martedì 1 dicembre 2020

Quello che non dovrebbe accadere.

Abbiamo vissuto la prima ondata della pandemia con grande responsabilità e siamo stati tutti premiati; le drastiche restrizioni ci hanno regalato in cambio una riduzione rapida dei contagi, e l’annullamento quasi totale delle vittime. 

C’era certamente da gioire vista la piega che stava prendendo la pandemia nel nostro Paese che è stata addirittura quella maggiormente colpita in Europa.

L’azione, malgrado le critiche dell’opposizione, è stata immediata e forte e ad essa si è aggiunta la risposta responsabile di tutti noi che ne abbiamo capito il motivo.

Il mondo intero ha ammirato le scelte fatte dal Governo italiano e la risposta dei cittadini, tanto che il nostro Paese è stato considerato pubblicamente come un esempio da seguire.

E così è stato perché molti altri paesi europei ci hanno imitato.

Ma la cosa veramente premiante è stato il risultato ottenuto che ciascuno di noi conosce bene e ciascuno di noi apprezza.

Al buon risultato ottenuto, quando ormai i morti erano quasi azzerati e i contagi vicini allo zero, il Governo ha allentato la morsa delle restrizioni e tutti i cittadini si sono comportati come se tutto fosse finito; l’estate è stata come tutte le altre, malgrado le distanze regolamentari le spiagge sono risultate affollatissime e sono ripresi anche tutti i divertimenti insieme alla solita spensieratezza delle vacanze.

Grande è stato l’errore, perché proprio al termine dell’estate c’è stata una nuova impennata dei contagi che da qualche centinaio al giorno sono cresciuti velocemente e inesorabilmente fino a raggiungere i 35.000 contagi al giorno; i morti sono aumentati di pari passo e si sono più o meno stabilizzati in circa 800 al giorno. La nuova ondata, come è stata chiamata, è apparsa più nefasta della prima e il Governo è dovuto intervenire nuovamente; ma questa volta non lo ha fatto con il vigore della prima volta; la preoccupazione dei danni all’economia era forte e si è cercato di non tornare ad un nuovo lockdown,

Non so se a causa del minor rigore delle restrizioni o se per il forte desiderio di vivere liberamente, ma solo pochi le hanno rispettate e quel che è ancora più grave che la maggior parte di quelli che hanno trascurato di rispettarle non sono stati i poveri commercianti o i ristoratori, ma i giovani che non hanno saputo fare a meno dei loro divertimenti, dimenticando che quel loro mancato sacrificio lo avrebbe dovuto pagar caro tutta la comunità.

I controlli sono stati ridottissimi, basti pensare che hanno potuto riunirsi in  migliaia uno accanto all’altro a Napoli per omaggiare Maradona improvvisamente passato a miglior vita; e si sono riversati in migliaia (pare 20.000 tutti insieme) venerdì 27 novembre a Roma per entrare nel nuovo grande centro commerciale.

E allora, con tutto il rispetto per la morte di un campione mondiale del calcio, mi domando per quale motivo al funerale di un povero normale cittadino il numero dei partecipanti deve essere limitato, le distanze di sicurezza devono essere sempre rispettate e le mascherine sono d’obbligo e poi invece in una regione per giunta di fascia rossa, sono stati consentiti gli assembramenti che tutti noi abbiamo visto, l’assenza molto spesso di mascherine e le distanze nulle tra i manifestanti. Solo perché si trattava di Maradona? E la forza pubblica perché non è intervenuta e non ha disperso, magari con le lance ad acqua o con i lacrimogeni, la folla impazzita?

E per il nuovo centro commerciale; come mai è stata consentita l’apertura e per giunta il giorno 27 novembre (giorno del Black Friday)? Perché non si è capito che i soliti sconti che si praticano in quelle inaugurazioni aggiunti a quelli del Black Firiday avrebbe spinto migliaia e migliaia di cittadini ad accalcarsi nei lunghi corridoi delimitati dalle transenne?

E se proprio non si voleva vietare quella manifestazione, come mai non si sono multati tutti coloro che hanno senza alcun motivo urgente violato le regole? .

