domenica 23 febbraio 2014

IL NUOVO MINISTRO DELL’ECONOMIA


E così dopo aver tanto atteso, il ministro dell’economia è finalmente arrivato! Si chiama PIER CARLO PADOAN e come al solito è stato già soprannominato SuperMinistro.

Io speravo ancora che questa fosse la volta buona, ma a giudicare dalle sue prime parole riportate dai giornalisti, direi che ancora una volta per non smentirsi i “capoccioni” preferiscono percorrere la strada opposta a quella più ovvia.

Quello che mi ha infatti subito impressionato è stata una sua frase gettata lì: “Bisogna spostare la tassazione sui CONSUMI e sui PATRIMONI”.

Se così è effettivamente, a nulla è valsa la richiesta di Alfano di scegliere un ministro che non fosse “affezionato alle tasse e alla patrimoniale”!

Ho ascoltato qualche giorno fa le proteste di un imprenditore che affermava quanto fosse anticostituzionale il comportamento del fisco, visto che si basa non, come indicato dalla Costituzione, sulla CAPACITA’ CONTRIBUTIVA DI CIASCUN CITTADINO, ma sulle necessità che di volta in volta lo Stato ritiene di dover soddisfare.

La protesta dell’imprenditore ha richiamato alla mia mente quello che ho spesso affermato e cioè che lo Stato NON PUO’ reperire i suoi introiti basandosi sulle SUE NECESSITA’ (che oltre tutto sono spessissimo inutili), perché in questo modo rischia di far fallire tutta la cittadinanza in nome di quelle COPERTURE che ritiene di dover sempre trovare.

Se in ciascuna nostra famiglia agissimo in quel modo, in caso di ristrettezze economiche potremmo anche decidere di ANDARE A RUBARE pur di mantenere in essere non solo quanto occorre per vivere, ma anche ogni altra esigenza non necessaria; e invece le famiglie oneste, basano giustamente il loro tenore di vita sulle disponibilità economiche a disposizione.

Lo Stato viceversa, utilizza un metodo diverso: fissa le spese necessarie (considerando tali anche quelle inutili) e riversa i costi sulla cittadinanza curando almeno apparentemente di distribuirla in maniera tale da colpire meno le categorie meno abbienti; non importa se alla fine TUTTI risultano tartassati fino all’inverosimile, perché se i soldi SERVONO, qualcuno dovrà comunque versarli!

Ciò provoca naturalmente delle reazioni che vanno dalla chiusura delle aziende, ai suicidi dei titolari e dall’aumento dell’evasione allo spostamento delle poche industrie rimanenti, in altri paesi.

Io penso invece che, così come ogni famiglia onesta fa, la tassazione dovrebbe essere riportata a essere quella ACCETTABLE e come dice la Costituzione, essere funzione della  capacità contributiva di ciascuno; e poi, al modo di come fanno le famiglie oneste, il risultato dei proventi così ottenuti dovrebbe essere distribuito al meglio per far fronte a quei servizi sociali che la cifra disponibile consente di soddisfare.

Insomma occorrerebbe un modo diverso di ragionare, che sarebbe prima di tutto più etico e che non rischierebbe di peggiorare sempre più la vita di noi tutti.

Bisognerebbe utilizzare al meglio ciò che ETICAMENTE si può pretendere dai cittadini, piuttosto che fissare prima le spese e poi cercare le coperture traducendole automaticamente in maggiore pressione fiscale.

Ma analizziamo meglio le prime parole del nuovo ministro:

SPOSTARE LA TASSAZIONE SUI CONSUMI significa comprimere i consumi stessi; spesso si fanno delle tassazioni al solo scopo di disincentivare qualcosa e aumentare la tassazione sui consumi significa aumentare ancora le aliquote IVA e/o le accise sui carburanti ed equivale quindi proprio a disincentivare i consumi. Ed io mi domando, come si può pensare di ottenere una crescita del Paese se prima di tutto si colpisce chi pensa di consumare? Come si può pensare che le imprese potranno riprendersi solo con qualche beneficio fiscale, visto che le loro produzioni sarebbero poi invendibili a causa della riduzione dei consumi?

SPOSTARE LA TASSAZIONE SUI PATRIMONI è anch’essa una scelta certamente poco intelligente; essa infatti disincentiverebbe anche il risparmio e sarebbe ingiusta e per niente etica; non si può infatti non considerare che chi ha un patrimonio (e parlo di chi lo ha accumulato onestamente) lo ha perché si è comportato da FORMICA e ha preferito non scialacquare i SUOI SOLDI, ma ha utilizzato dei sui guadagni ONESTI ciò che l’abbondante tassazione gli ha lasciato, in un modo a lui gradito; tassarlo ancora una volta significa punirlo per aver utilizzato liberamente quel poco che il fisco gli aveva consentito di avere; diverso naturalmente è se lo Stato confiscasse addirittura i beni acquistati con soldi sporchi o con quelli evasi al fisco.

Dunque mi sono bastati pochi minuti per perdere tutta la fiducia in chi sostituendo Saccomanni poteva iniziare il suo lavoro con un metodo diverso che fosse anche in linea con quanto il Governo Renzi ha promesso di fare e cioè di CAMBIARE MUSICA.

Ma allora non sarebbe stato meglio trovare un ministro che fosse meno tecnico e anche meno politico, ma dotato soltanto di maggiore logica?

Spero di sbagliarmi, ma presto potremo giudicare!

Franco Fellicò

1 commento:

Ugo Mocci ha detto...

La qualità di un governo ai suoi inizi si può valutare prevalentemente sulle direzioni da assumere per la soluzione dei vari problemi e sulla competenza dei suoi membri.
Nel nuovo governo le competenze scarseggiano, tranne proprio quelle di Padoan, che ha un curriculum di esperienze importanti, che comprendono anche il FMI e l'OCSE e che ho avuto occasione di ascoltare direttamente anche in un convegno di un mese fa a Roma (i giornalisti riportano le cose in modo spesso errato o approssimativo, meglio informarsi alla fonte).
Il nuovo governo dichiara invece di voler seguire strade nuove e volontà di cambiamento, che sono una buona cosa, ma che richiedono la capacità di superare tutto il fuoco d'interdizione di lobbies e cittadini che sempre si oppongono ai cambiamenti.
Per ora la garanzia e i punti fermi sono Renzi e Padoan. Il discorso è sempre lo stesso: modificare la distribuzione del carico fiscale per aumentare investimenti e lavoro e la distribuzione della ricchezza. Per essere credibili bisogna saper rivoluzionare pubblica amministrazione, servizi e wellfare, cose che non si possono fare senza la partecipazione dei cittadini. Solo così potremo ridurre gli sprechi e la corruzione e aumentare l'efficacia degli interventi, rilanciare formazione e ricerca e diventare un paese attraente economicamente. Poiché tutto questo è molto difficile, è fondamentale la capacità di Renzi di dare un quadro ampio e convincente delle strade da percorrere e stabilire un raccordo continuo coi cittadini sullo stato di avanzamento.
Alternative migliori al momento non ve ne sono. Quelli che si sono avvicendati, tranne il primo Monti hanno preferito galleggiare; Grillo l'abbiamo visto all'opera: è solo un concentrato di rabbia ed ignoranza, così diffuse tra noi. Ormai è con tutta evidenza un caso clinico.