venerdì 22 aprile 2022

Storie diverse, ma simili

In una coppia che vive da anni insieme, si verifica che la moglie trascura sempre di più il marito, la moglie poi si lascia consigliare da alcuni amici per i quali ha simpatia i quali sono interessati a che la signora abbandoni il marito.

 

La signora desiderosa di libertà si lascia abbindolare dagli amici ed inizia ad odiare il marito, non lo cura proprio più, gli fa continui dispetti, lo tradisce perfino e poi decide di separarsi da lui.

 

Il marito sempre più infuriato non accetta l’affronto finale e dopo aver cercato in ogni modo di riprendersi la moglie, decide di sopprimerla ed improvvisamente l’affronta e la uccide barbaramente.

 

Immediatamente però l’uomo assassino viene incriminato, arrestato, processato e incarcerato a vita; e a nulla gli vale il racconto dei soprusi ricevuti dalla consorte, specie considerando che con la morte della moglie il marito violento probabilmente mira anche ad intascare un premio assicurativo di cui è il beneficiario.

 

Non  è la prima volta che questo accade e chiunque sente di questi fatti non ha dubbi che la giustizia abbia fatto bene a colpire l’assassino; nessuno riesce a giustificare l’atto estremo dell’uomo pur sapendo bene tutto quanto la moglie fedifraga  gli ha fatto.

 

Dico questo perché ho notato che ci sono persone, per la verità non molte, che non condannano l’operato di Putin e difendono la loro posizione elencando una serie di motivi che “giustificherebbero” l’azione militare contro l’Ucraina. La parola che ho messo tra virgolette, non viene artatamente mai pronunziata dai suoi difensori, ma le insinuazioni sembra che vorrebbero quanto meno attenuare l’azione spregiudicata a cui stiamo assistendo.

 

Si tratta quindi, secondo questi difensori improvvisati di Putin, effettivamente di un’azione militare speciale che intende liberare il popolo amico ucraino dai nazisti; ed è normalissimo per loro che per farlo Putin distrugga completamente intere città ucraine, provochi milioni di profughi ed uccida migliaia di ucraini senza ovviamente poter distinguere se si tratti di quelli che lui chiama nazisti o proprio di uomini simpatizzanti della Russia.

 

Non mi pare infatti che esistano bombe e missili capaci di colpire solo nazisti senza fare alcun male a quelli che i nazisti combattono; e la distruzioni di palazzi civili fino a radere completamente al suolo intere città non può essere dovuto a qualche piccolo errore di puntamento dei sofisticatissimi missili utilizzati.

 

A quei signori contestatori sembra anche normale che dopo l’invasione e dopo aver finalmente “liberato” il popolo ucraino dai nazisti, Putin pretenda di appropriarsi se non dell’intera Ucraina almeno del Donbass e di una fascia di territorio che gli offra l’accesso al mar Nero.

 

Tutti quei signori che fanno l’elenco delle manovre USA e dell’occidente che avrebbero spinto gli ucraini ad odiare i russi, vorrebbero in fondo giustificare Putin e colpevolizzare gli USA e l’Occidente; nessuno è disposto a pensare che erano gli ucraini, sia pure consigliati da qualcuno, a voler evitare di far parte di un regime autoritario e a preferire di essere più liberi e democratici.

 

Francesco Borgonovo è uno di questi signori e ho avuto modo anche di visionare un lungo video “declamato” da Massimo Mazzucco che come è sua abitudine (visto che è tra quelli che si è occupato di mettere in dubbio altri fatti evidentissimi quali l’attentato dell’11 settembre, l’uccisione di John Kennedy e lo sbarco sulla Luna) ha pensato di spiegare come mai Putin è stato costretto al suo intervento.

 

Di questi esperti non ne abbiamo bisogno visto che quello che importa veramente non sono i motivi scatenanti, ammessi che ci siano, ma è che un uomo malvagio ha deciso di appropriarsi di un territorio che non gli appartiene e per farlo non ha utilizzato la diplomazia o la persuasione, ma ha preferito adoperare la forza e la guerra aggredendo un Paese non interessato a farsi “liberare”, cosa chiaramente dimostrata dalla forte resistenza che sta ricevendo.

