mercoledì 9 dicembre 2020

I fornitori di energia (mercato tutelato e mercato libero)

Ho deciso questa volta di affrontare un problema che nel 2021 tutti noi dovremmo risolvere.

Io non so chi lo ha deciso né perché è nata l’idea, ma certo è che entro il 31 dicembre del 2021  ogni famiglia italiana dovrà obbligatoriamente decidere di cambiare i propri fornitori di energia. SI, perché il mercato così detto TUTELATO scomparirà e ciascuno di noi dovrà avere un contratto per la fornitura del GAS e uno per quella dell’ELETTRICITA’  con un uno dei tanti fornitori di MERCATO LIBERO di queste energie.

I pochi fornitori attuali quelli che appartengono alla categoria del MERCATO TUTELATO dovranno scomparire e dovranno subentrare quelli del MERCATO LIBERO.

Ovviamente tutti gli attuali fornitori si presentano già da ora sul mercato anche con la loro offerta di mercato libero, ma pure in questo caso si tratta di forme contrattuale diverse e quindi anche se si rimane con lo stesso fornitore occorrerà fare una migrazione.

Ma cerchiamo di capire cosa cambia e possibilmente anche la logica di questo provvedimento. 

Purtroppo, come tutte le cose italiane, i motivi sono tanti e parlo di quelli dichiarati, mentre al solito ci sono tanti altri motivi nascosti che capiremo solo col tempo.

Tra gli obiettivi dichiarati c’è senz’altro il tentativo di promuovere la concorrenza e quindi si è pensato di scimmiottare quello che è stato fatto quando si è deciso di sostituire il monopolio della telefonia di Telecom (ex SIP) con diversi fornitori; e così, quasi come se questa modifica avesse avuto dei risultati miracolosi, si è pensato di ripetere l’errore anche con i fornitori di energia.

Ma questa volta le cose, per chi deve obbligatoriamente scegliersi un fornitore, sono molto ma molto più difficili perché gli elementi che occorre considerare per stabilire a quale fornitore affidarsi, sono moltissimi.

Ognuno di noi sa bene che quando riceve una bolletta del GAS o della LUCE, l’unica cosa che può fare è di pagare la cifra che vi è indicata; e sfido chiunque che abbia avuto l’accortezza  di annotare dai contatori i Kw e Metri cubi consumati di stabilire in anticipo a quanto ammonteranno le rispettive cifre da pagare; e affermo pure che neanche se volesse fidarsi dei Kw e Metri cubi consumati prendendoli dalla bolletta stessa, riuscirebbe a stabilire quale dovrebbe essere la cifra.

E questo perché, come viene dimostrato ogni volta da tre o quattro pagine piene di numeri, la cifra finale si compone di una moltitudine di elementi ciascuno dei quali ha un costo unitario che non è fisso ma è variabile  e come se non bastasse per ciascuno degli elementi la cifra variabile dipende anche da una serie di scaglioni.

Ho davanti a me una bolletta/fattura di ENI GAS (mercato tutelato) con un consumo di 171 SMC (SMC sta per “standard metro cubo” che è un metro cubo di GAS a 15 gradi centigradi alla pressione di 1 millibar) con € 175,89 da pagare; ma ne prendo un’altra precedente che riporta SMC consumati 46, totale da pagare €91,04.

Provo allora calcolare il costo per ogni SMC:

Nel primo caso: 175,89/171 = 1,029 Nel secondo caso: 91,04/46 = 1,979

Non credo ai miei occhi e allora cerco una terza bolletta per la quale ho pagato all’incirca la stessa cifra della prima e ne trovo una di €179,37, incredibile ma vero, trovo che quella cifra questa volta è servita a pagare 251 SMC e che quindi questa volta  il costo a SMC è stato di:

179,37/251 = 0,715 euro

Ma come mai tutto questo? Come mai il costo di 1 SMC è sempre così diverso? Ebbene la risposta è “chiaramente” (si fa per dire) dimostrata da tre pagine fitte di numeri e calcoli presenti in ciascuna bolletta.

Se esaminiamo la prima delle tre fatture, quella da €175,89, vediamo che la cifra viene raggiunta in questa maniera:

 A    65,14   Spesa per la materia gas naturale 

 B    51,58   Spesa per la distribuzione e il trasporto del gas e la gestione del contatore

 C       4,51   Spesa per gli oneri del sistema

 D     35,22  Totale imposte

 E     18,89   IVA su imponibile

 F        0,45   Altre partite (quota annuale per l’assicurazione contro i danni derivanti dall’uso

 G        0,10   IVA su altre partite

        _________

        175,89

E fin qui sembra anche semplice; ma attenzione La cifra A si compone di:

  1   Prezzo di commercializzazione al dettaglio (parte fissa) 

  2   Prezzo di commercializzazione al dettaglio (parte variabile)

  3   Oneri aggiuntivi compresi Oneri di Gradualità

  4   Materia prima gas (elemento QTMCV)

  5   Materia prima

La  cifra B si compone di:

  6   Quota fissa

  7   Quota energia (distribuzione)

  8   Quota energia (trasporto)

La cifra C si compone di:

  9   Quota fissa   

10   Quota energia

La cifra D si compone di:

11   Imposta erariale (3)

12   Addizionale enti locali (4)

Ma credete che sia finita? Niente affatto, perché ognuna delle voci da 1 fino a 12 si compone da un minimo di tre ad un massimo di 11 righe del tipo che segue (mostro solo il gruppo di righe della voce 2): 

                                         SMC       Scaglioni      €

Dal 06/01/19 al 28/02/19          €/smc      0,00794600              283               1         2,25      AGE

Dal 01/03/19 al 31/03/19          €/smc      0,00794600                79               1         0,63      AGE

Dal 01/04/20 al 30/04/19          €/smc      0,00794600                48               1         0,38      AGE

Dal 01/05/19 al 07/05/19          €/smc      0,00794600                  8               1         0,06      AGE

Dal 08/05/19 al 30/06/19          €/smc       0,00794600                27               1         0,21     AGE

Dal 08/05/19 al 30/06/19          €/smc       0,00794600                  5               1         0,04     ORD

Da queste righe sembra di capire che ci sono dei periodi non sempre della stessa ampiezza in cui l’ARERA fissa per questa voce il valore in euro per SMC. Il periodo 08/05/19-30/06/19 è ripetuto DUE volte e forse perché in quel periodo ci sono due tariffe da applicare una per 27 SMC e una per altri 5 SMC (rispettivamente tariffa agevolata e tariffa ordinaria). I valori per i vari periodi in questo caso sono sempre 0,00794600, ma evidentemente potrebbero anche essere diversi.                  

Ma un’altra cosa inspiegabile è che sommando tutti gli SMC si ottiene 450 e invece la bolletta dice che sono stati consumati 171 SMC!

Ma vi rendete conto allora a quali difficoltà va incontro un povero consumatore che volesse controllare le bollette ricevute? E’ chiaro quindi che l’unica cosa che si può fare è di pagare senza fiatare la cifra totale richiesta.

Tutto quello che, molto parzialmente, ho raccontato finora, dovrebbe essere chiaro per poter decidere a quale nuovo fornitore  rivolgersi; e si dovrebbe anche essere in grado di capire un analogo complicatissimo sistema di conteggio che gli altri fornitori mostrano; e in più, poiché le voci che comporranno le bollette dell’altro fornitore saranno assolutamente diverse anche nella composizione delle voci, ne consegue che non è possibile fare alcun confronto.

E allora, visto che i consumatori dovranno decidere entro il 2021 da chi farsi spolpare, su quali basi dovranno fare la scelta?

Cerchiamo di provarci insieme.

Poiché sia il gas che la luce sono sempre le stesse perché prodotte sempre dagli stessi produttori e commercializzati da molti fornitori, ovviamente l’unica base possibile dovrebbe essere il prezzo che ciascun fornitore pubblicizza.

Ma se esistesse un prezzo del SMC e del Kw non sarebbe difficile confrontare le varie offerte. Il fatto è che da come ho fatto vedere prima, le cifre in ballo sono moltissime e tutte variabili e dipendenti dagli scaglioni di consumo e anche dalle date in cui il consumo viene fatto E come se non bastasse tutte le voci che ho indicato non sono univoche perché ciascun fornitore ha una propria nomenclatura, poi ci sono le tariffe monorarie e quelle biorarie e per finire c’è una parte del tutto che non è decisa dai fornitori stessi ma dall’ARERA (che rimane sempre anche per il mercato libero) che decide periodicamente di fissare certi costi (quelle tabelle che ho indicato quindi avranno dei valori diversi a seconda del periodo in cui vengono prodotte). 

E’ poi c’è da segnalare che la parte che è decisa dai fornitore rappresenta solo all’incirca un 35% del tutto (mentre i costi variabili definiti periodicamente da ARERA e le imposte quindi sono il 65% del tutto).

