martedì 21 agosto 2012

Ex Presidente della Camera


Luciano Violante, ex Presidente della Camera ha detto (sono le testuali parole ascoltate in TV dalla sua bocca):

Ogni detenuto costa allo Stato 140 euro al giorno e questo significa che il suo costo è di 4.200 euro al mese, dunque… (e qui io mi aspettavo che dicesse quello che io vado dicendo da tempo e cioè che se li facessimo lavorare potremmo recuperare un po’ delle spese che ci costano) …se noi dessimo loro 2.000 euro al mese pregandoli di non più delinquere, lo Stato potrebbe risparmiare 2.200 euro al mese per ciascuno di loro”.

Dopo questa affermazione, l’unica cosa che mi viene in mente è che il vecchio Presidente della Camera dovrebbe essere rinchiuso non in un carcere, ma in un manicomio.

La sua affermazione è di una stoltezza unica e anche se fosse fatta senza la vera intenzione di operare questo intervento, non è degna neanche di un ragioniere da quattro soldi.

Ma come possiamo aver avuto fiducia in simili figure? Non si vergogna l’individuo di sentirsi trasmesso per TV nel proferire delle parole così dissennate?

Io stento a crederci, ma le mie orecchie e i miei occhi lo hanno sentito e visto sullo schermo televisivo e quindi senza ombra di dubbio.

Non voglio influenzare nessuno, ma chiunque leggerà questa informazione potrà trarre le debite conclusioni.

Oh! per chi non ci credesse ho trovato il video, ascoltatelo:
http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=29257

E se vi va leggete anche qui:
http://infosannio.wordpress.com/2012/08/22/stipendio-ai-carcerati-per-luciano-violante-una-soluzione-per-risparmiare/

Franco Fellicò

mercoledì 11 luglio 2012

Ignavia è la parola giusta!













Si, alla fine l’ho trovata, è una parola che descrive perfettamente l’indole della maggior parte dei cittadini italiani.

L’ho trovata, e ho trovato anche alcune chiare definizioni che a loro volta illustrano la parola e che vi riporto qui di seguito:

  • Ecco dunque che cos'è l'ignavia: è l'illusione di credere che i poteri forti, vedendo la debolezza della società civile, abbiano meno motivi di comportarsi in maniera arrogante.
  • L'ignavia è il timore che il proprio sacrificio sia inutile per la causa della libertà individuale e, insieme, della giustizia collettiva.
  • L'ignavia è la falsissima idea di far coincidere la giustizia sociale col mero conseguimento di una libertà personale.
  • E' cioè l'accontentarsi di un vantaggio individuale, invece di estenderlo a quante più persone possibili.
  • Gli ignavi sono peggio dei nemici dichiarati, proprio perché spendono parole sopraffine per arrendersi al sopruso, oppure fingono soltanto di opporvisi.
Tutte queste cose infatti sono emerse dal comportamento dei tanti amici a cui avevo proposto semplicemente di mettere “una crocetta” su un sito Internet che li avrebbe fatti considerare firmatari di un progetto che mirava a portare “Gente onesta al Governo”.

A dimostrazione incontestabile di quello che affermo, chiunque può verificarlo andando sul sito  http://www.ffellico.com/politicatest/index.php e vedere che in un mese meno di 20 persone hanno aderito alla mia iniziativa.


Eppure TUTTE le persone invitate erano e sono A PAROLE convinte che la classe politica attuale debba essere cambiata appunto con persone più oneste.


Questo è purtroppo il nostro vero grande male, tanto che la corruzione della casta politica può passare tranquillamente in seconda linea.


D’altra parte come si può qualificare chi critica, sbraita e inveisce contro qualcuno e poi, nel momento in cui gli si fornisce un’arma per reagire, anche quando l’arma spara quasi da sola visto che basta solo accettarla, la rifiutano?


Come ho anche già detto, lascerò il sito in essere a riprova perenne dell’ignavia dei cittadini italiani e pur non passando dalla loro parte perché non è nel mio modo di pensare, non potendo agire da solo mi dedicherò ad altro.


Voglio ricordare che Dante aveva così tanto disprezzo degli ignavi che li considera indegni di meritare sia il Paradiso che l’Inferno per cui li pone nell’AntInferno (dove sono punite miseramente le tristi anime che vissero "sanza 'nfamia e sanza lodo", anime che non operarono nè il bene nè il male per la loro scelta di vigliaccheria).


