venerdì 10 giugno 2022

Ancora sulla guerra

 

Facciamo un po’ il punto sulla situazione internazionale.

 

Non c’è dubbio che i rapporti tra i popoli del mondo stanno notevolmente cambiando e questo dipende dall’invasione russa dell’Ucraina.

 

Non ricordo il nome, ma tra i seguaci di Putin c’è chi ha detto che noi li odiamo e non possiamo escludere che ciò non sia vero; infatti chi non sarebbe tentato di odiare un Paese che in solo pochi mesi è stato capace di distruggere tutti gli equilibri mondiali che si erano creati in tanti anni?

 

Ma tra loro c’è anche chi dice a sua volta che ci odia e uno di questi è Medvedev (l’attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza di Mosca); egli ha scritto su Telegram:

 

“Mi viene spesso chiesto perché i miei post sono così duri e la risposta è che li odio. Sono bastardi e fanatici. Vogliono la morte per la Russia e finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire”.

 

Dunque non più la fratellanza, ma è l’odio che dilaga sempre più; ci odiamo vicendevolmente anche se malgrado la convinzione di Medvedev, noi invece non abbiamo alcuna intenzione di farli sparire.

 

Noi non siamo aggressivi come loro e però dopo aver constatato che non si può avere fiducia in quello che dicono e che fanno, l’unica cosa che vogliamo e che perseguiamo è di evitare di avere rapporti con chi è capace di approfittarne per ricattarci.

 

Il nostro quindi non è un vero odio, ma è un atteggiamento profondamente critico sull’operato della Russia, o meglio di Putin che ha fatto attaccare l’Ucraina in modo barbaro dal suo esercito, puntando chiaramente, dopo averlo completamente raso al suolo, a volersi appropriare di una buona parte del territorio di quel Paese.

 

Come non essere critici per le azioni di un dittatore colpevole della morte di oltre 30.000 dei suoi stessi soldati, e certamente di un numero simile di ucraini che si difendono? Come non indignarsi per il blocco del grano che rischia di marcire bloccato volutamente ad Odessa mentre molti milioni di persone rischiano di morire di fame?

 

Putin non sta combattendo una guerra contro l’Ucraina, ma utilizzando il suo esercito per bloccare il cibo destinato a molti altri Paesi, sta colpendo tutto il mondo.

 

Un rappresentante dei popoli africani si è recato a Mosca per supplicare Putin di sbloccare il grano giacente in Ucraina; poi è tornato soddisfatto dalle promesse dello Zar.

 

Ma le promesse, almeno fino ad ora si sono dimostrate essere solo chiacchiere visto che pochi giorni fa l’esercito russo ha bombardato sia i depositi di grano sia le strade ferrate con le quali si stava tentando di trasportare almeno una parte del tutto verso le loro destinazioni.

 

Ultimamente Lavrov ha incontrato il suo omologo turco (Cavusoglu) e sembrava che si fosse vicini ad un accordo in cui la Turchia avrebbe sminato il mare di Odessa per far passare le navi mercantili ferme, mentre la Russia avrebbe promesso di non approfittare del “canale” per sbarcare ed attaccare la città. Ero molto scettico sugli esiti di questo incontro ed infatti sembra che non ci sia stato alcun esito positivo.

 

L’Ucraina non si fida della Russia e, visto che le parole di Putin non si sono mai rivelate vere garanzie, nessuno può dar torto a Zelenski.

 

I russi poi chiedono in cambio la sospensione delle sanzioni cosa che ovviamente non è possibile pensare che possa avvenire visto che le stesse non sono una iniziativa dell’occidente, ma sono la risposta alla loro barbara invasione.

 

Come è loro abitudine i russi per ora dicono che il blocco del grano dipende dall’Ucraina che ha minato il mare di Odessa; ma possiamo anche essere sicuri che presto diranno che la colpa è degli occidentali che non consentono l’accordo non volendo sospendere le sanzioni.