In complesso ormai è chiaro che la cittadinanza non è più disposta a collaborare con il Governo e che quindi le restrizioni esistono ma vengono rispettate solo da pochissimi.

Oggi ho sentito che con il passaggio della Lombardia dalla fascia rossa a quella arancione, che i negozi di piazza Duomo erano pieni e si notavano anche le file all’esterno in attesa di potervi entrare. Questo è un ottimo modo per peggiorare nuovamente una situazione che sembrava solo un po’ in miglioramento.

Immagino già quello che succederà a Natale e ancor più a Capodanno.

Io penso che ora che un lieve miglioramento stava manifestandosi bisognava ancor più stringere i freni per rendere più veloce la riduzione dei contagi e soprattutto dei morti. Ed invece sembra che siano tutti solo pronti ad approfittare dei piccoli miglioramenti per fermare le poche restrizioni esistenti; nessuno vuol capire che ci vuole molto poco per far riprendere il peggioramento.

Ma possibile che non siamo capaci di rinunziare anche totalmente per una sola volta nella vita alla baldoria del Natale e ancor più a quella di Capodanno? Non potremmo decidere quanto meno di rimandare quelle due feste a quando sarà veramente tutto finito?

La prova che allentare le cautele  produce immediatamente un  effetto negativo, l’abbiamo anche avuta; ed è possibile che ancora non abbiamo capito che stiamo facendo di tutto per far arrivare anche la terza ondata? Si parla del vaccino ormai vicino e non sarebbe il caso di attendere almeno che una buona parte della popolazione sia stata vaccinata, di rispettare nel frattempo scrupolosamente le restrizioni e magari di invocarne delle altre? 

Vi lascio con questi interrogativi.

Franco Fellicò

 



5 commenti:

Bambino-vispo ha detto...

uno scritto cristallino, ed un'analisi dei "fatti" cioè di quanto accaduto oggettiva e puntuale. Complimenti.
Per il resto, m'è sembrato di leggere il copione dello sketch dell'avvocato di Gigi Proietti. Ricordi?... sfoglia il dossier dei capi d'accusa e commenta:
""qui ce l'inculamo... qui ce l'inculamo... qui lo piji 'n culo, qui ce l'inculamo, qui lo piji 'n culo...""
""ma com'è, avvocà, che quando lo mettemo semo in due e quanno c'è da pijarlo, lo pijio solo io?..."
Intendo dire: m'è sembrato di leggere nel tuo scritto che quando le cose vanno bene, è merito del governo, quando vanno male, è colpa dei cittadini...
Dici che nella "prima ondata" le restrizioni erano giuste ed i cittadini disciplinati (segno di fiducia nelle istituzioni... forse).
Ma chi ha dato il via libera alla spensieratezza estiva?... lo spirito santo?... no, l'improvvido governo! e chi stabilisce le restrizioni, le aperture ballerine, il gioco delle tre carte dei colori, le aperture (come giustamente osservi) avventate se non criminali come quelle del 27 novembre che sottolinei?... Mister "io concedo" ci ha provato gusto a fare il, bulletto di periferia e giocare con i miliardi facili e la pelle della gente.

Mi sembra per lo meno conseguenziale (ma per tanti è ovvio) che il popolo si scolli dai giochini di palazzo tipo apro/chiudo/mo'vedo coi miei esperti... e decida per conto suo.

Con immutata stima e simpatia (per te, non per questi danzatori di tip-tap che abbiamo al potere)

Lucio Musto

Licia Mizzan ha detto...

Io sono d'accordo con l'analisi del momento che l'Italia sta vivendo.
Penso che l'esito finale, qualunque possa essere, sarà dovuto all'intervento delle varie parti in causa compresi i cittadini.

Franco ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Franco ha detto...

Se analizzo il mio stesso scritto con quella stessa attenzione (che peraltro mi è stata anche riconosciuta) con cui ho buttato giù il mio scritto, trovo che al massimo si potrebbe dire che ho voluto sottolineare che i risultati si sono avuti quando oltre alle restrizioni anche molto pesanti decise da “io concedo” (per dirla alla maniera di Lucio), tutti i cittadini, consci della gravità della situazione e anche di quanto fosse necessario reagire uniti, lo hanno fatto in pieno.

