mercoledì 30 luglio 2025

Vittoria o resa?

 

Parlo naturalmente dell’accordo dell’Europa che la Von Der Leyen ha concluso con Trump; quest’accordo a seconda di come la pensano i vari politici per qualcuno è una vittoria. mentre per qualcun altro è una resa; e naturalmente è una resa per l’opposizione.

 

Io ovviamente ho la mia idea e penso che non si tratti né di vittoria ma neanche di resa. E’ stato un accordo accettabile per l’Europa e accettato da Trump; il miglior accordo possibile con un personaggio come Donald Trump.

 

In effetti le possibilità erano DUE: mettersi d’accordo oppure sferrare una guerra (ovviamente commerciale) che sarebbe stata sicuramente più dannosa per l’Europa che l’accordo del 15%.

 

Io stesso avevo scritto nel passato che ove mai non si forre arrivati ad un accordo accettabile e se Trump avesse insistito nel mantenere i dazi per l’Europa al 30%, l’Europa avrebbe dovuto reagire con dei contro dazi; ma visto che l’accordo si è concluso bisogna rendersi conto che anche se i danni alle nostre esportazioni ci saranno, essi sono certamente minori di quanto sarebbero stati  se si fosse stati costretti ad iniziare una guerra commerciale.

 

Ci sono molte critiche alla Meloni che oltre tutto non c’entra per niente visto che le trattative sono state fatte dall’Europa e l’accordo conclusivo è stato siglato da Ursula Von Der Leyen in nome di tutta l’Unione.

 

Ma l’opposizione che non manca mai di pendersela con Giorgia, continua ad affermare non solo che è stata una resa a Trump, ma ne fanno pure una colpa alla Meloni

 

Quindi premesso che al massimo la critica dovrebbe essere fatta alla Presidente della Commissione Europea, se Schlein, Bonelli, Fratoianni e Conte ritengono che non bisognava firmare quel trattato, immagino che avrebbero preferito iniziare una guerra commerciale con gli USA.

 

Ma lo dicono solo per contrastare il Governo in carica perché non capiscono, o fanno finta di non capire, che con quello che suggeriscono loro non solo i dazi invece del 15% sarebbero rimasti al 30% ma in più i nostri contro dazi sarebbero stati un motivo per far ridurre anche le esportazioni americane verso l’Europa.

 

Quindi i danni ricevuti dall’Europa sarebbero stati sicuramente maggiori di quelli che si avranno con l’accordo.

 

Ma quando si è all’opposizione è facile criticare; si approfitta del fatto che nessuno può valutare quello che avrebbero fatto se il problema lo avessero dovuto affrontare loro.

 

Torniamo però all’accordo; nessuno può affermare che sia una grande vittoria, ma considerando che era la miglior alternativa possibile, bisognerebbe riconoscere che almeno i danni saranno non gravissimi.

 

Ci sono molte speranze intanto che qualche prodotto venga esentato dai dazi completamente, ma quello che l’Europa e anche i vari Paesi che la compongono dovrà fare nei prossimi anni è di fare nuovi accordi con molti altri Paesi del mondo in maniera da ridurre pian piano l’attuale dipendenza dal mercato americano che non è più remunerativo come una volta.

 

E la Meloni lo sta facendo; infatti proprio in questi ultimi giorni, piuttosto che perdere tempo a rispondere alle critiche dell’opposizione, è appena tornata dall’Etiopia dove ha siglato altri accordi commerciali in aggiunta a quelli già fatti prima con altri Paesi. 

Preferite quelli che criticano o quella che agisce?

 

Questo tipo di azione, richiederà anni perchè dia i suoi frutti, ma oltre a far riprendere le esportazioni mancate verso altri mercati, alla distanza sarà anche una giusta punizione a Trump che sarà messo di fronte ad una continua riduzione del commercio con l’Europa; e allora dovrà pentirsi delle sue scelte e potrebbe anche allentare di sua iniziativa la pressione imposta, o in alternativa finire per dover chiudere i rapporti con quelli che ora sta tartassando.

 

"Dicette 'o pappice vicino a' noce: ramm' o tiemp' ca te spertose" (Disse il verme alla noce: dammi tempo che ti perforo) è il vecchio proverbio napoletano che significa che con pazienza e perseveranza, anche le cose più difficili possono essere realizzate. Il verme (L’Europa nel nostro caso), nonostante la dura scorza della noce (Trump nel nostro caso), alla fine riescirà a bucarla per nutrirsi, metafora di come la costanza possa portare al successo. 

 

Franco Fellicò

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