 

Ed ora mi piace fare un altro ragionamento:

 

Ammettiamo che Putin, profondamente dispiaciuto per le angherie di alcune frange effettivamente naziste, abbia deciso di intervenire militarmente contro queste minoranze convinto di far piacere agli ucraini. Dunque l’avrebbe fatto a fin di bene anche se ovviamente non può essere giustificata una distruzione totale di una intera Nazione, volendo eliminare solo un po’ di nazisti.

 

E allora quando il  mondo occidentale ha visto la grandissima distruzione, gli attacchi a tutto e a tutti con le armi più disparate, dai carri armati, alle navi e ai missili ipersonici, se avesse voluto agire alla stessa maniera di Putin, avrebbe dovuto immediatamente intervenire militarmente per liberare i malcapitati, e lo avrebbe potuto fare molto più correttamente anche perché questa volta l’aiuto era stato apertamente richiesto dal popolo invaso.

 

Ed invece l’Occidente ha mantenuto i nervi saldi e ha reagito con le sanzioni, ma si è guardata bene dall’intervenire militarmente e direttamente.

 

Quando Zelesky ha chiesto di istituire una Flight Zone sull'Ucraina, l’intero occidente si è garbatamente rifiutata e ha solo accettato di fornire agli ucraini i mezzi per difendersi.

 

E qualunque arma atta a contrastare un invasore è un’arma difensiva visto che si combatte FUORI del territorio russo e che solo una sola volta c’è stato da parte degli ucraini un’azione su un deposito di carburanti in territorio russo.

 

Basterebbe che le truppe russe lasciassero l’ucraina che nessuno li inseguirebbe fin all’interno della Russia; e se così non fosse allora SI che si potrebbe dare un po’ di colpa (ma solo un po’) agli ucraini.

 

Non fornire neanche le armi agli ucraini che le hanno chiesto con forza, sarebbe stato come voltarsi dall’altra parte e equivarrebbe, tornando all’esempio con cui ho cominciato questo scritto, ad assistere alle coltellate di quel marito mentre assassinava la moglie, senza far nulla.

 

C’è infine un’ultima cosa che voglio dire a quelli che continuano a dire che vogliono la pace e che non vorrebbero che si inviassero armi agli ucraini; costoro alla domanda di come ottenerla dicono che bisogna insistere con la diplomazia.

 

Premesso che tutti vogliamo la pace, io non riesco a sopportare quelli che insistono tanto in quella maniera; ma si rendono conto questi cosiddetti pacifisti che al momento la diplomazia è assolutamente IMPOTENTE? Come si può ottenere di portare Putin a sedersi ad un tavolo e a “contrattare” la pace, visto che tutte le volte che ci si è provato o l’incontro è stato rimandato con la frase: “non è ancora il tempo di trattare” oppure l’incontro è stato accettato ma i rappresentanti russi inviati agli incontri erano di basso livello e non avevano alcuna autorità per trattare.

 

Tutte le volte che si è cercato di farlo Putin ha trovato il modo o di non farlo o di far finta di farlo e nel frattempo non un solo carro armato si è mai fermato per dar modo alla diplomazia di sostituirsi alla guerra.

 

Franco Fellicò

giovedì 7 aprile 2022

Le sanzioni alla Russia

Come è noto è stata questa la risposta dell’occidente alla Russia nel tentativo di dissuadere Putin dal continuare la sua invasione dell’Ucraina.

 

Vi hanno aderito molti Paesi membri della Nato e non. La decisione è stata rapidissima e quasi unanime; sono rimasti fuori comunque dei Paesi che hanno preferito rimanere “equidistanti” e hanno lasciato Putin libero di fare i suoi interessi anche a danno di una Nazione sovrana e senza un motivo se non quello di espandere il proprio territorio con la forza.

