mercoledì 9 dicembre 2020

I fornitori di energia (mercato tutelato e mercato libero)

Ho deciso questa volta di affrontare un problema che nel 2021 tutti noi dovremmo risolvere.

Io non so chi lo ha deciso né perché è nata l’idea, ma certo è che entro il 31 dicembre del 2021  ogni famiglia italiana dovrà obbligatoriamente decidere di cambiare i propri fornitori di energia. SI, perché il mercato così detto TUTELATO scomparirà e ciascuno di noi dovrà avere un contratto per la fornitura del GAS e uno per quella dell’ELETTRICITA’  con un uno dei tanti fornitori di MERCATO LIBERO di queste energie.

I pochi fornitori attuali quelli che appartengono alla categoria del MERCATO TUTELATO dovranno scomparire e dovranno subentrare quelli del MERCATO LIBERO.

Ovviamente tutti gli attuali fornitori si presentano già da ora sul mercato anche con la loro offerta di mercato libero, ma pure in questo caso si tratta di forme contrattuale diverse e quindi anche se si rimane con lo stesso fornitore occorrerà fare una migrazione.

Ma cerchiamo di capire cosa cambia e possibilmente anche la logica di questo provvedimento. 

Purtroppo, come tutte le cose italiane, i motivi sono tanti e parlo di quelli dichiarati, mentre al solito ci sono tanti altri motivi nascosti che capiremo solo col tempo.

Tra gli obiettivi dichiarati c’è senz’altro il tentativo di promuovere la concorrenza e quindi si è pensato di scimmiottare quello che è stato fatto quando si è deciso di sostituire il monopolio della telefonia di Telecom (ex SIP) con diversi fornitori; e così, quasi come se questa modifica avesse avuto dei risultati miracolosi, si è pensato di ripetere l’errore anche con i fornitori di energia.

Ma questa volta le cose, per chi deve obbligatoriamente scegliersi un fornitore, sono molto ma molto più difficili perché gli elementi che occorre considerare per stabilire a quale fornitore affidarsi, sono moltissimi.

Ognuno di noi sa bene che quando riceve una bolletta del GAS o della LUCE, l’unica cosa che può fare è di pagare la cifra che vi è indicata; e sfido chiunque che abbia avuto l’accortezza  di annotare dai contatori i Kw e Metri cubi consumati di stabilire in anticipo a quanto ammonteranno le rispettive cifre da pagare; e affermo pure che neanche se volesse fidarsi dei Kw e Metri cubi consumati prendendoli dalla bolletta stessa, riuscirebbe a stabilire quale dovrebbe essere la cifra.

E questo perché, come viene dimostrato ogni volta da tre o quattro pagine piene di numeri, la cifra finale si compone di una moltitudine di elementi ciascuno dei quali ha un costo unitario che non è fisso ma è variabile  e come se non bastasse per ciascuno degli elementi la cifra variabile dipende anche da una serie di scaglioni.

Ho davanti a me una bolletta/fattura di ENI GAS (mercato tutelato) con un consumo di 171 SMC (SMC sta per “standard metro cubo” che è un metro cubo di GAS a 15 gradi centigradi alla pressione di 1 millibar) con € 175,89 da pagare; ma ne prendo un’altra precedente che riporta SMC consumati 46, totale da pagare €91,04.

Provo allora calcolare il costo per ogni SMC:

Nel primo caso: 175,89/171 = 1,029 Nel secondo caso: 91,04/46 = 1,979

Non credo ai miei occhi e allora cerco una terza bolletta per la quale ho pagato all’incirca la stessa cifra della prima e ne trovo una di €179,37, incredibile ma vero, trovo che quella cifra questa volta è servita a pagare 251 SMC e che quindi questa volta  il costo a SMC è stato di:

179,37/251 = 0,715 euro

Ma come mai tutto questo? Come mai il costo di 1 SMC è sempre così diverso? Ebbene la risposta è “chiaramente” (si fa per dire) dimostrata da tre pagine fitte di numeri e calcoli presenti in ciascuna bolletta.

