Alla
distanza di oltre 80 giorni dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte
della Russia, vale la pena provare a fare un bilancio di tutto quanto è
accaduto.
La
cosa fondamentale che è sotto gli occhi di tutti è che la cosiddetta
“operazione speciale militare” si è dimostrata invece una tragica e vera guerra
ma contemporaneamente anche una stupida idea di Putin.
Ripercorriamo
insieme allora gli avvenimenti per i quali ripeterò anche molte cose che tutti
sappiamo.
Gli avvenimenti
1.
Il
24 febbraio Putin ha ordinato a 180.000 uomini su un enorme numero di mezzi
corazzati e non (quelli contrassegnati da una grande ZETA) e che nei giorni
precedenti aveva fatto ammassare ai confini dell'Ucraina, di varcarli per invaderla
2.
L’unico
obiettivo dichiarato è stato che intendeva “denazificare” e anche
“demilitarizzare” l’intera Ucraina.
3.
Per
raggiungere detti obiettivi però ha iniziato una vera e propria guerra
assaltando immediatamente la capitale del Paese invaso; pensava probabilmente
di riuscire a prenderla in pochi giorni, di estromettere Zelensky e di
instaurare un governo a lui fedele guidato probabilmente da Viktor Medvedchuk,
leader ucraino del partito filorusso. Questa è stata LA PRIMA IDEA SBAGLIATA DI
PUTIN che infatti non si è realizzata; Kiev non è stata presa, Medvedchuk è
stato catturato dagli Ucraini fedeli a Zelensky che hanno anche tentato, senza
ottenerlo, di scambiarlo con dei
prigionieri ucraini.
4.
L’esercito
russo ha assediato Kiev per giorni, ma contemporaneamente ha iniziato a
bombardare le principali città ucraine; poi, dopo essersi convinto che non
sarebbe riuscito a sottomettere l’intera Ucraina, si è ritirato dal nord di
Kiev e si è spostate verso il sud del paese invaso; i soldati russi hanno
lasciato grandi distruzioni e moltissimi morti civili trucidati barbaramente
tanto che sono in corso indagini per individuare e punire i crimini di guerra
perpetrati; non contenti delle distruzioni e delle uccisioni di civili
innocenti, prima di lasciare l’area,
l’hanno minata tutta.
5.
Si è
cominciato allora a parlare di seconda fase dell’operazione e si è delineato un
nuovo obiettivo mai dichiarato però; si è capito che Putin, vista
l’impossibilità di realizzare il primo, si è ben guardato da dichiarare il secondo
in maniera da poterlo anche eventualmente sostituire con un terzo e magari
anche con un quarto.
6.
Con
l’inizio della seconda fase le truppe si sono riunite tutte nel sud
dell’Ucraina ed hanno iniziato un’avanzata LENTISSIMA perché fortemente frenata
dalla resistenza ucraina; durante questa fase che è in atto ancora oggi le
perdite di mezzi e di uomini dell’esercito russo sono state elevatissime; pare
che ad oggi siano morti circa 30.000 dei 180.000 soldati inviati da Putin e
secondo l’intelligence inglese un terzo dell’esercito invasore e dei suoi mezzi
è già andato perduto. Ad essi vanno aggiunti tutte le perdite di vite umane tra
i soldati ucraini e il gran numero di vittime di civili innocenti, tra cui
molte donne e bambini. Siamo ben lontani quindi da una denazificazione, non
fosse altro perché il numero di eventuali nazisti da eliminare non può
certamente essere di quella entità.
7.
Con
la seconda fase è stato chiaro comunque che il nuovo obiettivo di Putin (quello
ridimensionato, ma al solito mai dichiarato) era diventato quello di
appropriarsi del Donbass e anche si una fascia di territorio lungo il sud
dell’Ucraina che consentisse di collegare la Russia fino alla Crimea già
considerato da tempo russa. Qualcuno ha anche ipotizzato che Putin volesse
anche prolungare quella fascia di territorio fino ad Odessa e anche fino alla
Transnistra togliendo completamente all’Ucraina lo sbocco al mare. E non è
affatto da escludere questo nuovo obiettivo visto che gli attacchi ad Odessa e
dintorni continuano da molte settimane sia da terra che dal mare.
8.
La
città di Mariupol e in particolare la sua acciaieria dotata di tanti cunicoli
resistenti anche a attacchi nucleari è stata la città martire per eccellenza e
solo in queste ultime ore pare che i russi siano riusciti ad occuparla; nel
nord est invece la città di Kharkiv è stata liberata dagli ucraini i quali
hanno ricacciato l’esercito invasore fino ai confini russi.
