martedì 21 febbraio 2017

Ed infine è avvenuta la scissione


Si capiva da tempo che prima o poi sarebbe finita così; d’altra parte la propensione a disgregarsi, a dividersi e a modificarsi è una vecchia abitudine di tutti i partiti, ma è quasi una regola tra quelli della sinistra.

Questa volta per il PD ci ha pensato Renzi, che dopo essere riuscito a giungere al Governo “scalzando” il suo predecessore e collega di partito Enrico Letta, è stato analogamente “scalzato” a sua volta da altri suoi colleghi appartenenti al suo stesso partito.

“Chi di spada ferisce, di spada perisce” dice un antico proverbio latino originato dal Vangelo di Matteo (l’Apostolo stranamente omonimo dell’ex premier); ed è stato così anche per Renzi che è stato fatto fuori come premier dalla minoranza PD che ha fatto pendere l’ago della bilancia verso il NO al referendum, che lui pensava dovesse incoronarlo definitivamente come salvatore del Paese.

Lui dopo la sconfitta si è subito dimesso da Presidente del Consiglio ed è stato osannato per la “coerenza” dimostrata attraverso quel gesto dai suoi seguaci; ma essi hanno però dimenticato che lui veramente aveva detto: “…se non riuscirò a cambiare l’Italia, non solo mi dimetterò da Capo del Governo, ma lascerò la politica…”.

Il suo gesto quindi non è stato affatto “coerente”, visto che ha continuato ad imperversare in politica, interessato a rimanere in sella fino al punto da scompaginare perfino il suo partito.

Nessun interesse ha dimostrato né per l’Italia e gli italiani, né per il suo stesso partito, mostrando invece interesse soltanto per la sua figura di politico, tanto è vero che si è subito rifiutato di “scomparire dalla scena” quando per salvare l’unità del partito, gli è stato chiesto di farsi da parte.

Ma allora di chi è la colpa di questa scissione? Chi è colui che più di ogni altro ha creato le condizioni perché avvenisse? Ci si dibatte nel capire se la colpa è di Renzi o della sua opposizione interna, ma io non ho dubbi: la colpa è esclusivamente di Matteo; egli infatti fino all’ultimo istante delle discussioni, non ha mai abbandonato il suo modo di fare orientato al “bullismo” e all’”egocentrismo”; e quel suo modo di fare, che ha infastidito per anni molti italiani, ha anche logorato parte dei suoi colleghi non disponibili ad essere delle pedine manovrate da un “GHE PENSI MI’” insediatosi improvvisamente a segretario del partito e anche a Capo del Governo.

Lui non ha mai ascoltato nessuno, e quando ha detto di ascoltare è comunque rimasto sempre fedele alle sue idee senza mai minimamente modificare i suoi disegni per almeno adattarli a quelli degli altri; se qualcosa è migliorata nel nostro Paese è stato soltanto perché Renzi ha avuto la fortuna di governare in un periodo segnato da una sensibilissima riduzione del costo del petrolio cosa a cui si deve ascrivere ogni miglioramento di vita del Paese; lui si è sempre guardato bene da parlare di questo benefico avvenimento eccezionale e ha usato la sua meravigliosa parlantina per convincere la popolazione, e forse anche se stesso, che ogni fatto positivo è stato originato dai suoi interventi. Poi mentre è stato prodigo di PAROLE per magnificarsi, non ha invece “mantenuto la PAROLA data” al momento in cui per rispettare le sue stesse dichiarazioni, gli eventi lo avrebbero dovuto costringere ad abbandonare la politica.

Io penso che questa è una “lezione” che doveva avere e che si è meritata; in un uomo politico più coscienzioso la lezione avrebbe avuto probabilmente anche un effetto positivo costringendolo a ridimensionarsi; nel suo caso invece ritengo molto probabile che continuerà a seguire i suoi istinti da capopopolo, e allora seguiranno presto altre “lezioni” che potrebbero anche farlo scomparire definitivamente dalla scena politica, malgrado il suo accanimento a rimanere.

