (e non sappiamo se la cosa è ormai definitiva o se presto cambierà ancora) ad una nuova imposta che al momento si chiama IUC.

Naturalmente la nuova tassa è stata creata in modo da coprire interamente le necessità dei Comuni e quindi in maniera tale da sostituire il gettito dell'IMU che hanno fatto finta di eliminare; ovviamente hanno anche detto che la nuova tassa sarà più bassa dell'IMU, ma per dimostrarlo hanno fatto riferimento a qualche caso particolare in cui questo è effettivamente vero, trascurando invece la verità per la stragrande maggioranza dei casi.

Ma non basta; hanno detto che avrebbero rimborsato ai Comuni che avevano aumentato l'aliquota di solo una parte dell'aumento, per cui detti Comuni si sono sentiti in dovere di pretendere dai cittadini la cosiddetta MINI IMU da corrispondere non si sa ancora se entro il 15 o il 24 di gennaio prossimo.

Poi come se tutto questo non bastasse, Saccomanni ha avvertito che l'IMU è stata eliminata per il 2013, ma che negli anni successivi dovrà essere comunque ripristinata in qualche modo, perchè in tutti gli altri Paesi questa imposta esiste.

Quindi, noi italiani, che forse siamo speciali, dovremo nel futuro non solo pagare la IUC, ma anche una qualche IMU ancora da venire.

Bel risultato vero? Io credo che se esistesse l'Oscar o il premio Nobel per queste belle trovate, Saccomanni verrebbe sicuramente premiato per questa sua grande capacità e sulla targa gli scriverebbero:

Per essere riuscito a imbrogliare milioni di italiani senza che nessuno se ne accorgesse, facendo credere loro di avere eliminata una tassa ed essere riuscito comtemporaneamente ad elevare, sempre senza che nessuno se ne accorgesse, gli introiti per l'erario.”

Che ve ne pare? 

Franco Fellicò

sabato 17 agosto 2013

Non riesco a capire!



Non si cambia l'auto: PER RISPARMIARE
Non si acquistano più case: PER RISPARMIARE
Non si va più a cena fuori: PER RISPARMIARE
Si riducono fortemente le vacanze: PER RISPARMIARE
Si comprano abiti e calzature solo in saldi: PER RISPARMIARE
Si usa molto meno l’auto: PER RISPARMIARE
Si mangia meno carne e pesce: PER RISPARMIARE
Si compra anche meno verdura: PER RISPARMIARE

.  .  .  .  .  .  .  . e ancora, ancora . . . .

Una sola spesa non si riesce ad evitare o almeno a ridurre: PER RISPARMIARE

Essa anzi aumenta sempre, tanto che sembra essere più importante perfino dei beni di prima necessità!

E’ la spesa derivante dalla TASSAZIONE.

Chi ci governa è CONVINTO che le famiglie e i cittadini tutti non possano RISPARMIARE anche mediante una riduzione delle tasse; secondo loro bisogna morire di fame, prima che la pressione fiscale venga allentata.

Si, è vero, se si acquista meno, si pagano meno tasse (quelle indirette) e allora che si fa? Si aumentano le aliquote IVA, le accise sui carburanti, il canone Rai, le tasse sull’energia, e così via, perché mentre tutti noi, come singoli privati RISPARMIAMO su TUTTO, lo Stato invece non può farlo e insiste per mantenere tutte le sue spese, gravando su tutti noi per non cambiare il suo tenore di vita.

Poi, non potendo riuscire ugualmente a MANTENERE gli introiti (di risparmiare non se ne parla nemmeno), tassa le proprietà, cioè quei beni che non producono ricchezza, ma se mai, sono frutto di spese.

Non importa se le proprietà siano state pagate con moneta NETTISSIMA (quindi già tassata abbondantemente); non importa che spesso molto più della metà di essa è ancora da pagare perché gravata da un mutuo (ovviamente tassato anch’esso); non importa se l’unica possibilità che ha il malcapitato per liberarsi dal balzello è di SVENDERE il suo bene, ormai abbondantemente svalutato proprio per l’intervento dello Stato.

Se l’azione è giusta ed etica non conta, l’importante è mantenere gli introiti o meglio, aumentarli a dispetto della crisi in atto.

Insomma, sembra che “come ti muovi ti fulmino” e l’UNICA spesa impossibile da evitare o almeno da ridurre, sia la TASSAZIONE.

Eppure basterebbe una LEGGINA semplicissima che dicesse semplicemente: “dal prossimo mese ogni tassa è ridotta del 50%”.

E le spese dello Stato? Molto semplice (si riducono inizialmente anch’esse tutte linearmente del 50%).

