sabato 16 gennaio 2021

C’era una volta …e però non è una favola

SI. C’era una volta un sindaco di una città del centro Italia che, non contento della sua posizione, decise di iniziare la scalata al potere nazionale.

Lo decise forte di una sua particolare capacità; sapeva parlare anche per ore senza mai stancarsi, era convinto di saper convincere chiunque e quindi era anche convinto che finalmente la sua Nazione poteva contare su un vero leader e si sarebbe presto sdraiata ai suoi piedi per onorarlo.

Baldanzoso, così come era per carattere, iniziò la sua battaglia e si definì “rottamatore” fondando un movimento di cui si mise a capo; faceva parte dell’Ulivo e poi PD ed in nome di un rinnovamento, ufficialmente necessario per il bene del Paese, iniziò a rottamare buona parte di quelli che contavano all’epoca; e questo gli faceva comodo per migliorare la sua  autorità e la sua posizione nel partito. 

Ringalluzzito dai risultati continuò così fino a quando riuscì a diventare il segretario del PD.

Ma non era ancora contento, voleva contare ancora di più e allora puntò al Governo; era sicuro di sé, fidando nella forza della sua parlantina; era certo che avrebbe convinto tutti gli italiani a farsi eleggere, ma aveva anche fretta e non voleva aspettare le prime elezioni e allora sempre fidando nella sua loquela riuscì a convincere Napolitano, allora Presidente della Repubblica, a sostituirlo ad Enrico Letta da pochissimo Presidente del Consiglio.

Questa fu l’operazione più grandiosa che, dal suo punto di vista, era riuscito a fare e naturalmente fu per lui anche un conferma delle sue capacità di imbonitore.

Chiacchiere e furbate gli hanno sempre gonfiato il petto ed il suo portamento tronfio e pieno di vanagloria lo ha reso simpatico a qualcuno e antipatico a molti.

Spesso ha criticato i metodi dei suoi colleghi, considerando corretti invece i propri; spesso ha combattuto non tanto contro gli oppositori, ma contro i suoi stessi alleati, forse considerandoli nemici solo per essere un pochino più importanti di lui. Non ha mai ammesso di essere secondo a nessuno e quindi chiunque lo fosse era destinato ad essere combattuto; e con la sua  arma preferita, i suoi discorsi e le sue chiacchiere è spesso riuscito a vincere; quando non riusciva con le parole, metteva in campo la furbizia e riusciva ad imporsi ugualmente.

Era così sicuro di se che ebbe perfino la sfrontatezza di affermare: “SE NON RIESCO A CAMBIARE QUESTO PAESE, NON SOLO LASCIO IL PARTITO, MA LASCIO LA POLITICA”.

Ricordo che questa frase mi fece molta impressione considerando che era proferita da uno che continuava a dire che le cose non si dicono soltanto, ma si fanno anche. Mi rendevo conto quindi di quanto grave fosse una simile affermazione e mentre da un certo punto di vista pensavo che forse quell’uomo sapeva proprio come riuscirci, da un’altra parte pensavo al coraggio che quell’uomo aveva avuto nel mettere in ballo addirittura la sua sopravvivenza politica.

Ma chiunque oggi sa bene come è andata a finire, non solo non ha lasciato la politica ma è anche rimasto nel partito; poi però, sempre perché non gradiva essere uno dei tanti, ne ha fondato un altro del quale si è eletto capo; è rimasto con tutto il suo partito per qualche mese alleato del partito originario da cui si era preso un po’ di seguaci e ha poi iniziato una guerra contro di esso cercando di ottenere, pur essendo un piccola entità, un po’ di modifiche a quanto la maggioranza stava facendo. 

Se le sue richieste venivano appagate, lui ne prendeva atto e le pubblicizzava come vittoria del suo partitino, viceversa minacciava di mettere in crisi il Governo facendo dimettere alcuni ministri del suo zero per cento di partito. La cosa è andata avanti solo per qualche giorno perché l’interesse che aveva lo pressava, e quindi tentando di giustificare la sua  decisione a mezzo delle sue chiacchiere, ha affrettato la scissione compiendola subito.

Lo ha fatto istituendo immediatamente una conferenza stampa durata ben oltre le due ore nella quale ha riempito di parole i presenti con due monologhi uno all’inizio e uno alla fine  mentre era affiancato (come solo atto di presenza) dalle due ministre che aveva convinto a dimettersi e che tacevano timidamente ai suoi lati. 

In questa occasione ho notato un’altra delle sue furbate: diversamente da quello che fanno tutti coloro che indicono una conferenza stampa, quando è giunto il momento delle domande dai giornalisti presenti, lui ha preteso di ricevere ben OTTO domande da otto diversi presenti, è sembrato che le annotasse rapidamente e poi ha dato un’unica risposta a tutte le otto, curando puntualmente di evitare di rispondere ai quesiti imbarazzanti!

La sua tecnica è  sempre stata quella del monologo unidirezionale e ha sempre cercato di evitare il contraddittorio; e quando non ne ha potuto fare a meno, ha replicato a sua volta con fiumi di parole spesso fuori tema, ma sempre tali da far affogare chiunque fosse dall’altra parte.

Naturalmente sono sicuro che si sarà compiaciuto abbondantemente con se stesso per aver messo in atto la trovata dell’unica risposta a otto domande insieme, ma questo perché pensa che, diversamente da lui, tutti gli altri non hanno sufficiente intelligenza per capirne il motivo vero; ed è anzi sicuro di aver fatto pure una bella figura e di essere apprezzato per essere riuscito a rispondere in una sola volta a ben 8 quesiti!