Il risultato di tutto questo è stato certamente deleterio per il PD, ma il dissenso tra gli appartenenti al partito è certamente molto meno grave di quello che si è creato tra elettori e partito; l’elettorato del PD si ridurrà drasticamente e non sarà certamente qualche altro discorso di Matteo, basato su un finto patriottismo o su promesse di soluzioni miracolose ai problemi del Paese a far riguadagnare i consensi perduti; anzi è molto probabile che la sua presenza in quella parte di PD che è rimasta, possa provocare una remora all’adesione per molti cittadini orientati alle idee di sinistra; questo perché la sua azione da governante ha fatto sì che una buona parte di cittadini inizialmente spinti dalla  SPERANZA sono poi passati a nutrire DUBBI per poi finire nello SCONFORTO.


Franco Fellicò

domenica 19 febbraio 2017

Ma è solo la corruzione il male del nostro Paese?


Ho più volte scritto e parlato della corruzione che affligge a tutti i livelli il nostro Paese; e ho anche affermato che è assolutamente necessario combatterla ed adoperarsi per sostituire con persone ONESTE quelli che invece hanno dimostrato di non esserlo.

Ma c’è un’altra piaga non meno  grave che dilaga sempre più a cui bisognerebbe mettere un freno; è la “propensione all’imbroglio” che si esercita continuamente attraverso l’uso della furbizia.

L’Italia è il paese dei FURBI; e non parlo solo dei “furbetti del cartellino” o dei “finti invalidi”; ma anche di ciascun abitante del nostro Paese; infatti sembra che ognuno di noi sia convinto che una buona dose di furbizia sia indispensabile nella vita e nel lavoro; e forti di questa convinzione ciascuno utilizza continuamente l’astuzia in una sorta di guerra tra furbi per avere la meglio sugli altri.

I più nobili e agguerriti sono i politici che vivono solo di furbate; essi sanno bene che sarà il più furbo ad avere la meglio, non quello che ha le idee migliori; e poiché l’obiettivo primario di chi è in politica è di primeggiare, si combattono e combattono aguzzando la propria “furbizia”;  questo comportamento è di esempio per i cittadini, che anche nel loro piccolo, imparano ad agire allo stesso modo.

I politici adottano la furbizia non solo per combattere i partiti della loro opposizione, ma quando sono al Governo anche nei confronti dei cittadini e si ritengono particolarmente soddisfatti quando riescono a mettere in atto dei provvedimenti che pur avendo obiettivi completamente diversi, riescono a  presentarli in maniera in modo da far credere che avranno degli effetti straordinariamente a loro utili. Io chiamo queste azioni “…prese per i fondelli…” e il mio blog è pieno di dimostrazioni degli imbrogli che si nascondono dietro delle scelte raccontate come favolose e delle quali si elogiano solo i vantaggi, nascondendo tutti gli svantaggi.

Questo modo di fare non è solo dei politici e dei singoli individui; ma anche della maggior parte delle aziende dove probabilmente chi vi appartiene crede che l’esser furbo può essergli utile per far carriera, sempre perché ormai è invalsa la convinzione che più si è furbi più si è considerati capaci.

Si preparano così brochure truffaldine dove si affermano cose non vere, o meglio si utilizzano affermazioni che possono essere sia vere che false, ma che sono difficili da contestare; magari perché sono vere soltanto in pochi casi molto particolari.

Le aziende che forniscono servizi e in particolare quelle che forniscono servizi di telefonia sono maestre nel promuovere i propri servizi con affermazioni false o che sarà facile non rispettare, oppure che non potranno essere contestate per l’esistenza di qualche articolo nascosto in un qualche contratto chilometrico che spesso non viene fatto leggere a nessuno.

