martedì 20 marzo 2018

Le elezioni politiche del 4 marzo



-->
Sono passati un po’ di giorni da quando si sono concluse le votazioni e possiamo solo valutare le posizioni che stanno assumendo sia i vincitori che i vinti.

Per la verità, a causa della pessima legge elettorale che dopo anni e anni di studi e di dibattiti si è alla fine varata, non si capisce chi sia il vincitore; anzi ci si accorge che si può considerare vincitore una o un’altra formazione politica a seconda dei punti di vista.

E mi spiego. Da che mondo è mondo, per capire chi è il più gradito tra i concorrenti che si sono candidati, si guardano giustamente le percentuali dei voti ricevuti; ora secondo quanto previsto dal “Rosatellum bis” visto che potevano candidarsi sia partiti sia coalizioni, guardando le percentuali ottenute dovremmo dire che il più gradito tra i concorrenti è stata la coalizione del centro-destra; essa comprende più partiti che ovviamente hanno ricevuto percentuali di voti diverse e tra essi c’è la Lega ha avuto la meglio (intendo nell’ambito della coalizione).

Il partito M5S, che concorreva da solo risulta al secondo posto; ma come SINGOLO PARTITO, se raffrontata con gli altri singoli partiti, ha ricevuto la maggior percentuale di voti, notevolmente superiore anche a quella della Lega, però non superiore alla percentuale della coalizione di cui la Lega fa parte; l’unica formazione perdente è certamente la coalizione di centro-sinistra che ha avuto una percentuale di voti più bassa degli altri e dove anche il partito PD più rappresentativo è risultato poco votato anche rispetto agli altri partiti visti singolarmente.

Quanto ho detto finora è una necessaria premessa che è bene tenere in mente visto che la competizione sembra cominciare solo ora.

Ciò di cui volevo parlare è invece la posizione che dopo le votazioni ciascun partito ha assunto, sia che si consideri tra i vincenti che tra i perdenti.

In effetti possiamo considerare che i principali contendenti in tutto erano TRE e cioè M5S, coalizione di centro-destra e coalizione di centro sinistra. Il risultato è che oggi coloro che si considerano vittoriosi sono DUE e cioè M5S e LEGA.

Questo è naturalmente un po’ strano perché in effetti la classifica dice che al primo posto c’è la coalizione di centro destra (con al suo interno come primo partito la LEGA); M5S invece non ha avuto più voti della coalizione di centro-destra, ma come partito ha avuto il maggior numero di suffragi di tutti i partiti singoli.

In questa situazione sembra che si siano tutti convinti che M5S è un vincitore (perché partito più votato di tutti) ma anche la LEGA lo è, pur avendo avuto meno voti di M5S, essendo il primo partito della coalizione più votata.

Non ha molta importanza quello che pensano un po’ tutti, ma visto che anche i due leader (Di Maio e Salvini) si sono convinti che  dovrebbero quanto meno spartirsi il primo posto, ormai si sono tutti allineati su questa posizione.

Poiché però la maggioranza atta a governare non ce l’ha nessuno, come sempre ciò che gli elettori hanno tentato di esplicitare con i loro voti non avrà più alcun effetto perché il governo, se mai ci sarà, dovrà crearsi con un accordo tra le parti; quindi niente di strano se chi ha votato Lega si troverà un governo in cui quanto meno una buona parte potrebbe essere di M5S o di PD; e niente di strano se chi ha votato M5S potrebbe dover vedere al governo anche molti esponenti di Lega o anche di PD; ed infine neanche niente di strano se chi ha votato PD,  potrebbe vedere al governo dei politici PD ma che servano solo come riempitivo di un governo M5S o di Lega.

Questa è la teoria che si può dedurre dalle regole che tanto attentamente si sono stabilite.

Ma vediamo in pratica come stanno andando le cose.

Ciascuno dei due cosiddetti vincitori, ha all’inizio subito affermato che avrebbe ascoltato TUTTI gli altri e entrambi hanno detto di essere disponibili a collaborare con CHIUNQUE a patto che avessero mostrato convergenza verso il proprio programma.

Lo sconfitto PD, per bocca di Martina (subentrato per il momento a Renzi) invece ha dichiarato che non è disponibile ad aiutare nessuno e anzi ha sottolineato con forza che starà all’opposizione, aggiungendo anche che ora vorranno vedere se i vincitori saranno veramente capaci di realizzare i loro programmi.

Il modo con cui Maurizio Martina ha detto queste cose non lascia dubbi che l’interesse primario degli esponenti del PD è di vedere soccombere chiunque andrà ad occupare quei posti che ritenevano loro di diritto.

Poi in qualche dichiarazione successiva, sempre Martina ha chiaramente detto che comunque la loro posizione non sarebbe stata un “ritirarsi sull’Aventino”, ma che sarebbero stati attivi, facendo capire benissimo che avrebbero ostacolato al loro meglio ogni azione di chiunque avesse formato il Governo; quindi non sarebbero stati sulla riva del fiume aspettando e sperando di vedere affogare i propri nemici, ma si sarebbero anche adoperati per aiutarli a precipitare più rapidamente possibile nei flutti.

I due vincitori invece continuano a sentirsi, hanno già dimenticato tutti gli improperi che si sono detti vicendevolmente durante l’agone e ora si sorridono; ciascuno di loro sa bene però che per allearsi dovrà cedere qualcosa.

Una situazione più ingarbugliata ci non poteva capitarci e non è detto che non intervenga anche il Capo dello Stato che chieda anche al PD di partecipare ad un unico Governo.

Intanto io penso che i due furbastri che noi in modo o nell’altro abbiamo votato, sono felicissimi entrambi perché finiranno per unirsi e approfitteranno proprio di quell’unione per salvarsi entrambi dal dover mettere in atto alcune promesse impossibili da realizzare che ciascuno dei due ha fatto agli elettori per farsi votare. 

II due infatti potranno concentrarsi insieme nel fare qualcosa a proposito della legge Fornero o dei migranti (argomenti su cui hanno delle posizioni non molto diverse) mentre potranno dire ai cittadini che a causa dell’alleanza, M5S ha dovuto rinunziare al progetto “reddito di cittadinanza”, mentre la LEGA ha dovuto rinunziare al progetto “flat tax”. 

Si salveranno a vicenda quindi dal dover dar corso a due promesse assai difficili da mantenere e in più andranno entrambi al governo conquistano il potere a cui anelavano.

In conclusione, è inutile dire quindi, come d’altra parte sapevamo bene, che il nostro voto sarà l’ultima cosa ad essere rispettata. Non lo sappiamo ancora per certo, ma il Governo se mai si farà, sarà deciso sulla base di contrattazioni tra dei furbi, forse diversi da quelli precedenti, ma comunque non da noi.

Visto tutto ciò, penso che sia il caso che ciascuno di noi faccia ben attenzione a quello che il proprio beniamino dice e fa; ci accorgeremo, chiunque esso sia, che tutti i giochi che si stanno facendo e si faranno sono strategie di partiti che tendono a conquistare la propria supremazia; si capisce benissimo che il bene della Nazione e dei cittadini non è altro che l’ultimo obiettivo che ciascuno di loro ha in mente.

Chiudo riportando un pensiero di Mark Twain:

SE VOTARE FACESSE QUALCHE DIFFERENZA, NON CE LO LASCEREBBERO FARE!

Franco Fellicò