 

Si è detto che si tratta di sanzioni durissime fin dal primo momento, ma probabilmente durissime non erano visto che si sono succeduti nel tempo vari “pacchetti” che hanno sempre più rinforzata l’azione; e in questi giorni siamo al QUINTO pacchetto.

 

In questo quinto pacchetto ho sentito che è stata bloccata l’importazione del carbone, sono stati bloccati i TIR , sono stati chiusi i porti alle navi russe e vietate le transazioni con quattro altre banche russe.

 

Si tratta comunque di un altro piccolo intervento che si aggiunge a quelli dei pacchetti precedenti; ma dico piccolo perché ho anche letto che l’importazione del carbone vale solo 4 miliardi di euro all’anno.

 

La cosa grave a mio avviso è però che la cosa veramente importante che potrebbe avere un peso notevole, forse pari se non maggiore di quello di tutti e cinque i pacchetti, è il fatto che continuiamo però a comprare dalla Russia sia Petrolio che Gas.

 

Vorrei chiarire che, sempre utilizzando le informazioni che leggo, i Paesi che hanno scelto di sanzionarlo Putin, gli versano OGNI GIORNO UN MILIARDO DI EURO per il Gas che continuano ad importare; capirete quindi che c‘è una bella differenza rispetto ai 4 miliardi all’ANNO del carbone.

 

Per darvi una idea più precisa di cosa questo significa voglio ricordarvi che un carro armato, come ho scritto nel mio articolo del 10 marzo, costa 13 milioni di dollari; e allora poiché un miliardo di euro equivale approssimativamente ad 1,1 miliardi di dollari possiamo concludere che è come se noi ogni giorno regalassimo a Putin circa 85 carri armati (e sono certamente molto di più di quelli che ogni giorno gli ucraini riescono a distruggere).

 

Questo significa che mentre sosteniamo gli Ucraini inviando loro perfino un po’ di armi, contemporaneamente  aiutiamo ben più vigorosamente Putin.

 

C’è a questo punto da meravigliarsi che ci sono tanti cittadini contrari a  fornire armi a chi è stato invaso, mentre ben pochi si preoccupano invece del fatto che provvediamo ad armare abbondantemente anche gli invasori.

 

Cosa voglio dire? Una cosa molto semplice: non si può volere la pace  a chiacchiere, ma la pace bisogna comprarla e per farlo bisogna pagare; e quando i soldi non ci sono bisogna fare qualche sacrificio e procurarseli.

 

Nel nostro caso quindi dovremmo fare tutti un sacrificio e decidere una volta per tutte di accettare di ricorrere all’embargo del petrolio e del gas. Io credo che se l’avessimo fatto dal primo giorno probabilmente avremmo avuto già qualche effetto, ed invece penso anche che alla fine si farà, ma lo faremo con ritardo e forse anche troppo tardi.

 

E’ inutile dire che si potrebbe dire a Putin che non acquisteremo più gas dalla Russia finché la guerra rimarrà in essere, promettendo di riprendere l’importazione non appena le armi si saranno fermate; questa decisione, oltre a privare Putin di un forte sostentamento, sarebbe anche una risposta alla sua pretesa di voler essere pagato in rubli; dunque oltre alla mancanza di danaro da utilizzare per foraggiare la guerra, il rublo potrebbe tornare a perder tutto il suo valore.

 

Addirittura si potrebbe anche non dire niente e smettere di pagare il gas né in rubli né in euro, cosa che costringerà Putin stesso a chiudere i rubinetti e a privarsi da solo dell’introito.

 

Ovviamente dovremo comunque continuare a fare in modo da non essere più dipendenti da un paese così poco affidabile.

 

Vorrei chiarire che, sempre fidandomi di quello che leggo, l’embargo significherebbe per noi e anche per gli altri Stati come noi, di dover rinunziare all’incirca al 45% del gas che si usa normalmente e poiché noi, e credo anche gli altri, un piccolo incremento dagli altri fornitori lo abbiamo ottenuto, probabilmente ci mancherà il 40% del gas che usiamo attualmente.

 

Per le famiglie il gas potrebbe essere allora fornito a giorni alterni, mentre le aziende potrebbero essere colpite un po’ meno e dovrebbero per un certo tempo riadeguare i propri consumi.