Se esaminiamo la prima delle tre fatture, quella da €175,89, vediamo che la cifra viene raggiunta in questa maniera:

 A    65,14   Spesa per la materia gas naturale 

 B    51,58   Spesa per la distribuzione e il trasporto del gas e la gestione del contatore

 C       4,51   Spesa per gli oneri del sistema

 D     35,22  Totale imposte

 E     18,89   IVA su imponibile

 F        0,45   Altre partite (quota annuale per l’assicurazione contro i danni derivanti dall’uso

 G        0,10   IVA su altre partite

        _________

        175,89

E fin qui sembra anche semplice; ma attenzione La cifra A si compone di:

  1   Prezzo di commercializzazione al dettaglio (parte fissa) 

  2   Prezzo di commercializzazione al dettaglio (parte variabile)

  3   Oneri aggiuntivi compresi Oneri di Gradualità

  4   Materia prima gas (elemento QTMCV)

  5   Materia prima

La  cifra B si compone di:

  6   Quota fissa

  7   Quota energia (distribuzione)

  8   Quota energia (trasporto)

La cifra C si compone di:

  9   Quota fissa   

10   Quota energia

La cifra D si compone di:

11   Imposta erariale (3)

12   Addizionale enti locali (4)

Ma credete che sia finita? Niente affatto, perché ognuna delle voci da 1 fino a 12 si compone da un minimo di tre ad un massimo di 11 righe del tipo che segue (mostro solo il gruppo di righe della voce 2): 

                                         SMC       Scaglioni      €

Dal 06/01/19 al 28/02/19          €/smc      0,00794600              283               1         2,25      AGE

Dal 01/03/19 al 31/03/19          €/smc      0,00794600                79               1         0,63      AGE

Dal 01/04/20 al 30/04/19          €/smc      0,00794600                48               1         0,38      AGE

Dal 01/05/19 al 07/05/19          €/smc      0,00794600                  8               1         0,06      AGE

Dal 08/05/19 al 30/06/19          €/smc       0,00794600                27               1         0,21     AGE

Dal 08/05/19 al 30/06/19          €/smc       0,00794600                  5               1         0,04     ORD

Da queste righe sembra di capire che ci sono dei periodi non sempre della stessa ampiezza in cui l’ARERA fissa per questa voce il valore in euro per SMC. Il periodo 08/05/19-30/06/19 è ripetuto DUE volte e forse perché in quel periodo ci sono due tariffe da applicare una per 27 SMC e una per altri 5 SMC (rispettivamente tariffa agevolata e tariffa ordinaria). I valori per i vari periodi in questo caso sono sempre 0,00794600, ma evidentemente potrebbero anche essere diversi.                  

Ma un’altra cosa inspiegabile è che sommando tutti gli SMC si ottiene 450 e invece la bolletta dice che sono stati consumati 171 SMC!

Ma vi rendete conto allora a quali difficoltà va incontro un povero consumatore che volesse controllare le bollette ricevute? E’ chiaro quindi che l’unica cosa che si può fare è di pagare senza fiatare la cifra totale richiesta.

Tutto quello che, molto parzialmente, ho raccontato finora, dovrebbe essere chiaro per poter decidere a quale nuovo fornitore  rivolgersi; e si dovrebbe anche essere in grado di capire un analogo complicatissimo sistema di conteggio che gli altri fornitori mostrano; e in più, poiché le voci che comporranno le bollette dell’altro fornitore saranno assolutamente diverse anche nella composizione delle voci, ne consegue che non è possibile fare alcun confronto.

E allora, visto che i consumatori dovranno decidere entro il 2021 da chi farsi spolpare, su quali basi dovranno fare la scelta?

Cerchiamo di provarci insieme.

Poiché sia il gas che la luce sono sempre le stesse perché prodotte sempre dagli stessi produttori e commercializzati da molti fornitori, ovviamente l’unica base possibile dovrebbe essere il prezzo che ciascun fornitore pubblicizza.

Ma se esistesse un prezzo del SMC e del Kw non sarebbe difficile confrontare le varie offerte. Il fatto è che da come ho fatto vedere prima, le cifre in ballo sono moltissime e tutte variabili e dipendenti dagli scaglioni di consumo e anche dalle date in cui il consumo viene fatto E come se non bastasse tutte le voci che ho indicato non sono univoche perché ciascun fornitore ha una propria nomenclatura, poi ci sono le tariffe monorarie e quelle biorarie e per finire c’è una parte del tutto che non è decisa dai fornitori stessi ma dall’ARERA (che rimane sempre anche per il mercato libero) che decide periodicamente di fissare certi costi (quelle tabelle che ho indicato quindi avranno dei valori diversi a seconda del periodo in cui vengono prodotte). 

