sabato 14 novembre 2020

Una doverosa precisazione

Questa precisazione, che potrebbe essere anche vista come un “Errata corrige” fa riferimento al mio precedente scritto (Le decisioni del Governo e le reazioni delle regioni e dei cittadini).

La ritengo doverosa anche per rispettare la mia posizione di osservatore il più possibile imparziale. 

Nell’ultimo mio scritto non c’è dubbio che traspare il mio apprezzamento per le azioni messe in atto per contrastare la pandemia dal Governo e la mia disapprovazione per le reazioni delle regioni e dei cittadini. 

Ma, come sempre, ho giustificato la mia posizione esponendo i motivi che mi avevano spinto ad assumerla. 

Devo ora ricredermi e rettificare le mie affermazioni. Infatti, dopo che un amico mi ha fatto notare che anche se il Governo aveva effettivamente definiti 21 elementi da considerare per decidere a quale fascia di rischio ciascuna regione dovesse appartenere, non aveva indicato anche i pesi da dare a ciascuno di essi.

Io per la verità, prima di congratularmi con il Governo avevo voluto controllare che i punti ci fossero veramente e li avevo anche trovati visto che avevo anche pubblicato il link in cui era possibile vederli: poi PER LOGICA avevo immaginato che avessero anche concordato una formula a mezzo della quale decidere l’appartenenza delle regioni alle fasce, e naturalmente era in quella formula che il peso doveva esser inserito per trattare ciascun elemento.

Ero perciò sicuro che avevano quindi scelto la strada dei 21 parametri perché erano desiderosi di evitare ogni complessa discussione di una “commissione” e volevano dimostrare a tutti noi di voler essere assolutamente imparziali.

Mi sono accontentato quindi di aver trovato  i parametri e, come ho detto prima, mi sono convinto che avevano ragionato propri in maniera oggettiva.

Quando il mio amico ha detto che non c’erano i pesi, io ho difeso ancora il Governo dicendo che probabilmente si erano accontentati di mostrare i parametri e che, per non scendere in dettagli troppo tecnici,  avevano assunto che avremmo capito che sarebbero stati trattati in maniera automatica.

Comunque per convincere il mio amico ho fatto delle ricerche sicuro che, se la formula fosse stata pubblicata, l’avrei trovata.

Ed invece ho trovato tutt’altro; ho scoperto nientemeno che i 21 parametri tanto accuratamente preparati, non venivano valutati a mezzo di una formula ma da una “Cabina di regia” cioè da alcuni personaggi che ovviamente si sarebbero accapigliati tra loro per decidere l’assegnazione delle regioni. L’articolo, che non sono poi riuscito più a trovare, perché altrimenti l’avrei pubblicato qui, riportava anche i nomi dei personaggi che la costituivano.

Il mio amico quindi aveva ragione; in effetti il Governo, dopo aver preparato tutto quanto occorreva per essere giusti ed imparziali, aveva poi affidato il compito della valutazione non ad una formula predefinita e concordata, ma a una “commissione”.

I 21 parametri erano stati pubblicati con grande risalto, mentre nessuno ha detto che la valutazione dei parametri sarebbe stata fatta da una apposita “Cabina di regia” e i cui membri non si conoscono ancora oggi (se qualcuno che mi legge dovesse scoprire quei nomi, lo prego di segnalarmelo perché mi piacerebbe rileggerli).

Ieri ho parlato della cosa con mia sorella Lucia la quale mi ha ricordato una barzelletta che illustra bene quello che è avvenuto che nel nostro caso.

Eccola per chi non la conosce o non la ricorda:

Prima di sferrare un attacco contro un avamposto nemico il comandante di un battaglione invia un soldato ad indagare sulla forza nemica e gli chiede di fargli sapere quanti uomini fossero asserragliati nel castello del nemico.
Non passa molto e il soldato ritorna alla base e afferma che nel castello ci sono 2032 uomini.
Dopo essersi congratulato con il subalterno, il comandante gli chiede:: “Sei stato bravo, ma come hai fatto ad essere così preciso?” E lui risponde immediatamente: “Ho visto che in ciascuna delle 8 torrette ci sono 4 uomini e quindi sono in totale 32, ho aggiunto un altro paio di migliaia che staranno all’interno del castello e quindi sono 2.032”.

Possiamo concludere quindi che l’oggettività tanto sbandierata è stata avviata bene con la definizione dei 21 parametri, ma poi è stata vanificata dalla valutazione a mezzo di un metodo non automatico e predefinito. 