Un’altra delle sue specialità è quella di sfruttare i suoi adepti; tutti ricorderanno  la grande fiducia che aveva accordato qualche anno prima a Maria Elena Boschi che sembrava essere la sua ombra e tutti sanno bene anche che in questa nuova sua “rinascita” quella figura è completamente scomparsa; questa è stata invece la volta di Teresa Bellanova e di Elena Bonetti, le due ministre che hanno ubbidito al suo consiglio-ordine e che al solo al momento sono definite da lui le eroine di questa vergognosa vicenda. E notate che lui ha fatto dimettere, ma non si è dimesso!

C’è un proverbio che dice “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” e chissà che questa non sia la volta buona anche per Renzi (e finalmente vi ho detto di chi stavo parlando visto che probabilmente nessuno lo aveva capito!).

Ho sempre detto di non essere un seguace degli attuali politici al Governo e lo ripeto ancora ora, ma se questa volta quest’ultima vicenda dolorosa, creata in uno dei momenti più critici vissuti dalla nostra Nazione, dovesse servire a toglierci definitivamente dai piedi questo imbonitore, ne sarò contento.

Personalmente preferisco avere a che fare con chi è dotato di un po’ di etica, che sia almeno un po’ più umile, disposto a far parte di un gruppo di lavoro e non solo a esserne il capo dittatore, e che crede nel valore dell’amicizia piuttosto che coltivarla solo per poterla sfruttare a proprio vantaggio; e questo anche se devo rinunziare a qualche pensata da Archimede Pitagorico tipo un regalo di 80 euro fatte fare allo Stato ad un po’ di cittadini o al presunto vantaggio di pagare un canone RAI per obbligo, senza peraltro che sia stato preteso che delle emissioni pagate profumatamente dall’intera cittadinanza, fossero scevre da infiniti spot pubblicitari.

Franco Fellicò

2 commenti:

UGO ha detto...

Caro Franco, non sono d’accordo, e voglio dirti le mie ragioni prima che si sappia di quale fuoco andremo bruciati.
Abbiamo due problemi.

Il primo problema riguarda l'epidemia e il MES.
Prendere il MES consentirebbe di far fronte alle necessità dell’immediatezza, di disegnare un nuovo sistema sanitario integrato e insieme di investire per il futuro in quei settori di ricerca e di assistenza aventi implicazioni farmaceutiche e medicali.
I discorsi che si fanno sono in adeguati: parlano al più delle vaccinazioni e della evoluzione dell’epidemia, con l'occhio esclusivamente puntato all’immediatezza.

Il secondo problema riguarda il Recovery Plan.
Dobbiamo presentare entro aprile un piano di medio termine per lo sviluppo in quattro settori determinati che l'Europa ritiene di rilevante impatto per il futuro (digitalizzazione, ambiente, eccetera), con l'indicazione di progetti, tempistica, obiettivi da raggiungere e riforme necessarie (struttura monitoria, giustizia, amministrazione).
Siamo in netto ritardo e c’è molto lavoro da fare. Questo sarebbe anche un piano di legislatura.

Non sono d’accordo quindi che non sia il momento di dare una scossa poiché siamo in piena pandemonia. Se non fossimo in pandemonia non avremmo queste possibilità per il presente e per il futuro, che vengono dall’Europa. E’ quindi necessario porsi unitariamente il problema di curare il presente e di preparare il futuro. Non vi sono due tempi, ne soluzioni indipendenti.
Renzi ha il merito di aver perseguito più di altri questi obiettivi e di aver prodotto una scossa perché questi diventino anche gli obiettivi del governo. Avrei preferito che fossero stati altri a farlo, ma questo passa il convento. Per la soluzione tutto va bene, purché si condividano gli obiettivi sopra accennati.
Non è un problema di persone. Va bene un governo con Renzi, va bene un governo tecnico, va bene un governo di unità nazionale, va bene un governo di Salvini, purché dichiari solennemente gli obiettivi e una forte fede europea.

Ugo Mocci

Franco ha detto...

Caro Ugo. Si vede chiaramente che invece a te la mossa di Renzi è piaciuta. Lo hai detto chiaramente e hai anche spiegato i motivi.

Non ci rimane allora che vedere se avremo l'effetto che tu ti aspetti o se magari la situazione politica italiana non peggiori più di quella che è già.

E siccome, secondo quello che hai detto, non importa chi sarà l'artefice di quelle cose che a te sembrano indispensabili, possiamo solo valutare i risultati che avrà prodotto quella lacerazione.

Vedremo quindi se, quella che a me è sembrata una scelta scellerata (motivata da ben altri interessi), produrrà come risultato finale l'accettazione del MES con un conseguente capovolgimento della situazione sanitaria, un Recovery plan nuovo gradito a Renzi e anche all'Europa e anche un clima politico più tranquillo.

Se tutto questo avverrà saremo grati al personaggio della sua azione, ma se non succederà, qualunque sarà il motivo, non ammetterò nessuna scusa né l'addossamento della colpa a qualunque altro o a qualche nuova situazione difficile, perché l'infallibile Renzi, doveva prevedere prima, tutto quello che sarebbe accaduto dopo la sua testata, e questo anche se quelle cose che qualcuno come te, dirà che non erano prevedibili. Non ti pare?

Quindi ci risentiamo dopo che tutto è migliorato, visto che tu prevedi che quell'azione ci voleva. Ed ora ti saluto. Franco