E’
da tempo che mi domando se l’avvento del governo Renzi sia stato un fortuna o
una sfortuna per la Nazione.
Inizialmente,
un po’ come tutti gli italiani, speravo che fosse cambiato il vento e che forse
si poteva avere qualche speranza che il nostro Paese risalisse la china; c’era
anche in me il riconoscimento che quel giovane sembrava avere una certa grinta
nell’affrontare i problemi e che fosse dotato di quel minimo
di autoritarismo che gli poteva consentire di fare qualcosa in più dei suoi
predecessori.
Credo
che anche molti altri cittadini, pur non essendo né elettori vincitori né vinti
(visto che i Premier ci era stato imposto senza elezioni) trovassero
inizialmente in lui un certo atteggiamento da “dittatore” che consideravano un
fatto magari positivo.
Il
fatto che però lui parlasse sempre e solo di “rottamare” e di “cambiamento” non mi
ha mai convinto perché una rottamazione può essere utile se ciò che si rottama
effettivamente non serve più e il cambiamento può servire solo se si sostituisce
qualcosa con qualche altra cosa che sia migliore della precedente.
Ma
il nostro Renzi ancora oggi continua ad utilizzare questi termini ripetendoci
in ogni momento che chi non vuol genericamente rottamare o non vuol cambiare è
un inetto o un incompetente.
E se
qualcuno è contrario a qualche sua idea, non si impegna nell’ascoltare i motivi
per cui un certo cambiamento non è gradito, ma conclude immediatamente che chi
si oppone è suo nemico per giunta poco intelligente visto che si oppone al
cambiamento; quasi che il cambiare fosse indipendente dalla nuova
organizzazione proposta.
Avete
mai sentito un suo discorso alla TV in cui non ci ripete che chi non vuol
cambiare è colpevole dell’arretratezza dell’Italia? Sappiamo tutti che lui non
si domanda mai se è il tipo di cambiamento che propone che non piace, e pensa invece
subito che chi lo rifiuta non è un buon cittadino o magari che il rifiuto sia
architettato dai suoi nemici per ostacolarlo.
Ma
un fatto è certo; lui si sente un essere superiore come mai l’intera Nazione ha
potuto incontrare sulla sua strada e quindi ritiene di avere il diritto di
essere ascoltato e seguito; ed era così sicuro di essere indispensabile alla
Nazione che in occasione del referendum aveva inizialmente minacciato di
dimettersi qualora la maggioranza degli italiani si fosse pronunciata contro il
suo disegno.
Questa
affermazione sulle dimissioni è stata poi completamente cancellata quando si è
accorto che non spaventava nessuno, anzi poteva servire soltanto a far crescere
il numero di contrari alla riforma.
Quello
che non sopporto poi, e che immagino sia comune a molti altri cittadini, è il
suo atteggiamento di super uomo, aiutato da una parlantina superiore a quella
del miglior venditore del mondo e unita a quella sua voglia di mettere in atto
furbate che gli consentano di apparire capace di fare le cose, piuttosto
che farle veramente.
Non
ho mai digerito i “furbetti del cartellino”, come si usa ormai chiamare quelli
che nel settore pubblico in particolare risultano presenti al lavoro, ma invece
stanno a casa o si divertono fuori; ma molto di più odio i “furbetti della
politica” cioè quelli che pensano di fare i furbi con l’intera cittadinanza
utilizzando sotterfugi o “prese per i fondelli”, come le chiamo io, per
convincere di risultati che invece non ci sono.
A
titolo di esempio pensate alla grande pubblicità che in questi giorni si sta
dando alla notizia della “rottamazione” di Equitalia; niente di più falso visto
che è sicurissimo che questa abolizione si tradurrà semplicemente nel
sostituire le scritte sui tanti edifici di Equitalia con una scritta diversa
(probabilmente “Agenzia delle Entrate”); tutti gli innumerevoli uffici
rimarranno esattamente dove sono, tutti gli uscieri, gli impiegati e i
dirigenti rimarranno esattamente al loro posto; le carte intestate con cui ci
manderanno le cartelle cambieranno la testata, ma il contenuto rimarrà lo
stesso; e molto probabilmente ci sarà l’occasione per assumere anche un buon
numero di nuovi dirigenti che dovranno provvedere a gestire il “cambiamento”.
Insomma non cambierà proprio niente e ci saranno un bel po’ di spese da
sostenere: ma il nostro furbo Premier ritiene che le spese siano ben
giustificate dal maggior consenso che spera di ottenere.