Franco Fellicò

domenica 1 luglio 2012

Lettera aperta ai miei amici


Ho capito!


Si. Ho avuto la dimostrazione palpabile del perché il nostro Paese è finito  nelle mani di un così gran numero di approfittatori, e ciò che è peggio, ho capito anche che questi ultimi hanno ormai “mano libera” e MAI nessuno li costringerà più ad andarsene.


Anzi essi aumenteranno e le loro fila si ingrosseranno sempre più perché tanti altri “sudditi” attuali tenteranno la scalata al potere, sicuri di risolvere il proprio problema individuale accedendo a quel luogo di privilegi e benefici che per anni  loro stessi hanno  biasimato.


Il discorso è diventato ormai: “invece di combattere la corruzione, lascio le cose come stanno e mi accomodo anch’io a far parte dei corrotti”; o nei casi meno disonesti: “devo trovare un modo per risolvere in qualche modo il mio problema individuale, poi gli altri si arrangino”.


La dimostrazione è venuta chiara e limpida quando, dopo aver tanto ascoltato il disgusto così chiaramente espresso da tanti miei amici e non solo, ho deciso di realizzare un sito web in cui ciascuno avrebbe dovuto semplicemente “apporre una crocetta” accanto alla frase: “Promettiamo di votare alle prossime elezioni soltanto candidati che sottoscrivendo un certo documento ci dimostrino di essere ONESTI”.


Ebbene pur avendo fatto pervenire un centinaio di email a quegli amici con i quali scambio di tanto in tanto messaggi di quel tipo, pregandoli non solo di apporre la crocetta, ma anche di diffondere a loro volta con lo stesso mezzo l’iniziativa, NESSUNO, dico NESSUNO mi ha degnato né della crocetta ma neanche di una risposta sia pure contraria.


Ho aspettato di incontrarli per capirne i motivi e finalmente l’incontro c’è stato, la risposta è venuta e mi ha convinto pienamente di quanto ho scritto all’inizio di questo documento.


L’Italia, cominciando dai miei amici tutte persone di un buon livello culturale, è “piena di mugugnatori” cioè di persone che parlano e sparlano, che spesso criticano con piena ragione le azioni dei politici, biasimano il loro atteggiamento, dicono di non aver più fiducia di nessuno, affermano che forse non andranno proprio a votare, giungono anche a dichiarare che l’unica cosa da fare è la rivoluzione; ma tutti loro, nessuno escluso, quando qualcuno propone una sia pur semplice “azione” che non li impegna se non per qualche minuto soltanto, si tirano indietro.

Figuriamoci se poi si dovesse proporre di iniziare la rivoluzione che loro stessi dicono essere necessaria; quella sì che ci deve essere, ma la devono fare i giovani! Cambiare i politici? Si cambieranno da soli! Votare gli onesti? Continuiamo a cercarne qualcuno tra i disonesti attuali! Chi votiamo? Non andiamo proprio a votare! E cos’ via….

D’altra parte la “schiuma” di questi italiani dove si trova ora? Si trova al potere dove questo modo di fare è stato messo a punto esercitandosi per anni nel mugugno e nella “chiacchiera”.

Si la “chiacchiera” perché di gente che chiacchiera ce n’è tantissima, pronti a criticare ogni cosa, ma mai disponibili a PROPORRE qualcosa, mai aperti ad AGIRE; pieni di desideri, capaci anche di immaginare “COSA SI DOVREBBE FARE”, ma mai di iniziare a tentare di fare direttamente qualcosa per OTTENERE.

E come conseguenza ci troviamo nelle mani di tanti individui che continuamente ci raccontano “COSA SI DEVE FARE”, ma che mai ci dicono “COME LO FAREBBERO” e che MAI cambiano veramente tutto il marcio che si è accumulato negli anni.

Ma ritorniamo a noi italiani; ho provato ad esporre delle idee estremamente logiche da applicare al paese, idee che nella vita pratica si sono dimostrate vincenti, e nessuno mi ha contrastato dimostrandomi il perché le idee erano sbagliate, in cambio qualcuno si è limitato a dire che in tutti gli altri paesi quelle cose non si fanno e che QUINDI le idee erano inattuabili.