La scelta allora si dovrebbe basare solo su quel 35% fissato dai fornitori, ma è assai difficile capire quali voce comprende. E anche se lo si capisse non sarebbero confrontabili con quelle di altri fornitori visto che ognuno di essi ha un numero diverso di voci di dettaglio.

Ma, cari lettori, quello che dovremo decidere entro il 2021 sarà proprio di fare due scelte (una per il gas e una per la luce) e sapete tra quante offerte dovremo fare la nostra scelta? Sedetevi per favore perché se doveste svenire non vorrei essere io il colpevole. E ora che siete seduti eccovi la risposta; dovrete scegliere per il GAS tra 424 offerte per prezzo fisso e 290 per prezzo variabile (i fornitori sono un po’ meno perché molti fornitori hanno diverse offerte) e per la LUCE  tra 445 offerte per prezzo fisso e 237 per prezzo variabile.!

Non so bene cosa si voglia intendere per prezzo fisso e prezzo variabile, ma è certo che è una ulteriore complicazione che serve quanto meno a confondere le idee.

Ebbene l’ARERA, l’organismo che si occupa di maneggiare periodicamente tutte le voci delle bollette energetiche (e della quale non ci libereremo neanche con l’avvento del mercato libero) utilizzando i suoi grandi computer ha pensato di dare una mano ai poveri consumatori ed è riuscita a fare una stima APPROSSIMATIVA dei costi che dovranno sostenere per ciascuna delle innumerevoli offerte dei fornitori del mercato libero; ed è riuscita perfino a calcolare per ciascuna offerta se la stessa è vantaggiosa o svantaggiosa rispetto al mercato tutelato fino a fornire addirittura una cifra in euro che per ogni offerta indica quanto in più o in meno il consumatore dovrà spendere!

Infatti andando a vedere la pagina del sito di ARERA di cui al link che segue:

https://www.ilportaleofferte.it/portaleOfferte/it/confronto-tariffe-prezzi-luce-gas.page?tipoOfferta=energiaElettrica&cap-comune=&code-istat=#page_top

troverete una pagina WEB che vi aiuterà a fare la vostra scelta sia per il GAS che per la ENERGIA ELETTRICA; dovrete semplicemente fornire poche informazioni e vi saranno mostrate le possibili offerte adatte e per ciascuna di esse anche il risparmio o la maggior spesa annua da sostenere. Avrete a disposizione quindi solo 424+290 offerte per il gas e 445+237 per l’energia elettrica. 

Per ciascuna offerta potrete vedere se vi farà risparmiare e di quanto all’anno o se vi farà pagare di più.

Ora per dimostrarvi quanto aleatorio sia quello che è esposto così dettagliatamente vi racconto quello che è capitato a me visto che ho fatto già la migrazione di un mio contratto di GAS da ENI (fornitore di mercato tutelato) a ILLUMIA (fornitore di mercato libero).

Io non ho fatto calcoli perché ero convinto di non poterci riuscire e mi sono fidato dell’Unione Consumatori che ha detto di aver organizzato un “gruppo di acquisto” e di aver scelto, tra i tanti fornitori, ILLUMIA avendo ottenuto un prezzo molto vantaggioso con una offerta a nome SicurInsieme. 

Ho già ricevuto due, fatture da Illumia e mi è parso invece di aver aumentata la spesa. Poco fa allora sono andato a vedere le offerte di Illumia sull’elenco di cui al link indicato sopra.  Ed ho trovato per Illumia ci sono ben 10 offerte diverse per il prezzo fisso  e 1 per il prezzo variabile. Nessuna di esse è la SicurInsieme (probabilmente perché essa è stata creata apposta per il gruppo di acquisto di UNC) e TUTTE le offerte mostrano un AGGRAVIO di spesa rispetto al mercato tutelato che va da un minimo annuo di €11,36 (offerta Amazing Xmas Gas) ad un massimo annuo di € 296,87 (offerta Illumia Relax Gas). 

Dunque, secondo ARERA Illumia non è un fornitore da scegliere, visto che come primo in classifica per vantaggio economico c’è SPIGAS con l’offerta “Restart Web Gas S” che darebbe un vantaggio annuo di €101,77.

E allora come mai l’Unione Consumatori, malgrado il gruppo di acquisto ha ottenuto uno svantaggio economico? Posso pensare di tutto ma lascio a ciascuno di voi di immaginare cosa possa essere accaduto.

A questo punto non mi resta che augurarvi buona fortuna nella vostra scelta, consigliandovi, quando dovrete decidere, di affidarvi al caso nella scelta; e potrebbe anche andarvi bene!

Voglio concludere comunque su questo argomento che dimostra la schizofrenia a cui siamo giunti a furia di tentare miglioramenti; penso solo a SMC (l metro cubo standard) e mi domando: ma i contatori che misurano i metri cubi di gas che passano attraverso le condutture misurano senza dubbio alla temperatura e pressione del luogo in cui si trovano, e allora come si fa a trasformare quel valore in uno diverso che dovrebbe essere quello che lo stesso contatore avrebbe trovato se fosse stato ad una temperatura di 15 gradi e a una pressione di 1 millibar? Certo che con un semplice calcolo ci si potrebbe riuscire, ma allora però bisognerebbe sapere a quale temperatura e pressione ogni contatore misura ogni metro cubo che passa e non mi risulta che i contatori siano dotati né di termometro, né di barometro e né di registratore orario dei due valori che so per certo non vengono rilevati. Ma per caso si utilizza la temperatura e la pressione media del posto in cui è il contatore? E se anche fosse così, quanto preciso sarebbe l’SMC così calcolato? Si tratta quindi di inutili sofisticazioni che creano solo altrettanto inutili complicazioni. 

E ora immaginate se si dovesse decidere di adottare i metodi usati per stabilire i prezzi dell’energia anche per stabilire i prezzi di vendita delle patate. Dovremmo stabilire il prezzo  del SKP (Standard  Kilogrammo Patate) che potrebbe essere quello di un tubero di dimensioni medie estratto da una profondità di 10 cm da un terreno umido al 70%, poi si dovrebbe valutare il costo di estrazione, il costo di trasporto di ogni singola patata, poi gli oneri di mano d’opera impiegata e con un apposito organismo l’ ARVEP (Autorità per la vendita delle Patate) definire periodicamente tutte queste variabili per stabilire il prezzo unitario da attribuire ad ogni valore lasciando una piccola parte del tutto ai venditori al dettaglio che dovrebbero esporre come prezzo soltanto quel 35% del tutto (opportunamente dettagliato) visto che il 65% sarebbe definito da ARVEP.

Vendere le patate alla maniera del gas e della luce è un assurdo, ma non vi sembra che invece vendere il gas e la luce come si vendono le patate sarebbe una magnifica semplificazione? Ci pensate a come sarebbe bello se tutti noi potessimo sapere che 1 Kw di LUCE costa X e un MC di Gas costa Y? 

Franco Fellicò


martedì 1 dicembre 2020

Quello che non dovrebbe accadere.

Abbiamo vissuto la prima ondata della pandemia con grande responsabilità e siamo stati tutti premiati; le drastiche restrizioni ci hanno regalato in cambio una riduzione rapida dei contagi, e l’annullamento quasi totale delle vittime. 

C’era certamente da gioire vista la piega che stava prendendo la pandemia nel nostro Paese che è stata addirittura quella maggiormente colpita in Europa.

L’azione, malgrado le critiche dell’opposizione, è stata immediata e forte e ad essa si è aggiunta la risposta responsabile di tutti noi che ne abbiamo capito il motivo.

Il mondo intero ha ammirato le scelte fatte dal Governo italiano e la risposta dei cittadini, tanto che il nostro Paese è stato considerato pubblicamente come un esempio da seguire.

E così è stato perché molti altri paesi europei ci hanno imitato.

Ma la cosa veramente premiante è stato il risultato ottenuto che ciascuno di noi conosce bene e ciascuno di noi apprezza.

Al buon risultato ottenuto, quando ormai i morti erano quasi azzerati e i contagi vicini allo zero, il Governo ha allentato la morsa delle restrizioni e tutti i cittadini si sono comportati come se tutto fosse finito; l’estate è stata come tutte le altre, malgrado le distanze regolamentari le spiagge sono risultate affollatissime e sono ripresi anche tutti i divertimenti insieme alla solita spensieratezza delle vacanze.

Grande è stato l’errore, perché proprio al termine dell’estate c’è stata una nuova impennata dei contagi che da qualche centinaio al giorno sono cresciuti velocemente e inesorabilmente fino a raggiungere i 35.000 contagi al giorno; i morti sono aumentati di pari passo e si sono più o meno stabilizzati in circa 800 al giorno. La nuova ondata, come è stata chiamata, è apparsa più nefasta della prima e il Governo è dovuto intervenire nuovamente; ma questa volta non lo ha fatto con il vigore della prima volta; la preoccupazione dei danni all’economia era forte e si è cercato di non tornare ad un nuovo lockdown,

Non so se a causa del minor rigore delle restrizioni o se per il forte desiderio di vivere liberamente, ma solo pochi le hanno rispettate e quel che è ancora più grave che la maggior parte di quelli che hanno trascurato di rispettarle non sono stati i poveri commercianti o i ristoratori, ma i giovani che non hanno saputo fare a meno dei loro divertimenti, dimenticando che quel loro mancato sacrificio lo avrebbe dovuto pagar caro tutta la comunità.

