giovedì 17 luglio 2008

La giustizia non è malata: è morta!

Da tempo da tutti i media si sente parlare di giustizia malata, ma è da tempo che io uso dire che qui in Italia “la giustizia non esiste”.

E poco forse dire che non esiste, forse si potrebbe dire che "l'ingiustizia e uguale per tutti”, o meglio ancora che “l’ingiustizia e uguale per tutti coloro che sono onesti”. Infatti è abbastanza comune che chi è disonesto ha tutto da guadagnare proprio per l’esistenza del sistema giustizia.

La giustizia non è malata, la giustizia è morta perché far valere la giustizia richiede così tanto tempo che la giustizia non viene mai fatta. Non riesco a dimenticare, che in occasione di una mia vertenza con una grossa azienda (mio ex datore di lavoro), ho dovuto attendere oltre cinque anni e alla fine ho avuto torto con una sentenza che ha asserito fatti inesistenti.

Non ho fatto ricorso in appello, perché stanco di continuare a pensare al mio problema; la giustizia mi ha quindi abbandonato dando ragione a chi aveva torto.

Durante questa mia vicenda la causa è stata rimandata decine di volte e sono cambiati ben cinque giudici. Ho calcolato che il tempo perduto della giustizia soltanto per eseguire i pochi adempimenti necessari a ciascun rimando, sono state consumate ore ed ore inutilmente, che forse sarebbero bastate tranquillamente a far decidere sull'argomento; va aggiunto anche che i giudici che si sono succeduti durante il lungo periodo (a causa di trasferimenti, promozioni e anche decessi ) ha fatto perdere altro tempo prezioso, in quanto ciascuno nuovo giudice ha dovuto presumibilmente rileggere e ristudiare la causa; tutto tempo che si sarebbe potuto utilizzare per produrre una sentenza e non per girare a vuoto; e questo è ancor più grave se si pensa che mentre la magistratura continua a dire di essere sottodimensionata per il personale, essa stessa continua a sciupare il proprio tempo non sapendo ben gestire l'utilizzo delle scarse risorse.

Ricordo che il mio avvocato, quando gli chiedevo quanto altro tempo avrei dovuto attendere, mi diceva di avere pazienza e di pensare che c'erano dei casi ben più gravi del mio che attendevano di essere esaminati invitandomi dunque a considerare giusto quello che accadeva, ma io non potevo fare a meno di dirgli che non esistono due giustizia: una per le cose gravi ed una per quelle meno gravi e non si può trascurare l'una in favore dell'altra. E’ sintomatico che gli stessi avvocati hanno perso di vista quello che significa “giustizia”. D'ALTRA PARTE IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA "GIUSTIZIA" E' SCONOSCIUTO ADDIRITTURA AL GOVERNO CHE DA QUALCHE GIORNO SEMBRA ESSERE INTENZIONATO A SOSPENDERE IL DIRITTO ALLA DIFESA DEI CITTADINI A MENO CHE IL TORTO SUBITO NON PREVEDA UNA PENA MAGGIORE DI 10 ANNI. Ma allora la giustizia non solo è morta, ma è anche sotterrata !!!

Un'altra prova che la giustizia spreca le proprie risorse (e anche per questo ho un’esperienza personale) dipende dal fatto che esistono regole sbagliate per le quali la magistratura è costretta a ripetere più volte l’esame di una stessa causa per giungere e prendere più volte la stessa decisione; farò proprio l'esempio del mio caso senza citare naturalmente i nomi dei contendenti.

La vertenza riguarda l'erronea interpretazione di una regola fissata nel contratto nazionale di lavoro da parte di una azienda nei confronti dei dipendenti in pensione; esattamente per lo stesso motivo sono state avviate una decina si uguali vertenze da parte di diversi gruppi di pensionati ingiustamente trattati, le vertenze sono stati affidate ovviamente ai giudici diversi; a distanza di anni dopo infiniti rimandi e anche qui continue sostituzioni dei giudici, si sono avute delle sentenze che pur essendo relative allo stesso identico problema, hanno avuto risultati diversi: alcuni sono stati favorevoli ai pensionati, altri sono state favorevoli all'azienda.

Ne è risultato una serie di ricorsi in appello per i quali sono stati interessati altri magistrati e per i quali sono stati spesi altri anni di lavoro e di studio ed anche in questo caso i risultano sono stati discordanti; le cause sono tuttora in corso, molti pensionati sono passati a miglior vita, l'azienda fino a questo momento (sono passati circa dieci anni) non ha pagato a nessuno e continua a ricorrere in appello utilizzando i propri avvocati (si tratta di una grande azienda che ha un proprio ufficio legale che serve proprio a far valere i suoi diritti anche quando non sono giusti), i pensionati invece continuano a pagare i propri avvocati ed a sperare di aver ragione prima di concludere la propria vita.

Quali le considerazioni su tutto questo? Come avevo accennato prima l'ingiustizia è totale per chi ha ragione, l'ingiustizia fa comodo a chi ha violato una regola e lo incoraggia a continuare ad agire in quel modo; anche se alla distanza l'azienda dovesse pagare per essere stata condannata, lo farà soltanto per una parte dei pensionati, sia perché almeno qualche giudice avrà dato ragione a lei, sia perché non sarà tenuta a pagare per quelli che non avendo alcuna fiducia nella giustizia non avevano nemmeno intentato la causa.

Intanto la giustizia continua a sprecare moltissimo del suo tempo continuando a studiare più volte lo stesso problema dimostrando chiaramente di non essere capace di dare una risposta chiara, visto anche che le sentenze risultanti sono contrastanti.

Ma non solo la giustizia non funziona, al desolante quadro si aggiunge il fatto che le leggi sono troppe e non c'è alcun rapporto tra il reato e la pena; basta qualche esempi per dimostrarlo.

Ho ascoltato alla televisione di un povero giovane che è stato aggredito da un delinquente che gli intralciava il passaggio con l’auto e che poi quando è stato sorpassato ha raggiunto il giovane e aggredendolo con una mazza di ferro, gli ha rotto il cranio; il giovane si è fortunatamente salvato, ma ha un danno permanente alla persona e ha perso il posto di lavoro dovendo pensare a curarsi per cercare di guarire; questo episodio ha distrutto completamente la vita di quel giovane.

La causa che si sta celebrando si tradurrà certamente con una condanna per il delinquente, ma come tutti sanno quest'ultimo finirà in carcere per qualche mese, forse anche per qualche anno ma poi alla fine ritornerà a vivere come se nulla fosse accaduto; non sarà lo stesso per il giovane da lui aggredito senza ragione; dunque anche questa volta la giustizia avrà dato ragione a chi ha torto e avrà punito chi ha ragione.

Cosa fare? È semplice: ho pensato che perfino chi fa divorzio è costretto a pagare gli alimenti alla propria ex moglie per tutta la vita, per consentirle di vivere dopo essere stata abbandonata. Mi sembra quindi corretto e doveroso pretendere dal delinquente che ha distrutto questo ragazzo che lo mantenga a vita lavorando per lui.

SE NON SI FA QUESTO CI SONO DUE PESI E DUE MISURE, LA LEGGE è SBAGLIATA E LE PENE NON SONO COMMISURATE AI REATI E CHI LE APPLICA E’ SEMPRE TROPPO DELICATO NEI CONFRONTI DEI DELINQUENTI.

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