E’ passato poco più di un mese da quando ho esposto le mie
opinioni a proposito delle elezioni in arrivo e ormai la chiamata alle urne è
veramente prossima.
Anche
se dal mio scritto precedente era evidente il mio sconforto nel considerare
l’approccio con il quale stavano affrontando l’evento TUTTI gli aspiranti al
potere, forse allora mi rimaneva ancora una velata speranza che nei tempi
successivi avrei potuto capire qualcosa di più sulle intenzioni di almeno
qualcuno di loro.
Ma
ahimè, oggi a solo pochi giorni dal momento in cui dovrò esprimere la mia
preferenza, sto constatando che il mio disorientamento è ancora totale e
probabilmente è ancora più evidente che non un mese fa.
NESSUNO
dei contendenti ha cambiato registro, ripetono tutti e sempre le stesse cose, e
quando dico le stesse, intendo che tutti fanno esattamente le stesse promesse
continuando ad indicare semplicemente solo gli argomenti che affronteranno: le tasse, il lavoro, le
famiglie, i migranti, la sicurezza, la giustizia, la sanità, la scuola e tutte
quelle cose per le quali ci sarebbe tanto da fare e che OVVIAMENTE sono il
compito di cui tutti i governanti, almeno sulla carta, dovrebbero occuparsi per istituzione.
Ci
sarebbe quasi da dire: ma allora, visto che ritengono tutti di dover risolvere
gli stessi problemi, perché non li affrontano insieme, invece di accapigliarsi
per risolverli da soli?
Il
fatto è che nessuno di loro sa come farà a dare soluzione a questi problemi, tutti
vogliono andare al potere e quando ci saranno andati, se proprio si dovessero
occupare veramente di quelle cose, vorranno essere liberi di attuare una qualunque
strategia a loro gradita (e ovviamente principalmente utile ai loro tornaconto)
senza dover dar conto a nessuno per il metodo che sceglieranno.
Dunque
penso proprio che questa è l’unica spiegazione che possiamo darci, ma essa non
può che convincerci che le probabilità che qualcuno dei problemi venga risolto
è molto tenue, mentre la probabilità che un problema venga risolto in una
maniera addirittura a noi gradita è quasi nulla.
In
conclusione visto che ho parlato di probabilità, che sono oltre tutto
assolutamente indipendenti dalla vittoria dell’uno o dell’altro o dell’altro ancora,
e dunque ancora meno indipendenti dal nostro voto, dovremmo ormai essere
convinti della inutilità di spendere anche quei pochi minuti necessari per
recarci alle urne.
Naturalmente,
poiché durante la nostra vita ci capita di fare anche delle cose inutili, spesso
senza neanche esserne convinti, io alle urne ci andrò anche questa volta; ma se
in questi ultimi 9 giorni che ci rimangono non dovesse accadere qualcosa di
nuovo che mi dovesse far cambiare queste mie convinzioni, quando sarò davanti
alle schede da riempire getterò in aria un dado e voterò ubbidendo al risultato
che verrà fuori.
Qualcuno
potrebbe dire: ma perché hai deciso così, perché allora non rimani a casa e al
seggio non ci vai proprio per niente?
Ed
ecco le mia risposta:
1.
Se
non ci vado per niente, saprò per certo che i risultati dipendono solo dagli altri e
quindi mi potrei sentire colpevole di non aver voluto partecipare.
2.
Se voto
anche io, sia pure con il voto deciso dal caso, potrò divertirmi a vedere se
avrò vinto o avrò perso; inoltre sia se avrò vinto che se avrò perso, quando
subirò le angherie di chi sarà andato al governo, potrò sempre dare la colpa al
dado che avevo lanciato e non ad una mia scelta mal ragionata.
Così
come quando acquisto un biglietto della lotteria di capodanno sono abituato a
consultare l’elenco dei vincitori con una recondita speranza di essere tra
loro, anche in questa occasione ascolterò le notizie che arriveranno durante lo
spoglio più con curiosità che non con interesse, ma in questo caso sarò molto
più sicuro che comunque non sarò tra i vincitorei
Infatti
noi andiamo a votare per far vincere alcuni di loro, non per vincere noi. Ci
andiamo per il loro bene, non per il nostro! Quindi noi perdiamo sempre.
Chiudo
qui questo mio triste sfogo e però, questa volta ve lo chiedo espressamente, se
la pensate diversamente e avete da consigliarmi qualcuno da votare, che sia di
destra o di sinistra non mi importa, ma per il quale avete una fiducia così
profonda da raccomandarmelo, scrivetemelo qui sotto con un vostro commento o
mandatemi una email in privato;, ma vi prego non fatelo per simpatia suscitata
dalla sua parlantina o per vostre supposizioni o per le vostre ideologie, ma
datemi una chiara dimostrazione supportata da fatti veri e non campati in aria
che dimostrino veramente il motivo che vi ha convinto.
Viceversa
se non riceverò né commenti, né raccomandazioni, allora assumerò che la pensate
come me e che come me siete anche voi completamente confusi, scettici e
disorientati.
Franco
Fellicò