giovedì 13 marzo 2014

Quote rosa e parità di genere


Ecco i due nuovi termini appositamente coniati dai nostri ministri. Anzi dalle nostre MINISTRE!

Chi scrive queste note è un uomo che non si dichiara maschilista, ma che ovviamente ha un minimo di fierezza per essere uomo, così come giustamente ogni donna è orgogliosa del suo essere donna.

Io ritengo che sia gli uomini che le donne, se dotati di un minimo di intelligenza, devono essere capaci di fare un ragionamento oggettivo prima d schierarsi da una parte o dall’altra.

E’ noto che alla nutrita schiera di donne che già sono al Governo, piuttosto che pensare a nuove proposte indirizzate alla soluzione dei numerosi e gravi problemi del Paese, è apparso MOLTO PIU’ IMPORTANTE introdurne uno nuovo e cioè la necessità di promulgare una legge che rendesse OBBLIGATORIA la presenza nella politica di una quantità di donne proporzionale a quelle presenti nel Paese.

La presidente della Camera Boldrini, ha infatti sfacciatamente affermato che le donna del Paese sono il 50% e DUNQUE non consentire che una stessa percentuale di chi le rappresenta sia costituita da donne, NON E’ DEMOCRATICO; lo ha detto dimenticando cha a tutt’oggi però non esiste NESSUN LlMITE che vieti nè il raggiungimento nè il superamento di una percentuale.

La Boldrini ritiente GIUSTA e DEMOCRATICA la richiesta e quindi ammette che se per assurdo non ci fossero abbastanza donne competenti e/o desiderose di entrare in politica, per raggiungere il numero che lei dice corretto pur di rispettare la regola, si potrebbe dover ricorrere anche ad utlizzare delle figure incompetenti; e dice anche per conseguenza che ove mai le donne competenti dovessero essere in numero maggiore, l’eventuale superamento del 50% di presenze femminili dovrebbe essere vietato.

La Boldrini, e tutte coloro che si sono vestite di bianco per affermare quanto fosse necessaria questa regola, non hanno proprio pensato che quello che conta veramente, in un mondo come il nostro dove ormai la parità tra i sessi è già abbondantemente riconosciuta, è la CAPACITA’ e la COMPETENZA, doti che possono essere trovate in diversa misura negli individui sia che fossero uomini che donne.

Io invece penso che se dovesse accadere che i migliori cervelli si ritrovino in un certo numero di donne tale che porti al Governo non il 50 ma l’80% di quel sesso, non per questo bisognerebbe ricorrere a degli uomini meno capaci, soltanto per mantenere il rapporto del 50% tra i sessi.

Un’altra considerazione voglio fare: se si vuol rincorrere questa cosiddetta parità di genere, mi domando come ma la Boldrini non ha anche affermato che una sia pur minima presenza di GAY dovrebbe per giustizia essere resa anch’essa OBBLIGATORIA; ed ancora: come mai non si decide che i rappresentanti del popolo non debbano essere il 50% di età inferiore ai 45 anni e il 50% di età superiore? O anche il 50% più alti di 1,60 e il 50% più bassi? E si potrebbe continuare con esempi simili.

A me pare anche che questa assurda richiesta può essere motivata solo da un desiderio corporativo di acquisire potere e noto anche che senza volerlo la Boldrini e le sue colleghe si sono considerate INFERIORI e invece di dimostrare il contrario, mostrando la loro capacità di pensare, hanno preferito pretendere una parità numerica che ritengono di NON POTER AVERE DIVERSAMENTE.

Infine non posso dirlo con certezza, ma ho l’impressione che quelle stesse donne che hanno portato avanti la richiesta delle quote rosa, si sono dichiarate contrarie alle PREFERENZE, dimostrando nuovamente di voler raggiungere il potere per LEGGE e non facendosi apprezzare per CAPACITA’ dagli elettori.

Io da uomo NON MASCHILSTA ma neanche FEMMINISTA, spero che la bocciatura ricevuta sia stata motivata dalle mie stesse considerazioni, e spero anche che le pretendenti alla parità di genere evitino di ripresentare questa stupida richiesta, dimostrando così di aver capito che NON CON I NUMERI si va al potere, ma piuttosto dimostrando le proprie capacità.

