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Festa del lavoro, inaugurazione
dell’EXPO 2015, manifestazione anti-expo e devastazione di Milano.
Non c’è male come giornata da
ricordare; ma cosa dobbiamo ricordare di più? La festa del lavoro, l’avvio
dell’expo o la distruzione dei beni pubblici e dei cittadini per mano dei black
bloc?
Io non mi sento di sottovalutare
quest’ultimo evento e anzi ritengo più che doveroso valutarne tutti gli aspetti
e la gravità.
Da semplice cittadino voglio
valutare l’avvenimento da tutti i punti di vista, senza farmi condizionare da
quanti ne hanno parlato e ne parlano ancora.
Voglio cominciare da quando ho
ascoltato con le mie orecchie alla TV che un corteo anti-expo aveva cominciato
il suo percorso nel centro di Milano e che la polizia, che sapeva per certo
della presenza tra i manifestanti di malintenzionati, aveva anche previsto di
deviare il corteo per evitare che si avvicinasse troppo a delle zone.
Dunque la polizia sapeva, ed era
proprio in attesa dell’inizio delle “ostilità”, ma avendo le “mani legate” da
disposizioni precise che mirano a preservare la libertà di manifestare, non
poteva intervenire preventivamente in nessun modo.
Quando però un gruppo di
facinorosi (i black bloc) si è staccata dal corteo e, dopo essersi “camuffato”,
ha cominciato a imbrattare i muri, ad infrangere le vetrine e ad incendiare le
macchine e le banche, solo allora immagino che le forze dell’ordine fossero
ormai legittimate ad intervenire anche con le maniere forti.
Ma quello che non capisco è che
mentre gli operatori televisivi e i giornalisti erano così vicini ai malviventi
da poterli riprendere e mostrarceli in diretta, e i devastatori si potevano
riconoscere benissimo perché sembravano in divisa (casco bianco, guanti e mazze
nelle mani, incappucciati e provvisti di maschere antigas), nessun poliziotto
si è avvicinato ad essi per bloccarne almeno qualcuno; ma la polizia si è solo limitata
a sparare lacrimogeni pur vedendo che a nulla servivano visto che i malviventi
avevano le maschere, per cui i lacrimogeni sono serviti soltanto a rendere
irrespirabile l’aria ai poveri cittadini inermi della zona.
Ho sentito dire che le forze di
polizia hanno agito benissimo e che se non fosse stato per il loro intervento,
i danni sarebbero stati molto maggiori; io ho grande rispetto per polizia e
carabinieri e ritengo che essi rappresentano alcune tra le poche organizzazioni
di questo sventurato Paese che funzionano veramente, ma non riesco a capire
come è stato possibile che NEANCHE UNO di questi vandali fosse stato bloccato e
preso nel momento in cui rompeva una vetrina con un martello o incendiava
un’auto; e questo mentre i cameramen a pochi metri da loro li riprendevano da
vicino.
Poi i vandali hanno deciso di
loro iniziativa di scomparire; forse ritenendo di aver raggiunto completamente
gli obiettivi di distruzione che si erano posti, abbiamo visto che si sono
“svestiti”, hanno abbandonato tutti gli indumenti e le attrezzature che avevano
abbondantemente utilizzato e sono ridiventati degli innocenti manifestanti!
Subito dopo ho visto i mezzi dei
vigili del fuoco che iniziavano a ripulire le strade dall’enorme quantità di
vestiti e oggetti abbandonati e mi sono meravigliato che non si fosse proceduto
invece a esaminare con cure quegli oggetti sul posto in cui erano stati
lasciati, per cercare almeno di rilevare delle impronte digitali e perché no,
anche possibili tracce di DNA allo scopo di poter meglio procedere, almeno in
tempi successivi, all’identificazione dei colpevoli.
Ho poi ho sentito che sono stati
arrestati, almeno finora, 5 individui. Anche questa notizia mi lascia
interdetto perché mi sembra impossibile che su 500 scalmanati (tanti sono stati
valutati) in piena azione e a pochi metri dalla polizia, ne siano stati presi soltanto
l’1%.
Ma andiamo avanti, ammesso anche
che i 5 non riescano a trovare il modo di discolparsi, vediamo cosa dobbiamo aspettarci
ora.
Sento dire che poiché FORSE essi
potrebbero essere anche incolpati di “devastazione”, potrebbero rischiare
anche di ricevere una condanna di 15 anni di reclusione.
Orbene, sempre ammesso che si
riuscisse a condannarli e anche a comminare loro il massimo della pena,
significherebbe che la società, dopo aver pagato gli ingenti danni ricevuti,
dovrebbe mantenere in galera per 15 anni, almeno 5 dei 500 colpevoli. Visto che
è stato valutato che ogni giorno di prigione costa allo Stato 140 euro, questo
significa che questi malviventi ci costeranno altri 3.832.500 euro.
A questo punto non riesco a fare
a meno di pensare al fatto che abbiamo una giustizia assolutamente sbagliata e
mi torna alla mente quanto ho più volte sperato si capisse.
Premetto che riterrei
giustissimo, tanto per cominciare, condannare questi individui ad assistere
impotenti all’incendio di tutti i loro beni in maniera da far vivere loro la stessa
sofferenza che hanno imposto a tanti cittadini innocenti; ritengo invece assolutamente
insufficiente e costoso infliggere loro una pena detentiva.
Mi sembrerebbe invece molto più
appropriato e punitivo condannarli a lavorare fisicamente per tutto il tempo necessario a raggranellare tanto
danaro quanto ne serve per ripagare TUTTI i danni causati.
Questa è una mia vecchia idea che
ho sempre ritenuta utile sia a far meglio capire che “chi rompe paga”, sia per
far capire che per pagare occorre LAVORARE.
Quindi ancora una volta propongo
di condannare questi balordi a farli lavorare duramente fino a quando non avranno ripagato tutti i danni
prodotti, oltre ad una congrua percentuale di maggiorazione per coprire anche
le spese che la società dovrà sostenere per mantenerli in vita nel frattempo.
Franco Fellicò
1 commento:
Sono d'accordo. Poiché siamo una repubblica fondata sul lavoro, il lavoro andrebbe considerato come la principale forma di educazione. Penso anzi che il principio dovrebbe essere applicato non solo al reato di devastazione ma anche a diversi altri reati.
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