I controlli sono stati ridottissimi, basti pensare che hanno potuto riunirsi in  migliaia uno accanto all’altro a Napoli per omaggiare Maradona improvvisamente passato a miglior vita; e si sono riversati in migliaia (pare 20.000 tutti insieme) venerdì 27 novembre a Roma per entrare nel nuovo grande centro commerciale.

E allora, con tutto il rispetto per la morte di un campione mondiale del calcio, mi domando per quale motivo al funerale di un povero normale cittadino il numero dei partecipanti deve essere limitato, le distanze di sicurezza devono essere sempre rispettate e le mascherine sono d’obbligo e poi invece in una regione per giunta di fascia rossa, sono stati consentiti gli assembramenti che tutti noi abbiamo visto, l’assenza molto spesso di mascherine e le distanze nulle tra i manifestanti. Solo perché si trattava di Maradona? E la forza pubblica perché non è intervenuta e non ha disperso, magari con le lance ad acqua o con i lacrimogeni, la folla impazzita?

E per il nuovo centro commerciale; come mai è stata consentita l’apertura e per giunta il giorno 27 novembre (giorno del Black Friday)? Perché non si è capito che i soliti sconti che si praticano in quelle inaugurazioni aggiunti a quelli del Black Firiday avrebbe spinto migliaia e migliaia di cittadini ad accalcarsi nei lunghi corridoi delimitati dalle transenne?

E se proprio non si voleva vietare quella manifestazione, come mai non si sono multati tutti coloro che hanno senza alcun motivo urgente violato le regole? .

In complesso ormai è chiaro che la cittadinanza non è più disposta a collaborare con il Governo e che quindi le restrizioni esistono ma vengono rispettate solo da pochissimi.

Oggi ho sentito che con il passaggio della Lombardia dalla fascia rossa a quella arancione, che i negozi di piazza Duomo erano pieni e si notavano anche le file all’esterno in attesa di potervi entrare. Questo è un ottimo modo per peggiorare nuovamente una situazione che sembrava solo un po’ in miglioramento.

Immagino già quello che succederà a Natale e ancor più a Capodanno.

Io penso che ora che un lieve miglioramento stava manifestandosi bisognava ancor più stringere i freni per rendere più veloce la riduzione dei contagi e soprattutto dei morti. Ed invece sembra che siano tutti solo pronti ad approfittare dei piccoli miglioramenti per fermare le poche restrizioni esistenti; nessuno vuol capire che ci vuole molto poco per far riprendere il peggioramento.

Ma possibile che non siamo capaci di rinunziare anche totalmente per una sola volta nella vita alla baldoria del Natale e ancor più a quella di Capodanno? Non potremmo decidere quanto meno di rimandare quelle due feste a quando sarà veramente tutto finito?

La prova che allentare le cautele  produce immediatamente un  effetto negativo, l’abbiamo anche avuta; ed è possibile che ancora non abbiamo capito che stiamo facendo di tutto per far arrivare anche la terza ondata? Si parla del vaccino ormai vicino e non sarebbe il caso di attendere almeno che una buona parte della popolazione sia stata vaccinata, di rispettare nel frattempo scrupolosamente le restrizioni e magari di invocarne delle altre? 

Vi lascio con questi interrogativi.

Franco Fellicò

 



sabato 14 novembre 2020

Una doverosa precisazione

Questa precisazione, che potrebbe essere anche vista come un “Errata corrige” fa riferimento al mio precedente scritto (Le decisioni del Governo e le reazioni delle regioni e dei cittadini).

La ritengo doverosa anche per rispettare la mia posizione di osservatore il più possibile imparziale. 

Nell’ultimo mio scritto non c’è dubbio che traspare il mio apprezzamento per le azioni messe in atto per contrastare la pandemia dal Governo e la mia disapprovazione per le reazioni delle regioni e dei cittadini. 

Ma, come sempre, ho giustificato la mia posizione esponendo i motivi che mi avevano spinto ad assumerla. 

Devo ora ricredermi e rettificare le mie affermazioni. Infatti, dopo che un amico mi ha fatto notare che anche se il Governo aveva effettivamente definiti 21 elementi da considerare per decidere a quale fascia di rischio ciascuna regione dovesse appartenere, non aveva indicato anche i pesi da dare a ciascuno di essi.

Io per la verità, prima di congratularmi con il Governo avevo voluto controllare che i punti ci fossero veramente e li avevo anche trovati visto che avevo anche pubblicato il link in cui era possibile vederli: poi PER LOGICA avevo immaginato che avessero anche concordato una formula a mezzo della quale decidere l’appartenenza delle regioni alle fasce, e naturalmente era in quella formula che il peso doveva esser inserito per trattare ciascun elemento.

Ero perciò sicuro che avevano quindi scelto la strada dei 21 parametri perché erano desiderosi di evitare ogni complessa discussione di una “commissione” e volevano dimostrare a tutti noi di voler essere assolutamente imparziali.

Mi sono accontentato quindi di aver trovato  i parametri e, come ho detto prima, mi sono convinto che avevano ragionato propri in maniera oggettiva.

Quando il mio amico ha detto che non c’erano i pesi, io ho difeso ancora il Governo dicendo che probabilmente si erano accontentati di mostrare i parametri e che, per non scendere in dettagli troppo tecnici,  avevano assunto che avremmo capito che sarebbero stati trattati in maniera automatica.

Comunque per convincere il mio amico ho fatto delle ricerche sicuro che, se la formula fosse stata pubblicata, l’avrei trovata.

Ed invece ho trovato tutt’altro; ho scoperto nientemeno che i 21 parametri tanto accuratamente preparati, non venivano valutati a mezzo di una formula ma da una “Cabina di regia” cioè da alcuni personaggi che ovviamente si sarebbero accapigliati tra loro per decidere l’assegnazione delle regioni. L’articolo, che non sono poi riuscito più a trovare, perché altrimenti l’avrei pubblicato qui, riportava anche i nomi dei personaggi che la costituivano.

Il mio amico quindi aveva ragione; in effetti il Governo, dopo aver preparato tutto quanto occorreva per essere giusti ed imparziali, aveva poi affidato il compito della valutazione non ad una formula predefinita e concordata, ma a una “commissione”.

I 21 parametri erano stati pubblicati con grande risalto, mentre nessuno ha detto che la valutazione dei parametri sarebbe stata fatta da una apposita “Cabina di regia” e i cui membri non si conoscono ancora oggi (se qualcuno che mi legge dovesse scoprire quei nomi, lo prego di segnalarmelo perché mi piacerebbe rileggerli).

Ieri ho parlato della cosa con mia sorella Lucia la quale mi ha ricordato una barzelletta che illustra bene quello che è avvenuto che nel nostro caso.

Eccola per chi non la conosce o non la ricorda:

Prima di sferrare un attacco contro un avamposto nemico il comandante di un battaglione invia un soldato ad indagare sulla forza nemica e gli chiede di fargli sapere quanti uomini fossero asserragliati nel castello del nemico.
Non passa molto e il soldato ritorna alla base e afferma che nel castello ci sono 2032 uomini.
Dopo essersi congratulato con il subalterno, il comandante gli chiede:: “Sei stato bravo, ma come hai fatto ad essere così preciso?” E lui risponde immediatamente: “Ho visto che in ciascuna delle 8 torrette ci sono 4 uomini e quindi sono in totale 32, ho aggiunto un altro paio di migliaia che staranno all’interno del castello e quindi sono 2.032”.

Possiamo concludere quindi che l’oggettività tanto sbandierata è stata avviata bene con la definizione dei 21 parametri, ma poi è stata vanificata dalla valutazione a mezzo di un metodo non automatico e predefinito. 

Questo che ho appena detto si presta a due interpretazioni diverse:

La prima (quella dei benpensanti) che credono nella massima onestà di tutti i membri della “Cabina di regina” che si può riassumere così:

I risultati delle assegnazioni alle fasce di rischio non potranno essere perfette e veramente oggettive in quanto risentiranno, anche se inconsciamente, delle responsabilità che ciascun membro ha, delle loro emozioni e anche dei loro orientamenti politici.