La velocità dell’ADSL viene indicata ad esempio come “…fino a 20 Mbit/sec” ed è impossibile conoscere quale sarà la velocità REALE e garantita; si approfitta del fatto che la velocità in una postazione dipende dalla distanza dalla centrale, ma poi quando improvvisamente la velocità diminuisce rispetto al solito, se il cliente si lamenta si è subito pronti a dire che il contratto prevede “…fino a…” e che quindi  il servizio rientra nel limite.
Ho scoperto che se per un po’ di giorni non utilizzo l’ADSL, quando riprendo ad utilizzarla, la velocità è diminuita moltissima; e sono convinto che qualche furbo tra i tecnici del mio fornitore ha fatto intervenire un meccanismo automatico che riduce la banda a chi la usa poco, per fornirla a chi la usa di più (è un meccanismo simile all’overbooking con il quale si vendono più posti di quanti se ne hanno disponibili).

Se prendete un depliant o una brochure di un fornitore di telefonia mobile vi trovate certamente dei piani che ad esempio offrono con un certo canone mensile 400 minuti di traffico e lo sottoscrivete tranquilli perché siete certi di non telefonare così tanto in un mese; ma poi vi accorgete (e non è scritto da nessuna parte) che in effetti avete diritto a 100 minuti alla settimana e che quindi se in una settimana telefonate poco, i minuti non consumati li perdete, mentre se in un’altra settimana (anche se è dello stesso mese) superate i 100 minuti, pagate a parte, e in maniera piuttosto salata, i minuti in più.

C’è poi un altro imbroglio che viene ormai adottato da quasi tutti i fornitori di telefonia; tutte le cifre vengono pubblicizzate facendo riferimento al mese, ma invece poi si scopre che la cifra indicata come mensile viene invece addebitata ogni 4 settimane (quasi come se tutti i mesi fossero di 4 settimane); questa “furbata”, inventata sicuramento da qualcuno che sarà stato anche premiato dalla sua direzione, è stata applicata autonomamente anche nei confronti di chi aveva sottoscritto una fornitura molto tempo prima (quando la furbata non c’era ancora) aumentando così gli introiti del fornitore senza che il cliente sia stato neanche avvisato.

Qualche altro furbo avrà considerato che al massimo qualche problema sarebbe nato soltanto con quei pochi che si sarebbero accorti del cambio di costo al quale al massimo avrebbero consentito (e avrebbero certamente detto: “nel rispetto della legge”) di disdire il contratto senza incorrere in spese; ma ovviamente, tenuto conto che sarebbero stati in pochi a reclamare e pochissimi a disdire il contratto, la loro manovra è andata in porto; tutto questo dimostra dunque che imbrogliare con furbizia è sempre conveniente. In pratica con questo ultimo raggiro la cifra dichiarata come mensile, in effetti viene corrisposta in un anno non per 12 volte ma per 13 volte (infatti in 52 settimane di un anno ci sono 13 volte 4 settimane).

Un’altra furbizia dei fornitori di telefonia è di nascondere nel contratto una frase che dice che se un nuovo cliente chiede ADSL e telefono e l’azienda non dispone della copertura ADSL, gli sarà attivato un servizio di sola fonia; a me infatti è capitato che Telecom, verso la quale avevo chiesto di fare una migrazione di un servizio di ADSL e fonia, ha accettata la richiesta di migrazione pur non avendo la possibilità di darmi l’ADSL; mi ha attivato un contratto diverso (di sola fonia) senza neanche dirmelo, e senza neanche comunicarmi che ad una certa data ero diventato loro cliente, e mi ha inviato un contratto cartaceo (che naturalmente non ho mai firmato) per un servizio completamente diverso da quello richiesto ad un prezzo che non conoscevo nemmeno; intanto io ero senza ADSL e quando chiamavo il 187 per lamentarmi, ricevevo le risposte più diverse; hanno messo più di un mese per rispondere solo al primo di 4 reclami che ho inviato loro e mi hanno costretto, per risolvere il mio problema, a fare una nuova migrazione verso altro operatore; non hanno però dimenticato di addebitarmi circa due mesi di canone di sola fonia (che non solo non ho mai richiesto, ma che non ho mai neanche utilizzata perché per me inutile) e in più mi hanno addebitato anche dei costi di migrazione, e ciò pur sapendo che l’avevo dovuta decidere perché costretto dalla loro inadempienza. 

