domenica 3 maggio 2015

Primo maggio 2015. Considerazioni e proposte


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Festa del lavoro, inaugurazione dell’EXPO 2015, manifestazione anti-expo e devastazione di Milano.
Non c’è male come giornata da ricordare; ma cosa dobbiamo ricordare di più? La festa del lavoro, l’avvio dell’expo o la distruzione dei beni pubblici e dei cittadini per mano dei black bloc?
Io non mi sento di sottovalutare quest’ultimo evento e anzi ritengo più che doveroso valutarne tutti gli aspetti e la gravità.
Da semplice cittadino voglio valutare l’avvenimento da tutti i punti di vista, senza farmi condizionare da quanti ne hanno parlato e ne parlano ancora.
Voglio cominciare da quando ho ascoltato con le mie orecchie alla TV che un corteo anti-expo aveva cominciato il suo percorso nel centro di Milano e che la polizia, che sapeva per certo della presenza tra i manifestanti di malintenzionati, aveva anche previsto di deviare il corteo per evitare che si avvicinasse troppo a delle zone.
Dunque la polizia sapeva, ed era proprio in attesa dell’inizio delle “ostilità”, ma avendo le “mani legate” da disposizioni precise che mirano a preservare la libertà di manifestare, non poteva intervenire preventivamente in nessun modo.
Quando però un gruppo di facinorosi (i black bloc) si è staccata dal corteo e, dopo essersi “camuffato”, ha cominciato a imbrattare i muri, ad infrangere le vetrine e ad incendiare le macchine e le banche, solo allora immagino che le forze dell’ordine fossero ormai legittimate ad intervenire anche con le maniere forti.
Ma quello che non capisco è che mentre gli operatori televisivi e i giornalisti erano così vicini ai malviventi da poterli riprendere e mostrarceli in diretta, e i devastatori si potevano riconoscere benissimo perché sembravano in divisa (casco bianco, guanti e mazze nelle mani, incappucciati e provvisti di maschere antigas), nessun poliziotto si è avvicinato ad essi per bloccarne almeno qualcuno; ma la polizia si è solo limitata a sparare lacrimogeni pur vedendo che a nulla servivano visto che i malviventi avevano le maschere, per cui i lacrimogeni sono serviti soltanto a rendere irrespirabile l’aria ai poveri cittadini inermi della zona.
Ho sentito dire che le forze di polizia hanno agito benissimo e che se non fosse stato per il loro intervento, i danni sarebbero stati molto maggiori; io ho grande rispetto per polizia e carabinieri e ritengo che essi rappresentano alcune tra le poche organizzazioni di questo sventurato Paese che funzionano veramente, ma non riesco a capire come è stato possibile che NEANCHE UNO di questi vandali fosse stato bloccato e preso nel momento in cui rompeva una vetrina con un martello o incendiava un’auto; e questo mentre i cameramen a pochi metri da loro li riprendevano da vicino.
Poi i vandali hanno deciso di loro iniziativa di scomparire; forse ritenendo di aver raggiunto completamente gli obiettivi di distruzione che si erano posti, abbiamo visto che si sono “svestiti”, hanno abbandonato tutti gli indumenti e le attrezzature che avevano abbondantemente utilizzato e sono ridiventati degli innocenti manifestanti!
Subito dopo ho visto i mezzi dei vigili del fuoco che iniziavano a ripulire le strade dall’enorme quantità di vestiti e oggetti abbandonati e mi sono meravigliato che non si fosse proceduto invece a esaminare con cure quegli oggetti sul posto in cui erano stati lasciati, per cercare almeno di rilevare delle impronte digitali e perché no, anche possibili tracce di DNA allo scopo di poter meglio procedere, almeno in tempi successivi, all’identificazione dei colpevoli.
Ho poi ho sentito che sono stati arrestati, almeno finora, 5 individui. Anche questa notizia mi lascia interdetto perché mi sembra impossibile che su 500 scalmanati (tanti sono stati valutati) in piena azione e a pochi metri dalla polizia, ne siano stati presi soltanto l’1%.
Ma andiamo avanti, ammesso anche che i 5 non riescano a trovare il modo di discolparsi, vediamo cosa dobbiamo aspettarci ora.
Sento dire che poiché FORSE essi potrebbero essere anche incolpati di “devastazione”, potrebbero rischiare anche di ricevere una condanna di 15 anni di reclusione.
Orbene, sempre ammesso che si riuscisse a condannarli e anche a comminare loro il massimo della pena, significherebbe che la società, dopo aver pagato gli ingenti danni ricevuti, dovrebbe mantenere in galera per 15 anni, almeno 5 dei 500 colpevoli. Visto che è stato valutato che ogni giorno di prigione costa allo Stato 140 euro, questo significa che questi malviventi ci costeranno altri 3.832.500 euro.
A questo punto non riesco a fare a meno di pensare al fatto che abbiamo una giustizia assolutamente sbagliata e mi torna alla mente quanto ho più volte sperato si capisse.
Premetto che riterrei giustissimo, tanto per cominciare, condannare questi individui ad assistere impotenti all’incendio di tutti i loro beni in maniera da far vivere loro la stessa sofferenza che hanno imposto a tanti cittadini innocenti; ritengo invece assolutamente insufficiente e costoso infliggere loro una pena detentiva.
Mi sembrerebbe invece molto più appropriato e punitivo condannarli a lavorare fisicamente per tutto il  tempo necessario a raggranellare tanto danaro quanto ne serve per ripagare TUTTI i danni causati.
Questa è una mia vecchia idea che ho sempre ritenuta utile sia a far meglio capire che “chi rompe paga”, sia per far capire che per pagare occorre LAVORARE.
Quindi ancora una volta propongo di condannare questi balordi a farli lavorare duramente fino a quando non avranno ripagato tutti i danni prodotti, oltre ad una congrua percentuale di maggiorazione per coprire anche le spese che la società dovrà sostenere per mantenerli in vita nel frattempo.
Franco Fellicò

1 commento:

Ugo Mocci ha detto...

Sono d'accordo. Poiché siamo una repubblica fondata sul lavoro, il lavoro andrebbe considerato come la principale forma di educazione. Penso anzi che il principio dovrebbe essere applicato non solo al reato di devastazione ma anche a diversi altri reati.