 

Questo sarebbe il sacrificio che tutti dovremmo accettare di fare per cercare di giungere alla pace senza aspettare che arrivi da sola..

 

Si è detto che per liberarci dal gas russo ci vorranno anni (ho letto che lo si potrà fare entro il 2030), ma a me sembra una esagerazione. Capisco che occorrerebbe realizzare nuovi gasdotti verso altri paesi, ma anche in questo caso mi sembra troppo.

 

Dovremmo invece pensare che l’energia non deriva solo dal gas e se avessimo maggiore disponibilità di elettricità potremmo certamente fare anche a meno di molto gas. E qui qualcuno si affretterà a dire che per produrre l’elettricità occorre il gas, mentre invece pochi pensano che, specie in Italia, abbiamo una gran quantità di sole e luce e quindi il fotovoltaico sarebbe la tecnologia che potrebbe e dovremmo utilizzare al massimo per sfruttarlo appieno..

 

E non mi stancherò mai di ripetere che abbiamo anche molti milioni di tetti stupidamente coperti da tegole che potrebbero invece essere coperti da pannelli solari. Ma per spingere la popolazione a impiegare i propri capitali privati a dotarsene bisognerebbe azzerare TUTTI gli aggravi fiscali che sono connessi con questi impianti.

 

Immaginate che si decida a livello europeo di azzerare l’IVA sui materiali e sui lavori di installazione di questi impianti e che in qualche modo si riuscisse ad azzerare anche le tassazioni sui guadagni che si ottengono realizzando impianti e vendendo i materiali per il fotovoltaico; si tratterebbe allora di interventi che non produrrebbero alcun introito al fisco, ma questo consentirebbe di poter realizzare impianti a costi molto convenienti.

 

Io penso che un grandissima parte dei cittadini li farebbero realizzare con soldi propri e quindi senza alcuna spesa per lo Stato; lo Stato non ci guadagnerebbe nulla ma il bisogno energetico si potrebbe ridurre fortemente e facilmente.

 

E a chi dovessi obiettare che lo Stato non può fare a meno di intascare tasse, io rispondo che effettivamente con quelle agevolazioni non intascherebbe nulla, ma osservo anche che se invece quelle agevolazioni non le decide, non intascherebbe nulla ugualmente, perché tutti quelli che con l’agevolazione avrebbero fatto l’impianto, invece decideranno di lasciar perdere.

 

Senza spendere niente quindi e anche molto più rapidamente (perché in parallelo molti cittadini si incaricherebbero di far realizzare i propri impianti) che non cercando un altro fornitore di gas, si potrebbe se non risolvere quanto meno alleggerire fortemente il problema.

 

Franco Fellicò

domenica 3 aprile 2022

Sfacciataggini

1. Un capo mafia intima ad un piccolo commerciante di pagare il pizzo, ma subito dopo, solo perché immagina che la sua richiesta non sarà rispettata, ordina immediatamente ad un piccolo gruppo dei suoi “collaboratori” di punire opportunamente il malcapitato.

 

2. Durante una delle notti successive gli aguzzini sfondano la porta dell’abitazione del povero commerciante e vi entrano, dopo di che cominciano a distruggergli mobili, suppellettili e tutto quanto trovano nell’abitazione; la povera vittima cerca di difendere la sua casa ma viene malmenato ferocemente.

 

3. Durante la colluttazione il poverino strappa un orologio dal polso di uno degli aggressori e lo lancia lontano; l’orologio finisce nel water di casa; intanto gli aggressori continuano a riempirlo di calci e pugni e poi vanno via lasciandolo tramortito.

 

4. Il mattino seguente il povero commerciante si reca mezzo morto dai carabinieri per denunciare l’accaduto e scopre che qualcuno aveva già sporto denuncia verso di lui per avergli preso l’orologio.

 

Avrete sicuramente notato in questa storiella la SFACCIATAGGINE dell’aguzzino che dopo aver provocato lui stesso la reazione della vittima si permette addirittura di denunciarlo per avergli fatto perdere l’orologio.