E’ poi c’è da segnalare che la parte che è decisa dai fornitore rappresenta solo all’incirca un 35% del tutto (mentre i costi variabili definiti periodicamente da ARERA e le imposte quindi sono il 65% del tutto).

La scelta allora si dovrebbe basare solo su quel 35% fissato dai fornitori, ma è assai difficile capire quali voce comprende. E anche se lo si capisse non sarebbero confrontabili con quelle di altri fornitori visto che ognuno di essi ha un numero diverso di voci di dettaglio.

Ma, cari lettori, quello che dovremo decidere entro il 2021 sarà proprio di fare due scelte (una per il gas e una per la luce) e sapete tra quante offerte dovremo fare la nostra scelta? Sedetevi per favore perché se doveste svenire non vorrei essere io il colpevole. E ora che siete seduti eccovi la risposta; dovrete scegliere per il GAS tra 424 offerte per prezzo fisso e 290 per prezzo variabile (i fornitori sono un po’ meno perché molti fornitori hanno diverse offerte) e per la LUCE  tra 445 offerte per prezzo fisso e 237 per prezzo variabile.!

Non so bene cosa si voglia intendere per prezzo fisso e prezzo variabile, ma è certo che è una ulteriore complicazione che serve quanto meno a confondere le idee.

Ebbene l’ARERA, l’organismo che si occupa di maneggiare periodicamente tutte le voci delle bollette energetiche (e della quale non ci libereremo neanche con l’avvento del mercato libero) utilizzando i suoi grandi computer ha pensato di dare una mano ai poveri consumatori ed è riuscita a fare una stima APPROSSIMATIVA dei costi che dovranno sostenere per ciascuna delle innumerevoli offerte dei fornitori del mercato libero; ed è riuscita perfino a calcolare per ciascuna offerta se la stessa è vantaggiosa o svantaggiosa rispetto al mercato tutelato fino a fornire addirittura una cifra in euro che per ogni offerta indica quanto in più o in meno il consumatore dovrà spendere!

Infatti andando a vedere la pagina del sito di ARERA di cui al link che segue:

https://www.ilportaleofferte.it/portaleOfferte/it/confronto-tariffe-prezzi-luce-gas.page?tipoOfferta=energiaElettrica&cap-comune=&code-istat=#page_top

troverete una pagina WEB che vi aiuterà a fare la vostra scelta sia per il GAS che per la ENERGIA ELETTRICA; dovrete semplicemente fornire poche informazioni e vi saranno mostrate le possibili offerte adatte e per ciascuna di esse anche il risparmio o la maggior spesa annua da sostenere. Avrete a disposizione quindi solo 424+290 offerte per il gas e 445+237 per l’energia elettrica. 

Per ciascuna offerta potrete vedere se vi farà risparmiare e di quanto all’anno o se vi farà pagare di più.

Ora per dimostrarvi quanto aleatorio sia quello che è esposto così dettagliatamente vi racconto quello che è capitato a me visto che ho fatto già la migrazione di un mio contratto di GAS da ENI (fornitore di mercato tutelato) a ILLUMIA (fornitore di mercato libero).

Io non ho fatto calcoli perché ero convinto di non poterci riuscire e mi sono fidato dell’Unione Consumatori che ha detto di aver organizzato un “gruppo di acquisto” e di aver scelto, tra i tanti fornitori, ILLUMIA avendo ottenuto un prezzo molto vantaggioso con una offerta a nome SicurInsieme. 

Ho già ricevuto due, fatture da Illumia e mi è parso invece di aver aumentata la spesa. Poco fa allora sono andato a vedere le offerte di Illumia sull’elenco di cui al link indicato sopra.  Ed ho trovato per Illumia ci sono ben 10 offerte diverse per il prezzo fisso  e 1 per il prezzo variabile. Nessuna di esse è la SicurInsieme (probabilmente perché essa è stata creata apposta per il gruppo di acquisto di UNC) e TUTTE le offerte mostrano un AGGRAVIO di spesa rispetto al mercato tutelato che va da un minimo annuo di €11,36 (offerta Amazing Xmas Gas) ad un massimo annuo di € 296,87 (offerta Illumia Relax Gas). 

Dunque, secondo ARERA Illumia non è un fornitore da scegliere, visto che come primo in classifica per vantaggio economico c’è SPIGAS con l’offerta “Restart Web Gas S” che darebbe un vantaggio annuo di €101,77.

