sabato 17 gennaio 2015

Francia. Dopo l’ultimo eccidio


Abbiamo tutti vissuto la tragedia della Francia, con apprensione prima e sgomento dopo.

Quale la motivazione che ha spinto i terroristi ad attaccare la redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo?

Non soltanto l’odio per l’occidente, ma anche un desiderio di “punire” coloro che con le loro vignette avevano “osato offendere” il profeta Maometto.

Una reazione assolutamente sproporzionata, che nessuno potrà mai neanche lontanamente giustificare. Infatti la libertà di stampa nei paesi dell’occidente non ammettono assolutamente reazioni diverse da quelle di una risposta fatta con le stesse “armi”, cioè con delle altre pubblicazioni dal contenuto diverso.

L’ISIS e la JIHAD sono organizzazioni pericolosissime che si stanno sempre più rafforzando e che costituiscono uno dei maggiori attuali pericoli per il mondo intero; le loro azioni non rispettano alcuna regola e le atrocità dei suoi adepti non conosce limiti, anzi sembra quasi che ogni giorno essi cerchino di mostrare al mondo che si può essere spietati sempre di più.

Non si possono nemmeno paragonare alle bestie, perché neanche nel mondo animale, perfino tra le più feroci, è possibile trovare comportamenti anche solo paragonabili a quelli che abbiamo visto da loro.

C’è qualcosa che il mondo intero può fare per difendersi da questa enorme calamità del ventunesimo secolo? Non molto, se non essere molto attenti nell’individuare in tempo le cellule jadiste che sono presenti in tutti i paesi occidentali; i vari paesi europei e non, dovrebbero essere più uniti, scambiarsi notizie e aiutarsi a vicenda nella speranza di riuscire sempre ad evitare nuove stragi.

Ma c’è un’altra cosa importate da fare ed è di evitare, nei limiti del possibile, di fornire a questi pazzi ulteriori motivi che possano aumentare il loro innato odio per l’occidente.

Io personalmente, quando ho visto milioni di francesi nella sacrosanta manifestazione organizzata a livello europeo, inizialmente ho provato un certo senso di fastidio nel vedere la grande quantità di cartelli “Je suis Chiarlie”, ma poi successivamente ho considerato assolutamente inopportuno che la redazione abbia ricominciato a pubblicare le solite vignette, curando anche di renderle magari più “pepate”.

Forse lo hanno fatto per sottolineare che la libertà di stampa non può essere combattuta né vinta, ma il vero risultato è stato certamente quello di rendere i francesi e l’occidente tutto, ancora più inviso a quelli che dovremmo combattere certamente in altri modi.

Non avrei avuto il coraggio di esprimere questo mio convincimento, ma dopo aver ascoltato le parole del Papa dalle Filippine, mi rendo conto che anche Lui non approva questo modo di agire, sia perché inopportuno nei confronti del fondatore di una religione, sia perché certe azioni possono soltanto rendere ancora peggiore una situazione già abbastanza grave.

Franco Fellicò

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