domenica 30 marzo 2014

Ma cos’è che rende interessante RENZI?




Questo nuovo capo del Governo sembra riscuotere sempre più consensi ed io allora mi domando: “Ma cosa ha di speciale questo giovane che pur facendo parte della CASTA politica non è inviso come tutti gli altri, e anzi sembra essere uno tra i pochi che è apprezzato da molti cittadini?”

Dopo averci pensato a lungo, mi sono convinto che il motivo c’è ed è il fatto che appare ai più come un individuo dotato di quella grinta e determinazione che appartiene normalmente ai DITTATORI.

Si, credo che sia proprio così; infatti gli italiani, dopo aver inutilmente sperato che la democrazia fosse la soluzione a tutti i mali, e dopo aver a lungo tentato di rincorrerla, si sono infine resi conto di desiderare piuttosto una dittatura (possibilmente “illuminata” come diceva un mio caro amico e collega) che avesse la forza e la capacità di “imporre” soluzioni, piuttosto che cercare di trovarle mediando tra le idee quasi sempre contrastanti di un parlamento “molto parlamentoso”.

Certe frasi come: “questo si deve fare” con l’aggiunta di “si possono sentire gli altri per migliorare se possibile quello che penso, ma in ogni caso si deve fare” non possono essere fraintese.

I suoi ministri, secondo lui, devono semplicemente attuare quello che lui pensa e non possono avere idee diverse; ciascuno di essi ha la responsabilità di un dicastero, ma nessuno di essi può prendere decisioni che siano in contrasto con ciò che lui pensa.

Credo che la prova più lampante sia il caso del ministro dell’economia Pietro Carlo Padoan il quale, lo ricordo bene perché l’ho anche scritto in un mio documento precedente, aveva esordito dicendo: “occorrerà spostare la tassazione sui consumi e sui patrimoni” e invece oggi si vede benissimo che ha messo completamente da parte quelle sue dichiarazioni ed idee, molto probabilmente perché “il capo” gli ha chiarito che lui la pensa diversamente.

Ed ora credo che sia sulla questione F35 dove abbiamo assistito alle contrastanti dichiarazioni di Roberta Pinotti che è passata in pochissimo tempo dal dimezzamento dell’acquisto, al mantenimento completo dello stesso, sia sulla questione prepensionamenti dei professori proposti da Maria Anna Madia in contrasto con quanto dice invece Stefania Giannini, deciderà LUI e anche se non lo sapremo, indicherà chiaramente alle giovani ministre cosa fare.

E così anche sulla questione della modificazione del SENATO, basta sentire le dichiarazioni di Renzi in risposta alle “resistenze di Pietro Grasso” che parla di “rischi democratici”.

Tutto queste cose, che in molti potrebbero definire poco democratiche, saranno risolte forse rapidamente dal modo di agire di Renzi il quale, dopo aver dichiarato apertamente che o riesce a mettere in atto quello che ha nella testa, oppure riterrà FINITA la sua carriera politica, non ha nessuna intenzione di fallire.

Bene. Questo modo di fare, molto dittatoriale, è proprio ciò che sta facendo crescere la fiducia in lui, e ciò dimostra quanto ho detto prima e cioè che il desiderio di “un po’ di dittatura” è molto diffuso tra la cittadinanza.

Che il suo atteggiamento sia dittatoriale è dimostrato anche dal fatto che segue le sue idee senza consentire a nessuno di contrastarle, anche se chi dissente fa parte del SUO PARTITO.

E questa ultima osservazione gli sta facendo guadagnare la fiducia anche di molti cittadini non di sinistra.

Dunque, quello che ci meritiamo e forse anche quello che desideravamo da un po’ di tempo, sembra sia arrivato; non è arrivato né dalla destra e nemmeno dalla sinistra, ma da un singolo uomo, giovane fuori, ma che sembra essere dotato dell’esperienza che altri di maggiore età non hanno.

Il suo team è costituito per la maggior parte da giovani come lui o meno di lui e forse non all’altezza del compito (a me molti di essi sembrano dei bambini destinati improvvisamente a risolvere problemi molto più grandi di loro), ma questo in fondo gli renderà più facile il compito che si è assunto, perché farà meno fatica a indirizzarli secondo i suoi voleri.

E’ un fatto positivo questo avvenimento? Secondo me sì, il gradimento tra i cittadini c’è e la forza di convincimento del premier darà certamente qualche frutto; e se come molti hanno osservato, anche “questa cura” dovesse fallire, potremo tranquillamente dire che, avendole provate tutte, per questo sventurato Paese non ci sono più speranze.