9.
In
ogni modo si capisce che questa guerra è comunque contro l’Ucraina intera e che
al minimo l’obiettivo vero di Putin non è altro che l’acquisizione con la forza
di un territorio di suo interesse a danno di una nazione confinante. Ai nostri
tempi una guerra fatta per impadronirsi di territori è inaccettabile a meno di
non ragionare alla maniera di come si ragionava non meno di un secolo fa. Quindi l’intero mondo civile è
insorto contro questa azione sconsiderata basata esclusivamente sulla forza
militare.
10.
Gli
avvenimenti comunque ci hanno fatto capire molte cose. Un esercito come quello
russo avrebbe fatto paura a chiunque fino a pochi mesi fa; ed invece oggi è
sotto gli occhi di tutti quanto sgangherate e disorganizzate siano le sue truppe
e come i suoi mezzi corazzati, ormai superati, siano diventati un facile
bersaglio dei droni moderni; le corazze di quei mezzi sono diventate le bare
dei pochi uomini presenti in ciascuno di esse e le migliaia di rottami
incendiati di quei vetusti carri armati visibili in tutto il territorio ucraino
lo dimostrano.
Le reazioni del mondo e i dissensi
Ma
cosa è accaduto nel resto del mondo durante questi quasi tre mesi di guerra?
Moltissime cose e tutte negative; infatti i danni che Putin ha inferto
all’Ucraina e anche i danni che ha procurato anche all’esercito russo (sia
reali per le grandi perdite verificatesi, sia di immagine) sono solo una
piccola parte dei danni che la sua “operazione speciale militare” ha procurato
al mondo intero e al suo stesso Paese. E se Papa Francesco ha detto che nella
guerra non c’è uno che vince e uno che perde, ma perdono tutti, al giorno
d’oggi bisogna interpretare quel TUTTI come TUTTO IL MONDO.
Voglio
ricordare nuovamente che solo qualche mese fa Putin era considerato uno dei
grandi leader della mondo e che la Russia era una dei grandi Paesi ricco di
beni energetici e alimentari e come tale fornitore di energia e di derrate
alimentari anche ad una gran parte dell’Europa.
Bisogna
ricordare anche che eravamo quasi tutti usciti da una tremenda pandemia che avevamo
combattuto TUTTI INSIEME, prima con i necessari lockdown e poi con le
vaccinazioni di massa. I vaccini erano stati prodotti sia in occidente che in
Russia e tutti li avevano utilizzati in
misura diversa ma comunque con ottimi risultati.
Tutto
il mondo, e quindi anche l’Europa e la Russia stava tornando lentamente alla
normalità, dopo che parecchi milioni di vite umane erano andate perdute, e
anche l’economia, fortemente penalizzata, si stava riprendendo dovunque.
La
pandemia aveva creato infatti grandi crisi economiche, ma da quelle crisi si stava uscendo e lo si stava facendo INSIEME
fidando su una collaborazione intercontinentale che si era anche rafforzata
proprio durante l’alleanza che si era costituita quasi automaticamente lottando contro il virus.
La
collaborazione tra gli Stati era molto forte, c’erano Paesi come la Russia e
l’Ucraina che contribuivano alla ripresa fornendo energia a chi ne aveva
bisogno o anche grano, mais e altre risorse alimentari. Questi Paesi
esportatori di beni venivano regolarmente pagati per i loro prodotti e in cambio
ricevevano anche aiuti nello sviluppo tecnologico.
Putin,
come ho già detto, era considerato uno
dei grandi uomini della terra ed era rispettato anche se il regime di cui era a
capo non era simile a quello dei paesi più democratici e più liberi; tutti i
leader del mondo ormai intrattenevano buoni rapporti con la lui e molte aziende
di tutto il mondo avevano deciso di realizzare impianti industriali in Russia
creando lavoro per i suoi abitanti e migliorando le loro condizioni di vita.
C’era
chi era più russofilo e chi meno, ma tutti avevano buoni rapporti con quel
Paese e con Putin e sembrava proprio che i tempi della guerra fredda fossero
ormai finiti definitivamente.
Ma
dopo l’invasione accompagnata da delle parole terribili di Putin dittatore, nella
quale avvisava che CHIUNQUE avesse tentato di interferire sulla sua “operazione
militare speciale” avrebbe subito delle conseguenze che nessuno avrebbe potuto
mai neanche immaginare, tutto è cambiato all’improvviso.