Ho parlato quindi molto bene dei cittadini e anche bene del Governo così come in fondo tutto il mondo ha riconosciuto.

Conclusasi bene la prima ondata (ricordo che i contagi si contavano ormai non dico con le dita di una mano, ma quasi) qualche limitazione c’era ancora, quindi questo significa che le maglie si erano allargate, ma NON COMPLETAMENTE (era definito il distanziamento specie sulle spiagge e nei ristoranti, e le mascherine nei negozi erano obbligatorie); ma i cittadini si sono subito comportati come se tutto fosse finito. E il risultato lo sappiamo tutti. Probabilmente ci voleva un maggiore controllo anche allora; questo ho mancato di dirlo e quindi chiedo venia.

Quando i contagi sono cominciati a risalire (ricordo bene che le prime avvisaglie ci sono state quando si era appena superata la soglia dei 100 al giorno) ci sono stati i primi nuovi interventi di “io concedo”. Sono stati insufficienti? Io penso di NO, perché malgrado i cittadini li avessero rispettati ben poco, tuttavia un effetto positivo c’è stato.

Dunque devo immaginare che se le nuove restrizioni fossero state rispettate almeno con la stessa scrupolosità della prima volta, l’effetto sarebbe stato anche ben più marcato.

Dunque posso dire senza tema di sbagliare che “io concedo” ha agito bene, e il risultato c’è stato; peccato che i cittadini questa volta hanno remato contro riducendone quindi l’entità.

Troppi DPCM o troppi colori per le regioni? Può darsi; ma siamo sicuri che se fosse stato fatto un solo DPCM e si fossero adottate misure uniche per l’intera Nazione non fosse saltato su qualcuno a dire che le regole dovevano essere più capillari e anche opportunamente modulate? Sono sicuro di SI.

Il messaggio che io volevo far giungere andava sicuramente verso i cittadini, non per difendere il Governo, ma perché, a mio avviso, i risultati del contrasto alla pandemia dipendono molto di più dai cittadini che non dalle regole fissate.

Se le regole sono eccessive o sono poco incisive cambia solo la velocità con cui si riducono i contagi giornalieri, pur comunque riducendosi; ma se i cittadini trascurano nella maniera che ho citato (Napoli, Roma e Milano) il rischio è ben diverso, perché può influire non soltanto sulla velocità di riduzione, ma può provocare l’inversione di tendenza; e quindi trasformare una lenta diminuzione in una veloce crescita.

Ora aggiungo anche un'ultima cosa (lo faccio qui solo perché riguarda lo stesso tema); sento di un grande fermento tra i cittadini desiderosi di partecipare alla Messa di Natale e qui spero che il nostro Papa Francesco prenda una decisone ovvia ma anche molto significativa e decida che per tutto il MONDO le Messe di Natale e anche quelle di Capodanno questa volta non ci saranno, o meglio saranno soltanto quelle che lui stesso celebrerà e che saranno diffuse in MONDOVISIONE consentendo a tutti i cattolici del mondo, uniti dalla rete, di parteciparvi e magari di ricevere delle particolari indulgenze.

Tornando a noi affermo nuovamente che la responsabilità della riuscita della lotta alla pandemia è dei cittadini e ricordando che le mie convinzioni sulle capacità di tutti gli ultimi Governi rimane sempre la stessa e che rimango fedele alla mia massima:

“Quando il Governo prende una qualunque decisione, provate sempre ad immaginare quale sarebbe l’effetto se si fosse deciso esattamente il contrario; è molto probabile che scoprirete che in questo caso l’effetto centrerebbe meglio l’obiettivo dichiarato!”

Ogni regola ammette una eccezione e questo è uno dei pochissimi casi in cui l’affermazione non è vera.

Franco Fellicò

Licia Mizzan ha detto...

Ancora d'accordo su tutto. Purtroppo gli atteggiamenti verso quanto succede sono dovuti in gran parte ai propri interessi personali e in parte ad un'occasione gradita per poter male del Governo.