Franco Fellicò


giovedì 13 marzo 2014

Quote rosa e parità di genere


Ecco i due nuovi termini appositamente coniati dai nostri ministri. Anzi dalle nostre MINISTRE!

Chi scrive queste note è un uomo che non si dichiara maschilista, ma che ovviamente ha un minimo di fierezza per essere uomo, così come giustamente ogni donna è orgogliosa del suo essere donna.

Io ritengo che sia gli uomini che le donne, se dotati di un minimo di intelligenza, devono essere capaci di fare un ragionamento oggettivo prima d schierarsi da una parte o dall’altra.

E’ noto che alla nutrita schiera di donne che già sono al Governo, piuttosto che pensare a nuove proposte indirizzate alla soluzione dei numerosi e gravi problemi del Paese, è apparso MOLTO PIU’ IMPORTANTE introdurne uno nuovo e cioè la necessità di promulgare una legge che rendesse OBBLIGATORIA la presenza nella politica di una quantità di donne proporzionale a quelle presenti nel Paese.

La presidente della Camera Boldrini, ha infatti sfacciatamente affermato che le donna del Paese sono il 50% e DUNQUE non consentire che una stessa percentuale di chi le rappresenta sia costituita da donne, NON E’ DEMOCRATICO; lo ha detto dimenticando cha a tutt’oggi però non esiste NESSUN LlMITE che vieti nè il raggiungimento nè il superamento di una percentuale.

La Boldrini ritiente GIUSTA e DEMOCRATICA la richiesta e quindi ammette che se per assurdo non ci fossero abbastanza donne competenti e/o desiderose di entrare in politica, per raggiungere il numero che lei dice corretto pur di rispettare la regola, si potrebbe dover ricorrere anche ad utlizzare delle figure incompetenti; e dice anche per conseguenza che ove mai le donne competenti dovessero essere in numero maggiore, l’eventuale superamento del 50% di presenze femminili dovrebbe essere vietato.

La Boldrini, e tutte coloro che si sono vestite di bianco per affermare quanto fosse necessaria questa regola, non hanno proprio pensato che quello che conta veramente, in un mondo come il nostro dove ormai la parità tra i sessi è già abbondantemente riconosciuta, è la CAPACITA’ e la COMPETENZA, doti che possono essere trovate in diversa misura negli individui sia che fossero uomini che donne.

Io invece penso che se dovesse accadere che i migliori cervelli si ritrovino in un certo numero di donne tale che porti al Governo non il 50 ma l’80% di quel sesso, non per questo bisognerebbe ricorrere a degli uomini meno capaci, soltanto per mantenere il rapporto del 50% tra i sessi.

Un’altra considerazione voglio fare: se si vuol rincorrere questa cosiddetta parità di genere, mi domando come ma la Boldrini non ha anche affermato che una sia pur minima presenza di GAY dovrebbe per giustizia essere resa anch’essa OBBLIGATORIA; ed ancora: come mai non si decide che i rappresentanti del popolo non debbano essere il 50% di età inferiore ai 45 anni e il 50% di età superiore? O anche il 50% più alti di 1,60 e il 50% più bassi? E si potrebbe continuare con esempi simili.

A me pare anche che questa assurda richiesta può essere motivata solo da un desiderio corporativo di acquisire potere e noto anche che senza volerlo la Boldrini e le sue colleghe si sono considerate INFERIORI e invece di dimostrare il contrario, mostrando la loro capacità di pensare, hanno preferito pretendere una parità numerica che ritengono di NON POTER AVERE DIVERSAMENTE.

Infine non posso dirlo con certezza, ma ho l’impressione che quelle stesse donne che hanno portato avanti la richiesta delle quote rosa, si sono dichiarate contrarie alle PREFERENZE, dimostrando nuovamente di voler raggiungere il potere per LEGGE e non facendosi apprezzare per CAPACITA’ dagli elettori.

Io da uomo NON MASCHILSTA ma neanche FEMMINISTA, spero che la bocciatura ricevuta sia stata motivata dalle mie stesse considerazioni, e spero anche che le pretendenti alla parità di genere evitino di ripresentare questa stupida richiesta, dimostrando così di aver capito che NON CON I NUMERI si va al potere, ma piuttosto dimostrando le proprie capacità.

Se si hanno le capacità infatti si è scelti già da tempo indipendentemente dal sesso e la prova è lampante visto quante sono le appartenenti al “gentil sesso” che sono oggi tra i governanti; il mio augurio è che, sempre a patto che ci sia la competenza necessaria, il numero possa anche aumentare e senza alcun limite legato a percentuali, mentre ovviamente non accetterò mai di contribuire a portare al Governo donne o uomini incompetenti sulla base della PARITA’ DI GENERE.


Franco Fellicò