L’occidente
ha reagito subito con delle sanzioni molto dure mirando a punire la Russia (non
Putin direttamente purtroppo) minando la sua economia; ma la forte dipendenza
di molti Paesi europei dal petrolio e dal gas russo ha costretto però a tener
fuori dall’embargo questi prodotti; l’altra azione dell’occidente è stata
quella di aiutare gli ucraini, e lo si è fatto in tre modi: accogliendo i tanti
profughi (oltre cinque milioni di anziani, donne e bambini), fornendo beni di
prima necessità e medicinali a chi era rimasto in Ucraina e fornendo le armi necessarie
all’esercito e ai volontari che combattevano per difendersi dall’invasione;
questa ultima cosa è stata necessaria anche perché altrimenti, come abbiamo
visto tutti all’inizio delle ostilità, accanto all’esercito ucraino si erano
schierati anche tutti gli uomini abili che si sarebbero però difesi alle meno
peggio forse opponendosi ai carri armati russi soltanto con le bottiglie
molotov preparate dai più giovani.
La
disponibilità di armi adatte a controbattere i carri armati russi ha consentito
a tutt’oggi agli ucraini di fermare e in qualche caso anche di scacciare gli
invasori.
L’Europa
si è dimostrata INIZIALMENTE più unita di quanto non fosse stata prima ed ha
reagito bene; però, e si poteva subito immaginare, date le diverse situazioni
in cui ogni Paese si trova, man mano che il tempo è passato sono nate delle
divergenze e non solo tra gli Stati, ma anche all’interno dei singoli Governi.
Per
l’Italia sono nati dei dissensi sull’invio delle armi ed infatti Giuseppe Conte
per i 5 stelle e Salvini per la Lega continuano a ripetere che bisogna smettere
di inviare armi agli ucraini.
Io non
capisco questi atteggiamenti che vengono giustificati con un pacifismo senza
senso; infatti non inviare le armi agli ucraini significherebbe decretare la
loro resa o peggio la loro eliminazione totale; infatti senza armi essi
dovrebbero solo arrendersi consegnando il loro Paese agli invasori, oppure
resistere senza potersi difendere e quindi perire tutti lasciando anche in
questo caso il loro Paese all’invasore.
Mi
meraviglio però che quegli stessi che non vorrebbero inviare armi agli ucraini
per non incentivare la guerra, sono anche quelli che non hanno mai proposto di
cessare di ricevere il gas dalla Russia, visto che, come ho spiegato in uno dei
miei scritti precedenti, tutta l’Europa regala a Putin ben 85 carri armati al
giorno pagandogli il gas che continua a fornirci.
Quindi
secondo questi contestatori (che a mio avviso lo fanno per partito preso), se armiamo gli
ucraini è sbagliato, se invece armiamo i russi è corretto! E affermano che solo
così si può ottenere la pace. Questo dimostra allora che chi non vuol far
inviare armi agli ucraini, ma crede sia normale continuare a foraggiare la
Russia con l’acquisto di gas è come se parteggiasse per Putin; e il motivo è
che lo fa per gli INTERESSI economici del proprio Paese; d’altra parte è da
ricordare che il motto di Salvini è
sempre stato “prima gli italiani”!
Non
c’è dubbio che disarmando gli ucraini e continuando a foraggiare Putin la
guerra finirebbe presto, ma ovviamente questo significa semplicemente che a
Salvini dell’Ucraina non interessa assolutamente niente e che, pur di non
sacrificare neanche un po’ il suo Paese, ritiene più conveniente che Putin
schiacci il più presto possibile una Ucraina inerme, si prenda ii territori che
desidera e sospenda le ostilità per aver raggiunto il suo tornaconto. Così
naturalmente la pace sarà arrivata!
Queste
discussioni su armi SI e armi NO e se gas SI o gas NO sono continue; in Italia
si discute ogni giorno di questi argomenti senza venire mai a capo di nulla;
l’unica fortuna che abbiamo è l’esistenza di un Presidente del Consiglio serio che
finché la sua autorità glie lo consentirà, saprà scegliere il giusto
atteggiamento da avere. In ogni modo tutte queste discussioni, che certamente
arrivano all’orecchio attento di Putin, lo ringalluzziscono, tanto è vero che
ci ha fatto sapere subito che il nostro atteggiamento è da “suicidio
energetico”.
