giovedì 22 dicembre 2016

Qualche altra considerazione sul governo Renzi


La questione referendum si è conclusa e i cittadini hanno bocciato il cambiamento che il premier ci voleva imporre; molti dicono che l’hanno fatto non tanto per opporsi al contenuto della riforma, ma piuttosto per esprimere il loro dissenso al Governo e in primis al premier  Renzi.

Io penso che i motivi del NO sono stati determinati sia dal contenuto non condiviso della riforma e sia anche per opporsi al Governo. Il risultato, comunque ha accontentato entrambi i votanti, visto che la riforma non sarà più attuata e Renzi si è dimesso.

Per la verità, come ho anche già scritto, io non ho considerato giuste le dimissioni, perché mi sono sembrate una protesta verso i cittadini che non hanno accettato il volere del “capo”.

Viceversa se, come si è tanto detto, la scelta doveva essere determinata esclusivamente dal contenuto della proposta, visto il risultato, si doveva assumere che “per verdetto ufficiale” la Nazione non la condivideva; e dunque il premier, al pari di un amministratore di qualunque tipo (di un condominio, di una azienda o di una nazione) avrebbe dovuto immediatamente prendere atto dell’invito dei cittadini e proseguire il suo lavoro adeguandolo alla richiesta di coloro che amministrava.

Invece il Renzi, ha dimostrato chiaramente di non pensarla così; ha deciso di dimettersi addirittura prima ancora che il risultato diventasse ufficiale, immaginando forse di mostrare ancora una volta la sua figura come quella di un super politico che nulla aveva a che vedere con la stupidità della sua gente.

Quelli che lo apprezzano, e che per la verità non sembra siano in maggioranza, hanno inneggiato alla sua scelta di dimissioni come un segnale di coerenza, ma a me non sembra proprio che sia così; infatti tutti ricorderanno che Renzi aveva sempre detto: “se non riuscirò a cambiare l’Italia (e visto il suo atteggiamento successivo c’è da ritenere che intendesse di cambiarla a suo modo), lascerò non solo il Governo, ma anche la politica”; ma allora dov’è la coerenza che gli si vuole riconoscere, visto che ha lasciato il Governo, ma che invece continua ad imperversare e molto intensamente in politica?

Io credo che per essere considerato veramente coerente avrebbe dovuto rispettare integralmente le affermazioni fatte; visto che invece le rispetta solo in parte, allora è lecito che nasca qualche dubbio sulle vere motivazioni del suo gesto; ed io personalmente sono più propenso a pensare che le sue dimissioni sono state spinte dal cogliere l’occasione per  abbandonare le strade che aveva intrapreso, perché preoccupato da un possibile scivolone che si era accorto essere vicino.

Quelli che lo hanno seguito e che hanno accettata la sua politica pensavano che fosse giunto finalmente il salvatore del Paese; e che il Paese fosse in migliori condizioni dopo che il suo Governo si era insediato, può anche essere vero; ma siamo sicuri che questo miglioramento sia stato frutto della presenza di Renzi al comando?

Io dico di no, per un motivo molto semplice e che non può essere sottovalutato da nessuno. Renzi è stato semplicemente un “fortunato” e chiunque al suo posto lo sarebbe stato se avesse governato negli ultimi anni.

Mi spiego meglio dicendo che non è mai detto che un peggioramento o un miglioramento della vita dei cittadini dipenda sempre da quello che fa il Governo; nel nostro caso, premesso che voglio accettare che siamo di fronte ad un miglioramento, resta allora da capire se questo miglioramento è derivato da una amministrazione particolarmente efficace, o da altri fattori.

E allora invito i miei lettori a considerare un fatto importantissimo, che nessuno ha mai sbandierato e tantomeno il fortunato e furbo Renzi; quest’ultimo infatti, parlando di un fatto evidente a tutti, non gradiva perdere l’occasione di essere considerato il personaggio che aveva cambiato l’andamento delle cose in Italia,.

L’avvenimento importantissimo a cui io mi riferisco è la diminuzione improvvisa e notevolissima del costo del petrolio; infatti proprio durante il Governo Renzi abbiamo potuto vedere che il greggio è passato da 120 a 40 euro al barile che in termini percentuali è una diminuzione di più del 66%. Questa forte riduzione, si è ripercossa sul costo dei carburanti alla pompa che purtroppo non è diminuito della stessa percentuale visti che l’aggravio della tassazione non è in percentuale, ma in assoluto; ma comunque tutti sappiamo che il costo alla pompa è diminuito di un bel 30%.