Ed io mi domando, ma è questo un modo di ragionare? Questa cosa io la chiamo “pecoraggine” e significa al pari delle pecore, seguire il gregge, senza voler sapere dove sta andando.

Ma non vi sembra che solo quando ci si distingue con idee veramente nuove, e specie se traumatiche, si possa ottenere qualcosa di diverso dall’andazzo normale?

Vi immaginate se nel calcio fossimo così chiacchieroni come lo siamo per la politica? Le squadre che vincono e che ci fanno diventare campioni del mondo sono quelle che utilizzano ottimi giocatori affiatati ed adottano tecniche nuove e che si DISTINGUONO dagli altri per qualcosa; si vince perché si è diversi, non perché si è uguali agli altri!

Ed invece molti italiani pensano che se la benzina costa all’incirca come negli altri paesi europei, se la pressione fiscale non si discosta molto dai nostri confinanti, allora è tutto regolare, anche se tutto va verso il precipizio.

Tocchiamo con mano il rapido peggioramento di ogni attività produttiva, vediamo chiudere le aziende e diciamo, ma diciamo soltanto, che bisogna lavorare per la crescita, mentre intanto la situazione economica di privati e di aziende viene fortemente appesantita dal continuo aumentare della pressione fiscale; e se qualcuno osa affermare che il male vero nasce proprio dalla pressione fiscale troppo alta, la risposta è che anche …negli altri paesi!

Un’altra cosa che ho notato che quando qualcosa non va, si cerca di capire di chi è la colpa; di solito quelli di sinistra dicono che la colpa è stata della destra e quelli della destra che la colpa è stata della sinistra. Ma c’è qualcuno di destra o di sinistra che invece di farci capire con dissertazioni contorte di è stata la colpa, si occupi di cambiare la cosa che non va?

E noi “sudditi” allo stesso modo diatribiamo sulle diverse ideologie, e non proviamo invece a spremerci il cervello, ad unirci indipendentemente dalle nostre idee politiche e a proporre a gran voce un provvedimento!

Se fossi riuscito a riunire in un sito tante persone, e mi sembrava logico che avvenisse, visto che sulla disonestà e la corruzione dell’attuale classe politica sono tutti d’accordo, la voce grossa forse l’avremmo potuta fare in molte altre occasioni; ma la mia idea è stata considerata UTOPIA ed allora lasciamola lì e proseguiamo così; ma vi prego evitatemi nel futuro di farmi più ascoltare i vostri mugugni.

Ma un’ultima episodio voglio raccontarvi: qualche tempo fa l’amico che ha collaborato con me per preparare i contenuto del sito, mi ha invitato a leggere una intervista fatta sul Corriere della sera al professor Stefano Zamagni (ordinario di Economia politica dell’università di Bologna e autore con Luigino Bruni di un saggio che si intitola Economia civile già tradotto in 5 lingue)  che parlava della cosiddetta “Democrazia deliberativa”.

Il link è il seguente (ma purtroppo non lo troverete più perché penso che l'articolo è stato eliminato):

http://archiviostorico.corriere.it/2012/giugno/24/Giusto_coinvolgere_contribuenti_con_email_co_9_120624020.shtml

Poiché il nostro sito era proprio un tentativo MAL RIUSCITO di riunire i cittadini proprio per sollecitare le proposte di cui parlava il professore, ho voluto scrivergli un’email per informarlo sui risultati deludenti incontrati nel tentativo di realizzare qualcosa che assomigliava proprio a quanto da lui auspicato; quasi per convincerlo che anche quando le idee si condividono (e le sue erano perfettamente tali) NESSUNO è disponibile a muovere almeno “un dito” per attuarle.

Vi riporto la sua risposta che è giunta l’altro ieri:

Caro Fellicò,
grazie per il Suo messaggio e per quanto mi scrive. Comprendo la Sua amarezza, ma chi studia questi processi ha la spiegazione. Si tratta del modello a massa critica. Il nuovo per affermarsi esige che venga raggiunta una massa critica, la cui entità dipende dal contesto e dalla tematica (in termini grafici, il modello viene reso con una sigmoide intorno alla bisettrice del primo quadrante). I grandi rivoluzionari l’hanno sempre saputo. Una rivoluzione per avere successo esige che almeno il 10% della popolazione sia convinta della necessità della stessa. Altrimenti abortisce.

Veda allora di non scoraggiarsi. Bisogna continuare a gettare semi e prima o poi verrà su la piantina.

