Salvini è noto per le sue affermazioni astruse e in contrasto con la sua maggioranza, tanto che ha affermato perfino che i dazi di Trump sono una opportunità.
Ovviamente un’affermazione più stupida di così non esiste, ed infatti il soggetto è l’UNICO AL MONDO ad aver fatto una simile dichiarazione.
Ma, senza assolutamente voler dar ragione a Salvini, anche perché quello che mi appresto a dire è certamente lontano anche dalla sua immaginazione, a pensarci bene, qualche effetto positivo provocato dai dazi, sembra che ci possa anche essere stato.
Qui però, prima di andare avanti nelle mie considerazioni, vorrei azzardare una mia previsione, o forse una constatazione, affermando che l’ennesimo errore di Trump potrebbe essere quello della sua sicurezza che presto tra Cina e America ci saranno degli accordi. Vorrei azzardare l’ipotesi che anche questa volta Trump si sbaglia e che il suo attacco alla Cina non sfocerà alla fine in un accordo, ma penso più che Xi Jinping tenderà a dimostrare di essere superiore e non gli darà la soddisfazione che attende; e quanto meno aspetterà che una prima mossa distensiva venga dall’avversario, guardandosi bene dal dargli ragione.
Ma tornando agli effetti positivi a cui volevo riferirmi, non penso agli USA che finora hanno solo avuto notevoli danni dall’operato del loro nuovo Presidente, ma invece agli effetti per il resto del mondo, anche se proverò a sottolineare maggiormente quelli per l’Europa o meglio ancora per l’Italia.
Da molti anni ormai la globalizzazione è stata un modo per migliorare i commerci che si sono allargati sempre più fino a divenire mondiali. Tuttavia questi commerci tra Nazioni si sono sviluppati in maniera preponderante solo tra particolari Nazioni.
Quelli dell’Europa e dell’Italia ad esempio si erano sviluppati moltissimo con gli USA e la tendenza è stata sempre quella di aumentare sempre più questo rapporto commerciale con quel Paese piuttosto che svilupparlo con altre Nazioni.
E’ bene ricordare infatti che, anche se ci sono rapporti con tanti altri Paesi, gli Usa sono stati sempre ai primi posti; questo si è dimostrato essere stato un grave errore al momento in cui Trump ha iniziato la sua guerra dei dazi.
E’ stato un po' come quando l’Europa, per isolare la Russia dopo l’inizio della sua invasione dell’Ucraina, ha imposto delle sanzioni verso l’invasore; in quel caso l’Europa, e quindi anche l’Italia, ha dovuto improvvisamente smettere di acquistare petrolio e gas da quel Paese in guerra e ha dovuto cercare altre fonti dalle quale ricevere quei prodotti indispensabili. La reazione è stata difficile ma è stata anche rapida e si è riusciti a supplire alle necessità facendo a meno della Russia.
Le decisioni di Trump ci hanno messo ancora una volta nella stessa situazione per il motivo opposto; mentre con la Russia dovevamo fare a meno di importare, con gli USA dovremmo fare a meno di esportare; ma la soluzione in entrambi i casi può essere quella di sostituire il prima possibile una buona parte dei rapporti intrattenuti con l’America, accordandoci con altri Paesi, curando anche di farlo con un buon numero di loro in maniera che una qualunque crisi dovesse nascere con uno di essi non sia mai un gran problema.
Questo modo di agire ce l’ha insegnato e suggerito Trump ed è un insegnamento utile che gli dobbiamo riconoscere.
Non ci deve importare se i rapporti con gli USA torneranno in futuro ad essere quelli di prima. Se i dazi degli USA spariranno del tutto o saranno solo di minima entità, sarà sicuramente utile riprendere a esportare i nostri prodotti verso l’America, ma dopo la lezione che Trump ci ha dato, dovremo essere più attenti a non avere esclusivamente grandi rapporti con un Paese, ma dovremo differenziare molto di più i nostri commerci con tutto il resto del mondo.
Vedo con piacere, sempre a causa della lezione ricevuta da Trump, che oltre ad accordi con India e altri Paesi, la Cina è vista con maggiore simpatia di prima dall’Europa; Sanchez della Spagna sta incontrando i leader cinesi per organizzare dei rapporti commerciali; l’Unione Europea sta ripensando ai dazi che aveva imposto sulle auto elettriche cinesi, sostituendoli con un accordo che fissi un “prezzo minimo”.
Ovviamente se si accetta che la Cina esporti più facilmente le sue auto in Europa anche l’Europa avrà possibilità di esportare maggiormente i suoi prodotti verso la Cina.
E’ anche da considerare che al momento la posizione di Trump nei confronti della Cina è tale per cui quest’ultima è alla ricerca di altri partner diversi dagli USA e fa con piacere l’occhiolino all’Europa proponendosi come un possibile sostituito all’America instaurando rapporti con gli imprenditori europei messi in difficolta da Trump.
Penso di aver quindi effettivamente trovato alcuni effetti positivi connessi alle azioni di Trump; essi renderanno più estesi i commerci mondiali anche se si dovesse fare a meno sia della Russia che degli USA; e ritengo anche che questi effetti positivi oltre a rendere più sicuro il commercio tra i popoli che apprezzano la globalizzazione, potrebbe anche nel futuro convincere almeno l’America (con o senza Trump al vertice) a cambiare strategia e a ritornare a far parte del mondo globale che in tanti anni abbiamo costruito per il bene di tutti.
Franco Fellicò
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