 

Siete allora pronti per sostituire al capo mafia: PUTIN, al commerciante: l’Ucraina, al gruppo dei manigoldi: l’esercito russo, all’orologio: il deposito di carburante russo di Belgorod; e allora potete leggere la storiella simile che segue.

 

1. PUTIN intima all’Ucraina di non entrare nella NATO, ma subito dopo, solo perché immagina che la sua richiesta non sarà rispettata, ordina immediatamente  al suo esercito di invaderla.

 

2. Subito l’esercito interviene e in molti giorni di guerra sanguinosa distrugge tante postazioni militari, tanti depositi di carburanti, tantissimi edifici di città fino a raderle al suolo e uccide anche chiunque tenta di opporsi.

 

3. Due elicotteri UCRAINI MI-24 entrano nello spazio aereo russo e colpiscono il deposito di carburante di Belgorod mandandolo in fiamme.

 

4. Il mattino seguente, quando si riprendono gli incontri tra le delegazioni russe e ucraine, la Russia dichiara che l’attacco al deposito di Belgorod  PESERA’ nel trattato di pace.

 

Capite quindi che mentre mezza Ucraina è stata già distrutta e continua ad essere sotto i bombardamenti russi, si vorrebbe far pesare l’attacco al deposito russo che a confronto è come una puntura di spillo; io al posto degli ucraini avrei subito preso “la palla al balzo” e avrei risposto: “Si avete ragione, ma allora mettiamo sul piatto della bilancia anche tutte le città che ci avete distrutto e tutti i civili innocenti che ci avete ucciso!”

 

Ma non ho ancora finito perché c’è anche un’altra ipotesi che non è proprio da scartare e riguarda i punti 3 e 4.

 

Vi ripropongo quindi i punti 3 e 4 modificati sia nella prima che nella seconda storiella.

Prima storia:

3. Durante la colluttazione uno degli aggressori si toglie l’orologio dal polso e lo getta nel water.

4. Il mattino seguente il povero commerciante si reca mezzo morto dai carabinieri per denunciare l’accaduto e scopre che l’aggressore che da solo aveva gettato il suo orologio nel water, lo aveva denunciato come se fosse stato lui a prenderlo.

 

Seconda storia:

3. Due elicotteri RUSSI MI-24 colpiscono volutamente il proprio deposito di carburante di Belgorod mandandolo in fiamme.

4. Il mattino seguente, quando si riprendono gli incontri tra le delegazioni russe e ucraine, la Russia dichiara che l’attacco “ucraino” al deposito di Belgorod  PESERA’ nel trattato di pace.

 

Ho fatto questa seconda ipotesi che è plausibile per due motivi: perché gli elicotteri MI-24 sono usati sia dai russi che dagli ucraini e anche perché trucchetti del genere non sono rari quando di mezzo ci sono i russi.

 

 

 

Ma ora voglio citarvi un’altra sfacciataggine che riguarda un giornalista italiano; mi riferisco a Francesco Borgonovo (vice-direttore de La Verità); non so se vi è capitato di sentirlo in una delle tante trasmissioni TV in cui vengono invitati personaggi diversi; ma basta cercare un po’ in rete per sentire quello che pensa.

 

In pratica lui non fa altro che elencare i motivi che giustificherebbero (anche se lui dice solo che vanno valutati)  la reazione di Putin.

 

Si tratta di pura sfacciataggine anche in quel caso perché non si può mai accettare che una guerra oltre tutto feroce come quella a cui stiamo assistendo possa essere scatenata solo da atteggiamenti o parole ostili sia pure ripetute nel tempo.

 

Franco Fellicò

 

venerdì 1 aprile 2022

Putin, il gas, le armi

Continuando a ragionare su questi tre argomenti mi accorgo che o non riesco proprio a dare risposte ai miei interrogativi oppure quando ho la mia risposta la trovo diversa da quella di molti altri.

 

Ma andiamo per ordine:

 

PUTIN

Mi sono sempre domandato quali sono i suoi obiettivi; ha sempre dichiarato di averli e di volerli raggiungere, senza però mai dirci quali sono esattamente.