Una simile così forte riduzione si è ovviamente ripercossa su tutta l’economia del Paese; il debito pubblico sarebbe dovuto diminuire e poiché questo non è avvenuto vuol dire che è stata compensata da un peggioramento che in questo caso può soltanto essere attribuito all’azione del Governo.

Gli introiti dell’erario sono aumentati non per particolari azioni governative, ma semplicemente per i maggiori consumi che sono derivati dal minor costo dell’energia.

Dunque la “fortuna” di cui ha goduto Renzi lo ha fatto apparire, a chi non è stato ben attento alle condizioni in cui si è trovato ad operare il suo Governo, l’artefice dei miglioramenti che tutti noi conosciamo.

Quello che ho citato è il vero motivo che ha consentito a Renzi di regalare i tanto pubblicizzati 80 euro a una parte della popolazione, che gli ha consentito di beneficare le neo mamme e i giovani diciottenni; tutte interessanti azioni di cui Renzi si è appropriato e con le quali intendeva gratuitamente accrescere la SUA popolarità.

Per chi ritiene che la principale dote di un uomo di Stato è il saper parlare a braccio e senza interruzione per ore, e anche che sia importante essere molto furbi, Renzi è veramente un grande Statista.

Renzi infatti è sia un gran parlatore, sia un furbo di prima categoria. Basta provare a pensare ad ogni sua mossa, compresa quella delle dimissioni da Presidente del Consiglio e scoprire che in ognuna di esse c’è un motivo utile a ingigantire il suo potere o a sfuggire dai pericoli incombenti.

Franco Fellicò

lunedì 5 dicembre 2016

La conclusione del …SI e NO


Dopo la chiara dimostrazione del pensiero della maggioranza degli italiani, naturalmente piace anche a me commentare gli avvenimenti. Io, come molti altri, sono stato dalla parte del NO, anche se avrei volentieri accettato qualche parte della proposta; ma purtroppo bisognava accettare “O TUTTO O NIENTE” ed allora sono stato costretto a respingerla per intero.

Dirò però subito che ora non voglio parlare né di VITTORIE né di SCONFITTE e anzi voglio sottolineare che quando sento parlare della vicenda in questi termini, mi indispettisco; e questo perché non siamo di fronte ad una partita di calcio, né tantomeno ad una guerra.

In un Paese democratico dove è stato indetto un referendum, che è una vera e propria CONSULTAZIONE della cittadinanza, evidentemente l'obiettivo era di capire cosa avrebbe gradito l’intera popolazione e una volta che lo si è saputo, mi sembra semplicemente STUPIDO parlare di vincitori e di sconfitti; bisogna invece soltanto prendere atto di quanto è stato manifestato ed agire di conseguenza.

Mi sembra quindi fuori luogo l’atteggiamento del premier, che dopo aver indetto lui stesso la consultazione (devo immaginare sempre per sentire il parere del Paese), decide di dimettersi, dichiarandosi SCONFITTO.

Questa sua reazione, da molti prevedibile, e che invece io non mi aspettavo per niente da una persona intelligente, mi ha fatto convincere che il premier che ci rappresentava, non essendo per niente disposto a tener conto di quanto i cittadini gli hanno palesato chiaramente, ha immediatamente dichiarato che lasciava la guida della Nazione, visto che i sudditi non erano d’accordo con lui.

Il suo discorso in cui ha dichiarato di dimettersi, è suonato come: “Non volete fare quello che voglio io? Allora vedetevela da soli!”; ha detto proprio così, anche se come fa abitualmente, ha adornato quello che ha proclamato con svariate frasi piene di patriottismo.

Sarebbe stato viceversa certamente più corretto se si considera, come ha sempre sostenuto, un servitore della Nazione, che avesse detto: “Mi rendo perfettamente conto del segnale che la maggioranza degli italiani mi ha fatto pervenire; dunque mi metto subito al lavoro, seguendo questa volta le indicazioni dei cittadini”.

La vicenda sarebbe stata vista, come effettivamente è, un più o meno giusto monito ad un premier un po’ arrogante, seguito da un ridimensionamento dello stesso; ma il super premier Renzi non c’è stato, e ha preferito la via della fuga.

Ora mi piacerebbe che il Presidente della Repubblica, non accettasse le sue dimissioni e lo invitasse piuttosto a lavorare, impegnandosi però a rispettando di più il volere della Nazione.

