domenica 14 febbraio 2021

Il governo "Draghi"

Non avevo ancora scritto nulla sull’argomento perché volevo capirci prima un po’ di più. Non avevo dubbi, come tutti, che il Governo sarebbe nato senza problemi, e così è stato, ma sono convinto che non a tutti è piaciuta l’intera compagine.

Sono sicuro che la maggior parte dei cittadini, riferendomi naturalmente a quelli senza interessi diversi da quelli del bene del Paese, si aspettava una serie di “volti nuovi”, molti tecnici e se non nessun politico, quanto meno solo qualcuno di quella categoria.

E se qualche politico sarebbe stato tollerato, naturalmente ciascuno di noi (dico noi perché anche io speravo questo) non avrebbe gradito che fosse preso tra quelli della vecchia guardia.

Ed invece con meraviglia è accaduto proprio quello che non ci aspettavamo. I tecnici ci sono stati (8 per la precisione) ma i politici non solo non sono mancati, ma sono stati in numero maggiore (15 elementi) e anche recuperati dalla vecchia casta.

Questo primo risultato mi ha trattenuto dall’esprimere un qualunque parere, e per alcuni giorni mi sono accorto che anche involontariamente cercavo di capire come mai quella scelta.

Oggi ho la risposta che si è andata delineando pian piano e mi è stata finalmente chiara completamente nel dormiveglia di questa mattina.

Ho allora cercato di ripercorrere il processo che mi ha condotto al risultato e ora provo a esporlo qui per iscritto.

Fin dal primo momento, ho apprezzata la decisione del Presidente delle Repubblica. Egli infatti aveva constatato che l’accordo tra i litiganti non si era raggiunto e che anche se ci fosse stato, sarebbe stato fortemente instabile ed era conscio che era impossibile indire elezioni sia per i rischi sanitari connessi, sia per i tempi necessari assolutamente incompatibili con gli urgenti problemi da risolvere. 

Dunque l’unica soluzione possibile era quella di affidare il compito di formare un nuovo Governo ad una persona di massima fiducia, e per questo aveva scelto Mario Draghi.

A me, ma ovviamente non solo a me, la cosa è sembrata l’unica soluzione possibile e la scelta dell’uomo a cui affidare il compito è sembrata eccellente. Eravamo nelle mani di un uomo di grande prestigio, noto in tutto i mondo tanto da essere stato soprannominato Supermario proprio in ambito mondiale.

Ma quali erano le doti di quell’uomo? Ce ne hanno elencate moltissime e si è insistito molto sulle sue capacità tecniche (e in molti si aspettavano proprio per questo dei risultati) ma non tutti hanno chiaro che invece si tratta di un vero politico anche molto tecnico.

Ma c’è una sua caratteristica, che forse non è stata neanche mai citata, che secondo me quell’uomo ha e che difficilmente si trova tra i politici; secondo me ha fatto e fa molto uso della LOGICA. 

Ed è appunto questa osservazione che mi ha fatto capire come mai avesse iniziato il suo lavoro inserendo nella sua squadra un così alto numero di vecchi politici.

Ci doveva essere una logica e con un po’ di pazienza, ragionandoci su, penso di aver trovato i motivi della sua prima decisione.

Per capirlo nuovamente, questa volta insieme, proviamo ad immaginare la sua posizione: si tratta di un uomo tendenzialmente apolitico con grandi capacità da leader che improvvisamente si è trovato a dover portare avanti un compito gravoso, dove però una delle maggiori difficoltà è di riuscire a schivare tutti gli ostacoli che di volta in volta un insieme di finti collaboratori gli potrebbero porre tra i piedi.

E’ come se egli avesse un oggetto da raggiungere posto sulla cima di una montagna e però la strada per raggiungerlo oltre ad essere molto ripida è anche infestata da un gran numero di animali tutti pericolosi: alcuni feroci, altri furbi, altri falsi, altri capziosi, altri subdoli, altri ambigui, ecc. ecc.

Per riuscire ad attraversare una zona così infestata ci possono essere solo due strade: decimare con un intervento violento tutti gli animali e giungere da solo in cima alla montagna. oppure convincere tutti gli animali a farsi aiutare nell’impresa. In pratica si potrebbe agire da prepotente o da domatore.

E allora torniamo a Mario Draghi e ai politici e capiremo subito che la scelta del premier è stata quella di agire da DOMATORE.

Ma come si può domare un insieme così grande di vecchi politici? Così come con gli  animali il Domatore utilizza un po’ il contentino e un po’ la frusta, dovendo domare l’intera vecchia casta trasformandola in una mansueta alleata, occorreva offrire un po’ di “contentini“ a ciascuno curando di ammansire i più feroci  e di guadagnare un po’ di riconoscenza e fiducia dagli altri.

Nel giro di consultazioni il premier incaricato prendeva appunti, ma penso che non solo si appuntava quali erano gli interessi dichiarati da chi ascoltava, ma credo che scopriva ed annotava i punti deboli e gli interessi nascosti di ciascuno. Tutte cose che gli sarebbero servite dopo, quando sarebbe arrivato il momento di esternare le sue decisioni e presentare la sua squadra.

Occorreva mostrare a tutti loro (che chiedevano insistentemente un Governo Politico) che li aveva accontentati e occorreva far SI che ciascuno si sentisse anche più gratificato di quanto si aspettasse.

E così infatti è stato. Nessuno dei partiti, sia della vecchia maggioranza che della vecchia opposizione, avrebbe infatti mai pensato di vedersi in così alto numero nella nuova squadra. Il guadagno e l’appoggio che avrà Draghi quindi quando a mezzo dei tecnici farà le sue proposte sarà grande, perché tutti, anche se feroci, anche se subdoli e ambigui, anche se furbi, riterranno utile continuare ad assecondare un leader che fino ad ieri per loro non contava niente.

Provate ad esaminare uno dopo l’altro la GRANDE soddisfazione che appare palese in ognuno dei partiti; pensate a Forza Italia, al PD, alla Lega, a M5S e perfino al minuscolo Italia Viva e ve ne renderete subito conto. E immaginate anche come sarebbero stati pronti a tirar fuori gli artigli alla prima occasione, se nessuno di loro fosse stato scelto.

Io penso che il risultato più lampante lo si può osservare pensando a Di Maio confermato agli Affari Esteri; non pensate che ci sarebbe voluto molto poco per individuare un personaggio più idoneo e anche più rappresentativo? Ma quanto vale l’appoggio di un personaggio che è in grado di trascinare con se un intero grosso partito? Giustamente i danni che Di Maio può creare in quel ministero sono di gran lunga inferiori ai vantaggi che il suo addomesticamento porterà. E poi la politica estera certamente non ne soffrirà perché le direttive verranno sicuramente da Draghi e Di Maio dovrà soltanto figurare come un suo portavoce.

Anche Renzi, personaggio molto pericoloso che ho sentito denominare “mina vagante”, ha avuto il suo contentino e quindi starà tranquillo per un po’. 

Dunque ora non ci resta che attendere gli interventi e vedere se tutto quanto è stato preparato perché siano digeriti prima di tutto ai vecchi contendenti, saranno subito da loro approvati.

Franco Fellicò

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