 

Da certe sue affermazioni, fatte qualche volta, modificate qualche altra volta e dimenticate qualche altra volta ancora, non si può capire cosa vuole. Potrebbe essere che  non ha ben chiaro dove vuol andare a parare, oppure che si è avviato in una impresa con una idea e poi in funzione degli avvenimenti vuol essere sicuro di poter cambiare strategia senza farlo capire.

 

Una cosa però è certa ed è che è un uomo dotato di una notevole intelligenza, che però non è utilizzata purtroppo per il bene dell’umanità, ma solo per soddisfare i propri egoismi. Che non sia pazzo è certo, anche perché voglio ricordare che una delegazione israeliana in un incontro con lui ha portato con se, camuffato da interprete, uno psicologo che ho confermato di essere stato di fronte ad un uomo molto razionale,.

 

Putin dispone di un gran potere sia militare che politico, il suo regime gli consente di non dare conto a nessuno di quello che fa e decide, ed è in grado di far credere al suo popolo tutto quello che dice anche se non ha nulla a che fare con la realtà. E’ stato capace anche di avere dalla sua parte il potere religioso visto che il Patriarca ortodosso russo considera il conflitto in atto, addirittura  un’operazione difensiva.

 

A me pare allora che forse da tempo era alla ricerca di un pretesto per scatenare una guerra, e questo un po’ per dimostrare la sua autorità a tutto il mondo, un po’ per provare sul campo le capacità del suo  esercito e delle sue armi e un po’ per procurarsi un nuovo svago.

 

La scelta di aggredire l’Ucraina è stata abbastanza comoda visto che era confinante con il suo territorio e poteva anche contare sull’appoggio dei separatisti del Donbass .

 

Aveva anche vari pretesti per giustificare le ostilità: non voleva che anche l’Ucraina entrasse a far parte della Nato e ha così deciso di avviare un’invasione con ben 200.000 soldati dichiarando che voleva denazificare  e demilitarizzare il Paese.

 

Le sue mire naturalmente sono altre e il suo obiettivo almeno iniziale era forse di occupare tutto il Paese se non per annetterlo, quanto meno per dotarlo di un governo filorusso da gestire attraverso una qualche sua persona di fiducia.

 

Forse perché mal informato dai suoi fedelissimi che per evitare discussioni e rischiare di essere eliminati, adottando la sua stessa tecnica, gli hanno sempre raccontato quello che a lui faceva piacere sapere e non la realtà delle cose, ha deciso allora di attaccare l’Ucraina sicuro di imporre rapidamente il suo volere.

 

Il suo esercito, costituito per lo più da giovani coscritti si è trovato di fronte ad una ferrea resistenza e ha subito fortissime perdite in materiali e in uomini; ovviamente la maggior parte delle notizie su questi insuccessi non gli sono neanche arrivate perché i generali sapevano bene quali sarebbero state le sue reazioni nei loro confronti e quindi lui ha continuato a far insistere l’esercito nel colpire sempre più duramente il Paese invaso.

 

Ma lui aveva certamente altri fini ed era convinto che con la sua impresa avrebbe ottenuto anche delle reazioni del mondo occidentale che sarebbero state diverse tra i vari paesi e che quindi avrebbe ottenuto anche di creare divisioni e scompiglio  in Europa e nella Nato.

 

Tutto questo però non è avvenuto e oltre al primo smacco di non aver chiuso la sua invasione in qualche giorno soltanto, c’è stato quello di aver procurato un forte compattamento dei paesi europei; il risultato delle dure e immediate sanzioni che gli sono state imposte, ha reso difficile la vita del suo popolo e il rublo si è svalutato moltissimo.

 

In un Paese democratico questo avrebbe prodotto un gran malumore interno e subito la caduta del Governo; nel suo caso invece questi danni alla popolazione gli hanno consentito di giustificare un maggior uso delle armi dimostrando a tutti il perché fosse necessario usarle non solo nei confronti dell’Ucraina, ma anche eventualmente nei confronti dell’intero occidente malvagio.

