mercoledì 9 aprile 2025

L'Europa e i dazi

Noto che la Cina, colpita da un dazio del 54%, ha prontamente risposto imponendo dazi pari al 34% sui prodotti importati dagli Stati Uniti.

 

Trump ha allora richiesto alla Cina di annullare immediatamente tali dazi, minacciando, in caso contrario, di applicare un ulteriore 50% sui prodotti che importano gli USA da loro.

 

La Cina però ha giustamente espresso il suo rifiuto di modificare la decisione presa e il Presidente americano da OGGI (9 aprile 2025) ha portato il dazio, come da lui annunziato, al 104%.

 

In sintesi, Trump sembra voler essere libero di applicare i dazi a suo piacimento, e pretende anche che le Nazioni colpite accettino le sue decisioni senza reagire, non avendo, secondo lui, alcun diritto di rispondere con contro-dazi.

 

È come se affermasse: “Io posso decidere i dazi che voglio, ma quelli che ho colpito non hanno alcun diritto di fare altrettanto”.

 

Per questo motivo, l’Europa, a fronte della minaccia di applicare un dazio del 200% sui nostri vini ha temporaneamente sospeso il proprio dazio sul whisky, dimostrando come, mentre la Cina resiste, l’Europa impaurita cede.

 

È giusto tutto questo? A mio avviso, NO. Ciò nonostante, attendo di conoscere le decisioni definitive, sebbene mi aspetti che l’Europa finirà per accontentarsi di una riduzione dell’aliquota.

 

Tutti possono vedere che mentre il mondo intero ha reagito celermente ai dazi imposti da Trump, l’Europa dopo una lunga e lenta fase di valutazione del fenomeno, sembra abbia finalmente fatto conoscere i suoi primi passi di risposta.

 

Ho appreso poco fa che la decisione dell’Europa è stata finalmente presa e si parla di vari contro-dazi che scatteranno alcuni il 15 aprile, altri il 15 maggio e altri ancora a dicembre prossimo. Questo perché si auspica che, nel frattempo, Trump accetti, se non di cancellare, almeno di ridurre le aliquote previste per l’Europa.

 

Le decisioni del Presidente americano avranno inevitabilmente ripercussioni in Europa e anche in Italia, e già si parla della possibilità di sospendere il Green Deal per mitigare gli effetti negativi dei dazi.

 

Tale ipotesi, tuttavia, mi appare solo come una giustificazione per frenare la transizione ecologica, in particolare quella della mobilità elettrica; un obiettivo che sembra essere condiviso da molto tempo da molti governanti, soprattutto in Italia.

 

A tale proposito è importante ricordare che il pianeta non si ferma e le conseguenze del cambiamento climatico, come le alluvioni e l’aumento della temperatura media, come tutti sanno rimangono evidenti.

 

Chiunque ostacoli il Green Deal dovrà assumersi la responsabilità di tale scelta, consapevole che la storia lo ricorderà come un fautore della fine del nostro pianeta.

 

Intanto non posso non notare che mentre l’Europa ha riconosciuto il rischio di un’invasione russa e ha deciso di armarsi a scopo deterrente, mi appare paradossale che non percepisca la gravità della crisi ambientale in atto. Sembra quasi che stia sottovalutando la guerra che la natura ci ha già dichiarato, disarmandosi completamente di fronte ad un suo assalto già in corso.

 

In Italia, figure come Salvini, che sembra aver convinto anche Meloni, si oppongono da tempo alla transizione ecologica, gettando fumo negli occhi dei lavoratori del settore automobilistico tradizionale. Li ha ormai convinti che sia preferibile rimanere ancorati alle vecchie tecnologie, senza considerare che questa posizione, nel prossimo futuro, quando Salvini non sarà più al potere, li priverà del lavoro per non essersi adeguati in tempo alle nuove tecnologie sostenibili.

 

Tornando invece al problema iniziale a me pare che, come sempre accade quando qualcuno dichiara guerra a un certo numero di Nazioni, si verifica che dette Nazioni finiscono per allearsi perché accomunati dall’attacco di uno stesso aggressore.

 

Credo quindi che poiché Trump ha dichiarato guerra (commerciale almeno per ora) a TUTTO IL MONDO penso che esso debba agire all’unisono nei suoi confronti con alleanze commerciali sempre più strette provocando l’isolamento degli USA voluta dal suo nuovo Presidente.

 

Dunque io vedo di buon grado degli accordi con chiunque altro, che non siano gli USA, e in particolare proprio con la Cina che dovrebbe essere sostituita da tutti a quella che è stata l’America negli anni passati. Il risultato sarebbe proprio il contrario di quello che Trump persegue e forse potrebbe essere ancora in tempo per tentare una riparazione.

 

Altra cosa da fare dagli alleati del mondo, sarebbe di vietare che le aziende non USA decidano di andare a lavorare in America per evitare che le azioni di Trump si traducano in un risultato anche in questo campo.

 

In pratica ogni azione fatta dal resto del mondo affinché le scelte del bullo si traducano solo in danni al suo Paese, dovrebbe essere attuata.

 

Come in molti hanno affermato, Trump non capisce altro che la forza e crede di averla solo lui; bisogna mostrarli invece che: “Chi troppo vuole, nulla stringe”.

 

Franco Fellicò

 

 

 


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