Poi una piccola postilla alla LEGGINA potrebbe essere:

“dopo tre mesi dall’entrata in vigore della nuova legge, si esamineranno gli introiti dell’erario con il nuovo regime fiscale, si valuterà la percentuale di riduzione degli introiti (o di aumento, cosa non impossibile anche con una tassazione ridotta, a causa del sicuro aumento dei consumi) e la percentuale di riduzione (o aumento) sarà applicata linearmente ai servizi forniti dallo Stato modificando quella riduzione iniziale del 50%.”

Ora non storcete il naso, non dite che tutto questo è impossibile, e pensate che la GRECIA, quindi un Paese ben più malandato del nostro, ha appena deciso di ridurre l’IVA dal 23 al 13%.

Sono pazzi come me? O i risultati attesi sono un’inversione di tendenza della crisi?

Franco Fellicò 

venerdì 5 luglio 2013

COME RISOLVERE LA CRISI? COME INVERTIRE TANTI TREND NEGATIVI? E’ PROPRIO IMPOSSIBILE RIUSCIRCI?



Probabilmente qualcuno dirà che questa esposizione è troppo “lunga” e allora invito costoro a provare ad esprimere tutte le considerazione che troverà qui in uno scritto più breve (magari nei 140 caratteri ammessi da Twitter).

A proposito di Twitter dirò che è proprio questa costrizione che non mi ci ha mai fatto appassionare; infatti non mi sembra giusto che anche quando si è dotati di una minima capacità di ragionamento, ci si debba obbligare a “cinguettare”.

Quindi poiché questo documento vuol essere un invito a valutare alcuni ragionamenti, dopo questa premessa, se chi mi legge si lascia spaventare dalla sua dimensione, vada pure ad ascoltare i cinguettii di Twitter.

Detto questo, probabilmente ora siamo rimasti in pochi, ma ciò mi conforta perché posso pensare che chi è ancora qui, è disposto se non ad approfondire, almeno a seguire il mio ragionamento.

Posso quindi ora dire che intendo parlare della situazione critica in cui si trova in particolare il nostro Paese e dei tentativi sempre più infruttuosi di chi ci governa per trovare le necessarie soluzioni.

Sappiamo tutti che i problemi principali sono, la disoccupazione, la recessione, la povertà sempre maggiore e la tassazione.

Se ci pensate bene però non si tratta di problemi diversi, ma soltanto di aspetti diversi di un unico problema; ciascuno di essi dipende dagli altri e ciò fa sì che non si possano affrontare separatamente neanche partendo da quello che si ritiene essere il più grave.

Non si può pensare quindi di affrontare la disoccupazione creando lavoro, perché il lavoro non si crea; infatti lavoro implica produzione e produzione implica mercato.

Non si possono tassare ulteriormente i cittadini perché essendo giunti ormai ad una pressione fiscale  che supera il 50% non si può ancora pensare che ci siano margini per farlo, ma anche perché l’esigua parte di danaro che rimane nelle tasche dei contribuenti non consente più di consumare alcunché con la conseguenza di rendere sempre più inutile la produzione di beni.

Dunque il lavoro non si crea, ma lo si può solo incentivare; ma quale azienda assumerà lavoratori anche se sollevato per qualche anno dai prelievi fiscali, sapendo per certo che non riuscirà a vendere ciò che produce?

Intanto, il fatto che il problema sia unico dovrebbe confortarci, perché evidentemente si tratta di trovare un unico intervento o un unico insieme di interventi che consentano di invertire tutti gli andamenti negativi.

E allora bisognerebbe capire che il lavoro manca semplicemente perché le aziende chiudono, ma anche che le aziende chiudono non tanto perché il costo del lavoro è alto, ma piuttosto perché niente può essere prodotto se non per essere immediatamente venduto, e poiché il mercato interno è ormai ridotto al lumicino, mentre per quello internazionale non siamo competitivi, è inutile produrre ciò che nessuno acquisterà mai.

Dunque gli incentivi fiscali non servono a niente, a meno che non si possa fare in modo anche di far riprendere i consumi, e per farli riprendere l’unico modo è di lasciare nelle tasche dei contribuenti una maggiore quantità di denaro.

Questo lo si sa benissimo, le tasse comprimono i consumi tanto è vero che spesso per arginare certi consumi il Governo li ha tassati proprio con lo scopo di farli ridurre; come si può pensare quindi che quegli stessi governanti non siano consci che la tassazione (specie quella al 50% e più) è la fonte primaria della contrazione dei consumi?  E anche che l’aumento di un altro punto dell’IVA servirebbe proprio a ridurli ulteriormente? 

Dunque il risultato di tutto questo è che le aziende chiudono inesorabilmente, ma quando chiudono un’importante danno ricade proprio sullo Stato perché i suoi introiti diminuiscono mentre le sue spese aumentano; infatti l’erario incassa meno tasse dalle aziende chiuse e dai lavoratori ormai a casa e spende più soldi per sostenere i disoccupati; in più la povertà aumenta, il danaro disponibile per gli acquisti diminuisce ulteriormente e il mercato si contrae con nuove possibili chiusure di aziende.  E’ una reazione a catena che è difficile bloccare!
  
