giovedì 17 novembre 2022

Le ONG

 

Torno nuovamente sull’argomento migranti con l’obiettivo di approfondire la questione ONG perché ho notato che la maggior parte delle critiche fatte al Governo dalle opposizione è che il problema dei migranti non è quello di quelle organizzazioni visto che sembra accertato che numero di persone che giungono in Italia tramite loro va “solo” dal 12 al 16% del totale.

 

Io condivido che non è quello il problema principale, ma mi domando se solo perché il fenomeno è quello meno serio, si debba lasciare che non venga preso in esame..

 

Anche io stesso, dopo aver pubblicato l’ultimo mio documento sui migranti, ho ricevuto delle precisazioni in quel senso e cioè che non è quello il problema, visto che l’apporto di migranti delle ONG è minimo.

 

Allora, allo scopo di dimostrare che comunque quello è un problema da risolvere, ho fatto una ricerca in rete e ho trovato (dati di ISTAT) che nel 2019 in Italia sono morti 641.456: il link è:

 

 https://www.money.it/Quanti-morti-in-Italia-ogni-anno-principali-cause-decesso

 

bisogna vedere il capitolo “Principali cause di morte in Italia” che mostra un elenco di morti a causa di diverse malattie; ho poi cercato per lo stesso anno i morti per incidenti stradali e li ho trovati, sempre da ISTAT, al link che segue (ho volutamente scelto il 2019 perché era l’anno in cui non c’era il COVID):

 

https://www.istat.it/it/archivio/245757#:~:text=Nel%202019%20sono%20stati%20172.183,feriti%20(%2D0%2C6%25)

 

e ho scoperto che sempre nel 2019 i morti sulle nostre strade sono stati 3.173

 

Poiché 3.173 su 641.456 significa 0,5%, possiamo concludere che i morti per incidenti stradali sono lo 0,5% dei morti per malattie; dunque, se secondo quelli che ritengono trascurabile l’apporto di migranti  dalle ONG che è al massimo del 16%, mi domando come mai tutti ritengono che è molto importante invece agire per  cercare di ridurre  gli incidenti stradali che sono “appena” lo 0,5% di quelli delle malattie.

 

E io ho anche la risposta a quel perché: si combatte più per cercare di ridurre gli incidenti stradali e meno per ridurre le malattie semplicemente perché è più facile riuscire a ridurre le morti stradali che non riuscire a ridurre le morti per malattie.   

 

E per essere più  preciso direi che si lavora molto anche per ridurre le malattie ma con risultati meno evidenti  perché è più difficile venirne a capo, però non si evita di occuparsi degli incidenti stradali anche se la loro percentuale rispetto ai morti per malattia è bassissima.

 

Analogamente allora, anche tenendo conto che nel caso delle ONG la percentuale è ben più alta di quella dei morti stradali, visto che è più facile regolamentare il comportamento delle ONG, bisogna comunque cercare di ridurre quell’apporto che quindi non deve essere trascurato. E con questo intendo aver risposto a chi critica l’azione contro le ONG.

 

Visto che sono in argomento voglio però anche approfittare per insistere sul fatto che quelle organizzazioni quando sono in mare sono libere di agire, e nessuno è in grado di verificare se il loro comportamento è corretto; quello che sappiamo e soltanto quello che ci dicono loro stessi, ma se ad esempio (e lo dico solo per assurdo) prendessero a bordo migranti facendosi pagare dagli scafisti, nessuno lo saprebbe e tutti continuerebbero a credere che operano per scopi umanitari.

 

Quindi se non si dovesse riuscire a fare in modo che ciascuna nave porti il suo carico alle rispettive nazioni di appartenenza, ma si arrivasse a concludere che hanno tutte il diritto di approdare e scaricare i migranti in Italia, sarebbe allora logico che a bordo di ciascuna di queste navi ci fosse un gruppetto di osservatori italiani (preferibilmente militari) che possano verificare se le loro operazioni sono fatte nel rispetto delle regole.