 

Quasi dall’inizio della guerra però la diplomazia ha cercato di intervenire per porre fine in qualche modo alle ostilità, e allora abbiamo assistito alla FARSA degli incontri che non hanno prodotto altro che l’apertura di qualche piccolo corridoio umanitario volto a far allontanare gli ucraini dalle loro città tentando anche di farli migrare verso la Russia.

 

Ancora oggi ci sono incontri, anche a più alto livello sia in presenza che in video, ma si vede benissimo che l’ordine di Putin è di temporeggiare e far finta di trattare, mentre contemporaneamente centinaia di bombardamenti al giorno continuano a distruggere le principali città ucraine.

 

Da che mondo e mondo, quando si decide di incontrarsi per fare degli accordi tra due Paesi in guerra, lo si fa sospendendo le azioni belliche; in questo caso invece sembra che siano due cose completamente indipendenti.

 

Molto tempo fa l’unico a dichiarare  apertamente che aveva capito che Putin NON VUOLE TRATTARE ma vuole decidere con la forza cosa dovrà accadere, è stato il  nostro Mario Draghi; tutti gli altri continuano a dire che occorre far fermare questa guerra e che bisogna ottenerlo con la diplomazia; ma nessuno sembra voler accorgersi che da una parte c’è questa  volontà mentre dall’altra parte c’è un muro o se volete un uomo che a fronte di qualunque richiesta di colloquio non fa altro che rispondere che la guerra finirà solo quando saranno stati raggiunti tutti gli obiettivi; questo mostra chiaramente non solo la precisa volontà di non voler fare trattati, ma anche la volontà di poter continuare la guerra anche all’infinito visto che gli obiettivi  da raggiungere non sono mai stati indicati.

 

La conclusione è che di Putin non ci si può fidare; non ci si può fidare delle sue parole perché o non ci sono proprio, oppure quando ci sono, sono volutamente non chiare. L’unica cosa su cui ci si può basare è sui fatti e quelli parlano chiaro, ma parlano chiaro solo a noi dell’occidente perché l’intero popolo russo riceve ben altre informazioni!

 

E come sappiamo tutti, i fatti sono che la guerra continua sempre più feroce mentre gli incontri che faticosamente si sono organizzati non producono alcun risultato.

 

Poiché l’unico a decidere dal lato della Russia è solo Putin, è ovvio che non ci sarà mai nessun passo avanti nelle trattative se non con un incontro tra Lui e Zelensky; questo incontro viene continuamente promesso, ma non credo che avverrà mai, se non quando il dittatore potrà dettare tutte le condizioni; e questo richiederà prima una massiccia occupazione del territorio ucraino.

 

 

 

 

IL  GAS

Come sappiamo ormai tutti, Italia e Germania in particolare, dipendono moltissimo dal gas russo tanto che quando si sono decise le sanzioni economiche si è tenuto fuori solo il gas che continua ad essere fornito dalla Russia e pagato dai paesi europei.

 

Ma vista la forte svalutazione del rublo Putin ha allora deciso di richiedere ai propri acquirenti che il gas che continua a fornici venga pagato in rubli e non più in dollari o euro come è stato finora e come previsto dai contratti.  E’ bastata questa sua richiesta perché il rublo riprendesse quasi totalmente il suo valore, ma gli acquirenti (noi compresi) hanno deciso di non ottemperare alla richiesta e di continuare a rispettare i termini dei contratti.

 

Da oggi (1 aprile) dovrebbe quindi cambiare la valuta con cui si paga il gas alla Russia; ci sono stati voci diverse come quella che diceva che c’era stata una proroga del pagamento in dollari fino al 31 maggio; ieri Draghi ha avuto un incontro telefonico con Putin e ha raccontato che avremmo potuto continuare a pagare secondo quanto previsto dai contratti; poi sembra che Putin abbia chiesto (ed ottenuto?), che l’Italia, e quindi anche gli altri acquirenti, apra in Russia un conto in rubli oltre che uno in euro; potrà versare quindi euro che verranno convertiti in rubli a cura di una banca russa. Non so a che serve questo, ma se il risultato è che il rublo si rivaluti, la decisione di Putin avrebbe risolto un suo problema pur evitando all’occidente di comprare rubli.