Ovviamente sostituire gli introiti perduti e i maggiori bisogni rivenienti dalla necessità di sostenere un maggior numero di disoccupati con altra tassazione (che necessariamente si scaricherebbe su un numero sempre minore di possibili contribuenti), non fa altro che peggiorare la situazione provocando la chiusura anche delle aziende superstiti e il passaggio tra i disoccupati di altri lavoratori.

Tirando le somme, anche un bambino si renderebbe conto che la PRIMA cosa da fare per invertire TUTTI questi andamenti negativi, sarebbe LASCIARE PIU’ SOLDI nelle tasche dei contribuenti, e non soltanto delle aziende, ma di TUTTI: aziende e cittadini! 

Eccolo quindi il vero problema; ormai non c’è più niente da tassare e non esiste più denaro tra i cittadini che possa essere utilizzato né a sostenere chi il lavoro non lo ha, né a ridurre la pressione fiscale alle aziende superstiti.

Ma qualcuno potrà dire: come lo Stato può mantenere in essere tutti i servizi che nel tempo sono stati creati per un buon funzionamento dell’intera nazione e per un minimo di welfare, pur introitando meno tasse?

La risposta a questa domanda la si può avere seguendo un altro ragionamento che riporto qui di seguito.

Finora, i Governi si sono considerati SERI quando hanno asserito che non è possibile mai togliere una tassa o rinunziare ad aggiungerne un’altra se non si trova la cosiddetta “copertura”.

Questo significa che un governo SERIO prima di rinunziare ad un introito deve trovare il modo di sostituirlo con un altro; è ovvio quindi che non potendo fabbricare denaro dal nulla, i governanti altro non fanno che spostare i prelievi, ma non li possono mai evitare; ed invece nella prima parte di questo documento mi pare di aver proprio dimostrato che per avere un risultato, i prelievi non dovrebbero essere spostati, ma EVITATI. 

In più poichè le esigenze aumentano (più disoccupazione = minori entrate e maggiori uscite) le tasse dovrebbero anche essere aumentate.

Tutto questo significa chiaramente che per ridurre veramente la pressione fiscale occorrerebbe poterlo fare anche in mancanza di copertura. E allora supponiamo di farlo ugualmente e vediamo quindi cosa succederebbe in questo caso.

Per chiarire come ciò può essere fatto senza tema di essere considerato “poco serio” utilizzerò come esempio quello che può avvenire all’interno di una famiglia onesta quando per un motivo qualunque si dovesse verificare una riduzione sensibile degli introiti.

Quello che il capo famiglia farebbe in tale eventualità, sarebbe di ridurre le spese, ovviamente partendo da quelle voluttuarie, ma se necessario intaccando anche quelle indispensabili, fino a giungere ad utilizzare i pochi proventi rimasti per le sole spese necessarie alla sopravvivenza. Certamente, se è veramente un uomo onesto, non manderebbe i figli a rubare pur di continuare a mantenere il precedente tenore di vita. 

Ebbene uno Stato onesto dovrebbe fare allo stesso modo, ed invece quando cerca una “copertura” per evitare una nuova tassazione o per mantenerne una vecchia o per far fronte ad una nuova esigenza e come se decidesse di rubare pur di non adeguare le spese alle disponibilità.

Nel tempo, la vita sociale ci ha regalato tante belle cose: sanità, scuola, servizi sociali, ordine pubblico, giustizia e tante ma tante cose che CI SEMBRANO ora indispensabili e che sono anche effettivamente utili, ma in un momento di crisi come quello attuale, quando come in una famiglia bisogna stringere la cinghia, occorre capire che queste conquiste non possono rimanere tali a meno di non agire in maniera disonesta andando a rubare nei portafogli sempre più vuoti dei cittadini.

Quando si dice che abbiamo finora vissuto al di sopra delle nostre possibilità e che dobbiamo rivedere il nostro modo di vivere, non significa che questo vale soltanto per i privati cittadini, ma anche e soprattutto per i servizi pubblici e che quindi non possiamo più pretendere che in ogni occasione lo Stato mantenga in essere tutti i servizi che siamo stati capaci di inventare nel tempo; senza contare poi che moltissimi di essi sono addirittura superflui.

Ovviamente bisognerebbe partire, come in una famiglia in difficoltà, eliminando i servizi meno importanti, ma comunque se non bastasse, dovremmo intervenire anche su quelli più importanti, fino a giungere se necessario a riadeguare anche quelli che si possono definire quasi indispensabili.

Ma per evitare di considerare tutto indispensabile bisognerebbe ragionare in un modo completamente diverso e invece di partire dalle esigenze (che oltre tutto si è abituati a considerare sempre tutte indispensabili) bisognerebbe partire dalle disponibilità.

