mercoledì 24 gennaio 2024

Il diverso significato del termine ETICA

 

ETICA è sinonimo di morale, moralità, giustizia, onestà.

 

Ma attenzione questo significato non è lo stesso quando questo termine è applicato alla tassazione dei cittadini; il quel caso si parla di ETICA FISCALE che è sempre tutt’altro che giusto e morale.

 

Secondo la nostra Costituzione la tassazione non deve essere uguale per tutti, ma deve essere diversa a seconda del reddito di ciascuno; si è deciso infatti, ed è sancito dalla Costituzione, che ciascun cittadino debba contribuire alle spese dello Stato in maniera diversa e cioè in una misura progressiva che dipende dal reddito.

 

Si sono fissate delle fasce di reddito (naturalmente del tutto arbitrarie, anche se fissate dal Governo) per cui il reddito per ciascuna fascia è tassato con una percentuale sempre crescente e si afferma che questo metodo non matematico, ma progressivo e arbitrario, è necessario per motivi di ETICA; ma è una ETICA FISCALE che non ha nulla a che vedere con la vera ETICA.

 

Per essere GIUSTI occorrerebbe tassare ciascun cittadino con la stessa percentuale così che ad esempio se essa fosse de 40% chi guadagna 100 verserebbe allo Stato 40 e chi guadagna 1.000 (dieci volte più dell’altro) pagherebbe 400 (quindi esattamente 10 volte più dell’altro).

 

La percentuale è un mezzo matematico sicuro e onesto (quindi ETICO) perché infatti consente di proporzionare correttamente quanto ciascuno deve devolvere allo Stato.

 

Ma poiché la Costituzione precisa che la tassazione deve essere PROGRESSIVA, le percentuali vengono artatamente modificate man mano che i redditi crescono.

 

Quelle modifiche, secondo il Governo vengono decise dallo Stato e secondo il Fisco sono ETICHE!

 

Poiché però di tanto in tanto le fasce vengono modificate sia per la loro ampiezza e sia nelle percentuali, viene da domandarsi come succede che pur cambiandole esse rimangono sempre ETICHE.

 

E’ chiaro allora che si applica la parola ETICA a piacere, e si finisce per affermare che ETICO è ciò che decide il Governo; infatti quello che fino a ieri era ETICO per certe fasce e certe percentuali, alla prima modifica diventa evidentemente non più ETICO perché è la nuova regolamentazione quella ETICA.

 

In pratica quindi di ETICO non c’è proprio niente visto che quello che  decide il Governo va sempre bene.

 

Fatto sta che, a parte la Costituzione, a me pare che sarebbe ETICO solo l’uso della matematica che provvederebbe da sola (a mezzo delle percentuali) a far pagare di più chi guadagna di più; e non mi pare che occorrerebbe correggere i risultati matematici per motivi di ETICA, tanto più che, come ho osservato prima, ogni modifica sembra essere sempre fatta per rispettare l’ETICA che evidentemente nella situazione precedente non doveva essere tale.

 

Quindi, non è che dovremmo pretendere per forza di non infierire ogni giorno di più con nuove tasse, ma avremmo almeno il diritto di far chiamare le cose con il loro vero nome e quindi ad ogni nuovo cambiamento parlare non di ETICA ma di RAGIONI DI CASSA.

 

E qui c’è da osservare che, diversamente dalla contabilità di ogni famiglia virtuosa, lo Stato opera in maniera completamente opposta ad esse.

 

In ogni famiglia virtuosa si adattano le spese alle disponibilità; infatti le spese si fanno in funzione di quanto è la proprio disponibilità di danaro. Lo Stato invece prima decide quanto spendere e poi tassa i cittadini in maniera da procurarsi quello che gli serve.

 

Se in una famiglia si agisse in quella maniera sarebbe facile fare acquisti di ogni tipo, comprare auto, case e ogni altro bene che si desidera e poi impegnarsi in qualche modo, magari anche rubando, per procurarsi  il danaro necessario.

