lunedì 21 luglio 2008

Le buste di plastica

Prima di tutto vi invito a visitare il sito che un mio caro amico mi ha segnalato e che io ho riportato qui sotto; scoprirete quanto è grave il problema della produzione delle “buste di plastica”.

http:
//www.poconorecord.com/apps/pbcs.dll/article?AID=/20080506/MULTIMEDIA02/8050501

Purtroppo sono pagine in lingua inglese, ma vi sono molte foto che parlano da sé, per cui anche chi non dovesse conoscere un pò di inglese, non farà fatica a rendersi conto della situazione.

La visione di quel documento mi ha fatto tornare alla mente sia il provvedimento di alcuni anni fa deciso dal nostro Governo per contrastare il problema, sia quelle che furono le mie considerazioni sull’argomento.

E quindi riporto qui di seguito provvedimento e considerazioni.

Il provvedimento fu quello di gravare ogni busta acquistata, di una TASSA di 100 lire; l’idea dei nostri scienziati-politici era che in quel modo si sarebbe ridotto il consumo di quel tipo di busta.

Era un’idea assolutamente errata ed infatti noi tutti sappiamo che nessuna riduzione di consumo c’è mai stato; infatti non sono mai state prodotte prodotte buste di carta in luogo delle buste di plastica, né nessuno è mai tornato ad usare la vecchia borsa per la spesa.

Intanto è chiaro che lo Stato non poteva raccogliere le 100 lire dai singoli acquirenti dei fruttivendoli o degli esercizi di vendita al pubblico; sarebbe stato impossibile, e allora c’è da pensare che avrà invece provveduto a prelevare quella tasse alla fonte e cioè dai produttori delle buste che poi saranno stati autorizzati a riprendersi le cifre dai grossisti che a loro volta la avrebbero addebitata ai dettaglianti che infine le avrebbero recuperate dall’utente finale.

Probabilmente ogni produttore di buste sarà stato obbligato a dichiarare il quantitativo di buste prodotte e in tal modo verserà le 100 lire per ognuna di esse allo Stato.

Mi chiedo allora su milioni di buste che una fabbrica produce quanto interessante sia diventato il produrre un certo quantitativo di buste “in nero” visto che per ciascuna di esse il produttore incassa dal grossista non solo il normale guadagno (probabilmente qualche lira) ma anche per ogni busta in più prodotta e non dichiarata ben 100 altre lire.

Se i produttori nel passato dichiarando il falso avrebbero soltanto sottratto un po’ di guadagno alla tassazione, ora invece c’è anche da guadagnare un “bonus” aggiuntivo di altre 100 lire a busta, per cui la voglia di imbrogliare sarà sicuramente aumentata moltissimo.

Dunque posso concludere che la decisione presa dai nostri politici, invece che spingere alla riduzione della produzione è risultato essere un “incentivo” all’aumento della produzione.

Ciò si è tradotto in AUMENTO DELLE BUSTE PRODOTTE e anche MAGGIORE SPINTA ALL’EVASIONE FISCALE.

Che ne dite? E’ un bel risultato, si o no?

Ma non sarebbe stato meglio obbligare i produttori a dimezzare la produzione di buste di plastica sostituendo il 50% di esse con buste di carta? Ma forse questo è troppo difficile da pensare per i nostri scienziati !!

ED ORA INVITO I LETTORI AD UN ESERCIZIO.

PER OGNI NUOVA REGOLA FISSATA DAI NOSTRI GOVERNANTI, PROVATE A PENSARE CHE COSA SAREBBE ACCADUTO SE SI FOSSE DECISO ESATTAMENTE IL CONTRARIO: SCOPRIRETE QUASI SEMPRE CHE SI SAREBBERO OTTENUTI RISULTATI MIGLIORI.

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