 

Questo gruppetto di persone dovrebbe avere l’autorità, quando il carico di un intero barcone viene  preso a bordo di una nave ONG, di far prendere a bordo anche gli scafisti del barcone per portarli in Italia insieme ai “passeggeri” affinché vengano processati e anche l'autorità di far prendere a bordo  il mezzo con cui i migranti viaggiavano perché sia consegnato alle autorità italiane che lo sequestreranno.

 

Sono cose semplici fa fare e ovviamente, qualora questo non venisse accettato dai comandanti delle navi ONG, sarebbe anche ovvio che fosse a loro vietato di approdare in Italia.

 

Franco Fellicò

sabato 12 novembre 2022

Migranti

 

Il blocco delle navi ONG deciso dal Ministro Piantedosi ha fornito subito alle opposizioni un nuovo argomento da attaccare e criticare, ma ha suscitato anche una strana reazione della Francia che inizialmente ha spavaldamente comunicato che avrebbe accettato di far attraccare a Marsiglia la nave Ocean Viking, ma poi, subito dopo, ha iniziato a criticare il comportamento del nostro Paese.

 

C’è una parabola nel Vangelo che invita a non guardare la pagliuzza nell’occhio del fratello se non dopo aver visto la trave nel proprio; è l’invito a non giudicare se non si vuol essere giudicati.

 

E in questo caso la trave nell'occhio dei francesi è evidente e si compendia in TRE NUMERI; sono i tre numeri che ha pronunziato Giorgia Meloni in una conferenza stampa: 90.000, 117, 38.

 

La Meloni ha detto (e non penso che se lo sia inventato) che l’Italia ha accolto poco meno di 90.000 migranti e di essi SOLO 117 sono stati ricollocati in altri paesi europei, e di questi SOLO 38 sono stati trasferiti in Francia.

 

Dunque abbaiare contro l’Italia tracciandola di mancanza di umanità è assolutamente fuori luogo; è da aggiungere inoltre che, proprio in questa occasione la Francia ha fatto arrivare altri 500 gendarmi alla frontiera con l’Italia con lo specifico compito di ricacciare nel nostro Paese quei migranti che tentassero di entrare nel loro.; e non basta questo a dimostrare che i nostri confinanti al di là delle Alpi sono ben più disumani con i migranti di noi, visto che anche i 230 della Ocean Viking alla fine sono stati fatti sbarcare nel porto militare di Tolone, non sono stati accettati nel territorio francese, e sono stati trasferiti in una zona di attesa nella quale potranno solo richiedere l’asilo che ovviamente non sarà certamente accordato a tutti.

 

Durante questo breve lasso di tempo intanto, mentre la Francia cercava di “sbarazzarsi” dei 230 dell’Ocean Viking, viste le buone condizioni del mare, sono arrivate e hanno messo piede in Italia ancora 400 persone!

 

Il problema migranti quindi esiste ed è ancora tutto da regolamentare; non lo si deve fare con colpi di testa, anche se la situazione spesso lo consiglia, ma occorre assolutamente che l’Europa si faccia carico, e non solo con trattati e decisioni mai rispettate dai suoi membri, di questo grave problema. L’Italia, vista la sua posizione geografica, è quella più “gettonata” dai barconi in arrivo, ma se esiste una unione europea, essa deve capire che i nostri porti possono solo essere il tramite del flusso, ma che i destinatari sono tutti i Paesi dell’Unione e dunque questi derelitti devono essere distribuiti equamente tra tutti i 27 membri (ovviamente Italia compresa).

 

Poi devono essere cambiate delle regole internazionali che a causa di questi flussi non sono più valide.

 

I naufraghi, per accordi internazionali, DEVONO essere salvati e devono essere accolti dai porti dei paesi più vicini, ma la regola riguarda i NAUFRAGHI e per questo motivo tutte le navi, in particolare quelle delle ONG, affermano di aver raccolto in mare dei naufraghi.