Le invio un caro saluto e buon lavoro. Stefano Zamagni

Come ho scritto nel sito, per chi lo avesse letto, anche io prevedevo un boom delle adesioni solo dopo che avessimo raggiunto un primo congruo numero di adesioni iniziali (e l’aiuto a raggiungere quella massa critica l’avevo chiesto ai miei amici che invece me l’hanno negato); il fenomeno che si sarebbe visto successivamente sarebbe stata una sorta di “pecoraggine” che questa volta avrebbe avuto un effetto più che positivo per tutti.

Il sito poteva avere anche poche probabilità di riuscita, ma è invece certo che dal NULLA non potremo attenderci NULLA.

Ora chiudo il mio …sfogo e vi invito comunque a riflettere e anche a rivedere la vostra posizione, considerando che a volte è più produttivo e anche più onorevole riconoscere un atteggiamento sbagliato,  piuttosto che continuare ad insistere nel trovare motivi per rifiutare una proposta.

Vi saluto affettuosamente. Franco.

venerdì 22 giugno 2012

La cura Monti (quella definita del RIGORE)


Ho appena ascoltato dalla TV che 340.000 aziende hanno “chiuso i battenti”; è un fatto gravissimo che nello stesso momento in cui si parla di crescita, dimostra che invece la recessione è in “picchiata”.

Ed ora la crescita “di cui si parla da tempo, ma della quale si parla soltanto”, quand’anche finalmente iniziasse, dovrà prima far recuperare questo immenso “tonfo” e solo dopo iniziare a dare qualche vero risultato.

Ma ciò che vorrei qui far  notare è qualcosa che forse non tutti hanno realizzato, e per farlo farò due semplicissimi conti.

Sono partito dal fatto che io stesso, modesto pensionato sia pure di fascia media, verso allo Stato ogni mese per trattenute alla fonte oltre 1.300 euro e se vi aggiungo soltanto tutto ciò che verso anche soltanto per IVA e per le accise sui carburanti, giungo facilmente ai 2.000 euro mensili.

Detto questo, mi sono sentito con un amico commercialista e gli ho chiesto invece quale potrebbe essere una cifra media che versa al fisco un’azienda mensilmente. Tenendo conto che ci sono anche molte aziende di piccole dimensioni abbiamo considerato che 10.000 euro mensili in media potrebbe essere un valore giusto e probabilmente ancora sottostimato.

Questo significa che le 340.000 aziende che hanno chiuso, non versano più al fisco ben 40,80 miliardi di euro all’anno (340.000 x 10.000 x 12).

Ma se consideriamo che ogni azienda che ha chiuso poteva avere una media di 5 dipendenti, poiché anch’essi non verseranno più tasse non avendo più introiti e ammettendo che ciascuno di essi versava ogni mese probabilmente 500 euro, la conseguenza è che in un anno tutti i dipendenti delle aziende che hanno chiuso cioè 1.700.000 dipendenti (5 x 340.000) non verseranno più 500 x 1.700.000 x 12, pari a 10,20 miliardi di euro.

In più immaginando che lo Stato versi ad ogni cassa-integrato anche solo 400 euro al mese, si deve ancora considerare che la chiusura delle 340.000 aziende costerà per la nuova cassa integrazione altri 1.700.000 x  400 x 12 e cioè 8,16 miliardi di euro.

Ci sono sicuramente altre implicazioni, ma mi fermo qui e concludo che la chiusura delle aziende è costata al fisco una perdita di ben 59,16 miliardi all’anno.

Con l’IMU il Governo voleva recuperare 21 miliardi, ma non solo l’introito è stato già assorbito a causa della chiusura delle aziende, ma a quell’azzeramento si è aggiunto anche una perdita doppia di quanto si voleva acquisire.

Cosa voglio dire con ciò?  Niente di particolare, ma osservo soltanto che se il rigore ha prodotto una chiara e visibile perdita, per avere un risultato OPPOSTO a quello ottenuto con il rigore, ci sarebbe voluto un provvedimento OPPOSTO al rigore.