Altri obiettivi di Putin e i naturali
risvolti
Un
altro degli obiettivi, anch’esso mai dichiarato ma sottinteso da Putin, era la
preoccupazione che l’Ucraina entrasse a far parte della Nato; non avrebbe voluto
questo non tanto per evitare che il suo territorio confinasse troppo da vicino con
i Paesi Nato, ma perché se così fosse avvenuto, difficilmente avrebbe potuto
decidere di invadere un Paese protetto dall’alleanza atlantica.
Ma questa
sua improvvisa invasione ha dimostrato chiaramente il rischio che stavano
correndo tutti i Paesi non Nato confinanti con la Russia; essi si sono resi infatti
conto che potevano essere le possibili prossime vittime di Putin; la
cosa non è sfuggita alla Finlandia, visto che confina con la Russia per
parecchie centinaia di chilometri, e anche alla Svezia.
Queste
nazioni erano neutrali da centinaia di anni, ma dopo la dimostrazione chiara
del rischio che potevano correre hanno immediatamente pensato di abbandonare la
loro neutralità e di cercare una maggior sicurezza sotto l’ombrello della Nato
che è notoriamente un organismo forte militarmente e pronto a difendere i suoi
membri da eventuali attacchi; le due Nazioni erano già partner della Nato tanto
che partecipavano alle sue esercitazioni, erano anche abbastanza forti
militarmente, ma rimanendo in quella posizione non avrebbero potuto usufruire
dell’articolo 5 dell’alleanza che impone in casi di attacchi sconsiderati che
tutta l’alleanza difenda l’eventuale vittima.
La
cosa è stata chiara a tutti i cittadini di quelle Nazioni tanto che in Finlandia se prima
dell’aggressione all’Ucraina era favorevole all’entrata nella Nato il 25% della
popolazione, dopo l’invasione del 24 febbraio i favorevoli sono diventati il
75% e quindi, così come avviene nei Paesi civili i Governi hanno deciso subito
di richiedere l’ingresso nell’alleanza.
Questo
è un avvenimento storico motivato esclusivamente dalla SCELLERATA OPERAZIONE di
Putin che, affrettandosi ad invadere l’Ucraina perché non difesa da nessuno, ha
chiaramente dimostrato a questi Stati il rischio che stavano correndo.
Putin
non ha naturalmente gradito la scelta dei due Paesi baltici e anche la Turchia
(membro Nato) sembra si voglia opporre all’entrata dei due Paesi nell’alleanza;
ho sentito però una bella spiegazione di questo atteggiamento della Turchia:
“Erdogan si interessa solo di Erdogan” ed infatti sembra già chiaro che questa
opposizione sia un modo per farsi pregare dall’organizzazione per poi cedere
ottenendo in cambio qualcosa; si parla già di un indennizzo sotto forma di
fornitura di armi!
In
Italia c’è poi il solito Salvini, che con fare da filosofo, afferma che bisogna
opporsi all’entrata dei due nuovi Paesi nell’alleanza perché questo potrebbe
allontanare la pace; come sempre Salvini, interessato solo agli italiani, non
si preoccupa affatto se la Finlandia possa venire attaccata alla maniera
dell’Ucraina e, pur di evitare un ulteriore fastidio a Putin, sceglie la strada
comoda per lui. Ma di lui non c’è da preoccuparsi, sia perché non lo ascolterà
nessuno, ma anche perché prima o poi gli capiterà di affermare la cosa
contraria.
Sarebbe
il caso che chi pensa che l’alleanza atlantica è inutile o pericolosa, tenga
ben presente le decisioni di Finlandia e Svezia che invece hanno ritenuto utile
appartenere ad una organizzazione difensiva di alto livello che esiste
esclusivamente per difendere tutti insieme ogni possibile aggressione di un
qualunque membro.
Dopo
una dimostrazione così chiara di Putin del modo violento di utilizzare i suoi
armamenti in maniera offensiva è estremamente importante che ci sia un grande
blocco difensivo che lo scoraggi nel decidere eventuali nuove imprese.
Ovviamente
Putin, quando la Nato si allarga continuerà a credere di essere minacciato, ma
questo dipende dal fatto che lui è abituato ad usare le sue armi per offendere
(come sta dimostrando) e quindi di
conseguenza pensa che chiunque altro si armi è un possibile suo nemico pronto a
colpirlo!