 

Questa ultima decisione  del dittatore gli eviterà di dover smettere di fornire gas all’occidente cosa che aveva minacciato di fare e che si ritorcerebbe fortemente su lui stesso visto che gli verrebbe a mancare uno dei pochi grossi introiti con i quali finanzia la guerra.

 

 

 

 

LE ARMI

Con questo terzo argomento voglio affrontare il problema dell’aumento delle spese militari che, come spesso accade da noi, ha suscitato molte discordie all’interno delle forze politiche e di conseguenza anche tra i cittadini.

 

Premesso che al giorno d’oggi è impossibile essere completamente disarmati visto che esistono Paesi avvezzi ad usare la forza che sono invece armati fino ai denti, la questione è se è giusto o non aumentare le spese militari portandole ad essere il 2% del PIL.

 

Voglio precisare comunque, dai dati che sento in TV, che l’aumento sarebbe dello 0,49% visto che l’attuale spesa è del 1,51%; quindi se come ho sentito il 2% nel nostro caso vale 38 miliardi, vuol dire che l’aumento sarebbe di 9.3 miliardi; va detto anche che questo aumento dovrebbe essere graduale e si concluderebbe solo nel 2028.

 

Io penso che ovviamente si può essere sia favorevoli che non favorevoli, ma penso anche che pretendere, come dice Giuseppe Conte, di non rispettare questa decisione della Nato, a me sembra una richiesta fuori luogo.

 

A me sembra che questa scelta non sia una idea del Governo che quindi potrebbe essere ridimensionata a piacere. L’Italia fa parte della Nato e beneficia dell’articolo 5 e cioè di quella clausola che dice che se un solo paese appartenente all’alleanza dovesse essere attaccato militarmente, tutti i Paesi Nato dovranno  accorrere in sua difesa e reagire anch’essi con le armi.

 

Ovviamente questo significa che ogni Paese NATO debba avere una disponibilità di armi quanto meno proporzionale alla sua dimensione e alla sua disponibilità economica.

 

Ora a me pare che IN SEDE NATO si è deciso di far sì che ogni Paese dell’alleanza sia dotato di armi in una certa misura, e quindi chi fa parte dell’alleanza è tenuto a rispettare questa decisione.

 

Se Giuseppe Conte avesse preteso di cercare di convincere l’intera alleanza a non  arrivare ad una così alta percentuale di spesa o se avesse chiesto di rinunziare all’alleanza visto che secondo lui noi non possiamo permettercela, avrei accettata la sua posizione; ma chiedere al Governo di non rispettare una regola fissata di comune accordo dall’alleanza, continuando a farne parte e ad usufruire della sicurezza che ne deriva, mi sembra stupido; ma possibile che Conte pensi che mentre tutti gli altri alleati si adeguano alla decisione collegiale, l’Italia possa invece allegramente fare a modo suo?

 

Quello che lui va dicendo è quindi privo di fondamento e bene ha fatto il Governo a porre la questione di fiducia. Le esternazioni di Conte, tese forse solo a guadagnare consensi elettorali, sono solo servite a farci deridere dagli altri Paesi.

 

Non voglio dimenticare di ricordare che anche il Papa ha detto di vergognarsi nel sentire che si vogliono accrescere le spese per le armi; ma quando parla il Papa lui si rivolge al mondo intero e giustamente chiede a tutti di evitare di armarsi.

 

Se tutti i paesi del mondo lo facessero, sarebbe un bene per tutti, ma come si può pretendere che accanto a paesi super armati ce ne siano altri invece completamente disarmati?

 

Si può pretendere che un gregge inerme possa rimanere alla portata dei lupi senza che il pastore non lo affianchi con un congruo numero di grossi cani che abbiano il compito di dissuadere i lupi dall’attacco?

 

 

Franco Fellicò