Cosa intendo dire? Intendo dire che sarebbe possibile, se lo si volesse veramente, evitare di dover trovare le “coperture”, semplicemente distribuendo quello di cui si dispone (senza ovviamente andare a rubare) nel più equo modo possibile tra le varie esigenze, stando ovviamente attenti a valutare quali sono quelle più importanti.

Ci sono delle correnti di pensiero, quello comunista in particolare, che ritengono che piuttosto che creare ricchezze bisogna distribuire equamente quello di cui si dispone; io non la penso in questo modo ma fin quando non si riesce a disporre di nuove ricchezze mi sembra ovvio che ci si debba accontentare di distribuire quelle poche di cui si dispone; soltanto che a me sembra che i comunisti ritengono soltanto di dover togliere a chi ha di più per dare a chi ha di meno senza guardare se chi ha di più è una formica e chi a di meno è una cicala, ma non anche di ridurre i servizi a tutti, quando la ricchezza di cui si dispone risulta insufficiente.

Intanto osservo che tutti parlano di CAMBIAMENTO, ma poi si ragiona sempre allo stesso modo e quindi non si cambia assolutamente niente; invece un vero cambiamento potrebbe essere proprio questo: “distribuire le disponibilità tra le esigenze e non cercare le disponibilità per mantenere in essere TUTTE le esigenze”.

Bisognerebbe quindi partire da una tassazione ONESTA, tale da dar respiro a TUTTI i contribuenti; una congrua RIDUZIONE dell’IVA, una forte riduzione delle accise sui carburanti, una riduzione degli scaglioni dell’IRPEF e poi anche una detassazione duratura alle imprese indipendentemente dalle assunzioni, perché se le imprese producono e guadagnano, assumono certamente di propria iniziativa.

Se la forte tassazione, come tutti ormai riconoscono, è fonte di chiusura di aziende, di stagnazione del mercato e d’impoverimento generale, una forte riduzione della pressione fiscale invertirebbe chiaramente questo trend e sia il mercato che il lavoro rinascerebbe; e di conseguenza la disoccupazione diminuirebbe fino ad azzerarsi.

E come coprire le spese per le esigenze dello Stato?  Certo, a causa della riduzione degli introiti, specie inizialmente, le disponibilità economiche dello Stato sarebbero minori delle attuali, ma poiché come si è già detto chi è onesto, in tempo di crisi deve ridurre le spese adeguandole alla disponibilità, anche lo Stato dovrebbe agire così e decidere non più di assegnare a ciascun servizio delle cifre in valore assoluto, ma di farlo in una percentuale degli introiti proporzionale all’importanza del servizio, decidendo in questo modo quanto a ciascuno va assegnato.

Ad esempio alla sanità potrebbe essere attribuito il 20% degli introiti dell’erario, alla scuola il 10% di quell’introito e così via per i vari servizi fino a giungere ad utilizzare tutto o quasi tutto si ha disponibile.

Ovviamente potrebbe essere lasciata una piccola percentuale da parte (ad esempio un 10% del tutto) così come farebbe ogni buon padre di famiglia per utilizzarlo nel caso d’imprevisti; fermo restando che se detta parte non dovesse essere utilizzata nell’anno, venga aggiunta agli introiti dell’anno successivo.

Questo sistema consentirebbe di adeguare automaticamente la sovvenzione ricevuta da ciascun servizio pubblico a quanto disponibile anno per anno e in questo modo si avrebbe il vantaggio di migliorare i vari servizi man mano che gli introiti aumentano (e prevedibilmente essi aumenteranno se il mercato ricomincerà a muoversi e le aziende ricominceranno a riaprire); e non ci sarà neanche il bisogno di preparare una finanziaria ogni anno per coprire vecchie e nuove esigenze.

L’unica possibilità del Governo sarebbe quella di rivedere di tanto in tanto le percentuali utilizzate per i vari servizi, togliendo qualcosa a qualcuno in favore di qualche altro, ma sempre distribuendo percentuali di disponibilità.

Ho tralasciato tutti i possibili discorsi sull’evasione fiscale per due motivi: sia perché non esiste una genialata con la quale risolvere questo problema dall’oggi al domani, sia perché si può ritenere che buona parte dell’evasione è stata provocata proprio dalla eccessiva pressione fiscale e poi è dilagata quando ci si è accorti con quanta facilità si può evadere.

La lotta all’evasione va fatta certamente, ma i frutti che ne derivano giorno dopo giorno non sono sufficienti a coprire le necessità e quindi non sono da soli una soluzione praticabile.

Viceversa agendo secondo la mia proposta, tutti i proventi che si riuscissero a realizzare dalla scoperta delle evasioni servirebbero a far crescere le disponibilità dell’erario con conseguente beneficio per ciascun servizio che se ne avvantaggerebbe proporzionatamente alla propria importanza.