La seconda (quella dei sospettosi) che immaginano un disegno architettato apposta dai governanti, che invece si riassume così:

I risultati delle assegnazioni alle fasce di rischio sarà fatta, come al solito, in maniera clientelare: infatti il Governo ha inventato la favola dei 21 parametri per ingannare i cittadini, ma invece poi a decidere sono i loro beniamini che sanno bene come comportarsi 

Io non mi pronunzio e lascio che potrà pensare quello che vuole; comunque sia, se farà parte dei benpensanti rileverà l’inettitudine del Governo, se sarà con i sospettosi  scoprirà di essere stato vittima di un’altra “presa per i fondelli”

Per concludere osservo ora che quello che avevo scritto nel mio documento precedente non ha più il valore che gli avevo assegnato, e se oggi un po’ tutte le regioni si stanno lamentando del posto che gli hanno assegnato, possono benissimo avere ragione, visto che i dati che loro stessi hanno inviato all’autorità centrale stati valutati da una commissione e non sono stati direttamente utilizzati in una formula predeterminata e concordata.

sabato 7 novembre 2020

Le decisioni del Governo e le reazioni delle regioni e dei cittadini


Ho già affrontato questo argomento qualche giorno fa e  ho stigmatizzato il comportamento dei cittadini di molte città, ma oggi sento il bisogno di riprendere l’argomento alla luce delle nuove disposizioni contenute nell’ultimo DPCM.

Ho ascoltato con le mie orecchie direttamente dal Presidente del Consiglio che lo ha illustrato alla TV quello che è stato deciso e mi è sembrato tutto molto chiaro e anche logico.

Siamo di fronte infatti ad una escalation dei contagi in tutta Italia anche se in misure diverse nelle varie parti della penisola. 

E' stato giustamente detto che purtroppo non possiamo non reagire con fermezza all’aumentare dei contagi e questo sia per salvaguardare la salute di tutti, ma anche per evitare che il flusso di persone bisognose di cure raggiunga valori tali da non poter essere più sopportati dagli ospedali.

Questa è una grande verità che nessuno può disconoscere perché tutti sanno che ormai sembra che gli ospedali si possano occupare soltanto di Covid, che gli stessi contagiati sono ormai tenuti sulle barelle nei corridoi per mancanza di letti, che le postazioni per le terapie intensive  sono finiti o agli sgoccioli e anche che in più di una struttura ospedaliera si sono dovuti approntati degli ospedali da campo in tende dell’esercito.

Una delle decisioni prese è stata allora quella di spingere molto sul ricovero a casa dei malati meno gravi, ma ciò nonostante, non tutti i contagiati riescono ad essere curati. Si tratta quindi di una situazione veramente grave che peggiora di giorno in giorno (ho appena sentito che nelle ultime 24 ore il numero di nuovi contagiati è arrivato a sfiorare i 38.000) ed il trend rimane saldamente in salita.

A questo punto se qualcuno si azzarda a dire che bisognava avere disponibili più posti letti, mi fa solo andare su tutte le furie; infatti in questa situazione qualunque cittadino e ancor più qualunque politico ,avrebbe il dovere di cooperare per superare un problema grave e l’ultima delle cose che può fare è quella di perdere tempo a criticare qualcuno.

Ed invece ci si lamenta soltanto, si fanno le manifestazioni e si chiede libertà quasi come se un dittatore, per un suo esclusivo ghiribizzo, avesse deciso di mettere tutti in quarantena senza motivo.

Ma non basta, Giuseppe Conte nell’illustrarci le decisione, ci ha spiegato che, di comune accordo con le regioni, era stato deciso di differenziare le limitazioni con un’unica base da rispettare da tutti e delle limitazioni differenziate a seconda di tre diverse fasce di rischio.

Erano state quindi definite tre fasce di rischio: denominate Gialla, Arancione e Rossa, con limitazioni crescenti trattandosi nell’ordine di fasce di rischio sempre maggiori. 

E, sempre di concerto con le regioni, era stato individuato un metodo matematico per stabilire ciascuna regione in quale fascia dovesse essere inserita. Il Presidente ha poi aggiunto, che la formula si sarebbe avvalsa di ben 21 parametri che dovevano essere ricavati da dati correnti che ciascuna regione avrebbe inviato al potere centrale.

In più Conte ha anche detto che i parametri per la massima trasparenza, sarebbero stati resi noti a tutti ed infatti io ho già trovato anche uno dei siti che li ha pubblicati; il link è:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/05/covid-ecco-quali-sono-i-21-parametri-per-decidere-zone-rosse-arancioni-gialle/5993256/

Ha poi spiegato nuovamente in conferenza stampa (che è stata trasmessa in diretta) ad un giornalista che gli chiedeva quali concertazioni erano state fatte con le regioni, che nessuna concertazione né trattativa era stata fatta, e che le trattative erano state sostituite con la definizione CONGIUNTA del metodo da seguire per l’assegnazione delle regioni alla giusta fascia; e che alla fine la scelta si era concretata con il benestare e la sottoscrizione di TUTTI (potere centrale e regioni)  del metodo dei 21 parametri. 

Tutto questo io ho ascoltato, non come notizia riportata dai media o dai giornali, ma direttamente da Giuseppe Conte quando alla TV ha fatto il suo ultimo intervento.  Ho voluto esporlo sia per essere sicuro che chi mi legge sia allineato con quello da cui io parto, sia per sottolineare che ogni mio considerazione su quello che è accaduto dopo, si basa solo sulla conoscenza di quanto sopra detto.

Date le regole fissate, quindi a mezzo dei 21 parametri derivati dai dati inviati proprio dalle singole regioni, si è “scoperto” quali dovevano essere le regioni rosse, quelle arancioni e quelle gialle.

E quando l'elenco delle regioni e la loro appartenenza alle fasce è stato reso noto, sono inziate le reazioni; io per esempio mi sono meravigliato di trovare in fascia gialla la Campania e anche un po’ di sentire che la Calabria fosse in fascia Rossa, ma visto che quel risultato era stato prodotto dall’esame dei 21 parametri non ho battuto ciglio e anzi ho ancor più considerato utile il sistema adottato che avrà sicuramente tenuto conto di fattori che a me sfuggivano.

Ed invece, non appena sono stati noti i posizionamenti delle varie regioni ho sentito sempre alla TV della rabbia e delle proteste di molti cittadini, ma anche di vari rappresentanti delle regioni e in particolare dei Governatori della Lombardia e della Calabria. 

Questo è un assurdo, perché se i parametri e la formula erano stati concordati e sottoscritti proprio da quei Governatori, non posso accettare che proprio loro stessi, cioè quelli che hanno ideato il meccanismo si possano lamentare.

Per giustificare il dissenso il Governatore Fontana ha asserito che i dati utilizzati era di 15 giorni prima e quindi non più validi, ma allora non capisco perché la sua regione non abbia inviato quelli più recenti, e poi se tutti i dati necessari sono disponibili solo dopo 15 giorni mi domando perché allora quel Governatore che si lamenta non si sia opposto al meccanismo deciso e non abbia almeno cercato di ottenerne uno diverso. 

Inoltre è da considerare, perché spiegato sempre da Conte nella conferenza stampa, che i passaggi da una zona ad un'altra possono avvenire benissimo e si può cambiare fascia sia in meglio che in peggio, ma ERA STATO ANCHE DECISO, che le nuove valutazioni dei dati venissero fatte con una periodicità di 15 giorni per cui nessuno può pensare di cambiare fascia ogni giorno. E dunque se i dati più recenti della Lombardia sono migliori dei precedenti, fra 15 giorni (così come prevede il regolamento approvato, la Lombardia passerà ad arancione.  

Oggi mi è capitato di sentire, riprodotto da RAI1, quello che ha detto il Ministro Speranza e anche lui ha detto esattamente quello che ho osservato io, chiarendo anche che da 24 settimane lo Stato e le Regioni hanno discusso per giungere ad  una metodo oggettivo e concordato e che quindi assolutamente illogico protestare ora. 

Io penso che il Governo, e come sapete lo dico pur non essendo un simpatizzane né di M5S né del PD, ha lavorato bene, e non merita questi dissensi anche in considerazione della gravissima situazione in cui siamo.

Il mio dissenso è totale anche nei confronti delle manifestazioni che continuano a nascere (in Calabria e anche a Roma); capisco le enormi difficoltà di chi vive di commercio, ma nessuna difficoltà, e neanche la povertà totale può giustificare la richiesta di LIBERTA’ che viene fatta a gran voce dai cittadini. 

Possibile che non si voglia capire che se anche fosse consentito l’apertura di negozi e di servizi, la paura del contagio non consentirebbe comunque la vendita di oggetti diversi da cibo e alimenti? 

Possibile che si preferisce protestare contro chi cerca di proteggerci, considerandoli degli aguzzini? 

Queste manifestazioni non faranno certamente cambiare delle regole che sono NECESSARIE, e peggiorano soltanto una situazione già molto grave.

Franco Fellicò 




domenica 1 novembre 2020

Ancora manifestazioni !!!


