lunedì 17 aprile 2023

Il terzo polo

 

C’è qualcuno che aveva creduto nella nascita del TERZO POLO con due leader? Io penso che, come me, ben pochi ci hanno creduto sapendo anche che uno dei due leader era Matteo Renzi.

 

Non poteva  certamente esistere un  partito in cui Renzi facendone parte non fosse stato il numero UNO e quindi era assolutamente ovvio che quella alleanza/fusione non poteva durare molto.

 

Io mi ero sorpreso nel vedere che dopo l’annuncio dell’accordo sembrava quasi che Renzi avesse deciso di fare apparire Calenda più che se stesso; ed infatti quando si parlava di programmi o di obiettivi era sempre Calenda a farlo; ma conoscendo ormai bene Matteo Renzi ero in attesa di un qualcosa che facesse riaffiorare una qualche sua tattica.

 

Ed infatti solo a pochi mesi di distanza dalla strana alleanza è subito riapparso il Renzi di sempre che è riemerso in tutta la sua tracotanza.

 

Non c’è voluto molto che tra i due scoppiasse la lite attesa; in essa se ne sono dette di tutti i colori mostrando apertamente a tutti quanto falsa fosse l’idea di un terzo polo e quali fossero veramente le mire di entrambi.

 

Io scuso un po’ di più Calenda che ritengo sia il truffato perché so bene quanto sottili saranno state le azioni di Renzi il quale, mentre faceva finta di voler unificare i due partiti, puntava con l’alleanza soltanto ad acquisire dei voti che diversamente non avrebbe avuto.

 

Calenda “ci è cascato”, dimostrando di essere abbastanza ingenuo; ha infatti creduto che il lupo travestito da agnello lo fosse diventato veramente; ma poi ha dovuto costatare che Matteo non aveva alcuna voglia di appartenere ad un partito nel quale avrebbe dovuto darsi da fare per conquistare la leadership; né intendeva far parte di un partito anche più importante del suo nel quale non fosse il capo.

 

Quando le manovre di Renzi sono state finalmente capite da Calenda non c’è stato altro da fare che divorziare; e penso che il tradito abbia anche ammesso di aver sbagliato nell’aver avuto fiducia di un politico dal carattere inaffidabile quale è Renzi.

 

Penso che questa vicenda sia stata utile perché ha dimostrato a chiunque altro che con Italia Viva non c’è alcuna possibilità di accordo a meno di non decidere sottostare al suo capo, accettando da subito di essere solo un apportatore di nuovi voti.

 

Né mai un partito più importante (ad esempio il PD) potrà accettare l’apporto di Italia Viva senza dover anche sopportare i tentativi di Matteo di diventare il capo di tutti.

 

Italia Viva è destinata a vivere quindi di vita propria e dovrà accontentarsi della piccola percentuale di voti che ha, senza alcuna speranza di poter emergere.

 

Franco Fellicò

 

domenica 2 aprile 2023

Resistenza al cambiamento

 

La resistenza al cambiamento è una nota caratteristica del nostro Paese e in occasione del passaggio alla mobilità elettrica è ovviamente subito riaffiorata.

 

Come è noto L’Italia e anche la Germania affiancate da Bulgaria e Polonia hanno bloccato il provvedimento inziale del Parlamento Europeo.

 

Alla fine si è dato via libera ai motori termici anche dopo il 2035 purchè non alimentati da carburanti fossili ma solo da e-fuel; ma l’Italia (Salvini in particolare) insiste perché siano ammessi anche i biocarburanti.

 

Insomma il freno all’elettrico sembra essere sempre più evidente e credo che chi lo sta azionando debba assumersi la responsabilità di una serie di avvenimenti che a me sembra ovvio avverranno.

 

C’è un vecchio proverbio cinese che dice: “Quando soffia il vento del cambiamento c’è chi erige muri e chi costruisce mulini a vento”; quello che sta accadendo in Italia ad opera principalmente di Salvini è l’EREZIONE DI MURI per frenare un cambiamento epocale che comunque ci sarà.

 

Io sono pronto a scommettere che nel 2035, indipendentemente dai muri eretti dai politici, saranno ben poche le fabbriche che continueranno a produrre motori termici; la maggior parte immetteranno sul mercato solo vetture elettriche ad un prezzo anche inferiore alle termiche e quei pochi testardi che acquisteranno ancora una termica (che dovrà rispettare le regole dell’euro 7 se non dell’euro 8 o 9) la dovranno pagare molto di più non solo, ma pagheranno anche il carburante molto più di quello attuale.

 

Il cambiamento quindi non si fermerà ed in più, per la stupidità di chi pensa di far sopravvivere i motori termici ad ogni costo, la professionalità sull’elettrico della maggior parte dei lavoratori del settore sarà scarsa, mentre abbonderanno tecnici capaci di manutenere i motori termici che tenderanno a scomparire.

 

La Cina da cui si pensa di difendersi diventerà quindi sempre più concorrenziale e le auto europee, almeno quelle termiche non le vorrà più nessuno con l’ovvia conseguenza che gli esperti di quei complessi motori non avranno più lavoro.

 

Questo è lo scenario verso cui andremo; cercheremo di tenere in vita delle conoscenze tecniche ormai inutili e non ci accultureremo in tempo sulle nuove.

 

I contrari all’elettrico continuano a sbraitare ogni giorno e ho sentito oggi 2 aprile 2023 ad Agorà di Rai 3 Massimo De Manzoni, giornalista de “LaVerità”, affermare che in Italia si produce molta componentistica per i COMPLESSI MOTORI TERMICI che occorre preservare in contrapposizione con LA SEMPLIFICAZIONE dei motori elettrici (quello che ho scritto in maiuscolo è stato proprio così stato detto da De Manzoni).

 

Capite quindi che c’è chi dice che dobbiamo usare il complesso invece del semplice e questo soltanto per mantenere in essere tecnici che invece bisognerebbe riconvertire in tempo?

 

Siamo nelle mani di pazzi che pur di contrastare un cambiamento che è inarrestabile sono pronti a tutto; e la prossima generazione ne pagherà le conseguenze.

 

Franco Fellicò