Se dovessi fare una previsione, dirò che sono certo che Renzi non lascerà la politica così come ha detto da tempo (ricordo che ha sempre affermato che se non riusciva a cambiare l’Italia come voleva lui, avrebbe lasciato non solo la carica che aveva, ma anche la politica); io penso invece che presto lo vedremo a Brussel a cercare di imporre lì le sue idee.

Franco Fellicò


lunedì 28 novembre 2016

E per concludere… prima del 4 dicembre


Ne ho sentite di cotte e di crude, dall’una e dall’altra parte, ma tutte le considerazioni che ho ascoltato sono servite sempre più a convincermi di essere cosciente e sicuro di quello che farò il giorno del referendum.

E chi è stato più efficiente nel convincermi devo dire che è stato proprio Renzi; infatti il modo con cui ha affrontato la SUA CAMPAGNA elettorale è servita più delle osservazioni dei grandi costituzionalisti a convincermi che non bisogna dare spago a chi non sa essere abbastanza saggio da tenersi signorilmente fuori dalla bagarre.

I suoi interessi personali e le sua ambizioni sono fuori ogni dubbio e nessuno può negarli; non è mancato giorno, né nessuna delle sue innumerevoli apparizioni alla TV di Stato, in cui non ha considerato che sarebbe stato meglio tacere; per lungo tempo non ho trovato l’aggettivo adatto, ma alla fine l’ho finalmente individuato: egli è stato ogni giorno, lo è tuttora e lo sarà sempre, un PETULANTE.

Ci ha offesi e ci offende ogni giorno continuando a sottolineare che chi vota NO è un inetto, che chi non vuole il SUO cambiamento è pazzo, che se vince il NO l’Italia precipiterà nel baratro; eppure sono 70 anni che l’Italia sopravvive malgrado l’imperversare della casta e non riuscirò mai a capire come mai ciò che non c’è mai stato finora non l’abbia già fatta precipitare nel baratro. Lui stesso dice che chi vota NO vuol lasciare le cose come stanno e sempre lui dice che lui e il suo Governo ha già salvata questa Nazione.

Poi sento che si lamenta perché la Corte Costituzionale ha bocciato un suo provvedimento e lo sento affermare che quello che lui voleva fare sarebbe servito ad evitare che una singola regione potesse bloccare il volere dello Stato Centrale, quasi che lo Stato Centrate fosse l’Onnipotente, unico organismo degno di decidere ogni cosa.

Voler abbattere gli ostacoli che possono frenare il volere del Governo Centrale per accelerare le decisioni di quest’ultimo, non mi sembra consono ad un popolo che ha deciso di trasformarsi in Repubblica dopo aver vissuto per molti anni in un regime totalitario.

E’ proprio vero che le opere realizzate nel ventennio del regime fascista, tenuto conto anche dei tempi meno tecnologici, non possono reggere il confronto con quanto si è fatto dopo, ma bisogna riconoscere che la lentezza delle decisioni dei Governi attuali sono lo scotto da pagare per poter vivere in un  Paese democratico dove NESSUNO può più alzarsi al mattino e decidere da solo.

E se Renzi vorrebbe proprio questo visto che desidera un Governo più forte che non incontri troppi ostacoli, vuol dire che la sua tendenza è quella di poter decidere senza freni.

Qualcuno potrebbe ritenere con lui che questo è un bene, ma allora estremizzando, potrebbe essere ancora meglio ritornare ad una dittatura. in maniera da avere un uomo solo che decide quando vuole ee essere sicuro che nessuno può contraddirlo. In quel caso TUTTI gli ostacoli sarebbero abbattuti, e le decisioni potrebbero essere non più veloci, ma fulminee.

In fondo anche questa eventualità sarebbe accettabile, ma chi ci assicurerebbe che le decisioni dell’uomo solo sarebbero gradite a tutti o almeno alla maggioranza dei cittadini?

Ed è per questo allora che è meglio (o è meno peggio se volete) che rimangano gli ostacoli, anche se occorrerà un maggior lavoro per superarli.

Sentire poi che bisogna fare le leggi più velocemente mi sconvolge; infatti in tanti ci hanno ricordato che siamo il Paese con il maggior numero di leggi al mondo; figuriamoci cosa potrebbe accadere se la velocità con cui esse potrebbero essere sfornate in futuro, riuscisse ad aumentare.