Come risultato la qualità dei servizi sarebbe sempre proporzionato al gettito, non ci sarebbe mai necessità di tartassare ulteriormente i contribuenti e i servizi forniti alla cittadinanza migliorerebbero o peggiorerebbero automaticamente proprio secondo le disponibilità.

La “spendig review” è stata un timido tentativo di ridurre le spese, ma si è rivolto solo verso quelle considerate non importanti; questo va benissimo, ma se come si è visto i risultati sono stati miseri, allora o si è considerato tutto indispensabile, oppure vuol dire che avremmo dovuto agire purtroppo anche sui servizi più importanti.

Ovviamente ai servizi superflui si può sempre attribuire una percentuale di sovvenzione dello 0% con il che si aboliscono totalmente.
 
Ma ci sarà mai qualcuno disposto a delle scelte così traumatiche? Forse sarà proprio la semplicità dell’idea a non consentirne la realizzazione, perché le menti dei politici sembra vogliano sguazzare nelle cose complesse e rifuggono dalle soluzioni semplici; le loro capacità si esprimono al meglio se riescono a complicare anche le cose semplici che naturalmente affrontano e credono di risolvere con regole sempre più complesse tali solo da rendere più facile ai furbi italiani il loro aggiramento.

Un’ultima considerazione voglio fare che a mio avviso potrà contribuire a rendere più valida la mia proposta; ho sempre asserito che provando ad agire in maniera completamente opposta a quella adottata dai nostri governanti, si potrebbero raggiungere meglio gli obiettivi perseguiti; ho spesso verificato quanto sia vera quest’affermazione e anche in questo caso la mia proposta dimostra che un’azione OPPOSTA a quella verso cui si orienta il Governo può meglio risolvere il problema.  

Ora che ho finito, mi aspetto anche un contraddittorio, ma per favore fate in modo che sia costruttivo, non limitatevi a spiegare perché quest’approccio è difficile da attuare, non elencate i mille motivi per cui un cambiamento simile non si può fare; ma piuttosto proponete una soluzione diversa e se proprio non l’avete, al limite concordate con quello che sta facendo il Governo, ma dimostratemi che i miei ragionamenti sono sbagliati; viceversa aiutatemi a migliorare l’idea.

Franco Fellicò


domenica 28 aprile 2013

Amore per la PATRIA o per il PARTITO?



E' una domanda che sempre più spesso mi faccio. E nel tentativo di rispondermi voglio fare alcune riflessioni sulla base di frasi pronunciate da politici che potrebbero aiutarci a capire.

Questo perchè non abbiamo FATTI da esaminare per darci una risposta, e dobbiamo accontentarci delle dichiarazioni ascoltate alla TV o lette sui giornali.

Riporterò quindi le frasi e le dichiarazioni di politici, di giornalisti o di chiunque altro, che potrebbero dare supporto alla ricerca della “verità”.

Ma prima di fare ciò voglio ricordare alcuni fatti importanti semplificando al massimo il mio discorso.

Come in tutti i Paesi del mondo, anche in Italia si è assodato che il vivere civile impone assolutamente la presenza di un Governo che si occupi di legiferare con l’obiettivo di rendere giusta e ordinata la vita dei cittadini.

Con questo obiettivo siamo passati dalla dittatura, alla monarchia e infine alla repubblica. Il medesimo obiettivo (il bene della Nazione) è stato sempre in TEORIA sia quello del dittatore, sia del monarca sia del parlamento.

Ma con l’avvento della repubblica, nel tentativo di migliorare il modo attraverso il quale i cittadini potessero eleggere i propri rappresentanti, si sono formati dei gruppi (i partiti) riuniti da identità di vedute e ai cittadini è stata data la possibilità di votarli, lasciando poi ai partiti stessi il compito di mandare al governo qualcuno dei propri appartenenti.

Nel tempo i partiti sono proliferati, insieme a idee spesso anche poco diverse tra loro; e si sono in particolare formati due grossi BLOCCHI chiamati di DESTRA e di SINISTRA con idee abbastanza diverse tra loro. E’ da sottolineare però anche che all’interno dei partiti stessi si sono create correnti diverse che in qualche caso hanno anche provocato e provocano continue scissioni e formazioni di movimenti e poi di nuovi partiti.

Questa premessa era d’obbligo e dovrebbe servire a sottolineare quello che è avvenuto nel tempo mostrando come pian piano i partiti si sono via via trasformati in una sorta di SETTE che sembrano sempre più interessate alla propria sopravvivenza che al bene del Paese e che sono quindi fortemente impegnate nel tentativo di prevalere sugli altri.

Questo atteggiamento, non è soltanto degli appartenenti a quelle che da ora in poi chiamerò SETTE, ma si è propagato anche a molta parte dei cittadini stessi i quali simpatizzando  per  una delle sette, non pensano ad altro che al progredire della stessa, dimenticando l’obiettivo primario che dovrebbe essere invece il bene della Nazione.