Non posso fare a meno di riprendere l’argomento del mio ultimo scritto. Anche perché questa volta più d’uno dei lettori non è stato d’accordo su quello che avevo scritto e sembra si sia schierato dalla parte dei manifestanti (anche se non ovviamente di quelli violenti) considerando valide le loro ragioni.

Voglio ancora una volta sottolineare che io non considero poco valide le loro preoccupazioni, anzi riconosco tutta la loro inquietudine, ma nuovamente voglio affermare che in questo particolare caso le manifestazioni ANCHE SE NON VIOLENTE, sono fuori luogo.

Vi prego di ricordare che non più di un mese fa ogni giorno avevamo soltanto qualche centinaio di contagi al giorno e anche che eravamo giunti a quei valori esclusivamente per aver affrontato la situazione con molti sacrifici e molta serietà; questa mattina il telegiornale delle 8.00 ci ha informati invece che nelle ultime 24 ore si sono verificati quasi 32.000 contagi.

Questa crescita non è avvenuta all’improvviso, ma si è avuta sempre più rapidamente; ricordo benissimo quando ci si spaventava nel vedere che ogni giorno il numero di contagi aumentava fino a superare addirittura i 1.000 al giorno, ed ora siamo arrivati a ben 32.000!

Eppure da quando c’è stato l’inizio della cosiddetta seconda ondata i DPCM con sempre nuove restrizioni si sono succeduti e questo significa, visto il continuo aumentare dei contagi,  che quello che si è fatto finora in termini di contrasto al virus non è stato affatto sufficiente.

C’è chi dice che i valori che ci comunicano sono molto più alti del passato perché i tamponi che vengono fatti ultimamente sono molto di più di quelli dei  primi giorni, ma attenzione che c’è un altro indice che è stato calcolato e che non è inficiato dal numero di tamponi ed è l’indice Rt.

Vi ricordo che quell’indice che durante la prima ondata era giunto anche a valori di 2,5 (quando non si erano ancora prese contromisure quell’indice si chiama R0); poi con le contromisure ferree che abbiamo vissuto l’indice è sceso sotto l’unità fino ad arrivare a 0,7 prima e poi anche a 0,2.

Voglio precisare, anche se penso che lo sapete, che l’indice Rt (si chiama così in presenza di contromisure) è da considerarsi accettabile e confortante quando è al di sotto di 1; infatti 1 significa che ciascun individuo ne può contagiare solo un altro (caso in cui i contagi non crescono né diminuiscono) mentre un Rt minore di 1 significa che ogni individuo può contagiarne 0,9 o 0,8 o 0,7 e così via e cioè che i contagi tendono a diminuire con rapidità  sempre maggiore al diminuire dell’indice.

La situazione attuale è che Rt è cresciuto e ha superato il valore 1 già da qualche tempo giungendo a ben 1,5 (ogni individuo positivo ne contagia altri 1 e mezzo) il che significa che i contagi aumentano molto rapidamente ogni giorno e neanche linearmente.

Ho voluto ricordare bene in che situazione siamo prima di tornare alle manifestazioni nelle quali i partecipanti, ANCHE I PIU’  PACIFICI, continuano a richiedere “libertà” ad un Governo a cui invece dovrebbero chiedere piuttosto maggiori restrizioni in maniera da riportare l’indice Rt almeno sotto l’1. 

Come volete chiamare questi manifestanti se non STUPIDI? Io credo ancora e ne sono sempre più convinto che stanno sbagliando di grosso e solo delle persone con scarsa intelligenza possono pensare di desiderare meno limitazioni in una situazione così grave. 

Ditemi allora nuovamente che ho torto e però spiegatemi bene perché sbaglio e perché dovremmo considerare savi questi manifestanti. 

Dico tutto questo perché nello stesso TG in cui venivamo informati dell’indice Rt che che oggi era 1,5, ho sentito che a Roma ci sono stati ancora scontri tra manifestanti furiosi e polizia.

Vi prego ancora di convincervi, queste manifestazioni sono da STUPIDI! Ovviamente esse sono inutili perché da stupidi; l’unico obiettivo che raggiungono in pieno è, come sempre, di consentire ai violenti di approfittarne per divertirsi a rompere vetrine e ad azzuffarsi con le forze dell’ordine.

Franco Fellicò



mercoledì 28 ottobre 2020

Il Covid, il Governo e il popolo


In calce ad ogni mia email ho aggiunto a titolo di "firma" la scritta che segue:


            Ci sono due cose infinite: l’universo e la stupidità umana.

            Ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.

            [Albert Einstein]


e ho volute riportarle qui ora visto che mi appresto a commentare il comportamento di molti cittadini di Napoli, ma anche di Milano e di Torino oltre che di tutte le città che forse per non      essere da meno le stanno attuando. Comportamento che posso definire senza ombra di dubbio stupido, e quando in presenza di azioni violente, anche criminale.

Mi riferisco naturalmente alle manifestazioni a cui abbiamo assistito in questi ultimi giorni in queste città, ma anche in tante altre credo anche per un desiderio di emulazione; esse sono infatti solo una chiara dimostrazione di quanto sia vera l’affermazione del grande scienziato.

Manifestare contro il Governo perché ha cercato di  proteggerci è quanto di più insulso possa essere immaginato. 

Ma andiamo con ordine. 

Io penso che in un mondo ideale in cui ogni cittadino è conscio di quello che fa e rispettoso degli altri, a fronte soltanto delle disastrose notizie che gli pervengono da tutti i media, dovrebbe autonomamente pensare, desiderare e  mettere in atto tutte le possibili contromisure per cercare di arginare un contagio la cui crescita è diventata ormai chiaramente esponenziale.

Continuando a immaginare questo mondo IDEALE, i suoi cittadini saprebbero che al momento non esistono antitodi sotto forma di vaccini o medicine e saprebbero anche che le UNICHE misure possibili per contrastare l’evolversi dei contagi esistono SOLO poche misure:

 •   Una grande igiene in particolare delle mani e dei luoghi in cui si vive

 •   L’utilizzo di mascherine specie in presenza di altre persone

 •    Il distanziamento sociale 

Dunque i cittadini, se fossero tutti virtuosi, oltre ad attuare le prime due azioni cercherebbero di evitare il più possibile di incontrarsi con altre persone e tanto meno passarvi del tempo insieme; quindi nessuno andrebbe più al cinema, né a ballare né allo stadio e neanche in chiesa, non  organizzerebbe feste e festini, non pranzerebbe al ristorante e non andrebbe neanche più in gita e in albergo. Tutto questo è quello che delle persone coscienti dei rischi per se e rispettosi anche dell’incolumità degli altri, avrebbe il dovere di fare per propria iniziativa. 

E ovvio che questo comportamento finirebbe per creare dei grossi problemi all’economia perché tutti i commercianti sarebbero fortemente colpiti nelle loro attività; gli alberghi, le palestre, i ristoranti, i bar insieme a tutte le attività non indispensabili finirebbero per fermarsi o quasi.

Ovviamente non siamo un modo ideale, ma in un mondo reale che è anche poco incline ad autoregolamentarsi e a comportarsi improvvisamente come sarebbe logico, ed allora, visto che facciamo parte di nazioni organizzate in grandi società amministrate da dei Governi, è stato necessario che i comportamenti da tenere venissero deliberati dai vari Governi; quindi in tutti i Paesi i Governi hanno preso delle decisioni non certo gradite ma assolutamente necessarie, e a causa della scarsa predisposizione di tutti i cittadini del mondo a rispettare le regole, è stato addirittura necessario definire delle multe o altre pene anche maggiori per coloro che non avessero rispettato le disposizioni.

Le scelte fatte sono state dolorose, ma per niente dissimili da quelle che un popolo virtuoso avrebbe dovuto mettere in atto per propria iniziativa; e se pensiamo al lockdown disposto alcuni mesi fa, e giocoforza abbastanza rispettato, abbiamo avuto anche la prova che l’effetto è stato molto positivo tanto che i contagi nel caso dell’Italia si erano ridotti a pochissime centinaia al giorno.

Sappiamo bene quindi tutti quanto è utile il distanziamento sociale visto che gli effetti tanto positivi del lockdown ce lo hanno dimostrato senza ombra di dubbio.

Ma la seconda ondata, come ormai viene chiamata, della pandemia è arrivata prepotente e le poche centinaia di contagi al giorni sono risaliti vertiginosamente e siamo ormai alle molte migliaia di contagi al giorno. 

Il Governo DOVEVA quindi necessariamente correre ai ripari con nuove restrizioni e, volendo giustamente evitare anche altri danni all’economia si è riproposta di evitare, almeno per ora, un nuovo lockdown; per questo ha stabilito delle nuove regole certamente poco gradite ma NECESSARIE che si propongono da un lato di porre freno ai contagi e dall’altra di colpire il meno possibile l’economia. 

