venerdì 17 febbraio 2023

Auto termiche e 2035

 

L’Europa ha deciso con una buona maggioranza che le auto con motore termico non debbano essere più  prodotte dal 2035.

 

Salvini in particolare si è “imbestialito” e ritiene errata la decisione. Ritiene che si tratta di una scelta “contro le industrie e i lavoratori italiani ed europei a vantaggio degli interessi cinesi”.

 

Il rappresentante della Lega probabilmente è spinto da interessi elettorali e pensa di guadagnare consensi da chi oggi lavora nel settore automobilistico; pensa evidentemente che  le impese e i lavoratori siano ancorati a produzioni tradizionali e non siano in grado di evolversi.

 

Prendere una decisione che avrà il suo effetto tra 12 anni è un chiaro esempio di attenzione al futuro ed un invito PER TEMPO ad indirizzare un settore che può contribuire pesantemente alla transizione ecologica.

 

A me pare che 12 anni non siano pochi e lo dico perché solo negli ultimi due anni, pur senza nessun impegno  istituzionale, la produzione di veicoli elettrici è cresciuta moltissimo; basti pensare che oggi sono sul mercato ben 86 diversi modelli di quelle vetture (se non ci credete potete leggerlo qui: https://listini.vaielettrico.it/auto-elettriche).

 

Dunque le industrie si stanno già muovendo autonomamente nella direzione giusta e molte di loro hanno già deciso di smettere di produrre auto termiche ben prima del 2035.

 

La strada è quindi già stata intrapresa e nessuno perderà il lavoro a patto che sia disponibile a convertirsi; i lavoratori del settore dovranno convertirsi alla nuova tecnologia e dovranno imparare ad installare, smontare e riparare motori elettrici, inverter, batterie e molti dispositivi elettronici ormai universalmente presenti nelle vetture moderne.

 

E ci sono ben 12 anni a disposizione per farlo. Se invece del 2035 la data fissata fosse stata il 2050 forse Salvini sarebbe stato più contento; ma sarebbe servito soltanto a rimandare la transizione; infatti una data molto più lontana avrebbe indotto le industrie a ridurre gli attuali sforzi, potendoli rimandarli senza alcun rischio; le industrie si sarebbero disinteressate della cosa e avrebbero rimandato il cambiamento a quando fosse diventato più impellente (forse proprio una dozzina di anni prima dello scattare dell’obbligo).

 

Quindi a me pare che la decisione è più che corretta perché lascia un tempo sufficiente a chi deve rinnovarsi, ma non un tempo tanto lungo da far scadere l’interesse ma che impegna a darsi da fare subito.

 

Penso che Salvini farebbe bene nel pensare un po’ più al futuro anche se dovesse ritenere che lo schierarsi contro il provvedimento potrebbe fruttagli qualche voto in più.

 

Il dovere di un politico non è solo quello di proteggere i lavoratori di oggi, ma è anche quello di pensare al futuro dell’ambiente in cui vivono tutti i cittadini, lavoratori compresi.

 

Franco Fellicò

 

lunedì 6 febbraio 2023

La questione Cospito

Ma vi sembra possibile quello che sta accadendo in Italia a causa di un recluso che ha deciso di fare lo sciopero della fame pretendendo l‘abolizione del 41bis ?

 

A me meraviglia moltissimo; posso ammettere che in un telegiornale si citi una volta anche questo fatto, ma solo una volta, e poi basta. Ed invece ogni giorno se ne parla, il ministro della Giustizia e tutto il Governo ne parla e poco ci manca che non si indica un referendum per decidere sull’abolizione di quel carcere duro che esiste a ragione, da svariate decine di anni.

 

E tutto questo perché, non un cittadino qualunque, ma un carcerato riconosciuto colpevole perfino dalla nostra molto benevola giustizia, minaccia di voler morire di fame.

 

Questa notizia ha addirittura fatto nascere manifestazioni pubbliche di anarchici ma anche di studenti che richiedono l’abolizione del 41bis e che sostengono la stupida azione del recluso.

 

C’è chi afferma che stanno ammazzando Cospito, dimenticando che è lui che si sta suicidando e che oltre tutto non richiede per sé l’esonero dal carcere duro, ma desidera l’abolizione di quel regime per tutti. 

 

Io posso anche capire che un individuo, sia pure giustamente costretto a subire una punizione troppo dura, non riesce a reggerla al punto da preferire di morire, ma non che si batta affinchè quel tipo di punizione sia abolito anche per tutti gli altri che a causa dei loro efferati delitti sono stati così trattati.

 

Ci sono paesi in cui certi delitti vengono puniti con la morte, da noi invece la massima pena è la reclusione a vita, ma visto che per certi elementi essa non bastava, tanto che mentre erano ospitati gratuitamente dallo Stato continuavano a dirigere i loro adepti e a fare crimini operando a distanza e per procura, era nato il 41bis o carcere duro per togliere a questi individui irrecuperabili ogni possibilità di nuocere alla società.     

 

Se Cospito non è d’accordo, egli dovrebbe rendersi conto che è l’ultimo tra i cittadini a poter avere un minimo di possibilità di far modificare una legge indispensabile; e non può essere il suo sciopero della fame, a cui è stata data troppa importanza finora, a consentire che il suo parere venga preso in considerazione da qualcuno.

 

Non c’è nessuna legge dello Stato che possa essere cambiata per evitare che un cittadino, anche se fosse senza alcuna macchia, si suicidi. 

 

A mio avviso, ora è tempo di smetterla di parlare di questo episodio; le regole sono corrette e coerenti con la necessità di proteggere l’intera cittadinanza dalla violenza di chi pensa di poter fare il proprio comodo togliendo anche la vita a chi vorrebbe vivere onestamente.

 

Per il bene di Cospito mi auguro che voglia rinunziare al suo stupido comportamento; spero che si convinca che i suoi misfatti vanno pagati e accetti la punizione che gli è stata inflitta, ma se dovesse continuare a digiunare arrivando fino alla sua stessa fine, penso che la colpa sarà soltanto sua e penso anche che comunque finirà questa storia, non dovrebbe interessare a nessuno.

 

Franco Fellicò