domenica 5 marzo 2023

E così Salvini è contento

 

Insieme a Polonia Bulgaria e un po’ di Germania, sembra che Salvini sia riuscito a mettere un bastone fra le ruote all’Unione Europea ottenendo per ora un “rimando a data da stabilirsi” del necessario voto del Consiglio Europeo sul regolamento (già approvato dal Parlamento UE) che prevedeva lo stop alle vetture termiche dal 2035.

 

Al solito colui che in Italia e nel Governo tenta di assumere il ruolo di “primo della classe”  si starà beando per essere riuscito nel suo intento e con lui tutti i NO-BEV staranno gongolando di gioia!

 

A mio avviso questo è un passo indietro per l’intera Unione, convalidata anche da chi nel Governo, pur dovendosi occupare di transizione ecologica,  non si è opposto all’azione Salviniana.

 

Io non credo che i produttori di auto abbandoneranno la produzione delle BEV perché nessuno di loro crede che le auto termiche possano continuare ad esistere per sempre e quindi siamo di fronte solo ad una “frenata” che naturalmente ci sarà; ovviamente la transizione ci sarà comunque, ma sarà certamente più lenta.

 

Quello che a me sembra ovvio è che fissare una data oltre la quale l’immatricolazione di vetture termiche sarebbe stata vietata per legge, sarebbe stato certamente un modo per far orientare sia i produttori che gli acquirenti; i primi si sarebbero dati da fare in tempo nel modificare velocemente la loro produzione, mentre i secondi sarebbero stati più spinti ad acquistare un’auto elettrica piuttosto che una termica; e forse anche qualche utente scettico avrebbe deciso di modificare la sua posizione di repulsione; infine anche le colonnine di ricarica sarebbero aumentate di conseguenza, sapendo che il loro futuro era assicurato.

 

Lo stop che è stato provocato servirà forse a tranquillizzare un po’ tutti, ma a anche a rallentare ogni azione; succederà che i produttori invece di intensificare la produzione di BEV, probabilmente se la prenderanno più comodamente e produrranno sia elettriche che ICE (Internal Combustion Engine) visto che potranno contare sulla clientela di entrambe.

 

I costi però si manterranno alti per entrambi i tipi di mezzo perché le fabbriche terranno in vita due linee di produzione; inoltre i costi delle ICE aumenteranno ancora anche perché le regole dell’Euro 7 costringeranno gli ingegneri ad escogitare nuovi complicati sistemi per rispettarle.

 

Nessuno ha pensato poi che fissare una data anche molto vicina avrebbe avuto l’effetto di “impaurire” sia i produttori che gli acquirenti con il benefico risultato che si sarebbero prodotte e vendute certamente più BEV e meno ICE; poi se a ridosso del 2035 la situazione fosse stata ancora difficile, una proroga la si sarebbe potuto sempre decidere.

 

Quindi è chiara sempre di più la posizione di Salvini; lasciar passare la decisione ed aspettare al 2032 per eventualmente prorogare la data non gli era conveniente, visto che fra qualche anno la sua figura potrebbe essere pure scomparsa dalla scena politica; l’unica cosa che poteva fare era di tentare il blocco della decisione da subito.

 

Ho letto che il ministro Adolfo Urso, d’accordo con Salvini, ha parlato di “eccessivo sbilanciamento sul fronte elettrico a scapito di altre ipotesi green, come l’idrogeno o nuovi carburanti”; e anche questa mi sembra un’affermazione priva di senso; decidere che le ICE ad una certa data non possono più essere prodotto non significa che si potrebbero produrre solo BEV; significa accettare qualunque altra vettura che (come le BEV) non genera alcun inquinamento; quindi ben venga anche un’auto che funziona anche ad acqua o ad aria, purché non produca emissioni nocive per ambiente.

 

Sottolineo però che è quasi certo che non possa esistere un tale mezzo se non dotato di motore elettrico; sarà una batteria ad alimentarlo come è per ora o un qualunque altro dispositivo capace di produrre elettricità senza inquinare che servirà a far funzionare uno più motori elettrici; quindi anche l’idrogeno è validissimo e nessuno lo nega, a patto però di non bruciarlo ma di utilizzarlo per generare energia elettrica (celle a combustibile). Una vettura ad idrogeno altro non è comunque se non una vettura elettrica.

 

Io non conosco le motivazioni di Polonia e Bulgaria, né i motivi dei tentennamenti della Germania; ma non credo proprio che ci possano essere motivi utili all’Unione per NON DECIDERE nulla e rimandare la decisione a data da destinarsi.

 

Franco Fellicò

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