 

In realtà le cose stanno diversamente. Una volta in Italia, e in genere a Lampedusa, arrivavano imbarcazioni fatiscenti piene di povera gente; oggi invece quasi tutti i migranti arrivano a bordo delle navi delle ONG che ormai sono diventate i veri traghettatori di questi flussi.

 

Gli scafisti che qualche anno fa per ogni viaggio utilizzavano mezzi non riutilizzabili perché quando riuscivano a giungere a destinazione, venivano sequestrati e distrutti, oggi invece gli non hanno più bisogno di portare il loro carico umano fino alla destinazione finale, ma ormai si sono organizzati diversamene: in effetti percorrono non più della metà del viaggio e in acque internazionali consegnano il loro carico alle navi delle ONG che pattugliano il mediterraneo; è probabile che in mezzo al mare consegnino ordinatamente il loro carico alle navi, oppure per essere più credibili, fingono un’avaria, o se sono più spregiudicati, quando sono in vista di una nave gettano a mare i loro “passeggieri “ di modo che le ONG possono dichiarare senza ombra di dubbio di aver raccolto dei naufraghi.

 

Ed è questo il motivo per cui queste navi, che in pratica stanno sostituendosi sotto le spoglie di umanitari agli scafisti trafficanti di uomini, pretendono di poter scaricare il loro “bottino” nei porti italiani che sono i più vicini a loro e invocano le regole internazionali.

 

Gli scafisti di un tempo, per la presenza delle ONG, hanno raggiunto oggi un doppio risultato: riescono a fare dei viaggi molto più brevi e NON PERDONO più le imbarcazioni che possono così riutilizzate; infatti dopo essere tornati alle basi le ricaricano di nuove anime, iniziano un altro “mezzo viaggio” e si arricchiscono ancora di più.

 

Possibile che non si capisca questo? Lo si capisce certamente, ma finché ci sarà una Italia che continua a prendersi carico di TUTTI quelli che arrivano con qualunque mezzo, il resto dei paesi europei ne approfitterà.

 

Occorre quindi che si cambino le regole e si trovi un modo di distinguere i veri naufraghi, che sono quelli che in un regolare viaggio fatto per mare, a causa di un problema accaduto al loro mezzo sono finiti nelle scialuppe di salvataggio della loro nave, da quelli che si sono imbarcati volutamente su un mezzo inadatto e sovraccarico e che per trasferirsi in Europa vogliono farsi considerare dei naufraghi.

 

Inoltre occorrerebbe anche definire a livello europeo che le navi delle ONG, che battono bandiera di paesi diversi, quando sono in mare rappresentano un po’ di territorio del loro Paese e che quindi l’aver preso a bordo delle persone (non naufraghi ma migranti) hanno già dato asilo, o quanto meno si sono fatti carico di dare asilo, a quelle persone; quindi dovrà essere la nazione a cui appartiene la nave a valutare se l’asilo può da loro essere dato o nel caso contrario è quel paese che deve occuparsi del rimpatrio.

 

Sono cose semplici da fare in fondo, e nei prossimi giorni se ne parlerà, ed infatti è stato fissato a Bruxelles un apposito vertice straordinario; peccato che è stato necessario giungere a fare qualcosa di spiacevole per ottenerlo. Io penso che si giungerà ad un accordo e spero anche che venga rispettato;  se però questo non avverrà, anche se mi dispiace, ritengo che non dovremmo più nulla su eventuali nuove forti prese di posizione del Governo in carica.

 

Vorrei ora invitare chi mi legge, a rileggere (ovviamente se ne ha voglia) anche quello che ho scritto su questo argomento nel passato; troverete i documenti alle seguenti date: 17/04/2011, 18/06/2015, 8/08/2015, 19/09/2015; è quindi da oltre 11 anni che il mondo vive questo tragico problema tanto che come si vede ne ho parlato a lungo; ho provato anche ad immaginare delle soluzioni, tutte possibili, ma nessuna è stata mai attuata per cui oggi, dopo oltre un DECENNIO, nulla è cambiato.

 

Franco Fellicò