 

A me pare che un po’ di AUTARCHIA non farebbe male al nostro Paese; non sarebbe meglio quindi operare alla maniera delle famiglie virtuose?

 

Non sarebbe meglio tassare i cittadini non seguendo l’ETICA FISCALE di cui sopra, ma in maniera veramente ONESTA, e poi utilizzare al meglio gli introiti ottenuti?

 

Quando si aggiungono nuove tasse i cittadini sono costretti a “stringere la cinghia” e ridurre le proprie spese per far fronte alle nuove richieste; non sarebbe più ETICO che fosse invece lo Stato a ridurre le sue spese, adeguandole alle disponibilità?

 

Ho letto che l’OCSE consiglia al nostro Stato, che è già fuori di ogni vera ETICA di spostare la tassazione dal lavoro verso i patrimoni, facendo chiaro riferimento ai patrimoni immobiliari (IMU ad esempio anche sulla prima casa) e alle successioni.

 

Non esiste cosa più immorale (figuriamoci se possa essere ETICA) che tassare (oltre tutto in maniera ripetitiva) beni privati che sono stati onestamente acquistati e pagati con danaro già abbondantemente tassati e per i quali si sono versate cifre aggiuntive allo Stato per il solo fatto di averle acquistate. Non esisterebbe più la proprietà privata visto che per gli immobili si dovrebbe pagare annualmente una specie di fitto che a mio avviso assomiglia più ad un pizzo essendo imposto dall’esterno, in maniera arbitraria e molto spsso DOPO magari anni dall’acquisto e quindi retroattivamente.

 

Questo tipo di tassazione tende solo ad incentivare tutti i cittadini a non possedere niente e ad essere il più possibile poveri; nessun interesse dimostrerebbe lo Stato a che ogni cittadino anelasse a migliorare la sua condizione patrimoniale visto che ogni acquisto di un bene sarebbe considerata una qualcosa da MULTARE continuativamente (anno dopo anno) solo per averne acquisito il possesso.

 

Franco Fellicò

 

giovedì 18 gennaio 2024

Facciamo un pò di conti

 

(Un mio lettore che ha letto questo articolo appena ricevuta la mia email di avviso, mi ha fatto subito notare un errore e cioè che l’evasione non è di 89,8 MILIONI ma di 89,8 MILIARDI; infatti ho letto miliardi e ho considerato milioni; per questo motivo le cose cambiano parecchio per cui ho deciso di cancellare l’articolo che inserisco di nuovo ora con lo stesso titolo ma con la grossa modifica).

 

 

Di solito è lo Stato che ci fa i conti in tasca, ma questa volta ho deciso DI FARE IO un po’ di conti in tasca al FISCO.

 

Lo farò cercando di esaminare i guadagni complessivi di noi cittadini e le entrate del Fisco.

 

Mi sono procurato un po’ di notizie prelevandole dalla rete e mi servirò dei dati che sono qui elencati:

 

Introiti complessivi del Fisco per l’anno 2022:               544.528 milioni di euro

Guadagno medio annuo dei lavoratori italiani:               27.000 euro

Cifra media annua erogata ai pensionati:                         14.150 euro

Numero dei cittadini occupati:                                             25 milioni

Numero di pensionati:                                                            16 milioni

 

E terrò conto anche dell’evasione fiscale pare sia di:     89,8 miliardi di euro

 

 

Mi baserò quindi sulle medie annue e farò i calcoli in milioni di euro.

 

Il totale dei guadagni in un anno degli occupati è:     25 x 27.000 = 675.000 mln di euro

Il totale dei guadagni in un anno dei pensionati è:     16 x 14.150 = 226.400 mln di euro

 

Quindi il totale dei guadagni di entrambi è:                  675.000 + 226.400 = 901.400 mln di euro

 

La percentuale delle imposte complessive è:      544.528 / 901,400 * 100 = 60,41%

 

Non c’è quindi alcun dubbio che si tratta di un vero e proprio strozzinaggio.