E’ assolutamente naturale che i settori maggiormente colpiti finiscono per essere quelli del turismo, dei commercio e dei servizi, e per questi ultimi principalmente quelli che si occupano di beni e servizi non indispensabili; e non dimentichiamo mai che se fossimo in un Paese veramente virtuoso, questi settori sarebbero proprio quelli che i cittadini avrebbero disertato DA SOLI.

Dunque la grande iattura che ci ha colpito è l’unica responsabile di questi danni che nessun altro ha interesse a provocare; prendersela allora con il Governo quasi che fosse un aguzzino desideroso di schiacciare il popolo e distruggere l’economia, è assolutamente da STUPIDI.

Più che manifestazioni di dissenso io mi aspetterei piuttosto delle manifestazioni di apprezzamento per gli sforzi che il Governo sta facendo sia per bloccare l’aumento dei contagi sia per sostenere un po’ i settori che necessariamente saranno più colpiti.

Ma ora voglio però far notare che qui non si tratta di semplici stupidi, ma di STUPIDI-CRIMINALI perché le manifestazioni a cui stiamo assistendo non solo da stupidi ma anche appunto da CRIMINALI. 

Ed è inutile dire che la maggior parte dei manifestanti voleva farlo pacificamente (quindi in questo caso accettando solo di essere considerati STUPIDI), perché essi solo per aver partecipato a manifestazioni che poi hanno degenerato hanno parte della responsabilità dei danni alle persone e alle cose che la folla ha prodotto.

Gli stupidi-criminali hanno provocato incendi e rotto vetrine danneggiando ulteriormente proprio quei commercianti che ufficialmente dichiaravano di voler sostenere; quei commercianti quindi non solo dovranno subire i danni dei mancati guadagni ma anche quelli prodotti da una stupida folla inferocita.

Purtroppo quei malfattori, molti dei quali saranno anche individuati, se la caveranno alla peggio con qualche mese di carcere (costituendo così un ulteriore aggravio per lo Stato che dovrà mantenerli) e a nessuno  verrà imposto di ripagare di tasca propria i danni prodotti; questo è infatti la nuova ingiustizia, da me più volte sottolineata, che tutta la Nazione dovrà sopportare.

Ma cosa chiedevano questi manifestanti pacifici o non pacifici? Cosa volevano dal Governo? Parlavano di libertà, ma quale libertà: quella di consentire gli assembramenti, i balli i concerti e ogni altra manifestazione di quel genere, e di non curarsi delle conseguenze sull’aumento dei contagi e dei morti? 

Ho sentito Salvini che diceva: “Ora voglio vedere quanti morti in meno avremo”; quasi che fosse possibile fare un bilancio a valle della pandemia e confrontare quello con le limitazioni imposte con quello che si sarebbe avuta senza alcuna limitazione.

Secondo l’illustre Salvini il fatto che gli ospedali potrebbero nuovamente non essere più in grado di curare tutti i contagiati non conta niente? O sta aspettando volutamente quel momento per dire che gli ospedali sono insufficienti perché il Governo in carica non li ha opportunamente fatti crescere?

Non capisco come mai la vera DESTRA non si dissocia da un simile alleato visto che sembra essere solo capace di criticare tutto e tutti e non indica mai cosa avrebbe fatto lui al posto di chi è al governo ora.

Chiudo concludendo che in questo caso manifestare e farlo per giunta in maniera violenta è la cosa più stupida e più criminale che si possa fare, perfettamente in linea con il pensiero di Albert Einstein.

Franco Fellicò

 







mercoledì 16 settembre 2020

Ancora sul provvedimento del Ministro Sergio Costa.

Ho già scritto a proposito della stupida idea del Ministro Sergio Cosa, ma questa volta voglio dimostrare, numeri alla mano, come quella sua idea (che pensa di far passare come un’idea condivisa dalla maggioranza di coloro che hanno partecipato alla consultazione popolare), si tradurrà NON COME LUI VORREBBE FARE INTENDERE in una riduzione dell’inquinamento, ma invece in un aumento che tenterò anche di valutare esattamente.

Dopo la dimostrazione che darò, si dovrà concludere o che il Ministro Costa, e chi lo consiglia, non ha alcuna competenza su chi e come si produce l’inquinamento, oppure sa bene che il suo provvedimento aumenterà i danni all’ambiente, ma ritenendo che l’obiettivo di racimolare soldi sia più importante dell’ecologia, ha deciso di andare avanti comunque.

Prima di tutto vorrei commentare la “presa in giro” della consultazione popolare, visto che  non ha certamente dato i risultati che i media stanno sottolineando.

Ecco un parte di un articolo che ho letto a questo link:

https://www.investireoggi.it/fisco/prezzo-carburanti-aumento-delle-accise-in-vista-dal-prossimo-anno/

Verso l’aumento del prezzo carburanti. Il governo ha intenzione di innalzare le accise sul diesel a partire dal prossimo anno allo scopo di tutelare maggiormente l’ambiente.

È infatti allo studio l’ipotesi di una parificazione al rialzo delle accise tra diesel e benzina, aumentando così il prezzo carburanti. Da un sondaggio condotto dal Ministero dell’Ambiente fra cittadini, imprese ed esperti è scaturita la necessità di incrementare l’accisa presente sul gasolio. Prelievo fiscale che attualmente lo avvantaggia rispetto alla benzina.

Ma vi pare possibile che una larga parte di cittadini, tutti certamente oltre che cittadini anche automobilisti, abbiano accettata l’idea di un aumento sul carburante più gettonato in assoluto; non lo avranno senz’altro potuto richiedere i possessori di auto diesel ed escludo anche che lo possano aver richiesto i possessori di auto a benzina, che non essendo interessati all’aumento,  non penso proprio che abbiano voluto fare un dispetto a chi per senza alcuna colpa veniva preso di mira dal fisco con la scusa di rendere giustizia a loro.

Io ho partecipato alla consultazione ed ho naturalmente espresso il mio parere contrario al provvedimento e ho sostenuto anche che se si voleva fare giustizia bastava ridurre le accise della benzina rendendole uguali a quelle del gasolio; si sarebbe evitata la diversità di trattamento, si sarebbe ricevuto certamente un plauso da tanti automobilisti possessori di auto con motori a benzina ed in più si sarebbe andati nella direzione del Governo che continua a dire ogni giorno che ha intenzione di ridurre la pressione fiscale.

Ma poiché nessuno ha potuto controllare i risultati della consultazione, è certo che il Ministro ha approfittato per dirci che la sua idea è stata approvata da tutti! Ed infatti tutti i media continuano a dire che a partire dall’anno prossimo le accise sul gasolio aumenteranno gradatamente fino ad uguagliare quelle della benzina.

Veniamo ora al motivo che vi chiarirà come il provvedimento si tradurrà in un  peggioramento dei danni che la mobilità arreca all’ambiente; dimostrerò così ancora una volta che per qualunque provvedimento preso dai nostri “illustri governanti”, solo facendo il contrario di quello che hanno deciso di fare si può avere il risultato che dicono di perseguire; avremo quindi conferma che anche il Ministro Costa non fa accezione a questa regola.

Veniamo dunque alla dimostrazione, che ho anche riportato nel modulo della consultazione, ma che sarà stata cestinata insieme a tutte le altre comunicazioni.

Vi ricordo prima di tutto che nell'articolo precedente ho chiarito, citando anche un'autorevole dimostrazione tecnica, che il miglior motore a benzina moderno riesce ad avere un rendimento massimo del 37% contro il rendimento massimo di un moderno motore diesel che raggiunge il 44%.

Premetto anche che tutti i bravi tecnici sanno bene che un motore diesel moderno è in grado di inquinare meno di un moderno motore a benzina e che il diesel è stato ingiustamente accusato di essere più inquinante a causa della vicenda diesel-gate che nulla ha a che vedere con la tecnologia corretta impiegata sui nuovi motori. Ciò nonostante, considerato che tutte le nuove auto a benzina o diesel devono necessariamente rispettare le regole antinquinamento esistenti, possiamo anche assumere che le auto moderne infliggono all’ambiente tutte lo stesso danno. 

Ovviamente il danno è però proporzionato alla quantità di carburante che viene consumato perché è esso che non venendo bruciato completamente causa l’immissione di particelle dannose nell’atmosfera.
 
Osserviamo anche che per far sì che si possano muovere tutte le auto della nostra nazione, occorre che venga consumata una certa quantità di carburante.

Il provvedimento del Ministro Costa, come vantaggio che lui stesso sottolinea, tende a far sì che gli automobilisti non siano più invogliati ad acquistare vetture diesel, visto che il costo maggiore delle auto diesel non risulterà più compensato dal minor costo del carburante: ragionevolmente quindi molti decideranno di modificare i propri interessi, cosa che  si tradurrà in un progressivo spostamento degli automobilisti verso le vetture a benzina.

Ma per quanto detto prima, accadrà anche che per il minor rendimento di quelle auto, la quantità di carburante necessaria da acquistare per mantenere in movimento tutte le auto della nazione dovrà aumentare.

