sabato 7 novembre 2020

Le decisioni del Governo e le reazioni delle regioni e dei cittadini


Ho già affrontato questo argomento qualche giorno fa e  ho stigmatizzato il comportamento dei cittadini di molte città, ma oggi sento il bisogno di riprendere l’argomento alla luce delle nuove disposizioni contenute nell’ultimo DPCM.

Ho ascoltato con le mie orecchie direttamente dal Presidente del Consiglio che lo ha illustrato alla TV quello che è stato deciso e mi è sembrato tutto molto chiaro e anche logico.

Siamo di fronte infatti ad una escalation dei contagi in tutta Italia anche se in misure diverse nelle varie parti della penisola. 

E' stato giustamente detto che purtroppo non possiamo non reagire con fermezza all’aumentare dei contagi e questo sia per salvaguardare la salute di tutti, ma anche per evitare che il flusso di persone bisognose di cure raggiunga valori tali da non poter essere più sopportati dagli ospedali.

Questa è una grande verità che nessuno può disconoscere perché tutti sanno che ormai sembra che gli ospedali si possano occupare soltanto di Covid, che gli stessi contagiati sono ormai tenuti sulle barelle nei corridoi per mancanza di letti, che le postazioni per le terapie intensive  sono finiti o agli sgoccioli e anche che in più di una struttura ospedaliera si sono dovuti approntati degli ospedali da campo in tende dell’esercito.

Una delle decisioni prese è stata allora quella di spingere molto sul ricovero a casa dei malati meno gravi, ma ciò nonostante, non tutti i contagiati riescono ad essere curati. Si tratta quindi di una situazione veramente grave che peggiora di giorno in giorno (ho appena sentito che nelle ultime 24 ore il numero di nuovi contagiati è arrivato a sfiorare i 38.000) ed il trend rimane saldamente in salita.

A questo punto se qualcuno si azzarda a dire che bisognava avere disponibili più posti letti, mi fa solo andare su tutte le furie; infatti in questa situazione qualunque cittadino e ancor più qualunque politico ,avrebbe il dovere di cooperare per superare un problema grave e l’ultima delle cose che può fare è quella di perdere tempo a criticare qualcuno.

Ed invece ci si lamenta soltanto, si fanno le manifestazioni e si chiede libertà quasi come se un dittatore, per un suo esclusivo ghiribizzo, avesse deciso di mettere tutti in quarantena senza motivo.

Ma non basta, Giuseppe Conte nell’illustrarci le decisione, ci ha spiegato che, di comune accordo con le regioni, era stato deciso di differenziare le limitazioni con un’unica base da rispettare da tutti e delle limitazioni differenziate a seconda di tre diverse fasce di rischio.

Erano state quindi definite tre fasce di rischio: denominate Gialla, Arancione e Rossa, con limitazioni crescenti trattandosi nell’ordine di fasce di rischio sempre maggiori. 

E, sempre di concerto con le regioni, era stato individuato un metodo matematico per stabilire ciascuna regione in quale fascia dovesse essere inserita. Il Presidente ha poi aggiunto, che la formula si sarebbe avvalsa di ben 21 parametri che dovevano essere ricavati da dati correnti che ciascuna regione avrebbe inviato al potere centrale.

In più Conte ha anche detto che i parametri per la massima trasparenza, sarebbero stati resi noti a tutti ed infatti io ho già trovato anche uno dei siti che li ha pubblicati; il link è:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/05/covid-ecco-quali-sono-i-21-parametri-per-decidere-zone-rosse-arancioni-gialle/5993256/

Ha poi spiegato nuovamente in conferenza stampa (che è stata trasmessa in diretta) ad un giornalista che gli chiedeva quali concertazioni erano state fatte con le regioni, che nessuna concertazione né trattativa era stata fatta, e che le trattative erano state sostituite con la definizione CONGIUNTA del metodo da seguire per l’assegnazione delle regioni alla giusta fascia; e che alla fine la scelta si era concretata con il benestare e la sottoscrizione di TUTTI (potere centrale e regioni)  del metodo dei 21 parametri. 

Tutto questo io ho ascoltato, non come notizia riportata dai media o dai giornali, ma direttamente da Giuseppe Conte quando alla TV ha fatto il suo ultimo intervento.  Ho voluto esporlo sia per essere sicuro che chi mi legge sia allineato con quello da cui io parto, sia per sottolineare che ogni mio considerazione su quello che è accaduto dopo, si basa solo sulla conoscenza di quanto sopra detto.

Date le regole fissate, quindi a mezzo dei 21 parametri derivati dai dati inviati proprio dalle singole regioni, si è “scoperto” quali dovevano essere le regioni rosse, quelle arancioni e quelle gialle.

E quando l'elenco delle regioni e la loro appartenenza alle fasce è stato reso noto, sono inziate le reazioni; io per esempio mi sono meravigliato di trovare in fascia gialla la Campania e anche un po’ di sentire che la Calabria fosse in fascia Rossa, ma visto che quel risultato era stato prodotto dall’esame dei 21 parametri non ho battuto ciglio e anzi ho ancor più considerato utile il sistema adottato che avrà sicuramente tenuto conto di fattori che a me sfuggivano.

