mercoledì 10 aprile 2019

L’ uguaglianza. Ma abbiamo tutti gli stessi diritti e doveri?



In un Paese civile l’uguaglianza tra i cittadini dovrebbe essere un valore fondamentale e quindi il Governo dovrebbe agire sempre tenendo ben presente questo obiettivo primario.

Ma invece in ogni decisione legislativa è sempre chiaramente visibile che le regole applicate sono diverse a seconda delle caratteristiche degli individui.

E la cosa è proprio voluta e viene giustificata dalla “necessità” di porre rimedio a certe differenze che caratterizzano i contribuenti. Le leggi da applicare ai cittadino sono quindi “GIUSTAMENTE ?” diverse a seconda della disponibilità economica di chi vi è soggetto.

C’è la Costituzione a cui si appellano spesso i legislatori che impone ad esempio una progressività nella tassazione dei cittadini; essa sostiene infatti che NON E’ CORRETTO tassare i guadagni con una  percentuale uguale per tutti (il che significherebbe che chi guadagna di più PAGHEREBBE DI PIU’ e proprio in proporzione perfetta) ma che bisogna  “correggere” le percentuali stesse in maniera da elevare in maniera NON PIU’ PROPORZIONALE ma ARBITRARIA la tassazione operata su certi cittadini.

E non importa niente se chi guadagna molto merita o non quei guadagni, né importa se chi guadagna poco risulta più povero perché incapace di produrre o perché non ha alcuna voglia di darsi da fare per sopravvivere.

Questa è quindi,  a rigore di logica, una vera e propria ingiustizia, ma non è la sola.

Recentemente il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto e ha stabilito che i truffati dalle Banche debbano essere rimborsati; ma ATTENZIONE questa regola al solito NON E’ UGUALE PER TUTTI;  infatti avranno diritto ai rimborsi solo coloro che hanno un reddito non superiore a 35mile euro o un patrimonio mobiliare non superiore a 100mila euro.

Che significa questo? Che i truffati sono solo certi cittadini e che gli altri non possono dire di essere stati truffati? Se la truffa c’è, esiste per tutti e dunque l’uguaglianza dei cittadini dovrebbe essere rispettata (senza SE e senza MA come si suol dire oggi).

Ma forse non ci sono abbastanza soldi per rimborsare tutti? Bene, allora, se si vuol essere GIUSTI si stabilisce un ammontare di rimborsi possibile e compatibile con le casse dello Stato e si rimborsano TUTTI i cittadini con un PERCENTUALE del danaro perduto. E la percentuale assicura che tutti siano trattati alla stessa maniera.

La correzione applicata dal Governo, escludendo una fascia di cittadini dal rimborso è invece assolutamente ARBITRARIA.

Le correzioni per trattare diversamente i cittadini sono infinite; diverso trattamento per il pagamento dei ticket sui medicinali; diverso trattamento per il pagamento della scuola materna; e continuo riferimento all’ISEE per decidere se una agevolazione può non può essere ottenuta.

Ma possibile che dopo che i cittadini hanno versato un IRPEF più salato degli altri perché più benestanti, non possono mai dire di aver raggiunto finalmente la parità tanto da avere gli stessi diritti e le stesse agevolazioni degli altri?

Ma il Governo non si ferma e continua sempre sulla stessa strada!

Dopo che in nome della “giustizia” abbiamo visto nascere  l’ennesima ingiustizia che “regala” SOLO a chi non lavora (NON IMPORTA PER QUALE MOTIVO) uno stipendio di 780 euro al mese, si è torniti a parlare di FLAT TAX.

Questa cosa, se attuabile e se attuata potrebbe finalmente ovviare alla ingiustizia della progressività; infatti i guadagni di ciascuno sarebbero tassati in percentuale e dunque in modo matematico e non arbitrario. E se chi guadagna molto paga in assoluto proporzionatamente di più di chi guadagna poco, questa è GIUSTIZIA. Ovviamente andrebbe controllato che i guadagni di ciascuno siano frutto di lavoro ONESTO e gli unici cittadini che dovrebbero essere esclusi da questo trattamento sarebbero quelli che i guadagni se li sono procurati illegalmente, ai quali per GIIUSTIZIA quei guadagni dovrebbero essere totalmente confiscati.

Ma avrete già sentito che si sta già parlando di una FLAT TAX da applicare SOLTANTO a certe fasce di cittadinanza (ovviamente al solito in funzione del reddito) cosa che NEGA COMPLETAMENTE il valore della decisione perché la flat tax dovrebbe essere PER DEFINIZIONE una percentuale uguale per TUTTI.

Sarà quindi questa l’ennesima “presa per i fondelli”; il Governo ci regalerà una flat tax che non è una flat tax, ma che si chiamerà FLAT TAX.

Io non sono ricco, né per mia fortuna povero, ma posso dire di appartenere al ceto medio.

Queste considerazioni sono però del tutto obiettive; non voglio prendere la difese né dei ricchi né dei poveri; ho solo esaminato pacatamente i fatti che avvengono ogni giorno per dimostrare che l’uguaglianza dei cittadini non esiste e non si ha nessuna voglia di farla esistere.

Franco Fellicò