Questo che ho appena detto si presta a due interpretazioni diverse:

La prima (quella dei benpensanti) che credono nella massima onestà di tutti i membri della “Cabina di regina” che si può riassumere così:

I risultati delle assegnazioni alle fasce di rischio non potranno essere perfette e veramente oggettive in quanto risentiranno, anche se inconsciamente, delle responsabilità che ciascun membro ha, delle loro emozioni e anche dei loro orientamenti politici.

La seconda (quella dei sospettosi) che immaginano un disegno architettato apposta dai governanti, che invece si riassume così:

I risultati delle assegnazioni alle fasce di rischio sarà fatta, come al solito, in maniera clientelare: infatti il Governo ha inventato la favola dei 21 parametri per ingannare i cittadini, ma invece poi a decidere sono i loro beniamini che sanno bene come comportarsi 

Io non mi pronunzio e lascio che potrà pensare quello che vuole; comunque sia, se farà parte dei benpensanti rileverà l’inettitudine del Governo, se sarà con i sospettosi  scoprirà di essere stato vittima di un’altra “presa per i fondelli”

Per concludere osservo ora che quello che avevo scritto nel mio documento precedente non ha più il valore che gli avevo assegnato, e se oggi un po’ tutte le regioni si stanno lamentando del posto che gli hanno assegnato, possono benissimo avere ragione, visto che i dati che loro stessi hanno inviato all’autorità centrale stati valutati da una commissione e non sono stati direttamente utilizzati in una formula predeterminata e concordata.

sabato 7 novembre 2020

Le decisioni del Governo e le reazioni delle regioni e dei cittadini


Ho già affrontato questo argomento qualche giorno fa e  ho stigmatizzato il comportamento dei cittadini di molte città, ma oggi sento il bisogno di riprendere l’argomento alla luce delle nuove disposizioni contenute nell’ultimo DPCM.

Ho ascoltato con le mie orecchie direttamente dal Presidente del Consiglio che lo ha illustrato alla TV quello che è stato deciso e mi è sembrato tutto molto chiaro e anche logico.

Siamo di fronte infatti ad una escalation dei contagi in tutta Italia anche se in misure diverse nelle varie parti della penisola. 

E' stato giustamente detto che purtroppo non possiamo non reagire con fermezza all’aumentare dei contagi e questo sia per salvaguardare la salute di tutti, ma anche per evitare che il flusso di persone bisognose di cure raggiunga valori tali da non poter essere più sopportati dagli ospedali.

Questa è una grande verità che nessuno può disconoscere perché tutti sanno che ormai sembra che gli ospedali si possano occupare soltanto di Covid, che gli stessi contagiati sono ormai tenuti sulle barelle nei corridoi per mancanza di letti, che le postazioni per le terapie intensive  sono finiti o agli sgoccioli e anche che in più di una struttura ospedaliera si sono dovuti approntati degli ospedali da campo in tende dell’esercito.

Una delle decisioni prese è stata allora quella di spingere molto sul ricovero a casa dei malati meno gravi, ma ciò nonostante, non tutti i contagiati riescono ad essere curati. Si tratta quindi di una situazione veramente grave che peggiora di giorno in giorno (ho appena sentito che nelle ultime 24 ore il numero di nuovi contagiati è arrivato a sfiorare i 38.000) ed il trend rimane saldamente in salita.

A questo punto se qualcuno si azzarda a dire che bisognava avere disponibili più posti letti, mi fa solo andare su tutte le furie; infatti in questa situazione qualunque cittadino e ancor più qualunque politico ,avrebbe il dovere di cooperare per superare un problema grave e l’ultima delle cose che può fare è quella di perdere tempo a criticare qualcuno.

Ed invece ci si lamenta soltanto, si fanno le manifestazioni e si chiede libertà quasi come se un dittatore, per un suo esclusivo ghiribizzo, avesse deciso di mettere tutti in quarantena senza motivo.

Ma non basta, Giuseppe Conte nell’illustrarci le decisione, ci ha spiegato che, di comune accordo con le regioni, era stato deciso di differenziare le limitazioni con un’unica base da rispettare da tutti e delle limitazioni differenziate a seconda di tre diverse fasce di rischio.

Erano state quindi definite tre fasce di rischio: denominate Gialla, Arancione e Rossa, con limitazioni crescenti trattandosi nell’ordine di fasce di rischio sempre maggiori. 

E, sempre di concerto con le regioni, era stato individuato un metodo matematico per stabilire ciascuna regione in quale fascia dovesse essere inserita. Il Presidente ha poi aggiunto, che la formula si sarebbe avvalsa di ben 21 parametri che dovevano essere ricavati da dati correnti che ciascuna regione avrebbe inviato al potere centrale.