E allora come mai l’Unione Consumatori, malgrado il gruppo di acquisto ha ottenuto uno svantaggio economico? Posso pensare di tutto ma lascio a ciascuno di voi di immaginare cosa possa essere accaduto.

A questo punto non mi resta che augurarvi buona fortuna nella vostra scelta, consigliandovi, quando dovrete decidere, di affidarvi al caso nella scelta; e potrebbe anche andarvi bene!

Voglio concludere comunque su questo argomento che dimostra la schizofrenia a cui siamo giunti a furia di tentare miglioramenti; penso solo a SMC (l metro cubo standard) e mi domando: ma i contatori che misurano i metri cubi di gas che passano attraverso le condutture misurano senza dubbio alla temperatura e pressione del luogo in cui si trovano, e allora come si fa a trasformare quel valore in uno diverso che dovrebbe essere quello che lo stesso contatore avrebbe trovato se fosse stato ad una temperatura di 15 gradi e a una pressione di 1 millibar? Certo che con un semplice calcolo ci si potrebbe riuscire, ma allora però bisognerebbe sapere a quale temperatura e pressione ogni contatore misura ogni metro cubo che passa e non mi risulta che i contatori siano dotati né di termometro, né di barometro e né di registratore orario dei due valori che so per certo non vengono rilevati. Ma per caso si utilizza la temperatura e la pressione media del posto in cui è il contatore? E se anche fosse così, quanto preciso sarebbe l’SMC così calcolato? Si tratta quindi di inutili sofisticazioni che creano solo altrettanto inutili complicazioni. 

E ora immaginate se si dovesse decidere di adottare i metodi usati per stabilire i prezzi dell’energia anche per stabilire i prezzi di vendita delle patate. Dovremmo stabilire il prezzo  del SKP (Standard  Kilogrammo Patate) che potrebbe essere quello di un tubero di dimensioni medie estratto da una profondità di 10 cm da un terreno umido al 70%, poi si dovrebbe valutare il costo di estrazione, il costo di trasporto di ogni singola patata, poi gli oneri di mano d’opera impiegata e con un apposito organismo l’ ARVEP (Autorità per la vendita delle Patate) definire periodicamente tutte queste variabili per stabilire il prezzo unitario da attribuire ad ogni valore lasciando una piccola parte del tutto ai venditori al dettaglio che dovrebbero esporre come prezzo soltanto quel 35% del tutto (opportunamente dettagliato) visto che il 65% sarebbe definito da ARVEP.

Vendere le patate alla maniera del gas e della luce è un assurdo, ma non vi sembra che invece vendere il gas e la luce come si vendono le patate sarebbe una magnifica semplificazione? Ci pensate a come sarebbe bello se tutti noi potessimo sapere che 1 Kw di LUCE costa X e un MC di Gas costa Y? 

Franco Fellicò


martedì 1 dicembre 2020

Quello che non dovrebbe accadere.

Abbiamo vissuto la prima ondata della pandemia con grande responsabilità e siamo stati tutti premiati; le drastiche restrizioni ci hanno regalato in cambio una riduzione rapida dei contagi, e l’annullamento quasi totale delle vittime. 

C’era certamente da gioire vista la piega che stava prendendo la pandemia nel nostro Paese che è stata addirittura quella maggiormente colpita in Europa.

L’azione, malgrado le critiche dell’opposizione, è stata immediata e forte e ad essa si è aggiunta la risposta responsabile di tutti noi che ne abbiamo capito il motivo.

Il mondo intero ha ammirato le scelte fatte dal Governo italiano e la risposta dei cittadini, tanto che il nostro Paese è stato considerato pubblicamente come un esempio da seguire.

E così è stato perché molti altri paesi europei ci hanno imitato.

Ma la cosa veramente premiante è stato il risultato ottenuto che ciascuno di noi conosce bene e ciascuno di noi apprezza.

Al buon risultato ottenuto, quando ormai i morti erano quasi azzerati e i contagi vicini allo zero, il Governo ha allentato la morsa delle restrizioni e tutti i cittadini si sono comportati come se tutto fosse finito; l’estate è stata come tutte le altre, malgrado le distanze regolamentari le spiagge sono risultate affollatissime e sono ripresi anche tutti i divertimenti insieme alla solita spensieratezza delle vacanze.

