Questo articolo vuole
stigmatizzare l’altissimo numero di candidati nelle elezioni amministrative
della piccola Gaeta, ma vuole anche dimostrare come fin da quando viene
richiesto il voto, vengono utilizzati i mezzi della collettività, calpestando
regole e privacy.
Cosa intendo dire? Semplicemente
che assistiamo, fin dalla campagna elettorale, al fatto che chi si candida,
inizia subito a dimostrare come governerà.
Infatti, chi di voi non ha mai
trovato in questi giorni una lettera con al suo interno un biglietto
pubblicitario? Quasi sempre c’è la foto di uno sconosciuto seguito da una serie
di “proponimenti e promesse”, tutti uguali, tutti interessanti, ma che poi si
riveleranno tutti ugualmente mendaci; spesso all’interno della busta sono
presenti anche dei “santini” (ormai così li chiamano) e cioè dei bigliettini
che chi scrive fornisce al malcapitato affinchè li distribuisca a qualche
amico.
Tutto questo dovrebbe servire ad
acquisire uno o più voti nelle elezioni amministrative, ma chi riceve quasi
sempre, butta subito busta e contenuto nel cestino della carta straccia,
accompagnando l’atto con qualche commento che qui, per decenza, evito di
riportare.
Non crediamo più ai politici e
c’è chi ancora qualcuno che dice che sbagliamo; ma come è possibile avere
fiducia in questi individui?
Non si riesce infatti a capire
come mai in una piccola cittadina come Gaeta ci sono ben 28 liste e 8
pretendenti alla carica di Sindaco; non ho avuto il tempo né la voglia di
contare tutti coloro che sono elencati nelle liste, ma poi ho avuto notizie che
sono precisamente 437; sono tanti “vecchi volponi” che da tempo vivono sulle
nostre spalle a cui si aggiungono altri nuovi pretendenti, molti dei quali sono
addirittura ancora liceali o al massimo universitari.
Ci si domanda: ma come mai tanto
interesse? E subito dopo ci diamo la risposta noi stessi; infatti sappiamo bene che tutti costoro altro non
desiderano che porsi in una posizione che non solo consentirà loro di vivere
molto dignitosamente, ma anche di poter disporre dei beni della città ed
utilizzarli a proprio piacimento.
Ci sarà anche qualcuno animato
veramente dal desiderio di occuparsi dei problemi dei cittadini, ma tra la
grande quantità di candidati, non è facile individuarli.
Inoltre se questi riusciranno a
far parte dei vincenti, si troveranno a condividere il lavoro con tanti altri
che invece hanno solo interessi personali, e finiranno prima ad accettare dei
compromessi e poi pian piano saranno anche costretti ad “allinearsi”.
Ma voglio ora finalmente spiegare
il motivo del titolo di questo scritto. Una di quelle buste di cui ho parlato
all’inizio, è arrivata ad una persona che conosco (capo famiglia) e mi ha
colpito il fatto che sia il nome (sono tre nomi) sia l’indirizzo (è un
indirizzo un po’ particolare) erano proprio quelli presenti negli archivi del
Comune; infatti i dati sulla sua carta di identità aveva esattamente la stessa
forma; nell’elenco telefonico, e in qualunque altro luogo accessibile a
chiunque, sia nomi che indirizzo erano sempre diversi.
Questo fatto mi ha fatto capire
quindi che la striscetta autoadesiva, chiaramente preparata da una stampante,
era stata prodotta da un computer che aveva l’accesso all’archivio comunale
delle anagrafiche dei cittadini. (Dunque da un computer del Comune).
Quindi il candidato che si faceva
pubblicità era riuscito ad avere un appoggio da qualcuno che gli aveva
consentito di utilizzare notizie custodite dal Comune che dovrebbero essere
riservate e servire a ben altri usi.
Attraverso una ricerca su
Internet ho potuto accertare che il personaggio è un attuale consigliere del
Comune di Gaeta di cui non faccio il nome, anche se meriterebbe di essere
indicato bene a tutti i cittadini.
Franco Fellicò
1 commento:
Condivido completamente queste osservazioni. Grande confusione e superficialità e scarsa consapevolezza del fatto che i cittadini sono ormai stanchi di chiacchiere.
E' per questo che bisognerebbe regolamentare meglio le forme della campagna elettorale e andare al di là del sistema della delega elettorale, per rafforzare e istituzionalizzare il ruolo di cittadini, che su base prevalentemente volontaria dovrebbero poter "stimolare, monitorare e valutare" l'operato di strutture e delegati lungo tutto il mandato.
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