E allora ancora una volta ripeto che se la tassazione invece che essere aumentata, fosse stata fortemente diminuita, non solo le 340.000 aziende e anche i loro dipendenti starebbero ancora versando le loro tasse, ma sarebbe stata anche molto probabile l’apertura di nuove aziende non solo nazionali ma anche straniere, invogliate ad investire nel nostro Paese dal miglior regime fiscale; senza contare l'aumento dei turisti invogliati a passare le vacanze in Italia non solo per le sue bellezze, ma anche per i costi di soggiorno molto più bassi degli altri paesi.

Ne avrebbe beneficiato sia tutta la popolazione per la riduzione (e non l’aumento) della pressione fiscale; ne avrebbe beneficiato la disoccupazione perchè non solo il 1.700.000 dipendenti non avrebbero perso il lavoro, ma anche perchè tanti precedenti disoccupati invece avrebbero trovato il lavoro  per l’apertura delle nuove aziende.

Ma ne avrebbe beneficiato proprio anche il fisco che tra le perdite evitate e i guadagni ottenuti dalla nascita di nuove aziende, la riduzione dei costi per la minore cassa integrazione e l’aumento dei contribuenti proveniente dai nuovi occupati, avrebbe almeno compensata la riduzione degli introiti riveniente dalla più bassa pressione fiscale.

Infine anche l’evasione fiscale si sarebbe potuta ridurre, considerando che un certo numero di attuali evasori, dovendo sottostare ad un regime fiscale meno pesante di quello attuale, avrebbe forse pensato di rinsavire.

Non sono come sapete né un politico né un economista, ma quattro conti li so fare e non mi sembra che quelli che ho riportato sopra possano essere tanto diversi dalla realtà.

Ma a proposito della tassazione, un’ultima considerazione vorrei fare. A me sembra che l’approccio usato per determinare gli obblighi fiscali sia quello di fissarli in base alle necessità del Governo e della comunità.

A me sembra invece che bisognerebbe ragionare proprio all’opposto e cioè bisognerebbe prima fissare un’equa pressione fiscale che possa essere sopportata senza grossi sacrifici da tutti i cittadini e poi utilizzare quello che si è riusciti a “raggranellare” per i bisogni della Nazione. 
 
Insomma, così come fatto tutte le famiglie oneste, adeguare le spese agli introiti su cui si può contare e non andare a rubare per soddisfare ogni esigenza sia importante che voluttuaria.

E per questo che la lettura di una storiella che ho pubblicato su questo stesso BLOG il  12 maggio 2009 sotto il titolo “L’antiberlusconismo… (continua)” può essere utile.

venerdì 27 aprile 2012

Cominciano prima di ...cominciare


Questo articolo vuole stigmatizzare l’altissimo numero di candidati nelle elezioni amministrative della piccola Gaeta, ma vuole anche dimostrare come fin da quando viene richiesto il voto, vengono utilizzati i mezzi della collettività, calpestando regole e privacy.

Cosa intendo dire? Semplicemente che assistiamo, fin dalla campagna elettorale, al fatto che chi si candida, inizia subito a dimostrare come governerà.

Infatti, chi di voi non ha mai trovato in questi giorni una lettera con al suo interno un biglietto pubblicitario? Quasi sempre c’è la foto di uno sconosciuto seguito da una serie di “proponimenti e promesse”, tutti uguali, tutti interessanti, ma che poi si riveleranno tutti ugualmente mendaci; spesso all’interno della busta sono presenti anche dei “santini” (ormai così li chiamano) e cioè dei bigliettini che chi scrive fornisce al malcapitato affinchè li distribuisca a qualche amico.

Tutto questo dovrebbe servire ad acquisire uno o più voti nelle elezioni amministrative, ma chi riceve quasi sempre, butta subito busta e contenuto nel cestino della carta straccia, accompagnando l’atto con qualche commento che qui, per decenza, evito di riportare.

Non crediamo più ai politici e c’è chi ancora qualcuno che dice che sbagliamo; ma come è possibile avere fiducia in questi individui?

Non si riesce infatti a capire come mai in una piccola cittadina come Gaeta ci sono ben 28 liste e 8 pretendenti alla carica di Sindaco; non ho avuto il tempo né la voglia di contare tutti coloro che sono elencati nelle liste, ma poi ho avuto notizie che sono precisamente 437; sono tanti “vecchi volponi” che da tempo vivono sulle nostre spalle a cui si aggiungono altri nuovi pretendenti, molti dei quali sono addirittura ancora liceali o al massimo universitari.