E di quanto dovrà aumentare? Dovrà aumentare esattamente del 7% perché tale è la differenza di rendimento dei due motori. Ma se si consumerà il 7% di carburante in più, ovviamente anche ai livelli di inquinamento delle auto moderne, vuol dire che l’inquinamento a parità di mobilità crescerà appunto del 7%.

Penso che anche un ragazzo studente di scuola media possa capire questo ragionamento, ma invece il Ministro Costa non lo capisce; oppure lo capisce benissimo, ma poiché il suo obiettivo vero è solo quello di racimolare più soldi (in maniera anche da guadagnarsi la sua targa in premio) sarà felice, visto che incasserà più soldi non solo da chi sarà rimasto al diesel e pagherà più accise, ma anche da quelli che migrando alla benzina saranno costretti ad acquistare più carburante di prima, contribuendo ad aumentare gli introiti del fisco con le accise sulla benzina.

Questo il progetto del Ministro Sergio Costa che continua ad andare avanti a dispetto dei risultati sicuramente contrari della consultazione; con questa dimostrazione si potrà quindi affermare con assoluta certezza che: o l’ambiente è nelle mani di un incompetente, oppure, cosa più probabile che noi siamo nelle mani di un altro dei FURBASTRI che ci governano che credono di infinocchiarci illustrandoci obiettivi FINTI ai quali credono solo gli stupidi.

Non so cosa pensare; nel primo caso potremmo avere compassione per chi è stato messo a capo di un Ministero senza avere le cognizioni necessarie al suo lavoro; nel secondo caso dovremmo offenderci per essere stati considerati degli stupidi creduloni da chi invece si crede furbo.

Voi che pensate?

 Franco Fellicò


mercoledì 12 agosto 2020

Ed ecco una nuova …presa per i fondelli! Siete pronti per la consultazione?


Come potete notare ho parlato di “nuova …presa per i fondelli” e non dell’ultima di esse, perché la serie, come tutte le serie, continuerà certamente all’infinito e quindi l’ultima non ci sarà mai.

Si tratta di un prossimo provvedimento che nietepopodimeno si dice debba porre fine ad un’ingiustizia, servendo allo stesso tempo ad un miglioramento ambientale con perfino il vantaggio di produrre un gettito che potrà essere ovviamente ben utilizzato.

 

Ma quale sarà questa grande meraviglia? Come è stato possibile riuscire in un colpo solo ad ottenere così tanti vantaggi? La risposta è semplice: si tratta di una idea magistrale che ovviamente non poteva che scaturire dalla mente illuminata di uno dei nostri amministratori.

 

Questa volta l’illuminato è il “Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare”; si chiama Sergio COSTA.

 

Evidentemente costui, volendo ad ogni costo essere protagonista in qualcosa, ha ideato questa fantasticheria, cercando anche di condirla con qualcosa di assolutamente nuovo.

 

Ha deciso infatti che fosse giunto ormai il momento di porre fine ad una grande ingiustizia e si è organizzato per offrire ai cittadini una soluzione meravigliosa che oltre a risolvere definitivamente quel grosso problema, avesse degli altri vantaggi per tutti, ma senza dimenticare anche un maggior gettito fiscale, cosa sempre da non sottovalutare.

 

Si tratta quindi di TRE obiettivi raggiungibili con un solo provvedimento; roba da far tremare le vene e i polsi di qualunque altro suo collega!

 

Ma forse tutti voi stanno aspettando che io arrivi al dunque e vi sveli a quale provvedimento mi sto riferendo; ma io vi prego di pazientare ancora un momento perché voglio anche dirvi che questo triplice obiettivo è condito, come ho detto prima, con un qualcosa di assolutamente nuovo; infatti questo provvedimento prenderà forma definitiva soltanto dopo che TUTTI NOI o comunque tutti i cittadini che lo vorranno, avranno partecipato ad una apposita consultazione per esprimere il proprio parere e/o per proporre migliorie al provvedimento.

 

Si tratta di una consultazione ONLINE già in iniziata (dal 31 luglio) e che si concluderà il 27 agosto 2020.

 

Capite l’astuzia del furbastro? Lui intende mettere in atto un intervento che ha già deciso e che produrrà TRE grandi vantaggi a tutti i cittadini e per giunta chiede a questi ultimi di esprimere i proprio consenso (o dissenso spero).

 

Ma cosa accadrà quando la consultazione si concluderà? Quanto valore avranno le osservazioni certamente valide dei cittadini? A mio parere: NESSUNO. Il quarto vantaggio (nascosto perché non sottolineato dal furbastro) servirà quindi a poter affermare, quando il provvedimento sarà messo in atto, che in fondo la scelta è stata anche condivisa dalla maggioranza dei cittadini!

 

Senza ombra di dubbio siamo quindi di fronte all’ennesima …presa per i fondelli perpetrataci questa volta da Sergio Costa che come tale sale anche lui sulla ribalta dove riceverà la solita targa che gli riconoscerà la grande intuizione e l’ottimo risultato conseguito.

 

Bene. Ora che vi ho detto tutto quanto dovevate sapere è giunto il momento di “svelarvi l’arcano”. Forse molti di voi lo avranno già capito e avranno già fatto le proprie considerazioni, ma ora insieme vorrei analizzare meglio quello che si intende farci ingoiare come ottima idea, veramente risolutrice dei problemi del caso.

 

In effetto la grande ingiustizia, principale oggetto del provvedimento, è la differenza di tassazione che c’è tra la benzina e il gasolio; su ogni litro di benzina infatti le accise gravano per 0,728 euro mentre per il gasolio SOLO (si fa per dire) 0,617 euro.

 

Per la verità si tratta di DUE grosse ingiustizie, dove una delle due è ancora più ingiusta dell’altra; ed allora come pensate che si debba evitare l’ingiustizia della DIVERSA tassazione? Semplice: rendendo uguali le due ingiustizie. Ed è proprio questo che il grande Sergio Costa propone. Ma come si possono rendere uguali due ingiustizie se una di esse vale 0,728 e l’altra vale 0,617? Ci sono ovviamente due modi: portarle entrambe a 0,728, oppure portarle entrambe a 0,617.

 

E non vi sembra logico che, se veramente si vuol fare giustizia, la soluzione sarebbe quella di allineare entrambe le tassazioni a 0,617? In questa maniera infatti oltre ad eliminare l’ingiustizia della diversa tassazione si allineerebbero le tassazioni alla ingiustizia inferiore.

 

Questa scelta, che ugualmente raggiungerebbe l’obiettivo di eliminare una disparità di tassazione, sarebbe certamente più gradita a buona parte dei cittadini; ma questo sarebbe ovviamente preso in considerazione se i nostri governanti pensassero veramente a noi!

 

Ed invece quale è la proposta  del grande legislatore? Portiamo anche la tassazione del gasolio a quella stessa della benzina e così avremo fatto giustizia delle ingiustizie e potremo finalmente dire che ormai le ingiustizie, sono ugualmente ingiuste, essendo state allineate entrambe a quella più ingiusta.

 

Ma ora esaminiamo le altre motivazioni che vorrebbero farci intendere.

 

Un risultato potrebbe essere la probabile riduzione del consumo di gasolio con uno spostamento nel tempo verso motori a benzina piuttosto che diesel. Questa motivazione, si basa su una “caccia alle streghe” che è iniziata con il Dieselgate nel 2015 e che però poi è continuata e continua ancora oggi con la colpevolizzazione del motore diesel accusato come il principale motivo di inquinamento a carico delle auto.

 

Questo convincimento è completamente sbagliato perché i motori diesel di oggi hanno caratteristiche anche superiori a quelli a benzina proprio anche per l’inquinamento ambientale.

 

Inoltre se per assurdo tutti gli automobilisti decidessero di abbandonare il diesel e passare alla benzina, si avrebbe certamente un inquinamento maggiore dovuto al fatto che il rendimento di un motore diesel può arrivare anche al 44% contro un massimo del 37% del migliore dei motori a benzina vedi eventualmente:

 

https://www.vialattea.net/content/130/#:~:text=saluti%20%E2%80%93%20vialattea.net-,Perch%C3%A8%20un%20motore%20Diesel%20ha%20i,elevati%20di%20un%20ciclo%20Otto%3F&text=Un%20rapporto%20di%20compressione%20ottimale,il%2037%25%20del%20ciclo%20Otto.

 

Infatti per muovere tutte le macchine di un Paese occorre energia e se l’energia che si consuma è sfruttata al 37% piuttosto che al 44%, ovviamente ne necessità di più.

 

Consumare quindi più energia e cioè più carburante equivale allora a creare più inquinamento e dunque il secondo obiettivo è REGOLARMENTE mancato.

 

Il terzo obiettivo, detto in parole povere, è fare soldi, e ovviamene quello rimane in piedi, ma non ci si dica che l’intenzione è di fare giustizia e anche di badare all’ambiente perché, come spero di aver dimostrato si tratta di FANDONIE.