Noi
dell’alleanza invece dovremmo plaudire a questo ingresso di due nuovi Paesi che
VOLONTARIAMENTE stanno chiedendo di unirsi al blocco difensivo, perché solo
così potremo scongiurare l’inizio di nuove invasioni da parte di chi si arma
per offendere.
I risultati finora
Proviamo
ora a metterci nei panni di Putin e della Russia e a verificare quali vantaggi
e svantaggi sono derivati dalla questa sciagurata impresa.
1.
Non
c’è alcun dubbio che l’importanza del grande leader della Russia è scaduta a
livello mondiale. C’è qualcuno che lo
segue ancora e qualcun altro che ha preferito mantenersi equidistante da lui e
da chi lo ha abbandonato.
2.
La
Russia è tornata ad essere un Paese manipolato da un dittatore destinato a
vivere con il minimo indispensabile, isolato dal mondo ed informato solo dalla
propaganda interna.
3.
Se
Putin voleva evitare che l’Ucraina entrasse a far parte della Nato, il suo
intervento gli ha procurato che non UNA, ma DUE altre Nazioni, una delle quali
molto confinante con la Russia, lo stiano facendo; e si tratta anche di Nazioni
che hanno una grande influenza sul mar baltico!
4.
Un
gran numero di grandi aziende mondiali hanno abbandonato la Russia creando
certamente disoccupazione e peggiorando la qualità della vita. Ho appena
sentito che anche McDonald’s e Renault hanno abbandonato la Russia.
5.
L’economia
della Russia ma anche quella di tutti i Paesi occidentali è in grosse
difficoltà per il contraccolpo derivante dalle sanzioni che ovviamente hanno
colpito sia la Russia che tutti coloro che le hanno indette.
6.
L’inflazione
è in forte crescita dovunque e ovviamente anche la disoccupazione è in aumento;
e questo in tutto il mondo.
7.
Il
blocco dei cereali nei silos dell’Ucraina sta per affamare interi continenti e
a breve non consentirà neanche di utilizzare i nuovi raccolti a causa della
mancanza di spazio dove accogliere la nuova produzione.
8.
Una
gran parte delle città e dei villaggi dell’Ucraina è stata distrutta e ci sono
state migliaia e migliaia di morti sia tra i Russi che tra gli Ucraini.
9.
Milioni
di persone appartenenti a famiglia distrutte sono dovute fuggire dall’Ucraina.
10.
Si
sono spese miliardi e miliardi di dollari da entrambi le parti sprecandoli in armamenti;
e sono state rase al suolo intere città ucraine.
11.
La
Russia, con tutte le sue ricchezze in materie prime ed energia, non avrà più
mercato per lo meno verso l’occidente perché tutti gli attuali clienti
abbandoneranno le forniture appena possibile e nessun altro avrà la fiducia
sufficiente per contrarre nuove forniture.
12.
Gli
oleodotti e i gasdotti realizzati per rifornire l’Europa finiranno per essere
abbandonati e non serviranno più mentre ne dovranno essere realizzati di nuovi
per spostare il mercato verso la Cina.
13.
La
Cina, ma ci vorrà tempo, si sostituirà all’Europa ed acquisterà i prodotti
energetici russi, ma lo farà certamente a prezzi molto più bassi e così come
l’Europa è stata dipendente dalla Russia, sarà la Russia ad essere dipendente
dalla Cina.
14.
Putin,
che ha perduto ogni sua influenza sul mondo intero, forse si approprierà di un pezzo di Ucraina;
quel pezzo sarà comunque un territorio completamente distrutto e tutto da
ricostruire e in più i suoi uomini dovranno sopportare una opposizioni o forse
guerriglia che gli abitanti di quelle
terre potrebbero far durare anni.
15.
Anche
la parte di Ucraina che rimarrà in essere dovrà essere tutta ricostruita e
saranno ancora tanti i milioni di dollari necessari per farlo.
Conclusione
Ho
iniziato a parlare di questo argomento nel mio BLOG il giorno dopo
dell’invasione con uno scritto il cui titolo era “UN UOMO SOLO”; sono andato a
rileggerlo e ho potuto notare che fin da subito mi era chiaro buona parte di
quello che sta accadendo.
Non
posso che concludere ancora una volta che tutto quello che sta accadendo deriva
dall’esistenza di un UOMO SOLO che ha l’autorità sufficiente per muovere un
intero esercito di una Nazione che lui considera suo patrimonio personale e che
si diletta a fare la guerra con dei soldatini che non sono di piombo ma in
carne ed ossa.
Franco Fellicò