Se si hanno le capacità infatti si è scelti già da tempo indipendentemente dal sesso e la prova è lampante visto quante sono le appartenenti al “gentil sesso” che sono oggi tra i governanti; il mio augurio è che, sempre a patto che ci sia la competenza necessaria, il numero possa anche aumentare e senza alcun limite legato a percentuali, mentre ovviamente non accetterò mai di contribuire a portare al Governo donne o uomini incompetenti sulla base della PARITA’ DI GENERE.


Franco Fellicò

2 commenti:

Lucia ha detto...

Sono perfettamente d'accordo. Ogni volta che sento parlare di parità di genere o di quote rosa vengo presa da una grande stizza e mi sento offesa, perché personalmente non credo di aver bisogno di una legge che mi protegga, ho sempre saputo farmi valere da sola.
E' vero che nel mio lavoro non c'erano scatti di carriera, ma comunque non mi è mai capitato di sentirmi giudicata per il mio sesso e non per le mie idee (forse perché ce le avevo...) Avevo fatto esattamente le tue osservazioni a proposito di una percentuale obbligatoria di gay, ma tu sei andato anche oltre, prendendo in considerazione altri tratti, sempre escludendo l'accertamento della competenza nel lavoro che si è chiamati a svolgere.
Lasciamoci guidare dal semplice buon senso: possibile pensare che un partito, avendo una o più donne eccellenti, non le metta in lista perché preferisce solo uomini? E se invece le eccellenze sono maschili si può mai pretendere che lo stesso partito vi rinunci in nome della parità?
Sarà chi vota a scegliere liberamente, preferendo il partito in base alle ideologie, in base alle persone (maschi o femmine) presentate o in base alla parità: ogni partito ha gli elettori che si merita.
Aggiungo un'ultimo pensiero, che non è mio, l'ho sentito ala Radio o alla TV, e l'abbraccio in pieno: ammesso che sia giusto perseguire la parità, perché pretenderla solo in un piccolissimo ambito (circa 1000 soggetti, destinati a diminuire)?
Bisognerebbe imporre la parità dei docenti, dei bancari, dei muratori, degli avvocati, ecc., e se per caso in qualcuna di queste categorie non ci fosse un numero sufficiente di donne per raggiungere il 50% dobbiamo obbligare qualcuna a scegliere quel lavoro per legge?
Non mi scaglierei contro le Ministre, perché non mi sembra che siano state loro a porre questa questione, ma il resto del Parlamento, e penso anche che non tutti (o tutte) fossero convinte di quel che chiedevano ma che fosse solo un pretesto per affossare la legge. In questo caso sarebbe uno degli sporchi giochi della politica, ma restituirebbe, a mio avviso una immagine sì più ipocrita, ma meno stupida delle donne vestite in bianco; ma allora sono loro a pensare che gli stupidi siamo noi?

Ugo Mocci ha detto...

Quote rosa ? Può servire per incentivare temporaneamente la presenza di genere ridotta in attività umane condizionate da abitudini ed ostacoli economici e socio-culturali. In generale sii dovrebbe quindi agire sia per l'uomo sia per la donna, ma non tanto con lo strumento delle quote, ma rimuovendo norme e ostacoli e abitudini a monte.
Le situazioni che richiedono intervento sono molte. Alcuni esempi. Perché le donne non possono diventare sacerdoti o papesse ? Perché gli insegnanti uomini sono diventati una rarità ? Perché le donne lavoratrici sono in Italia 15 punti percentuali in meno dei paesi europei più progrediti ?
Si tratta di adottare regole più responsabili nella società e nelle famiglie e dare a tutti pari opportunità. Quindi costruire asili nido, dare migliore assistenza, rivedere normative anacronistiche, quali le pensioni di reversibilità, il cumulo familiare, la legislazione familiare per quanto riguarda separazioni e divorzi; invece istituire assegni familiari consistenti, assegni di cittadinanza significativi e generalizzati (ovviamente condizionati a ricchezza e reddito), migliorare le condizioni di lavoro. Basta andare a vedere quello che si fa in paesi a noi vicini.
Quindi lasciamo stare le quote rosa e parliamo d'altro.