Ci si domanda: ma come mai tanto interesse? E subito dopo ci diamo la risposta  noi stessi; infatti sappiamo bene che tutti costoro altro non desiderano che porsi in una posizione che non solo consentirà loro di vivere molto dignitosamente, ma anche di poter disporre dei beni della città ed utilizzarli a proprio piacimento.

Ci sarà anche qualcuno animato veramente dal desiderio di occuparsi dei problemi dei cittadini, ma tra la grande quantità di candidati, non è facile individuarli.

Inoltre se questi riusciranno a far parte dei vincenti, si troveranno a condividere il lavoro con tanti altri che invece hanno solo interessi personali, e finiranno prima ad accettare dei compromessi e poi pian piano saranno anche costretti ad “allinearsi”.

Ma voglio ora finalmente spiegare il motivo del titolo di questo scritto. Una di quelle buste di cui ho parlato all’inizio, è arrivata ad una persona che conosco (capo famiglia) e mi ha colpito il fatto che sia il nome (sono tre nomi) sia l’indirizzo (è un indirizzo un po’ particolare) erano proprio quelli presenti negli archivi del Comune; infatti i dati sulla sua carta di identità aveva esattamente la stessa forma; nell’elenco telefonico, e in qualunque altro luogo accessibile a chiunque, sia nomi che indirizzo erano sempre diversi.

Questo fatto mi ha fatto capire quindi che la striscetta autoadesiva, chiaramente preparata da una stampante, era stata prodotta da un computer che aveva l’accesso all’archivio comunale delle anagrafiche dei cittadini. (Dunque da un computer del Comune).

Quindi il candidato che si faceva pubblicità era riuscito ad avere un appoggio da qualcuno che gli aveva consentito di utilizzare notizie custodite dal Comune che dovrebbero essere riservate e servire a ben altri usi.

Attraverso una ricerca su Internet ho potuto accertare che il personaggio è un attuale consigliere del Comune di Gaeta di cui non faccio il nome, anche se meriterebbe di essere indicato bene a tutti i cittadini.

Franco Fellicò

sabato 14 aprile 2012

Dobbiamo ridere o ...piangere?



Ebbene oggi dal telegiornale di Rai1 delle ore 13,00 ho finalmente avuta la risposta e, vista l’assurdità di ciò che è considerata una soluzione, capirete bene che non potevo certo immaginarla da solo, dato che non sono un pazzo.

In effetti la proposta di Alfano è stata accettata e l’IMU che comunque si doveva pagare già in due rate (a giugno e dicembre) ora invece ci viene richiesta in TRE rate, a giugno, settembre e dicembre.

Ho dunque potuto apprendere, per la prima volta nella mia vita, che rateizzare non significa pagare una parte del tutto più in là nel tempo, ma per i nostri governanti significa ANTICIPARE parte del dovuto, cosa per la quale ovviamente dobbiamo anche essere riconoscenti non solo ad Alfano che lo ha proposto, ma anche a Monti che l’ha accettato.

Ma vi rendete conto dell’assurdità di questo provvedimento? Io non so se ridere o piangere; ma nientemeno ci voleva un provvedimento del Governo per consentirci di ANTICIPARE parte dell’imposta? Non potevamo da soli mettere da parte la metà di quanto dovevamo versare a dicembre, tenendo oltre tutto con noi per altri tre mesi quella cifra ed evitando anche di andare in banca per un altro versamento che ci costerà solo tempo e fastidio?

Ho pensato che quello che ci hanno propinato come un bel regalo è esattamente come se dopo aver prenotato un’auto che ci dovrà essere consegnata fra sei mesi ed aver pagato il necessario anticipo, il concessionario ci avesse offerto a titolo di favore di pagarla a rate e SENZA INTERESSI; e pertanto potremo, invece di versare come da prassi il saldo alla consegna, pagare parte della cifra tre mesi prima di ricevere l'auto.


Qui devo fare una correzione: il primo telegiornale che annunciava la cosa aveva fatto capire proprio così (e cioè che la seconda rata veniva divisa in due), poi si è saputo che il tributo può essere versato in due o in tre rate per cui anche la prima rata a giugno sarebbe del 33% e a settembre e dicembre si pagherebbero le altre due rate.

Ma attenzione anche così hanno lavorato per loro facendo finta di farlo per noi; infatti se erano solo due rate lo Stato avrebbe ricevuto settembre ancora solo il 50% del tutto e avrebbe dovuto attendere dicembre per intascare il resto, invece con tre rate a settembre lo Stato avrà già racimolato il 66% del tutto!