Renzi
(furbetto però poco accorto) pensa probabilmente che con questa furbata passerà
alla storia per aver abolito l’Esattoria dello Stato! E se qualcuno, dopo aver
visto solo le diverse scritte sugli edifici, dovesse dire che tanto valeva che
Equitalia rimanesse come era, lui non mancherà di biasimarlo e di considerarlo
un retrogrado non disponibile ai cambiamenti.
Vi
sembra corretto che il canone RAI debba essere pagato obbligatoriamente per il
solo possesso di un apparecchio capace di ricevere la TV? Non è che io non
gradisco i cambiamenti, ma volendo far pagare il canone a chi vedeva la RAI
senza aver pagato, piuttosto che imporre a tutti i cittadini di pagare il
canone per forza, non sarebbe stato meno fastidioso e più giusto imporre alla
RAI di codificare le sue trasmissioni e di fornire una card per la decodifica
soltanto a coloro che pagavano il canone? Ma l’interesse del furbetto era un
altro, e cioè quello di far avere più soldi alla RAI che in cambio avrebbe
potuto aiutare il suo Governo ad essere ascoltato, intervistando lui e i suoi
il più spesso possibile; ed era interessato anche a far sì che tutti i
cittadini ricevessero sempre anche le trasmissioni RAI, così da poter entrare
facilmente e continuamente nelle case di tutti noi.
Questi
sono degli esempi, ma basta sentire le sue affermazioni di ogni giorno per
scoprire che in ciascuna sua parola è nascosta un po’ di furbizia che purtroppo non tutti colgono con sua grande soddisfazione.
Ma
qualcuno potrebbe domandarmi, ma allora chi vuoi che ci governi? La mia
risposta è che la ricerca dovrebbe essere fatta tra chi dimostra chiaramente di
volersi assumere il compito di raddrizzare quello che non funziona, senza
distruggere tutto e rifare tutto da capo, correggendo e non rottamando,
modificando e non cambiando. E poi che si accontenti di occupare una posizione
non dico paritaria con i cittadini, ma che sia disposto a lavorare con umiltà
parlando poco e realizzando molto, che conduca una vita simile a quella di un
normale professionista e che non sia retribuito più di lui, che agisca con
esempi e non con editti, che proponga prima e poi faccia le cose e non che
prima le decida e le pubblicizzi e poi magari non le realizzi.
Volete
un esempio di premier vero? Ve lo dico subito. Ci vorrebbe un qualcuno che si
ponga nel confronto dei cittadini come Papa Francesco si pone nei confronti
dell’umanità; mi scuso subito per essermi permesso di fare un simile confronto
tra due figure che sono lontane anni luce, ma voglio solo dire che qualunque
provvedimento anche sgradito, proposto ai cittadini, da chi fosse il primo a
pagarne le conseguenze, sarebbe accettato senza neanche un battito di ciglia.
Franco
Fellicò
1 commento:
Caro Franco,
non volendo fai di Renzi l'elogio più sperticato, quando, in esito alla ricerca di un premier vero, indichi come esempio papa Francesco.
Come pastore di anime è un grande Papa, come capo della Città del Vaticano anche lui prova a rottamare e innovare, ma incontra tante grosse difficoltà, e, nota bene, è il capo di uno stato teocratico, quindi un dittatore massimo, che può fare e dispare.
Il povero Renzi a mio avviso ha meriti non trascurabili: ha dovuto superare gli ostacoli dell'entourage del suo partito, che infatti cerca ora di vendicarsi, è riuscito a far nascere una maggioranza, quando gli altri erano rimasti bloccati, e così l'Italia. Ha fatto riforme, anche impopolari, che altri hanno sempre auspicato ma si sono guardati dal realizzare. Tutto ciò in condizioni politiche, sociali ed economiche difficili e ostili. Tutto ciò all'estero gli è riconosciuto. Da noi sembra dar fastidio.
Soprattutto quello che voglio dire é che gli Italiani sembrano alla ricerca di un toccasana, mentre ci vorrebbe una maggiore coesione nazionale e la realizzazione di un programma decennale serio che faccia superare le nostre debolezze strutturali. Ma richiede di guardare lontano e gli italiani sono purtroppo impreparati a questa sfida.
In queste condizioni, Renzi, pur con i suoi difetti, é di gran lunga il meglio di cui possiamo disporre.
Forse sarebbe più utile discutere delle principali riforme varate o proposte.
Sul referendum in particolare fatti idee tue nel merito.
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