Si spiega così l’esistenza di una grande quantità di politici ma anche di cittadini che NON GIUSTIFICANO ASSOLUTAMENTE la formazione di un Governo che riunisca insieme diverse forze politiche.

Sembra proprio che tutti costoro preferirebbero veder collassare la Nazione piuttosto che rischiare di non raggiungere il primato del comando.

A mio avviso chi ragiona in questo modo dovrebbe provare a rivedere un po’ la sua posizione riflettendo un po’ di più su quello che fa e che dice ed evitando di farsi abbindolare dagli atteggiamenti dei rappresentanti delle SETTE.

Ma se qualcuno dovesse non condividere quello che finora ho affermato voglio riportare alcune affermazioni fatte da alcuni importanti appartenenti alle SETTE, in modo da convincerli che quanto ho detto è proprio realtà.

 Il giorno 2 marzo 2012 scrissi un articolo sul mio BLOG stigmatizando una frase sentita alla TV pronunciata da Quagliarello (della setta PDL) che disse:

Il governo deve essere eletto dalla cittadinanza, ma ora siamo in un periodo di emergenza e quindi i partiti devono mettere da parte i loro interessi e devono pensare agli interessi dell’Italia”.
  
Questa frase dimostra come l’interesse per l’Italia fosse secondo lui esclusivamente temporanea e tanto necessaria da dover “sospendere” PER UN PO’ l’attenzione all’interesse per la proprio setta.

Ma in momenti più recenti posso riportare la frase di Rosy Bindi (della setta PD) che quando si vociferava sulla possibilità che il nuovo Governo fosse presieduto da Enrico Letta, diceva: “Enrico Letta non deve andare al Governo, perché è troppo importante per il partito”; non si è quindi stupidamente accorta di aver così chiaramente affermato che, secondo lei, le migliori menti della sua setta dovevano essere utilizzate per far prevalere la setta stessa e non per il bene della Nazione.

Non più tardi di ieri in una trasmissione politica di LA7 un giornalista di cui non ricordo il nome, criticava la nascita di Governo PD-PDL dicendo semplicemente che se quel tipo di Governo avesse fatto cose buone, il PDL ne avrebbe avuto il merito, mentre un eventuale fallimento sarebbe stato attribuito al PD; dunque il PD non doveva avere nessun interesse a farlo; e quindi ancora una volta veniva mostrato come l’interesse della setta fosse più importante di quello del Paese.

Anche i cittadini ultimi, in buona parte ragionano ormai così e sono proprio certo che se improvvisamente venisse alla ribalta un ipotetico signore, bravissimo, con un curriculum superbo e capace per certo di risolvere tutti o quasi i problemi del Paese, molti dei cittadini a cui alludo, prima di votarlo chiederebbero: “Ma è di DESTRA o di SINISTRA?” e solo dopo aver saputo questo, deciderebbero se votarlo o non.

Io da tempo non la penso più così, tanto è vero che ho auspicato in tempi non sospetti la nascita di un Governo con rappresentanti sia di destra che di sinistra (vedi un ultimo il mio articolo in proposito),  tanto che ho plaudito alla scelta di Enrico Letta pur essendo le mie idee più di Destra che di Sinistra.

Invito quindi tutti i miei amici e anche i miei figli a cambiare un po’ il proprio atteggiamento, accorgendosi in tempo che quell’atteggiamento lo hanno spesso acquisito per la forte azione di quelli delle sette; li invito quindi a continuare a seguire i propri convincimenti politici, ma dando nuovamente un peso preponderante all’obiettivo PRIMARIO piuttosto che agli interessi della propria setta, sacrificandoli  eventualmente se necessario, per il bene della Nazione.

Concludo riportando qui di seguito la formula del giuramento che abbiamo ultimamente ascoltato  da tutti i componenti del nuovo Governo, con la speranza che ciò che hanno proferito li convinca veramente di essere stati chiamati a lavorare per la Nazione e non per adoperarsi per la supremazia della propria SETTA.

Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”.


E aggiungo per tutti quelli che insistono nel considerare inutile il tentativo di formare un Governo di larghe intese, che non è giusto rinunciare ad ogni speranza, ricordando loro anche una delle prime frasi proferite da Papa Francesco: NON LASCIATEVI RUBARE LA SPERANZA!

Franco Fellicò

domenica 7 aprile 2013

La situazione politica italiana post elezioni

E’ passato parecchio tempo senza che mi facessi sentire, e più volte avevo pensato di esporre i miei pensieri a proposito dell’andazzo politico sempre più caotico e sempre più imprevedibile.