 

Ultima cosa. Malgrado tutto ho girato con insistenza per la rete alla ricerca della famigerata consultazione, perché anche se sono convinto dell’inutilità di esprimere un parere, volevo comunque dire la mia sull’argomento.

 

Ebbene io non sono riuscito a trovare come fare per parteciparvi; ci sono molti siti che ne parlano, spiegano di che si tratta, indicano i tempi, illustrano finanche i tre moduli da riempire chiarendo che se ne può riempire anche uno solo, ma nessuno riporta un link a mezzo del quale giungere ad una pagina WEB dove poter esprimere il proprio parere.

 

Un tentativo di rendere impossibile o almeno molto difficoltosa la partecipazione? Non so rispondere. Vi dico solo: se trovate la pagina adatta, comunicatemela!

 

Franco Fellicò

 

sabato 6 giugno 2020

Quello che le associazioni dei consumatori dovrebbero fare.


Questo scritto segue quello precedente e riguarda lo stesso tema, ma questa volta non mi rivolgo direttamente ai consumatori, ma a quelle organizzazioni che hanno come obiettivo, almeno nel loro statuto, la loro difesa.

Mi è capitato  di  leggere  al link:  https://codacons.it/scontrini-maggiorati-536-euro-a-famiglia/ un articolo del 5 giugno 2020 pubblicato da “Il Resto del Carlino” e d ecco le mie osservazioni al riguardo.

Il tenore di quanto vi si legge non è dissimile da tanti altre informazioni divulgate da Codacons, ma anche da qualunque altra associazione di consumatori.

Nell’articolo citato si riporta quello che sta accadendo alla ripresa  delle attività commerciali. Viene rilevato un fatto, ormai noto a tutti, e cioè che la grande maggioranza degli esercizi commerciali alla ripresa delle attività hanno ritoccato pesantemente i prezzi naturalmente aumentandoli.

Il Codacons avrebbe addirittura calcolato che questi aumenti provocheranno una maggiore spesa annua di 536 euro a famiglia. E chiarisce anche che 166 euro sono da ascrivere al settore alimentare, 124 euro per la ristorazione, 85,5 euro per abbigliamento e calzature e 30,5 euro per i parrucchieri.

L’associazione ha poi stilato una classifica degli aumenti stabilendo che al primo posto ci sono gli e-book con un aumento del 30,4% in soli tre mesi; poi c’è la frutta fresca, i PC portatili e fissi, i palmari e i tablet con un aumento del 12,8% e i monitor e le stampanti che sono aumentati del 11,3%.

Ma a che servono queste notizie? Ad affliggere ulteriormente i consumatori? Non sarebbe stato piuttosto meglio, agire in qualche modo per difenderli?

L’associazione dirà che ha fatto giungere la propria protesta alla Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercenti) che naturalmente di contro avrà negato l’esistenza degli aumenti ammettendoli soltanto in qualche “raro caso”; ma la cosa, come sempre, finisce lì e gli aumenti non solo rimangono, ma certamente sono destinati anche ad allargarsi.

L’azione delle associazioni dei consumatori hanno quindi un effetto NULLO su quello che accade, visto che ci si limita soltanto a monitorare gli eventi senza porre in atto alcuna azione collettiva che sia della stessa portata di quella attuata dai commercianti.

Se esaminiamo l’accaduto, potremmo concludere che poiché i commercianti hanno subito un danno, prima per la prolungata chiusura e poi per il successivo minor afflusso di clienti, hanno aumentato i prezzi allo scopo di riprendersi tutto quanto perduto.

Questa sarebbe la loro giustificazione anche se, come sempre accade, quando si applica un aumento ai prodotti a causa di un evento imprevisto che lo giustifica, ogni esercente provvede ad aggiungervi quel po’ di margine in più per poter incrementare i propri guadagni.

Chi soffre per questo sono soltanto i consumatori che pur essendo in maggioranza, sembrano costretti a subire le angherie degli esercenti che sono invece in netta minoranza.

Quello che io osservo è che se il Covid-19 ha colpito l’intera umanità, i danni relativi devono ovviamente essere subiti da tutti indistintamente, non soltanto dai consumatori; e questi ultimi, oltre ai danni diretti che hanno subito, non hanno alcun dovere di attutire quelli subiti dai commercianti.

Osservo anche che per norma, quando la domanda diminuisce, così come è nel nostro caso,  i prezzi dovrebbero diminuire e non aumentare. E’ noto che quando la richiesta di carburanti è diminuita notevolmente, i loro prezzi hanno subito una netta diminuzione; e se l’afflusso, ad esempio ai ristoranti e ai bar, si è ridotto anche quei prezzi sarebbero dovuti diminuire; ed invece essi, secondo i commercianti, devono AUMENTARE.

Al momento, visto che la paura di esporsi è ancora molto alta e non tutti i consumatori sono disponibili a recarsi a cena in un ristorante o a prendere un caffè o un aperitivo al bar, mi aspetterei che i ristoratori e i baristi provassero ad invogliare il pubblico con una diminuzione dei prezzi piuttosto che con un aumento.

Dunque il comportamento di tutti i commercianti è illogico e se i consumatori li accettano senza reagire, bisogna riconoscere che lo fanno “stupidamente”. E i commercianti approfittano proprio di quella stupidità.

Oggi gli esercenti dovrebbero “pregare” i consumatori di riprendere a spendere, ed invece li scoraggino con aumenti controproducenti.

Ma ora, come è mia abitudine, poiché non mi piace fare critiche senza anche proporre possibili soluzioni, passo ad esporre come un’associazione consumatori dovrebbe muoversi per proteggere effettivamente la categoria.

Osservo prima di tutto che la forza disponibile è elevatissima perché i consumatori sono molto di più dei commercianti e quindi in numero tale da poter imporre le regole, piuttosto che subire quelle fissate da una categoria molto meno numerosa.

Basterebbe quindi organizzarsi, per riuscire immediatamente a capovolgere il mercato e a far sì che i prezzi siano determinati dai consumatori e non dagli esercenti.

Mi risulta che alcune associazioni consumatori hanno organizzato “gruppi di acquisto” per ottenere prezzi particolarmente vantaggiosi per la fornitura di servizi; e lo fanno utilizzando la forza della quantità di contratti da proporre ai fornitori.

E allora perché non organizzare gruppi di consumatori che tutti insieme costringano i commercianti a smettere di tartassarli e a fare in modo che i loro  prodotti siano offerti a prezzi più onesti?

Si tratta di una vera e propria guerra che consentirebbe ai numerosi consumatori di coalizzarsi e vincere tutte le battaglie. 

Un chiaro esempio di quello che utilmente potrebbe fare un’associazione consumatori? Eccolo:

Potrebbe individuare e verificare quegli esercenti che secondo la Fipe NON HANNO FATTO AUMENTI e aggiungervi anche altri disposti a lasciare inalterati i prezzi a quelli ante Coronavirus o meglio ancora a ridurli; potrebbe redigere degli elenchi per categoria di questi operatori onesti ed invitare tutti i consumatori a servirsene, chiedendo loro invece contemporaneamente a DISERTARE tutti quelli non presenti negli elenchi.

Si otterrebbe così un incremento dell’utilizzo degli esercenti virtuosi e una immediata diminuzione dell’accesso agli esercizi che hanno operato gli aumenti.

Ovviamente quei commercianti che per la loro ingordigia rimanessero quasi fuori mercato, potrebbero essere inseriti anch’essi negli elenchi delle associazioni consumatori, dopo aver però  dimostrato di aver riadeguato i prezzi; quelli che invece dovessero continuare a tenere i prezzi maggiorati, subirebbero la giusta punizione di una notevole riduzione dei clienti.

Tutto questo sarebbe facile da realizzare e le associazioni consumatori dovrebbero farlo senza nessun onere per i consumatori; potrebbero però chiedere agli esercenti virtuosi un piccolo contributo per sostenere le spese derivanti dall’organizzazione; ovviamente però le associazioni dovrebbero riempire gli elenchi sempre e solo con i nomi di quegli esercenti che avranno dimostrato veramente di essersi adeguati con prezzi uguali o inferiori a quelli in essere prima dell’arrivo del virus.

In sostanza la “tassa Covid”, così come è stata chiamata, verrebbe sostituita piuttosto da un “bonus Covid” così come dovrebbe essere per vivacizzare un mercato in regressione.

Ovviamente occorrerebbe la collaborazione di un elevato numero di consumatori che dovrebbero anche essere disposti a rinunziare sia ad una cenetta al ristorate, sia ad una tazzina di caffè al bar pur di non agevolare le scelte scellerate ed illogiche degli esercenti.

Perfino il Governo ha dato prova di incentivare in vari modi i consumatori a spendere, e se i commercianti pensano di dover andare contro corrente, è bene che ne paghino le conseguenza direttamente e subito.

Franco Fellicò