Grande è stato l’errore, perché proprio al termine dell’estate c’è stata una nuova impennata dei contagi che da qualche centinaio al giorno sono cresciuti velocemente e inesorabilmente fino a raggiungere i 35.000 contagi al giorno; i morti sono aumentati di pari passo e si sono più o meno stabilizzati in circa 800 al giorno. La nuova ondata, come è stata chiamata, è apparsa più nefasta della prima e il Governo è dovuto intervenire nuovamente; ma questa volta non lo ha fatto con il vigore della prima volta; la preoccupazione dei danni all’economia era forte e si è cercato di non tornare ad un nuovo lockdown,

Non so se a causa del minor rigore delle restrizioni o se per il forte desiderio di vivere liberamente, ma solo pochi le hanno rispettate e quel che è ancora più grave che la maggior parte di quelli che hanno trascurato di rispettarle non sono stati i poveri commercianti o i ristoratori, ma i giovani che non hanno saputo fare a meno dei loro divertimenti, dimenticando che quel loro mancato sacrificio lo avrebbe dovuto pagar caro tutta la comunità.

I controlli sono stati ridottissimi, basti pensare che hanno potuto riunirsi in  migliaia uno accanto all’altro a Napoli per omaggiare Maradona improvvisamente passato a miglior vita; e si sono riversati in migliaia (pare 20.000 tutti insieme) venerdì 27 novembre a Roma per entrare nel nuovo grande centro commerciale.

E allora, con tutto il rispetto per la morte di un campione mondiale del calcio, mi domando per quale motivo al funerale di un povero normale cittadino il numero dei partecipanti deve essere limitato, le distanze di sicurezza devono essere sempre rispettate e le mascherine sono d’obbligo e poi invece in una regione per giunta di fascia rossa, sono stati consentiti gli assembramenti che tutti noi abbiamo visto, l’assenza molto spesso di mascherine e le distanze nulle tra i manifestanti. Solo perché si trattava di Maradona? E la forza pubblica perché non è intervenuta e non ha disperso, magari con le lance ad acqua o con i lacrimogeni, la folla impazzita?

E per il nuovo centro commerciale; come mai è stata consentita l’apertura e per giunta il giorno 27 novembre (giorno del Black Friday)? Perché non si è capito che i soliti sconti che si praticano in quelle inaugurazioni aggiunti a quelli del Black Firiday avrebbe spinto migliaia e migliaia di cittadini ad accalcarsi nei lunghi corridoi delimitati dalle transenne?

E se proprio non si voleva vietare quella manifestazione, come mai non si sono multati tutti coloro che hanno senza alcun motivo urgente violato le regole? .

In complesso ormai è chiaro che la cittadinanza non è più disposta a collaborare con il Governo e che quindi le restrizioni esistono ma vengono rispettate solo da pochissimi.

Oggi ho sentito che con il passaggio della Lombardia dalla fascia rossa a quella arancione, che i negozi di piazza Duomo erano pieni e si notavano anche le file all’esterno in attesa di potervi entrare. Questo è un ottimo modo per peggiorare nuovamente una situazione che sembrava solo un po’ in miglioramento.

Immagino già quello che succederà a Natale e ancor più a Capodanno.

Io penso che ora che un lieve miglioramento stava manifestandosi bisognava ancor più stringere i freni per rendere più veloce la riduzione dei contagi e soprattutto dei morti. Ed invece sembra che siano tutti solo pronti ad approfittare dei piccoli miglioramenti per fermare le poche restrizioni esistenti; nessuno vuol capire che ci vuole molto poco per far riprendere il peggioramento.

Ma possibile che non siamo capaci di rinunziare anche totalmente per una sola volta nella vita alla baldoria del Natale e ancor più a quella di Capodanno? Non potremmo decidere quanto meno di rimandare quelle due feste a quando sarà veramente tutto finito?

La prova che allentare le cautele  produce immediatamente un  effetto negativo, l’abbiamo anche avuta; ed è possibile che ancora non abbiamo capito che stiamo facendo di tutto per far arrivare anche la terza ondata? Si parla del vaccino ormai vicino e non sarebbe il caso di attendere almeno che una buona parte della popolazione sia stata vaccinata, di rispettare nel frattempo scrupolosamente le restrizioni e magari di invocarne delle altre? 

Vi lascio con questi interrogativi.

Franco Fellicò