Noi non abbiamo bisogno di nuove leggi, e anche se ho sempre rifuggito dal fare paragoni con gli altri Paesi, in questo caso voglio proprio farlo ricordando che ci molti altri Paesi europei dove la vita è migliore e più ordinata della nostra, pur vivendo con un numero di leggi che in qualche caso è addirittura 1un decimo delle nostre.

Fare le leggi non serve, occorre far rispettare quelle che ci sono e per far questo non c’è bisogno di scomodare la Costituzione!

Ed ora prima che un amico che abitualmente commenta i miei scritti, mi scriva che andrò a votare sull'onda della antipatia/simpatia per Renzi, voglio far notare che in questo mio scritto è preponderante l'attenzione al contenuto della riforma e che certi atteggiamenti teatrali di un grande parlatore non sono serviti a far apparire meno drammatico il cambiamento che propone.

Concordo invece con il mio amico che non basta la sola onestà a risolvere tutti i problemi che abbiamo, ma accanto a tutte le altre doti (da cercare però esclusivamente tra gli onesti) oltre a tutte quelle da lui citate, penso che sarebbe anche molto importante una buona dose di MODESTIA.

Franco Fellicò



mercoledì 9 novembre 2016

Cambiare o non cambiare?


Già in altra occasione ne ho parlato e ho osservato che chi non vuol cambiare non è detto che sia un retrogrado tradizionalista, ma molto più probabilmente non gradisce il tipo di cambiamento proposto, o anche semplicemente non accetta il modo con cui viene proposto.

Non si può quindi biasimare chi non vuol cambiare, come fa continuamente il nostro premier, senza tener conto del contenuto della proposta di cambiamento che si fa.

Ci sono infatti tanti motivi che possono spingere a rifiutare un cambiamento e non per questo si può essere accusati di non desiderare il bene del proprio Paese; anzi potrebbe essere proprio l’attaccamento al proprio Paese che spinge molti italiani a rifiutare un cambiamento non gradito.

Ma il premier, che nostro malgrado ci hanno appioppato dal nulla, continua a ripeterci che quelli del NO al referendum, sono dei cattivi italiani.

Approfitto allora per rammentare al popolo del SI che nel 1946 fu stilata la nostra Costituzione da un’apposita commissione suddivisa in 3 sottocommissioni; che per definirla non bastarono gli 8 mesi fissati inizialmente, ma con successive proroghe la nostra carta Costituzionale vide la luce solo dopo ben un anno e 7 mesi dall’inizio dei lavori; che vi parteciparono 75 grandi uomini del tempo appartenenti A TUTTI I PARTITI e che essi avevano un'età media ben maggiore dei 50 anni; ricordo che noi li chiamiamo ancora oggi: “I padri costituenti”.

70 anni dopo ci capita di vedere che in un Governo neanche molto legalizzato, senza la partecipazione alla pari di tutti i partiti, una singola ragazzina di soli 36 anni ancora fresca di studi, suffragata da un premier non eletto dal popolo, e da pochi altri, si prende l’arbitrio di modificarla e di diventare la sola la redattrice di tutti i cambiamenti tanto da assumere il ruolo di MADRE della riforma,

Io osservo che i giovani hanno tutto il diritto di partecipare alla vita politiche della nazione, ma dovrebbero farlo sommessamente accanto a chi ha anni di esperienza vissuta nel campo; ad essi dovrebbero soltanto provare a far conoscere meglio anche le esigenze delle nuove generazioni.

Dunque un cambiamento Costituzionale proposto uniteralmente, da un politico ancora in erba e senza che lo stesso sia appoggiato anche dai partiti dell’opposizione, è un salto nel buoi che non ci possiamo permettere.

Se anche la Costituzione deve essere cambiata, la cosa va fatta alla stessa maniera di come la si fece circa un secolo fa, da un gruppo nutrito di politici appartenenti a tutti i partiti e dotati di TANTA ESPERIENZA.

Questo il motivo semplice per cui la logica dovrebbe imporci di rifiutare una proposta bella e confezionata, e propostaci da chi non è ben visto da TUTTA la cittadinanza; e questo non significa non voler un cambiamento, ma significa che esso, se è necessario, deve essere studiato e realizzato da tutte le forze politiche e da personaggi dotati non solo di grande intelligenza, ma anche di molta esperienza politica.