Ma ho sempre rimandato in attesa di capire qualcosa di più di quello che stava accadendo; il tempo che ho lasciato passare non mi ha aiutato però ad avere nessuna previsione su quello che c’era da aspettarsi, ma ho potuto, come tutti gli italiani, solo assistere a nuovi fatti peggiorativi della già disastrosa situazione.

Eppure mentre sembra che tutte le parti in causa siano concordi sulla gravità della  situazione, nessuno sembra aver capito che occorrerebbe rivedere i propri atteggiamenti che non solo portano allo stallo, ma anche alla distruzione completa di quanto è rimasto del nostro Paese.

In fondo la situazione è chiara, ormai ci sono tre forze politiche in gioco ciascuna delle quali rappresenta all’incirca un terzo degli elettori, ma poiché nessuna di esse è in grado da sola di formare il Governo, per uscire dallo stallo occorrerebbe o ripetere le elezioni, oppure formare un Governo con l’unione di almeno due delle tre parti.

Siamo costretti a scartare le nuove elezioni sia perché non abbiamo al momento un Presidente della Repubblica che possa sciogliere le Camere, sia perché ritornare al voto con l’attuale legge elettorale probabilmente ricreerebbe una situazione analoga.

In più se anche attendessimo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica  per andare alle elezioni, possiamo essere sicuri che una nuova legge elettorale non verrebbe MAI varata per un motivo semplicissimo: perché qualunque nuovo sistema avrebbe certamente vantaggi per qualcuno e svantaggi per qualcun altro ed è chiaro e lapalissiano che ciascuna corrente sarebbe sempre e solo disponibile a votare una legge esclusivamente quando ritiene di poter essere da essa avvantaggiata.

E’ questo il motivo per cui finora il Parlamento non è mai riuscito a varare questa legge ed è certo che per questi stessi motivi, non meno importanti per loro oggi, non la vareranno mai.

Una simile legge dovrebbe essere decisa e promulgata da altri soggetti non interessati, magari dal parlamento Europeo, perché anche in questo caso c’è un “conflitto d’interessi” e quindi così come se un leader ha le televisioni non può fare il politico perché altrimenti è influenzato dai suoi interessi, anche in questo caso tutti i politici italiani non possono fare una legge elettorale perché influenzati dai propri interessi.

Ma lasciamo perdere questo mio suggerimento che ovviamente cozza con così tante regole che mai si potrebbe attuare e lasciamo anche perdere le nuove elezioni visto anche che i tempi necessari per riorganizzarle sarebbero tali da far “morire l’agonizzante” .

Non rimane quindi che una sola soluzione: formare un Governo con l’unione di almeno due dei tre contendenti; le possibili soluzioni sono PD-M5S, PD-PDL, PDL-M5S alle quali aggiungerei anche PD-PDL-M5S (perché anche se si unissero in tre non ci sarebbe niente di strano e oltre tutto non ci sarebbe neanche un escluso e probabile oppositore).

Così facendo visto dagli elettori, sarebbero accontentati i due terzi di essi (se non addirittura i tre terzi) e si potrebbe formare un Governo che cominci ad affrontare i problemi più importanti e cioè economia, sprechi, tasse, crescita e occupazione. Tutte cose che tutti ritengono di dover affrontare e anche di estremo interesse per la cittadinanza indipendentemente dal credo politico.

Certo il PD dovrebbe rinunciare ad affrontare subito il “conflitto d’interessi” e magari il PDL e M5S alla lotta alla corruzione, e queste cose pur importantissime finirebbero per essere un po’ rimandate; d’altra parte se non si fa questa unione non c’è nessuna speranza che queste cose siano affrontate, ma in più non sarebbero affrontate, come stiamo vedendo appunto in questo periodo, neppure quelle che ho citato prima che rappresentano l’indispensabile.

Ora se esaminiamo le tre correnti vediamo che M5S ha dichiarato che non intende allearsi con NESSUNO, il PD sarebbe disposto solo ad allearsi con M5S (che non ne vuole sapere) e il PDL da tempo dice di essere disponibile ad allearsi con il PD (che a sua volta non ne vuol sapere); immagino che il PDL sarebbe disponibile anche ad allearsi con M5S, ma ha evitato di bussare alla sua porta soltanto per non ricevere un rifiuto.

Quello che a me pare assurdo, e ora lo posso dire anche con maggior forza dopo le ultime affermazioni di Renzi, è l’ostinazione di Bersani che preso da un odio profondo per la persona BERLUSCONI, recita la parte di Sansone che piuttosto intende morire con tutti i filistei!

Questo è un atteggiamento assurdo che attraverso l’odio che lui nutre per un leader suo antagonista, lo mette in contrapposizione con milioni di elettori del PDL (e ricordo ancora che rappresentano un terzo dei votanti), colpendo loro ed insieme a loro anche tutti i propri elettori.