In più Conte ha anche detto che i parametri per la massima trasparenza, sarebbero stati resi noti a tutti ed infatti io ho già trovato anche uno dei siti che li ha pubblicati; il link è:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/05/covid-ecco-quali-sono-i-21-parametri-per-decidere-zone-rosse-arancioni-gialle/5993256/

Ha poi spiegato nuovamente in conferenza stampa (che è stata trasmessa in diretta) ad un giornalista che gli chiedeva quali concertazioni erano state fatte con le regioni, che nessuna concertazione né trattativa era stata fatta, e che le trattative erano state sostituite con la definizione CONGIUNTA del metodo da seguire per l’assegnazione delle regioni alla giusta fascia; e che alla fine la scelta si era concretata con il benestare e la sottoscrizione di TUTTI (potere centrale e regioni)  del metodo dei 21 parametri. 

Tutto questo io ho ascoltato, non come notizia riportata dai media o dai giornali, ma direttamente da Giuseppe Conte quando alla TV ha fatto il suo ultimo intervento.  Ho voluto esporlo sia per essere sicuro che chi mi legge sia allineato con quello da cui io parto, sia per sottolineare che ogni mio considerazione su quello che è accaduto dopo, si basa solo sulla conoscenza di quanto sopra detto.

Date le regole fissate, quindi a mezzo dei 21 parametri derivati dai dati inviati proprio dalle singole regioni, si è “scoperto” quali dovevano essere le regioni rosse, quelle arancioni e quelle gialle.

E quando l'elenco delle regioni e la loro appartenenza alle fasce è stato reso noto, sono inziate le reazioni; io per esempio mi sono meravigliato di trovare in fascia gialla la Campania e anche un po’ di sentire che la Calabria fosse in fascia Rossa, ma visto che quel risultato era stato prodotto dall’esame dei 21 parametri non ho battuto ciglio e anzi ho ancor più considerato utile il sistema adottato che avrà sicuramente tenuto conto di fattori che a me sfuggivano.

Ed invece, non appena sono stati noti i posizionamenti delle varie regioni ho sentito sempre alla TV della rabbia e delle proteste di molti cittadini, ma anche di vari rappresentanti delle regioni e in particolare dei Governatori della Lombardia e della Calabria. 

Questo è un assurdo, perché se i parametri e la formula erano stati concordati e sottoscritti proprio da quei Governatori, non posso accettare che proprio loro stessi, cioè quelli che hanno ideato il meccanismo si possano lamentare.

Per giustificare il dissenso il Governatore Fontana ha asserito che i dati utilizzati era di 15 giorni prima e quindi non più validi, ma allora non capisco perché la sua regione non abbia inviato quelli più recenti, e poi se tutti i dati necessari sono disponibili solo dopo 15 giorni mi domando perché allora quel Governatore che si lamenta non si sia opposto al meccanismo deciso e non abbia almeno cercato di ottenerne uno diverso. 

Inoltre è da considerare, perché spiegato sempre da Conte nella conferenza stampa, che i passaggi da una zona ad un'altra possono avvenire benissimo e si può cambiare fascia sia in meglio che in peggio, ma ERA STATO ANCHE DECISO, che le nuove valutazioni dei dati venissero fatte con una periodicità di 15 giorni per cui nessuno può pensare di cambiare fascia ogni giorno. E dunque se i dati più recenti della Lombardia sono migliori dei precedenti, fra 15 giorni (così come prevede il regolamento approvato, la Lombardia passerà ad arancione.  

Oggi mi è capitato di sentire, riprodotto da RAI1, quello che ha detto il Ministro Speranza e anche lui ha detto esattamente quello che ho osservato io, chiarendo anche che da 24 settimane lo Stato e le Regioni hanno discusso per giungere ad  una metodo oggettivo e concordato e che quindi assolutamente illogico protestare ora. 

Io penso che il Governo, e come sapete lo dico pur non essendo un simpatizzane né di M5S né del PD, ha lavorato bene, e non merita questi dissensi anche in considerazione della gravissima situazione in cui siamo.

Il mio dissenso è totale anche nei confronti delle manifestazioni che continuano a nascere (in Calabria e anche a Roma); capisco le enormi difficoltà di chi vive di commercio, ma nessuna difficoltà, e neanche la povertà totale può giustificare la richiesta di LIBERTA’ che viene fatta a gran voce dai cittadini. 

Possibile che non si voglia capire che se anche fosse consentito l’apertura di negozi e di servizi, la paura del contagio non consentirebbe comunque la vendita di oggetti diversi da cibo e alimenti? 