Signori, avevo riposta un pò della mia fiducia nei tecnici oggi al Governo, ma vi assicuro che dopo quest’ultima PENSATA comincio veramente a ricredermi, e malgrado tutto l’amore che ho per il mio Paese non riesco ad accettare di essere non solo maltrattato, ma anche preso in giro.

E’ inutile sperare, siamo attorniati da ladri (i tesorieri dei vari partiti) e stupidi (o forse da persone che fanno volutamente gli stupidi); tutti vorrebbero farci credere di lavorare per noi, mentre invece altro non sanno fare che spremerci come limoni per poi mal utlizzare ciò che raccolgono.

E non riesco a capire il loro disegno, visto che ogni nuovo intervento non fa altro che peggiorare la situazione economica: le fabbriche chiudono, l’inflazione galoppa e la disoccupazione aumenta, e si vede chiaramente che tutto ciò è causato proprio dagli interventi per il risanamento; ma visto tutto quello che stanno provocando, possibile che nessuno pensa di invertire le scelte?

No, proprio nessuno, loro continuano imperterriti per la stessa strada, tanto è vero che come se non bastasse, hanno appena deciso di aggiungere altri 5 centesimi a litro di tassazione sui carburanti, e ciò  proprio mentre l’enorme aumento degli stessi negli ultimi mesi sta mettendo in ginocchio tutto e tutti.   

Franco Fellicò

sabato 31 marzo 2012

Eliminare l'articolo 18. Giusto o sbagliato?



Non capisco per esempio come la ferrea insistenza per l’abolizione dell’articolo 18 possa costituire un beneficio per la crescita visto che si sente dire che la sua abolizione dovrebbe consentire i licenziamenti SOLO per “motivi economici”.

Ma scusatemi, a me pare che al giorno d’oggi quando un’azienda è in difficoltà economiche, dichiara fallimento e quindi automaticamente licenzia tutti i suoi dipendenti.; se poi in qualche caso l’imprenditore lo ritiene possibile, egli riprende l’attività in maniera più ridotta e spesso riassume una parte dei vecchi dipendenti. Nel primo caso li ha licenziati tutti e nel secondo caso ne ha licenziato solo una parte.

Se non mi sbaglio quindi oggi, malgrado il vincolo dell’articolo 18, chi è in difficoltà economiche, in un modo o nell’altro può licenziare, anche perché altrimenti non avendo disponibilità economiche, potrebbe pagare i dipendenti soltanto “fabbricando moneta”. E allora a che serve introdurre questa abolizione che non fa cambiare niente per gli imprenditori e crea solo tanto scompiglio tra i lavoratori, i sindacati e l’opinione pubblica?

Ma quello che non capisco ancora, e che contrasta fortemente con il principio dell’EQUITA’, è che questa abolizione non riguarderebbe il settore pubblico. Eppure ricordo che più di una volta Monti ha affermato che non si può cedere alle "corporazioni".

Intanto io faccio questo ragionamento:

Se vogliamo perseguire la CRESCITA dobbiamo effettivamente mettere le aziende in condizione di produrre di più, meglio e con minori costi; le prime due esigenze si possono ottenere, ma potrebbero richiedere maggiori costi perché richiederebbero altra mano d’opera e altri cervelli; mentre la sola riduzione del personale rischierebbe invece di far diminuire la produzione.

Ci sono però alcune cose a cui sembra che nessuno pensi, e sono l’assenteismo e la fannullaggine. Sappiamo tutti che nelle aziende sono sempre presenti un buon numero di assenteisti e di fannulloni; costoro apportano benefici quasi nulli all’azienda stessa anzi qualche volta costituiscono addirittura un peso da cui non ci si riesce a difendere; in pratica questi individui sono per le aziende un carico economico che non produce profitto.

E allora mi domando come mai si vuole abolire l’articolo 18 per “motivi economici” e non si è pensato invece di abolirlo prima per “scarso rendimento”.

Oltre tutto se lo si abolisse per scarso rendimento si potrebbe anche ricorrere in maniera molto più blanda agli ammortizzatori sociali, visto che chi perde il lavoro è  in questo caso l’unico responsabile dell’accaduto. E quindi non potrebbe certo accampare diritti.

