sabato 1 febbraio 2020

La prescrizione nei processi



Non mi è mai piaciuto sentire che un malavitoso o un assassino o ancor peggio un politico disonesto l’abbia “fatta franca” a seguito della prescrizione del reato.

Non sono un giurista, ma da semplice “uomo della strada”, e quando accade questo, neanche molto di rado, vengo preso da una rabbia da insofferenza.

Non riesco ad accettare che per un motivo assolutamente indipendente dal fatto avvenuto, causato al 90% dalla lentezza della nostra magistratura, un individuo che è quasi certamente un delinquente, abbia potuto evitare di essere giudicato e spesso abbia potuto evitare di subire una condanna.

Capisco anche che la prescrizione possa essere utile in qualche caso a cittadini onesti che sono erroneamente incappati in processi dalla durata infinita, ma sappiamo tutti che la maggior parte delle volte questo diritto viene utilizzato da chi invece dovrebbe essere condannato, come soluzione al suo problema.

Sappiamo che l’enorme burocrazia e la grande selva di regole, consente agli avvocati di allungare i tempi dei processi a proprio piacere e quindi questi ultimi, quando non hanno più alcun elemento utile da mettere in campo per difendere il proprio assistito, fanno uso di questa possibilità adoperandosi per far raggiungere il giorno della prescrizione.

Se ho capito bene, questo è quello che prevedeva nel passato la “prescrizione” nel nostro Paese. Se invece mi sbaglio prego chi mi legge di correggermi con un commento.

Senza scendere in mille considerazioni a me sembra che l’idea di cambiare questa regola per evitare di regalare l’impunità a chi non la merita, non è una cattiva idea.

Ma mi accorgo che, come al solito, sono mesi che si continua a discutere su questo argomento senza riuscire a trovare un accordo e anche con la possibilità che queste discussioni possano minare addirittura l’esistenza del Governo in carica.

Con dissertazioni molto particolari ci sono quelli contrari alla modifica e io, che come ho detto parlo da “uomo della strada”,  stento a capire le loro ragioni.

Pare che la magistratura e gli avvocati non siano d’accordo. Mi sembra anche logico che gli avvocati siano contrari, visto che è un’arma che attualmente hanno per riuscire a far salvare quei clienti per i quali le prove di colpevolezza sono schiaccianti, ma non capivo perché invece la magistratura fosse contraria.

Ma alla fine l’ho capito quando ho sentito alla TV e ho poi anche letto in rete che IL PRIMO PRESIDENTE DELLA CORTE DI CASSAZIONE Giovanni Mammone all’inaugurazione dell’anno giudiziario e quindi anche in presenza del Presidente Sergio Mattarella ha dichiarato che con il blocco della prescrizione dal 1 gennaio 2020

si prospetta un aumento del carico di lavoro della Corte di Cassazione di circa 20.000-25.000 processi per anno, corrispondente al quantitativo medio dei procedimenti che negli ultimi anni si è estinto per prescrizione di secondo grado

Chiede poi successivamente degli altri interventi legislativi che possano accelerare i processi.

Quello che ha detto l’alto magistrato, a parte l’informazione che finora c’erano ben 20.000-25.000 reati all'anno impuniti per estinzione, cosa che mi ha impressionato più di quanto lo fossi prima, mi è stato molto chiaro.

E infatti così il mio interrogativo ha avuto la sua risposta: la magistratura in quel modo ha chiaramente detto che ha visto fino ad ora la prescrizione come un utile mezzo per ridurre il proprio lavoro e ovviamente si rende conto che eliminando quella opportunità, potrebbe ingolfarsi ulteriormente.

Quindi in parole povere è come se avessero detto: “avevamo un mezzo per ridurre il carico di lavoro (non importa se giusto o ingiusto) e non possiamo essere d’accordo con chi ce lo vuol togliere”.

Voi che ne pensate? Forse che la giustizia potrebbe funzionare ancora meglio se non solo mantenessimo la prescrizione,  ma riducessimo addirittura il tempo per farla scattare?

Certo che se dopo solo pochi mesi ogni reato andasse in prescrizione, la giustizia avrebbe molto lavoro in meno e i suoi tempi potrebbero anche migliorare!

Mi meraviglio allora che non ci sia stato ancora qualcuno deciso a percorrere la strada opposta e cioè quella di una prescrizione SI e in più con tempi ulteriormente ridotti!

Franco Fellicò

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