Possibile che si preferisce protestare contro chi cerca di proteggerci, considerandoli degli aguzzini? 

Queste manifestazioni non faranno certamente cambiare delle regole che sono NECESSARIE, e peggiorano soltanto una situazione già molto grave.

Franco Fellicò 




domenica 1 novembre 2020

Ancora manifestazioni !!!


Non posso fare a meno di riprendere l’argomento del mio ultimo scritto. Anche perché questa volta più d’uno dei lettori non è stato d’accordo su quello che avevo scritto e sembra si sia schierato dalla parte dei manifestanti (anche se non ovviamente di quelli violenti) considerando valide le loro ragioni.

Voglio ancora una volta sottolineare che io non considero poco valide le loro preoccupazioni, anzi riconosco tutta la loro inquietudine, ma nuovamente voglio affermare che in questo particolare caso le manifestazioni ANCHE SE NON VIOLENTE, sono fuori luogo.

Vi prego di ricordare che non più di un mese fa ogni giorno avevamo soltanto qualche centinaio di contagi al giorno e anche che eravamo giunti a quei valori esclusivamente per aver affrontato la situazione con molti sacrifici e molta serietà; questa mattina il telegiornale delle 8.00 ci ha informati invece che nelle ultime 24 ore si sono verificati quasi 32.000 contagi.

Questa crescita non è avvenuta all’improvviso, ma si è avuta sempre più rapidamente; ricordo benissimo quando ci si spaventava nel vedere che ogni giorno il numero di contagi aumentava fino a superare addirittura i 1.000 al giorno, ed ora siamo arrivati a ben 32.000!

Eppure da quando c’è stato l’inizio della cosiddetta seconda ondata i DPCM con sempre nuove restrizioni si sono succeduti e questo significa, visto il continuo aumentare dei contagi,  che quello che si è fatto finora in termini di contrasto al virus non è stato affatto sufficiente.

C’è chi dice che i valori che ci comunicano sono molto più alti del passato perché i tamponi che vengono fatti ultimamente sono molto di più di quelli dei  primi giorni, ma attenzione che c’è un altro indice che è stato calcolato e che non è inficiato dal numero di tamponi ed è l’indice Rt.

Vi ricordo che quell’indice che durante la prima ondata era giunto anche a valori di 2,5 (quando non si erano ancora prese contromisure quell’indice si chiama R0); poi con le contromisure ferree che abbiamo vissuto l’indice è sceso sotto l’unità fino ad arrivare a 0,7 prima e poi anche a 0,2.

Voglio precisare, anche se penso che lo sapete, che l’indice Rt (si chiama così in presenza di contromisure) è da considerarsi accettabile e confortante quando è al di sotto di 1; infatti 1 significa che ciascun individuo ne può contagiare solo un altro (caso in cui i contagi non crescono né diminuiscono) mentre un Rt minore di 1 significa che ogni individuo può contagiarne 0,9 o 0,8 o 0,7 e così via e cioè che i contagi tendono a diminuire con rapidità  sempre maggiore al diminuire dell’indice.

La situazione attuale è che Rt è cresciuto e ha superato il valore 1 già da qualche tempo giungendo a ben 1,5 (ogni individuo positivo ne contagia altri 1 e mezzo) il che significa che i contagi aumentano molto rapidamente ogni giorno e neanche linearmente.

Ho voluto ricordare bene in che situazione siamo prima di tornare alle manifestazioni nelle quali i partecipanti, ANCHE I PIU’  PACIFICI, continuano a richiedere “libertà” ad un Governo a cui invece dovrebbero chiedere piuttosto maggiori restrizioni in maniera da riportare l’indice Rt almeno sotto l’1. 

Come volete chiamare questi manifestanti se non STUPIDI? Io credo ancora e ne sono sempre più convinto che stanno sbagliando di grosso e solo delle persone con scarsa intelligenza possono pensare di desiderare meno limitazioni in una situazione così grave. 

Ditemi allora nuovamente che ho torto e però spiegatemi bene perché sbaglio e perché dovremmo considerare savi questi manifestanti. 

Dico tutto questo perché nello stesso TG in cui venivamo informati dell’indice Rt che che oggi era 1,5, ho sentito che a Roma ci sono stati ancora scontri tra manifestanti furiosi e polizia.

Vi prego ancora di convincervi, queste manifestazioni sono da STUPIDI! Ovviamente esse sono inutili perché da stupidi; l’unico obiettivo che raggiungono in pieno è, come sempre, di consentire ai violenti di approfittarne per divertirsi a rompere vetrine e ad azzuffarsi con le forze dell’ordine.

Franco Fellicò