giovedì 19 gennaio 2017

Terremoto, neve e… polemiche


Due eventi disastrosi, non solo entrambi di una intensità assolutamente insolita, ma anche contemporanei, ciascuno dei quali ha ingigantito l’altro; questo è ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni e non soltanto nelle zone dell’Appennino in cui sono più concentrati gli eventi.

L’Italia intera è in difficoltà e da ogni parte di essa piovono richieste di aiuti e ahimè giungono anche continue critiche e polemiche provenienti per lo più proprio da chi dovrebbe soltanto ringraziare Dio per essere stato meno colpito.

Ho deciso di scrivere queste righe sollecitato dalle parole di una tedesca ascoltate alla TV di LA7 (non so bene chi sia perché avevo appena acceso il televisore); lei si lamentava dell’inefficienza delle nostre strutture che non avevano provveduto a liberare rapidamente dalla neve l’autostrada SALERNO-REGGIO CALABRIA, strada di grande comunicazione che doveva permettere il rapido spostamento dei mezzi (queste le sue parole).

Ma ascoltando le interviste fatte dai media, nulla di diverso si può ascoltare in ogni momento; tutti si lamentano dei mancati aiuti; anche il sindaco di Amatrice (che mi piace considerare un eroe del suo paese) dichiarava di aver chiesto da giorni l’intervento delle TURBINE visto che i comuni spazzaneve non riuscivano a liberare le strade dalla insolita grande quantità di neve caduta.

E ci sono tuttora (ore 10,00 del 19 gennaio) anche polemiche per il mancato raggiungimento dell’albergo di Rigopiano investito da una slavina (ovviamente provocata da una scossa tellurica); i mezzi sono infatti ancora a 4 chilometri dall’hotel  per l’impossibilità di superare le grandi barriere di neve; e solo alcuni uomini del soccorso alpino hanno potuto raggiungere con gli SCI il luogo del disastro dove al momento hanno già constatato che ci sono molti morti!

In questa situazione grave in cui i mezzi su ruote non possono muoversi, gli elicotteri probabilmente non possono atterrare su distese di neve che possono nascondere sotto la coltre ostacoli pericolosi, c’è ancora chi si permette di dire che la macchina dello Stato non funziona.

Poi ci sono quelli che a distanza di chilometri dall’epicentro del sisma, hanno subito comunque qualche disservizio serio (mancanza di acqua e di luce anche per giorni) ma che pur vivendo all’interno delle proprie case sia pure al freddo e al buio, si lamentano della situazione ed imprecano contro chi secondo loro NON SI ADOPERA per riparare i danni che hanno originato il problema.

Non c’è nessuno, e ripeto nessuno, che sia capace di mettersi nei panni di chi sta dall’altra parte e si trova pressato tra la necessità di affrontare una montagna di eventi mai accaduti prima su così vasta scala e quella di dare ascolto alle innumerevoli richieste, l’una più urgente dell’altra che piovono ad ogni secondo.

Io posso capire benissimo che una sindaca intervistata alla TV dice che è il terzo giorno che il suo paese di qualche migliaio di abitanti è senza luce e una sua concittadina che aggiunge che non può riscaldare la sua casa dove ha una bimba con la febbre; ma lo capirei se questo venisse detto con l’intento di far conoscere a tutti i connazionali il disagio in cui si trovano; ma non accetto invece che queste dichiarazioni vengano fatte per COLPEVOLIZZARE la macchina degli aiuti che non è riuscita ad evitar loro IMMEDIATAMENTE la mancanza di certi servizi sia pure importanti.

Io trovo che nessuno, e specie quelli che hanno subito meno danni, valuta quanto tremendo è il momento e quanto enormi sono le richieste di assistenza.

La macchina dello Stato dispone di uomini (Carabinieri e varie altre forze di polizia, Vigili del fuoco, Protezione civile e anche Volontari) e mezzi la cui entità per forza di cose non è ovviamente stata calcolata per far fronte ad una simile concomitanza  di eventi disastrosi; la maggior parte dei mezzi per lo sgombero della neve sono giustamente dislocati nel nord d’Italia e non certo nella stessa misura in Puglia o in Calabria dove le nevicate son quasi sempre INESISTENTI; eppure quando, come in questo caso, la necessità delle turbine si rende necessario anche in questi posti più fortunati, subito ci si lamenta e non si accetta neanche di aspettare che una turbina riesca ad arrivare magari da Bolzano! La disponibilità di uomini e di mezzi non è solo di chi si occupa direttamente dell’aiuto a chi è in difficoltà, ma anche di ogni azienda di servizi; intendo dire che GIUSTAMENTE la disponibilità di squadre per la riparazione di guasti della rete elettrica o degli acquedotti è stata definita in funzione dei possibili guasti ordinari e bisognerebbe capire che non si può pretendere né che quelle stesse squadre riescano immediatamente a risolvere centinaia di problemi nello stesso momento, né che le aziende di servizi dispongano di squadre in una misura atta a gestire con pari rapidità anche eventi eccezionali.

Io vorrei allora spezzare una lancia in favore di chi si sta prodigando per il bene di chi è in difficoltà, affrontando carichi di lavoro inconsueti pur di riuscire a ridurre al minimo i disagi della popolazione, e vorrei invitare specie coloro che stanno subendo dei danni limitati (al confronto di chi è sotto una tenda e in mezzo alla neve nei pressi dell’epicentro del sisma) di essere un po’ più pazienti, considerando che la loro casa, sia pure senza né acqua né energia, sarebbe considerata una reggia da molti concittadini veramente in disgrazia.

Infine vorrei che chi si lamenta per una inefficienza lo faccia pure, ma consideri prima se la situazione in cui l’inefficienza viene rilevata è ordinaria o se ci si trova in un momento particolarmente difficile per tutti.

Voglio dire che mi sembra più corretto lamentarsi per due ore di interruzione dell’energia elettrica in situazione ordinaria, che per tre giorni di mancanza di energia quando mezza Italia è sotto la neve e nel pieno di un grosso sisma.

Franco Fellicò