Naturalmente io aspetterò che sia un giudice a condannarmi a versare quei soldi, e devo dire anche che non escludo che la “cosiddetta” giustizia, per via dei qualche strana regola, non possa invece dar ragione a chi mi ha chiaramente truffato e danneggiato.

Ho parlato a lungo delle furbizie degli operatori di telefonia che sono tutti ugualmente orientati ad imbrogliare in qualche modo i propri utenti; ma qualunque altro fornitore di servizi ha lo stesso atteggiamento verso i propri clienti; basta vedere le complicate fatture in cui appaiono decine di voci diverse difficili da comprendere che sembrano esistere quasi solo per confondere chi volesse controllarle.

Poi c’è la lotta tra i fornitori, per lo più organizzata da una moltitudine di call center che martellano ad ogni ora del giorno i possibili nuovi utenti promettendo enormi risparmi; in qualche caso i più sfrontati si spacciano come impiegati della stessa azienda di cui si è utenti, dicono che essa ha deciso di ridurre autonomamente i costi e richiedono per questo di fare una registrazione telefonica che, se non si è molto attenti, potrebbe finire per far cambiare fornitore all’ignaro signore che è dall’altra parte del filo.

Insomma tutto questo si verifica nella grande maggioranza delle aziende che ovviamente cercano di non essere mai raggiungibili; hanno infatti un’assistenza clienti spesso solo telefonica dove bisogna attendere ore per essere ascoltati, o via internet dove nessuno si degnerà mai di dare risposta ad una qualunque richiesta che non sia l’attivazione di una nuova fornitura.

E’ così raro trovare un’azienda che si comporti in modo diverso da questi “standard” che quando se ne incontra una (quale ad esempio Amazon) che ragiona in un modo completamente diverso, sembra quasi che si ha a che fare con una struttura di un altro pianeta.

Ma come trovare un rimedio a tutto questo? Sono certo che molti di coloro che mi leggono hanno subito pensato a nuove leggi che non consentano più i comportamenti che ho illustrato; ma io dico NO! ASSOLUTAMENTE NO!; perché proprio per aver reagito così per contrastare le infinite furbizie degli italiani, abbiamo finito (unici al mondo) per aver superato le 150.000 leggi; e anche perché nuove leggi sarebbero subito utilizzate “con furbizia” a vantaggio di chi è abituato a sfruttarle per avere la meglio sugli altri.

Quello che occorre invece è lavorare per convincere ogni cittadino, ogni azienda e ogni politico ad agire in maniera corretta, senza sotterfugi e con la massima trasparenza; e questo non per evitare di compiere reati o anche solo di incorrere in sanzioni, ma soltanto perché lo impone la dignità di chi appartiene al genere umano.

Ritengo che occorre assolutamente moralizzare la maggior parte delle aziende; occorre che esse e quindi ciascun individuo che vi lavora, cambino assolutamente modo di agire; occorre che le direzioni la smettano di premiare le idee malsane soltanto perché utili a incrementare i guadagni, ma invece puniscano chi è abituato a fare il furbo con i clienti; occorre che l’umanità torni ad essere sincera per lo meno come lo era qualche decina di anni fa; occorre ridurre le leggi drasticamente in poche regole semplici, perché l’intricato sistema sempre più complesso di regole che abbiamo, piuttosto che frenare lo tsunami dei furbi, finiscono per fornire solo comodi strumenti per imbrogliare meglio.

Occorre educare le aziende e gli uomini che vi appartengono, dimostrando anche che un comportamento etico e trasparente orientato a soddisfare le esigenze dei clienti, oltre che essere il giusto modo di agire degli esseri dotati di ragione e di coscienza, è anche utile al progredire dell’azienda molto più che non con l’utilizzo dei sotterfugi inventati con l’arte dell’imbroglio.


Franco Fellicò