 

Tutti questi comportamenti non hanno altro effetto che dimostrare sempre più alla gran parte del mondo l’inaffidabilità che contraddistingue Putin; quindi se il mondo non vuole dipendere dalle bizzarrie e dai capricci della Russia, l’unica possibile reazione è quella di considerarla inesistente e di non aver più a che fare con un partner che manca di credibilità.

 

Ma loro intanto ci minacciano ogni giorno; vorrebbero che l’occidente che si sta accollando l’onere di accogliere i milioni di profughi da loro provocati, eviti anche di fornire un po’ di armi di difesa agli ucraini; vorrebbero essere lasciati liberi di colpire senza dover subire una minima resistenza; ma gli USA e il Regno Unito hanno appena deciso di far avere prossimamente agli ucraini dei missili con una gittata di 80 chilometri facendosi promettere che non saranno usati comunque contro il territorio russo, ma solo per colpire l’artiglieria degli invasori da più lontano.

 

E’ da notare che quando due popoli si combattono, da che mondo è mondo sia gli uni che gli altri si bombardano ciascuno attaccando il territorio dell’altro; in questo caso invece sembra che la Russia debba essere lasciata tranquilla e sia gli ucraini che i tanti popoli che li sostengono considerano normale che tutta la guerra si debba svolgere esclusivamente sul territorio del popolo ingiustamente invaso.

 

Ovviamente questo si fa per evitare una recrudescenza e un allargamento del conflitto, ma in un certo senso queste scelte sono semplicemente dei favori accordati a chi non ne avrebbe alcun diritto.

 

Malgrado tutta questa attenzione che perfino chi sostiene gli ucraini rispetta, Putin ha dichiarato che farà occupare dal suo esercito una fascia di territorio ucraino che sia almeno uguale alla gittata dei missili usati dagli ucraini. E tutti noi dovremmo accettare queste sue minacce!

 

E per questo io mi meraviglio che si sia fatta tanta pubblicità su queste nuove armi. Si è parlato di missili con una gittata di 300 chilometri per poi passare a quelli da 80 chilometri, si sono resi noto a tutto il mondo i tipi di lanciarazzi che saranno forniti, si è pubblicato persino il numero di postazioni che sarebbero state inviate ed io non posso fare a meno di domandarmi che necessità c’era di fare tutta questa pubblicità. Non si potevano inviare  le nuove armi e farle scoprire ai russi solo al momento in cui sarebbero entrate in funzione? Non si è pensato che tutta quella pubblicità sarebbe servita solo a far trovare subito delle contromisure all’esercito in guerra?

 

Il nostro mondo è libero e aperto, e certamente questa è una bella superiorità che abbiamo confrontandoci con un Paese dove regna l’autocrazia e il silenzio stampa perenne, ma queste cose che vediamo sono delle esagerazioni che si traducono in un beneficio per chi è dall’altra parte e non ha alcun diritto di essere informato in anticipo.

 

Concludo questo scritto con una convinzione che ogni giorno si rafforza: anche se riconosco che non si deve smettere mai di tentare un  dialogo che possa sfociare in un accordo tra le parti, devo riconoscere che l’unico modo di ottenere un risultato dagli sforzi che buona parte del mondo sta facendo, è quello di continuare ad armare l’Ucraina facendo resistere il suo popolo fino al punto in cui il numero di perdite dell’esercito invasore sarà così grande da costringere Putin e Zelensky ad un accordo che impegni le parti ad un cessate il fuoco in cambio di una neutralità dell’Ucraina e della indipendenza dei territori attualmente occupati dai russi.

 

Ci vorrà tempo e ci saranno purtroppo molti altri morti da entrambe le parti ma alla fine, quando anche il popolo russo si sarà accorto bene della grande quantità dei propri soldati perduti inutilmente e solo per il volere di Putin, ci si potrà sedere ad un tavolo di trattative senza che una delle parti debba imporre la capitolazione all’altra.

 

Franco Fellicò