1. Un capo mafia intima ad un piccolo commerciante di pagare il pizzo, ma subito dopo, solo perché immagina che la sua richiesta non sarà rispettata, ordina immediatamente ad un piccolo gruppo dei suoi “collaboratori” di punire opportunamente il malcapitato.
2. Durante una delle notti successive gli aguzzini sfondano la porta dell’abitazione del povero commerciante e vi entrano, dopo di che cominciano a distruggergli mobili, suppellettili e tutto quanto trovano nell’abitazione; la povera vittima cerca di difendere la sua casa ma viene malmenato ferocemente.
3. Durante la colluttazione il poverino strappa un orologio dal polso di uno degli aggressori e lo lancia lontano; l’orologio finisce nel water di casa; intanto gli aggressori continuano a riempirlo di calci e pugni e poi vanno via lasciandolo tramortito.
4. Il mattino seguente il povero commerciante si reca mezzo morto dai carabinieri per denunciare l’accaduto e scopre che qualcuno aveva già sporto denuncia verso di lui per avergli preso l’orologio.
Avrete sicuramente notato in questa storiella la SFACCIATAGGINE dell’aguzzino che dopo aver provocato lui stesso la reazione della vittima si permette addirittura di denunciarlo per avergli fatto perdere l’orologio.
Siete allora pronti per sostituire al capo mafia: PUTIN, al commerciante: l’Ucraina, al gruppo dei manigoldi: l’esercito russo, all’orologio: il deposito di carburante russo di Belgorod; e allora potete leggere la storiella simile che segue.
1. PUTIN intima all’Ucraina di non entrare nella NATO, ma subito dopo, solo perché immagina che la sua richiesta non sarà rispettata, ordina immediatamente al suo esercito di invaderla.
2. Subito l’esercito interviene e in molti giorni di guerra sanguinosa distrugge tante postazioni militari, tanti depositi di carburanti, tantissimi edifici di città fino a raderle al suolo e uccide anche chiunque tenta di opporsi.
3. Due elicotteri UCRAINI MI-24 entrano nello spazio aereo russo e colpiscono il deposito di carburante di Belgorod mandandolo in fiamme.
4. Il mattino seguente, quando si riprendono gli incontri tra le delegazioni russe e ucraine, la Russia dichiara che l’attacco al deposito di Belgorod PESERA’ nel trattato di pace.
Capite quindi che mentre mezza Ucraina è stata già distrutta e continua ad essere sotto i bombardamenti russi, si vorrebbe far pesare l’attacco al deposito russo che a confronto è come una puntura di spillo; io al posto degli ucraini avrei subito preso “la palla al balzo” e avrei risposto: “Si avete ragione, ma allora mettiamo sul piatto della bilancia anche tutte le città che ci avete distrutto e tutti i civili innocenti che ci avete ucciso!”
Ma non ho ancora finito perché c’è anche un’altra ipotesi che non è proprio da scartare e riguarda i punti 3 e 4.
Vi ripropongo quindi i punti 3 e 4 modificati sia nella prima che nella seconda storiella.
Prima storia:
3. Durante la colluttazione uno degli aggressori si toglie l’orologio dal polso e lo getta nel water.
4. Il mattino seguente il povero commerciante si reca mezzo morto dai carabinieri per denunciare l’accaduto e scopre che l’aggressore che da solo aveva gettato il suo orologio nel water, lo aveva denunciato come se fosse stato lui a prenderlo.
Seconda storia:
3. Due elicotteri RUSSI MI-24 colpiscono volutamente il proprio deposito di carburante di Belgorod mandandolo in fiamme.
4. Il mattino seguente, quando si riprendono gli incontri tra le delegazioni russe e ucraine, la Russia dichiara che l’attacco “ucraino” al deposito di Belgorod PESERA’ nel trattato di pace.
Ho fatto questa seconda ipotesi che è plausibile per due motivi: perché gli elicotteri MI-24 sono usati sia dai russi che dagli ucraini e anche perché trucchetti del genere non sono rari quando di mezzo ci sono i russi.
Ma ora voglio citarvi un’altra sfacciataggine che riguarda un giornalista italiano; mi riferisco a Francesco Borgonovo (vice-direttore de La Verità); non so se vi è capitato di sentirlo in una delle tante trasmissioni TV in cui vengono invitati personaggi diversi; ma basta cercare un po’ in rete per sentire quello che pensa.
In pratica lui non fa altro che elencare i motivi che giustificherebbero (anche se lui dice solo che vanno valutati) la reazione di Putin.
Si tratta di pura sfacciataggine anche in quel caso perché non si può mai accettare che una guerra oltre tutto feroce come quella a cui stiamo assistendo possa essere scatenata solo da atteggiamenti o parole ostili sia pure ripetute nel tempo.
Franco Fellicò
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