Naturalmente, almeno per motivo di equità, questa abolizione dovrebbe essere attuata per tutti, settore pubblico compreso dove gli assenteisti e i lavativi abbondano, e così si avrebbe la possibilità di mandare a casa un gran numero di esseri inutili alla società.

Ora, se soltanto la metà di questi lavoratori inutili venisse sostituita con giovani volenterosi che oggi appartengono alla categoria dei disoccupati, si otterrebbe contemporaneamente:
  1. Una riduzione dei costi sia per le imprese che per lo Stato dato che si licenzierebbero n individui e se ne assumerebbero n/2.
  2. Una maggiore produttività per le aziende considerando che i licenziati producevano ZERO mentre i nuovi assunti produrrebbero sicuramente qualcosa.
  3. Una maggiore qualità dei servizi dello Stato con conseguente riduzione dei tempi di servizio, cosa che costituirebbe danaro per tutti coloro che che li devono utilizzare.
  4. Una  riduzione delle spese dello Stato per gli ammortizzatori sociali visto che per questi licenziati gli ammortizzatori sociali sarebbero adottati in maniera meno protezionistica.
  5. Una riduzione della disoccupazione visto che una parte dei senza lavoro andrebbe a sostituire parte dei licenziati.
  6. Uno snellimento dell’amministrazione pubblica.
  7. Un forte incentivo al lavoro onesto per tutti, visto che il lavoro disonesto non sarebbe più protetto.
A mio avviso dei VERI SINDACATI questo dovrebbero pretendere ed invece assistiamo soltanto ad affermazioni del tipo “l’articolo 18 non si tocca” o “i lavoratori devono essere tutelati” senza che si faccia mai riferimento alle grandi differenze che esistono tra i lavoratori DISONESTI e quelli ONESTI, cosicchè le protezioni continuano ad avvantaggiare i primi in danno dei secondi.

Si fa tanta guerra all'evasione fiscale, si combattono i falsi invalidi, ma sembra che non ci si preoccupi affatto dei "falsi lavoratori"; eppure a me pare che la colpa di costoro è almeno pari a quella dei primi.

Un'ultima cosa voglio dire: essa mi è stata suggerita dall'atteggiamento dei miei figli (che per mia e loro fortuna appartengono tutti alla categoria dei lavoratori ONESTI); essi sono piuttosto preoccupati dalla possibile eliminazione dell’articolo 18 e quando ho chiesto loro come mai lo fossero e di cosa avevano paura, mi hanno risposto che nel nostro Paese dove tutto si fa per interessi personali, paventano che liberalizzando in qualche modo i licenziamenti, i primi ad essere espulsi non sarebbero i peggiori, ma i meno raccomandati.

Questo è verissimo, ma non mi sembra che per evitare ciò ci si debba assoggettare a mantenere dei lavativi.

Occorreranno quindi, come si sta dicendo per la verità, che si fissino regole precise affinchè chi ha ragione lo possa dimostrare e possa essere preservato dal pericolo del licenziamento in favore dei raccomandati.  

Franco Fellicò

venerdì 2 marzo 2012

Dichiarazione pubblica in TV di RAI 1


Ho ascoltato in televisione un politico, non vi dico il nome perché non me lo ricordo; era comunque quasi certamente una delle “tante belle facce” del PDL.

In una breve intervista lui ha detto

Il governo deve essere eletto dalla cittadinanza, ma ora siamo in un periodo di emergenza e quindi i partiti devono mettere da parte i loro interessi e devono pensare agli interessi dell’Italia”.

Dopo questa così chiara affermazione non ho potuto fare a meno di pensare:

Ma vuoi vedere che dobbiamo sperare di restare sempre in emergenza visto che i politici ci dicono chiaramente che solo per questo stanno lavorando per noi?

Ci stanno infatti già anticipando che non appena l’emergenza sarà finita, essi riprenderanno a pensare a loro stessi, trascurandoci nuovamente.

Mi sono così reso conto che proprio per questo “aleggia nell’aria” una gran paura del 2013 quando scadrà l’attuale legislatura e quando dovremo tornare alle urne e riportare il potere nelle mani di questa gente che, indipendentemente dall’essere di destra o di sinistra, saranno i soliti individui fortemente interessati a rimettersi al lavoro per badare soltanto A LORO STESSI.

Franco Fellicò