Quando si è in politica se si è eletti, magari con un buon margine di maggioranza, ci si prodiga per tutti i cittadini, non soltanto per i propri elettori; credo che quando il margine è minimo, come nel nostro caso, bisognerebbe ancor più essere attenti anche ai desideri di chi è dall’altra parte, e tanto più se poi la situazione è grave e quando ogni anche minimo irrigidimento può provocare danni enormi a TUTTI. Insomma l’odio per il leader antagonista non può assolutamente giustificare l’arroccamento a cui stiamo assistendo.

Ed invece si continua così provocando finanche il risentimento di personaggi quale Renzi che ha in fondo detto come me che il 95% degli italiani vuole che siano affrontate poche cose importanti e che se queste le affronterà Bersani o qualcun altro o tutti insieme andrà sempre bene, mentre la squadra che lo farà avrà molto meno importanza.

Per chiudere il discorso dell’odio, mi riviene alla mente quanto scrissi nell’aprile del 2009 a proposito dell’Anti-Berlusconismo dove mi riferivo all’atteggiamento di tantissimi cittadini non di destra i quali combattevano la destra non con critiche costruttive ma con un odio profondo per il leader Berlusconi.

Ho degli amici con i quali non posso neanche parlare di eventuali anche buone idee di quel politico, perché rifiutano il dialogo dicendo: “io di quel personaggio non voglio neanche parlare”.

Tutto ciò è disdicevole e anche poco corretto se è un atteggiamento di qualche cittadino comune, ma se questo odio a livello “fisico” è di un politico che lo ostenta quasi come una bandiera, allora è assolutamente illogico, per niente politico e quasi sempre finisce per ritorcersi proprio contro chi lo pratica.
  
Tornando ai problemi dell’Italia dirò che sono sempre stato un elettore di destra, oggi invece non sono più elettore di nessuno, e vorrei soltanto che QUALCUNO risolvesse i problemi che abbiamo; mi rimetterei alle soluzioni di Bersani, di Renzi, di Berlusconi, di Alfano di Grillo o di chiunque altro, purchè qualcuno di loro o tutti insieme affrontassero e risolvessero i problemi che ho elencato.

Ma è importante RISOLVERLI non elencarli, come ho detto più volte; non mi piace sentire Bersani quando dice che Grillo DEVE DIRE CHE VUOL FARE, mentre lui stesso non ha mai detto cosa intende fare se non che farà il CAMBIAMENTO: ma diavolo che cavolo è questo cambiamento? E’ una parola generica che significa tutto e niente, che potrebbe essere un toccasana o un disastro se solo si sapesse che cosa deve cambiare e come cambierà; ma forse lui preferisce lasciare liberi chi lo ascolta di immaginare ciascuno il cambiamento desiderato, così da accontentare tutti e nessuno. 

Confrontatelo con Berlusconi il quale ha detto TOGLIERO’ L’IMU e restituirò quello del 2012, tasse ZERO per 5 anni agli imprenditori che assumeranno. Sono cose tangibili, magari impossibili da realizzare per mille ragioni, ma per la miseria non hanno paragoni in quanto a concretezza con la promessa di un CAMBIAMENTO.

Durante la campagna elettorale ho sentito un giornalista che diceva che l’atteggiamento del PD non è quello di chi ha le idee chiare di cosa intende fare e che quindi cerca di vincere le elezioni per iniziare a mettere in pratica le sue soluzioni; invece il PD sembra che sia impegnato prima di tutto a vincere le elezioni, così poi, solo dopo aver vinto, si metterà a studiare come risolvere i tanti problemi.

Ma mentre stavo scrivendo queste righe sta giungendo notizia che anche Franceschini, oltre a Renzi e poi Casini e altri hanno finalmente capito che PD e PDL devono assolutamente parlarsi e formare un governo insieme per risolvere subito i problemi economici e occupazionali della nazione.

Bersani, si sta addolcendo, e dovrà fare per forza MACCHINA INDIETRO e naturalmente, dopo tutto l’odio che ha sventolato per mesi dovrà cambiare musica, e la cosa non gli gioverà certamente; d’altra parte se non lo farà lui, ci sarà qualcun altro del suo partito che lo farà al posto suo ed allora state certi che con questo rischio finirà non dico per baciare le mani a Berlusconi, ma dovrà cambiare completamente registro.

Se fosse stato più accorto ed avesse accondisceso ad un accordo da subito, lo avrebbe potuto fare in una posizione di predominio ed invece non avendo avuto l’acume di capirlo a tempo ora lo farà se non da subalterno almeno da paritetico!   

Intanto Berlusconi con i suoi ultimi otto punti (anche questa volta proposte di soluzioni e non elenco di problemi da risolvere) dovrà essere ascoltato e sia se lo aiuteranno, sia se lo ostacoleranno gli forniranno un sicuro guadagno di voti nelle future elezioni.

Se la politica è anche furbizia, chi è il più furbo? Ecco forse il motivo dell’odio! 
  

Franco Fellicò