martedì 12 maggio 2009

L’Anti-Berlusconismo (...continua)


Effetti del mio scritto

Ne ho parlato con tanti, sia con amici che con parenti, e indipendentemente dal loro orientamento politico.

Ovviamente ho avuto riscontri diversi, ma in particolare ho potuto vedere che in generale sono stato abbastanza frainteso; infatti il mio intento era soltanto quello di esaminare e sottolineare alcuni comportamenti che mi sembravano atipici o almeno sproporzionati.

Non volevo affatto convincere nessuno a parteggiare per il partito avverso, ma soltanto volevo capire da cosa era spinto quell’ODIO PROFONDO che ho descritto.

Invece ogni discussione, sia fatta per email che di persona mi ha portato a dover discutere sul perché certi interventi che io ho portato solo quale esempio di qualcosa che comunque a mio avviso doveva essere apprezzato, erano invece considerati sbagliati e non di poco, visto che erano tali da suscitare tutta quella avversione per il leader dell’attuale governo.

La maggior parte degli “odianti” hanno cercato di sminuire anche i risultati evidenti, dando forte accento a piccoli particolari che a loro dire non hanno reso PERFETTI gli interventi stessi, cosa che li autorizzava automaticamente a definirli completamente sbagliati.

Insomma nessuna comprensione per chi cerca di fare qualcosa, ma una sicurezza assoluta che chi è dell’altra parte sbaglia per definizione.

In qualche caso mi hanno detto, senza aver peraltro alcuna prova, ma solo per aver dato credito a voci che corrono nella loro corrente politica, che le cose sono diverse da quelle che ci raccontano e che molte delle cose che ci raccontano sono balle.

In sostanza, mai nessuna cosa è stata fatta né bene né all’incirca bene; sembra quasi che si desideri piuttosto il NON INTERVENTO.

Anche l’eliminazione dell’ICI è stata ovviamente criticata e tutti hanno voluto dimenticare che durante la campagna elettorale questa possibile azione veniva sbandierata anche dalla sinistra.

A questo proposito approfitto perciò per raccontare qui di seguito una storiella, che come tutte le storielle ha anche una sua “morale”.



Una storiella (leggere e meditare)

In una famiglia in cui da anni le cose andavano avanti bene, un bel giorno il capofamiglia, pressato dalle difficoltà economiche sempre maggiori a causa di una crisi mondiale che aveva fatto aumentare il costo della vita a dismisura, si vide costretto a ridimensionare le sue spese e tra le altre cose decise anche di ridurre le paghette che era solito corrispondere ai suoi due figli.

A sua volta il primo dei due figli, ragazzo molto assennato, per adeguarsi alla nuova situazione decise di ridurre il suo consumo di sigarette e di andare in discoteca una volta al mese piuttosto che una volta alla settimana; l’altro invece, sicuro che il problema del padre non lo riguardava affatto, e assolutamente intenzionato a non cambiare le sue abitudini, decise di trovare in qualche altro modo la differenza di danaro che gli era venuto a mancare, e trovò la soluzione cominciando a trafugare qualche oggetto nei supermercati che vendeva poi agli amici e ai compagni di scuola.

Si trovava così bene nell’arrotondare in quel modo la sua paghetta che cominciò anche a pensare che se avesse incrementato il suo “facile lavoro” sarebbe riuscito non solo a mantenere il suo “tenore di vita precedente”, ma avrebbe addirittura avuto la possibilità di procurarsi nuovi svaghi.

La cosa durò a lungo prima che fosse preso in fragrante e che fosse punito secondo legge; ma sapete perché passò tanto tempo prima che fosse scoperto? Perché quasi tutti gli amici di quella famiglia, pur essendosi accorti della cosa, non pensarono di avvisare il loro amico padre del ragazzo, ma addirittura parlando tra di loro, lo giustificavano dicendo che la colpa era appunto del padre, perché se avesse fatto a meno di ridurgli la paghetta il ragazzo non avrebbe certamente rubato.

Allora io mi domando, chi è il vero colpevole? Visto che il fratello più onesto si era adeguato, perché non poteva farlo anche l’altro? O la colpa era del padre che non aveva pensato di andare a rubare lui, per poter continuare a dare ai figli la solita cifra settimanale?

Lo Stato è il padre e può decidere di stringere la cinghia rinunciando a qualche introito per agevolare i cittadini; ma la conseguenza corretta deve essere che i suoi figli (i Comuni o gli enti a cui è stata tolta un po’ di paghetta) si adeguino riducendo a loro volta le proprio spese, e non andando a rubare nelle tasche dei cittadini quello che è a loro mancato.

Osservo inoltre che quando qualche Comune si comporta come quel figlio dissennato, è molto grave che i cittadini gli diano ragione dando la colpa allo Stato che gli ha ridotto gli introiti e non a loro che invece hanno voluto ad ogni costo mantenere tutte le loro spese!

Se poi è proprio questo che qualcuno pensa e non ha nessuna intenzione di colpevolizzare il Comune ma anzi lo giustifica, allora sarebbe addirittura logico che lo IMITASSE andando a rubare a sua volta per recuperare il danaro che ingiustamente gli è stato richiesto.

E non mi si venga a dire che tutte le spese dei Comuni sono indispensabili, perché sono pronto a citarvi decine di interventi che potrebbero riportare le spese a rientrare negli attuali introiti.

A solo titolo di esempio su possibili centri di spesa su cui intervenire penso alle ingenti spese delle feste patronali, all’abbondante illuminazione delle strade per non dire di tutte le luminarie in occasione del Natale e del fine anno; al gran numero di manifesti alle inutili e dannose cunette artificiali e anche se volete agli abbellimenti della città che non sono certo indispensabili, senza contare alla gran quantità di auto e mezzi di ogni genere utilizzati dall’amministrazione municipale.

E dopo esser intervenuti in tutti questi sprechi se ancora non bastasse, e SOLTANTO se si dovesse necessariamente cominciare ad agire anche su sanità, scuola o su altri servizi di pari importanza, SOLO ALLORA si potrebbe cominciare a pensare di prelevare qualche nuovo introito tassando i cittadini.

Ancora una volta prego chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui, di riesaminare oggettivamente il proprio pensiero e di non giustificarsi ad ogni costo, ma di meditare onestamente su quanto ho detto, ponendosi l’obiettivo di capire se è giusto giustificare i Comuni (di qualunque colore siano) e di colpevolizzare invece il Governo centrale (anch’esso di qualunque colore sia).

I Comuni non hanno diritto ad alcuna giustificazione, il Governo può essere anche criticato se volete, però non certamente per aver cancellata l'ICI, ma piuttosto per non aver effettuato attenti controlli sulll'operato dei Comuni.