Franco Fellicò

giovedì 27 ottobre 2016

La lampada di Aladino


Immaginate di aver trovato la famosa “Lampada di Aladino” e che il Genio vi invitasse ad esprimere tre desideri che avrebbe esaudito. Tra tutti i problemi che abbiamo, pensate di riuscire a scegliere bene quali sarebbero i tre più importanti a cui dare una soluzione?

La disoccupazione, le tasse, la disonestà, i mafiosi, i migranti, le frane, le alluvioni, i terremoti, lo smog, la malavita, gli assassini, le ingiustizie, i politici,  gli amministratori pubblici, le malattie, la povertà, il debito pubblico, la sanità, la pubblica amministrazione, ecc. ecc.

Ebbene io ritengo che sarebbe invece facile trovarli e anzi penso che basterebbe che venisse risolto UNO SOLO di essi per far scomparire per  conseguenza tutti gli altri o quanto meno per svilirli tutti.

Credo proprio che il desiderio più utile da farci esaudire dal Genio, sarebbe certamente l’eliminazione della DISONESTA’. 

Infatti se scomparisse la disonestà:
  •  I mafiosi non esisterebbero visto che essi si servono della disonestà per sopravvivere
  • Le frane sarebbero minori e comunque meno catastrofiche perché non si sarebbero distrutte le foreste, né si sarebbero costruite case in luoghi inadeguati per soddisfare gli interessi di qualcuno
  • Le alluvioni sarebbero meno disastrose perché i soldi destinati alla gestione del suolo sarebbero stati spesi per sistemare gli alvei dei fiumi piuttosto che finire nelle tasche di qualche amministratore
  •  I terremoti provocherebbero  meno  danni e meno morti  perché le case sarebbero state tutte costruite rispettando i criteri antisismici e non risparmiando sul ferro e sul cemento per aumentare i guadagni illeciti di qualche costruttore
  • Lo smog sarebbe certamente ridotto perché le fabbriche, le auto e le caldaie sarebbero sempre in efficienza e non trascurate per utilizzare diversamente i risparmi ottenut
  •  Le ingiustizie scomparirebbero perché tutti i giudici lavorerebbero onestamente
  • La sanità avrebbe più risorse a disposizione perché il danaro ricevuto dallo Stato non finirebbe nelle tasche di qualche casa farmaceutica che aumenta i prezzi dei medicinali per realizzare maggiori guadagni
  • La pubblica amministrazione sarebbe efficiente e richiederebbe meno risorse perchè non ci sarebbero più i “furbetti del cartellino”  
  • Le malattie si ridurrebbero perché i medici svolgerebbero il loro lavoro come una missione e non per arricchirsi
  • Le tasse diminuirebbero perché le pagherebbero tutti
  • I politici e gli amministratori pubblici lavorerebbero veramente per il bene della cittadinanza e non solo per usufruire di benefici ingiusti, per guadagnare molto e per arricchirsi ulteriormente intascando mazzette
  • I migranti non sarebbero una fonte di guadagno per pochi sfruttatori, e sarebbero meglio trattati perché le risorse a essi destinate arriverebbero veramente a loro.
  • La disoccupazione diminuirebbe certamente perché scomparirebbe il lavoro nero 
  • La malavita e gli assassini si ridurrebbero perché le pene sarebbero certe
  • Il debito pubblico diminuirebbe perché lo stato incasserebbe più soldi pur non aumentando le tasse (perchè pagherebbero tutti) 
      Ho provato ad elencare un po’ di motivi per cui la sola eliminazione della disonestà e quindi della corruzione, risolverebbe tanti altri problemi, e chiunque può rendersi conto che questa eliminazione sarebbe utile alla soluzione di TUTTI gli altri problemi che ho mancato di citare, ma che pure abbiamo.

Mi piace aggiungere infine che il massimo effetto lo si potrebbe ottenere con l'eliminazione della disonestà dei potenti, cioè di chi ha il potere, visto che quest’ultimo è la prima fonte della disonestà.

E va considerato che si può essere disonesti a tutti i livelli, ma che la disonestà dei potenti è quella più dannosa, perché è quella che si ripercuote su un gran numero di persone.

E’ per questo che anni fa, non potendo chiedere aiuto alla lampada, avevo realizzato un sito web attraverso il quale speravo di indurre una grande quantità di cittadini  a “Portare  Gente Onesta al Governo”; ma purtroppo il tentativo fallì per lo scetticismo di tutti, e prima di ogni altro per lo scetticismo dei miei più cari amici e parenti.

Franco Fellicò