 

Va considerato inoltre che, data la cifra dell’evasione riportata sopra, si può assumere che le regole del fisco punterebbero ad introitare non 544.528 milioni di euro, ma 544.528 + 89.800 = 634.328 milioni di euro.

 

E allora se le tasse le pagassero tutti bisognerebbe calcolare diversamente la percentuale richiesta dal fisco che sarebbe come segue:

 

La percentuale delle imposte complessive è:       634.328 / 901,400 * 100 = 70,37%

 

Siamo quasi quindi al 70,4% allo Stato e 29,6% ai cittadini cosa che ci dimostra che qualunque sia il partito di Governo, sembra che vengano applicate le regole del regime COMUNISTA dove si lavora tutti solo per lo Stato che dovrebbe (così sarebbe nel regime comunista) provvedere a suo giudizio a fornire tutto quanto serve ai cittadini; ma la differenza è che, nel nostro caso, ben poco viene fornito ai cittadini dallo Stato cosa che dimostra quanto il sistema sia inefficiente, oppure quanta parte degli introiti finisce nelle mani dei disonesti.

 

Franco Fellicò

 

 

 

 

venerdì 12 gennaio 2024

Assicurazioni RC auto

Questa volta è L’Europa che ha deciso, e noi che ne facciamo parte ci siamo dovuti adeguare.

 

Il 28 dicembre 2023 l’Italia ha recepito la direttiva europea 2021/2018 che impone l’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile verso terzi anche ai veicoli fermi o parcheggiati in aree private.

 

Si tratta di una assurda nuova regola priva di ogni logica.

 

In pratica un qualunque veicolo (cioè oggetto capace di muoversi e per esso è chiarito che vi rientra anche un rimorchio anche se non agganciato ad una motrice), non importa se sia fermo, chiuso in un garage e non circoli mai, deve essere coperto da assicurazione RC.

 

Rientrano tra essi anche i veicoli elettrici leggeri individuati con apposito decreto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e tutti devono adeguarsi entro 90 giorni dal decreto e cioè entro fine marzo 2024.

 

E sembrerebbe quindi che, dato che l’assicurazione obbligatoria è stata prevista a partire dai prossimi mesi anche per i monopattini elettrici, anche quelli rientrerebbero nell’obbligo di essere assicurati anche se tenuti a casa fermi e in disuso.

 

Ma poi ci sono le deroghe e vediamo quali sono:

 

1.     I veicoli non idonei a mezzi di trasporto

2.    I veicoli ritirati dalla circolazione (destinati alla rottamazione, o con fermo        amministrativo, o sequestrati)

3.     I veicoli che vengono sospesi temporaneamente dalla circolazione

 

I casi 1 e 2 sono abbastanza ovvi mentre per rientrare nel caso 3 bisognerebbe fare una richiesta formale alla compagnia di assicurazione e lo stop avverrà dal momento della registrazione sull’apposita banca dati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

 

Non si capisce bene se il caso 3 è la richiesta di sospensione assicurativa che chiunque può fare alla propria assicurazione, e se è così MENO MALE.

 

Ma in questo caso a me pare che invece di sbandierare ai 4 venti che i veicoli fermi devono essere assicurati; bastava dire soltanto che quando un veicolo è fermo, anche in area privata, l’assicurazione DEVE ESSERE SOSPESA.

 

Quello che invece non sono riuscito a scoprire da nessuna parte è se un’auto che è in consegna ad un rivenditore che si deve occupare della sua vendita, e che magari la fa anche circolare usando la sua targa di prova rientra o non in questa assurda legge.

 

E’ inutile dire che a me pare che stiamo esagerando; non mi pare per niente logico che un’auto ferma e chiusa in un garage possa arrecare danni a nessuno e dunque non mi convincerò mai della validità di una simile legge; l’unica cosa certa è che rappresenta un ottimo regalo fatto alle assicurazioni visto che assicurerebbero dei mezzi che NON CIRCOLANO MAI.