Ed invece, non appena sono stati noti i posizionamenti delle varie regioni ho sentito sempre alla TV della rabbia e delle proteste di molti cittadini, ma anche di vari rappresentanti delle regioni e in particolare dei Governatori della Lombardia e della Calabria. 

Questo è un assurdo, perché se i parametri e la formula erano stati concordati e sottoscritti proprio da quei Governatori, non posso accettare che proprio loro stessi, cioè quelli che hanno ideato il meccanismo si possano lamentare.

Per giustificare il dissenso il Governatore Fontana ha asserito che i dati utilizzati era di 15 giorni prima e quindi non più validi, ma allora non capisco perché la sua regione non abbia inviato quelli più recenti, e poi se tutti i dati necessari sono disponibili solo dopo 15 giorni mi domando perché allora quel Governatore che si lamenta non si sia opposto al meccanismo deciso e non abbia almeno cercato di ottenerne uno diverso. 

Inoltre è da considerare, perché spiegato sempre da Conte nella conferenza stampa, che i passaggi da una zona ad un'altra possono avvenire benissimo e si può cambiare fascia sia in meglio che in peggio, ma ERA STATO ANCHE DECISO, che le nuove valutazioni dei dati venissero fatte con una periodicità di 15 giorni per cui nessuno può pensare di cambiare fascia ogni giorno. E dunque se i dati più recenti della Lombardia sono migliori dei precedenti, fra 15 giorni (così come prevede il regolamento approvato, la Lombardia passerà ad arancione.  

Oggi mi è capitato di sentire, riprodotto da RAI1, quello che ha detto il Ministro Speranza e anche lui ha detto esattamente quello che ho osservato io, chiarendo anche che da 24 settimane lo Stato e le Regioni hanno discusso per giungere ad  una metodo oggettivo e concordato e che quindi assolutamente illogico protestare ora. 

Io penso che il Governo, e come sapete lo dico pur non essendo un simpatizzane né di M5S né del PD, ha lavorato bene, e non merita questi dissensi anche in considerazione della gravissima situazione in cui siamo.

Il mio dissenso è totale anche nei confronti delle manifestazioni che continuano a nascere (in Calabria e anche a Roma); capisco le enormi difficoltà di chi vive di commercio, ma nessuna difficoltà, e neanche la povertà totale può giustificare la richiesta di LIBERTA’ che viene fatta a gran voce dai cittadini. 

Possibile che non si voglia capire che se anche fosse consentito l’apertura di negozi e di servizi, la paura del contagio non consentirebbe comunque la vendita di oggetti diversi da cibo e alimenti? 

Possibile che si preferisce protestare contro chi cerca di proteggerci, considerandoli degli aguzzini? 

Queste manifestazioni non faranno certamente cambiare delle regole che sono NECESSARIE, e peggiorano soltanto una situazione già molto grave.

Franco Fellicò 




3 commenti:

Ugo Mocci ha detto...

Caro Franco,
ti apprezzo e leggo sempre molto volentieri.
Sono d'accordo pressoché completamente con quello che dici sui comportamenti dei cittadini e i rapporti governo-regioni, che anche a me sembrano vergognosi.
Solo non ritengo appropriato connotare come stupidi quelli che manifestando vogliono richiamare l'attenzione sull'impatto grave che le restrizioni comportano per loro.
Quello che si fa per l'immediato non basta.
La risposta deve essere diversa e non solo assistenziale. Manca una nuova prospettiva di futuro e una strategia evolutiva che punti a un rinnovamento concordato (dove puntiamo, quali sono le priorità e quale le modalità di transizione e dove reperiamo le risorse).
Poiché la maggior parte degli italiani e della classe politica ha una visione di breve termine e la società italiana è per 3/4 conservatrice non c'è molto da sperare. Quello che facciamo è a debito, i politici si preoccupano del consenso a breve, i partiti sono deboli, il post-covid non potrà essere il ripristino del pre-covid.
Speriamo pure perché è meglio ma non ci stiamo preparando ai problemi che verranno.
Un saluto affettuoso

Lucia ha detto...

Il comportamento delle regioni è veramente schizofrenico. approvano il metodo di differenziazione delle zone, ma poi non sono contenti del risultato che i dati da loro inviati hanno prodotto. Ho sentito ieri un modo di dire riguardo i computer che non so ripetere in inglese, ma che in Italiano suona "spazzatura metti, spazzatura esce". evidentemente le regioni hanno fornito dati diversi dalla realtà se poi i risultati sono sorprendenti.
Ora il governo ha mandato gli ispettori a verificare. staremo a vedere.

Quanto a coloro che protestano, bisogna ammettere che la situazione di alcune categorie è davvero grave.
Io non sono una che scende in piazza per ovvi motivi di età e di formazione, ma non nego il diritto di farlo a coloro che chiedono aiuto.

Io mi sento di condannare non le decisioni ultime, che ormai sono inevitabili, ma l'operato precedente che ci ha fatto arrivare impreparati a questa situazione. Ormai lo sentiamo dire da più parti, maggioranza e opposizione, abbiamo perso l'estate e sprecato il vantaggio che avevamo acquistato con i sacrifici della primavera scorsa.

Licia Mizzan ha detto...

Io concordo in pieno con tutto l'esame della situazione e sono felice che la razionalità e il senso della giustizia predominino sulle idee politiche di base. Per cui mi congratulo con Franco.