 

Ho anche letto che potrebbe essere possibile evitare l’assicurazione se all’auto manca di qualche “parte fondamentale per il suo funzionamento” per cui non esiste la possibilità che possa circolare su strada.

 

E allora basta togliere una ruota o anche solo la batteria e si è a posto?

 

A me pare che quando si fanno delle leggi così assurde, non solo diventa facilissimo eluderle, ma il risultato è solo che si finisce per essere RIDICOLI.

 

Franco Fellicò

 

mercoledì 10 gennaio 2024

L'alternanza dei Governi

Il giorno 30 dicembre  2023 è stato approvato il :

 

“Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2024 e il bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026”

 

Per chi avesse la forza di consultare il risultato, esiste un SUPPLEMENTO alla Gazzetta Ufficiale di APPENA 350 pagine le cui prime 115 contengono 21 articoli e le restanti sono una serie di allegati.

 

Nell’articolo 1 ai commi 64 – 67 è spiegato come cambiano le plusvalenze immobiliari per chi ha usufruito del 110% con cessione del credito.

 

In pratica la tassa riguarda chi dovesse vendere un’abitazione che ha usufruito del 110%, e mi par di capire che se dalla fine dei lavori sono passati meno di 5 anni il costo dei lavori dovrebbe essere tassato al 26% (questo significa che il 26% di quanto elargito dallo Stato tornerebbe all’erario) se la vendita invece dovesse avvenire dopo i 5 anni e fino a 10 anni dopo, allora i costi sarebbero riducibile al 50% (quindi il 26% andrebbe calcolato solo sulla metà dei costi degli interventi)

 

E' stato così trovato un modo per recuperare, sia pure entro 10 anni, una buona parte di quanto è stato elargito.

 

Ricordo che l’incentivo del 110% è stata una decisione presa da un Governo che se fosse stato onesto avrebbe dovuto, oltre che spiegare le regole per poter usufruire dell’incentivo, chiarire anche che i richiedenti della sovvenzione sarebbero anche stati opportunamente tassati al momento delle vendite degli immobili interessati; ma naturalmente quel Governo si è guardato bene dal farlo, sicuro che un modo per recuperare quelle spese sarebbe stato trovato successivamente e anhe che molto probabilmente se ne sarebbe dovuto occupare un Governo diverso.

 

I governanti attuali si sono trovati nel nostro caso a dover tener fede a delle promesse fatte da altri e per rientrare nelle spese, da una parte hanno stretto i freni delle elargizioni e dall’altra hanno pensato di recuperare almeno una parte dei soldi elargiti, cosa che hanno fatto con la nuova tassa.

 

In pratica però, come al solito, sono state cambiate le carte in tavola, sia pure da un Governo diverso, cosa che è chiaramente scorretta per uno Stato che prima promette senza chiedere alcun corrispettivo e poi a cose fatte decide di riprendersi quanto meno parte di quanto è stato elargito.

 

Capita spesso che un Governo fa delle elargizioni anche se sono insostenibili, rimandando a dopo un modo per recuperarle e sapendo bene che la difficoltà la potrebbe avere il Governo successivo; in questa maniera si costringe il Governo successivo a delle azioni riparatrici che serviranno a metterlo in cattiva luce cosa che molto probabilmente risulterà utile a chi ha avviata la manovra visto che molti elettori si sposteranno nuovamente verso chi ha iniziato a gabbarli. 

 

E così ecco come si spiega l’alternanza dei Governi.

 

Ma in conclusione quelli che pagano lo scotto di queste continue manovre sono i cittadini; infatti quanti di essi non avrebbero proprio chiesta la sovvenzione se avessero saputo che insieme ad essa stavano decidendo di accollarsi una nuova tassa?

 

Franco Fellicò