mercoledì 30 luglio 2025

Vittoria o resa?

 

Parlo naturalmente dell’accordo dell’Europa che la Von Der Leyen ha concluso con Trump; quest’accordo a seconda di come la pensano i vari politici per qualcuno è una vittoria. mentre per qualcun altro è una resa; e naturalmente è una resa per l’opposizione.

 

Io ovviamente ho la mia idea e penso che non si tratti né di vittoria ma neanche di resa. E’ stato un accordo accettabile per l’Europa e accettato da Trump; il miglior accordo possibile con un personaggio come Donald Trump.

 

In effetti le possibilità erano DUE: mettersi d’accordo oppure sferrare una guerra (ovviamente commerciale) che sarebbe stata sicuramente più dannosa per l’Europa che l’accordo del 15%.

 

Io stesso avevo scritto nel passato che ove mai non si forre arrivati ad un accordo accettabile e se Trump avesse insistito nel mantenere i dazi per l’Europa al 30%, l’Europa avrebbe dovuto reagire con dei contro dazi; ma visto che l’accordo si è concluso bisogna rendersi conto che anche se i danni alle nostre esportazioni ci saranno, essi sono certamente minori di quanto sarebbero stati  se si fosse stati costretti ad iniziare una guerra commerciale.

 

Ci sono molte critiche alla Meloni che oltre tutto non c’entra per niente visto che le trattative sono state fatte dall’Europa e l’accordo conclusivo è stato siglato da Ursula Von Der Leyen in nome di tutta l’Unione.

 

Ma l’opposizione che non manca mai di pendersela con Giorgia, continua ad affermare non solo che è stata una resa a Trump, ma ne fanno pure una colpa alla Meloni

 

Quindi premesso che al massimo la critica dovrebbe essere fatta alla Presidente della Commissione Europea, se Schlein, Bonelli, Fratoianni e Conte ritengono che non bisognava firmare quel trattato, immagino che avrebbero preferito iniziare una guerra commerciale con gli USA.

 

Ma lo dicono solo per contrastare il Governo in carica perché non capiscono, o fanno finta di non capire, che con quello che suggeriscono loro non solo i dazi invece del 15% sarebbero rimasti al 30% ma in più i nostri contro dazi sarebbero stati un motivo per far ridurre anche le esportazioni americane verso l’Europa.

 

Quindi i danni ricevuti dall’Europa sarebbero stati sicuramente maggiori di quelli che si avranno con l’accordo.

 

Ma quando si è all’opposizione è facile criticare; si approfitta del fatto che nessuno può valutare quello che avrebbero fatto se il problema lo avessero dovuto affrontare loro.

 

Torniamo però all’accordo; nessuno può affermare che sia una grande vittoria, ma considerando che era la miglior alternativa possibile, bisognerebbe riconoscere che almeno i danni saranno non gravissimi.

 

Ci sono molte speranze intanto che qualche prodotto venga esentato dai dazi completamente, ma quello che l’Europa e anche i vari Paesi che la compongono dovrà fare nei prossimi anni è di fare nuovi accordi con molti altri Paesi del mondo in maniera da ridurre pian piano l’attuale dipendenza dal mercato americano che non è più remunerativo come una volta.

 

E la Meloni lo sta facendo; infatti proprio in questi ultimi giorni, piuttosto che perdere tempo a rispondere alle critiche dell’opposizione, è appena tornata dall’Etiopia dove ha siglato altri accordi commerciali in aggiunta a quelli già fatti prima con altri Paesi. 

Preferite quelli che criticano o quella che agisce?

 

Questo tipo di azione, richiederà anni perchè dia i suoi frutti, ma oltre a far riprendere le esportazioni mancate verso altri mercati, alla distanza sarà anche una giusta punizione a Trump che sarà messo di fronte ad una continua riduzione del commercio con l’Europa; e allora dovrà pentirsi delle sue scelte e potrebbe anche allentare di sua iniziativa la pressione imposta, o in alternativa finire per dover chiudere i rapporti con quelli che ora sta tartassando.

 

"Dicette 'o pappice vicino a' noce: ramm' o tiemp' ca te spertose" (Disse il verme alla noce: dammi tempo che ti perforo) è il vecchio proverbio napoletano che significa che con pazienza e perseveranza, anche le cose più difficili possono essere realizzate. Il verme (L’Europa nel nostro caso), nonostante la dura scorza della noce (Trump nel nostro caso), alla fine riescirà a bucarla per nutrirsi, metafora di come la costanza possa portare al successo. 

 

Franco Fellicò

martedì 15 luglio 2025

I dazi al 30% per l'Europa

 

Prima di addentrarci su quello che comporta per chi esporta prodotti che sono gravati da dazi cerchiamo di capire bene quali sono gli obiettivi che i Governi hanno nel fissarli. Qui di seguito provo ad esporre i 3 principali motivi:

 

1. Proteggere la produzione nazionale inducendo i cittadini della Nazione ad acquistare quelli prodotti in Patria piuttosto che quelli importati

2.  Incrementare gli introiti fiscali così da poterli utilizzare per i servizi pubblici

3.   Modificare i flussi commerciali secondo le proprie necessità per motivi politici.

 

Tra questi 3 motivi quello che sembra essere più interessanti per Trump e il 2 (infatti ha più volte detto che con la sua azione intende ricevere TANTI SOLDI), anche se non penso che escluda i vantaggi degli altri due punti.

 

Ma come in tutte le scelte oltre ai vantaggi ci sono anche gli svantaggi e Va ricordato che una volta fissato i dazi di una certa percentuale, l’IMPORTATORE (quindi una o più aziende americane) sarà tenuto a versare al suo Stato una prebenda che è pari alla percentuale del valore doganale dei prodotti importati (prezzo pagato del prodotto + costo del trasporto + assicurazione).

 

Dunque, ora che abbiamo chiaro il meccanismo possiamo fare qualche considerazione sia sull’obiettivo che ha Trump nel fissare per l’Europa un dazio sui prodotti importatiti del 30%, sia anche su chi sono gli attori direttamente colpiti dal provvedimento.

 

Faremo queste considerazioni e terremo presente che nel 2024 l’Europa ha esportato verso gli USA prodotti per un valore di 531,6 miliardi di Euro; ma terremo anche presente che ha importato dagli USA prodotti per un valore di 333,4 miliardi di Euro.

 

Quindi teniamo conto che l’Europa importa dagli USA il 63% in valore di quanto esporta verso di loro.

 

Detto questo passiamo a fare le nostre considerazioni; chi è colpito direttamente dai DAZI sono gli importatori USA i quali sono costretti a versare al loro fisco un PIZZO che vale il 30% del valore doganale importato. Immagino allora che essi siano abbastanza “furiosi” dato che i costi che sono costretti a sostenere aumentano del 30%.

 

Quegli importatori che in effetto sono dei grossisti, rivendono i prodotti nel loro Paese e per coprire i dazi da pagare allo Stato saranno costretti ad elevare i loro prezzi; questo fa si che i dettaglianti saranno più restii ad acquistarli anche perché gli utenti finali potrebbero finire per non volerli più o comunque ridurrebbero i consumi a causa del prezzo più alto.

 

Ma di quanto si ridurranno le importazioni dall’Europa non è prevedibile e gli importatori americani lo determineranno solo in funzione delle richieste che avranno dai dettaglianti che a loro volta dipenderanno dai consumi degli utenti finali colpiti dai necessari aumenti.

 

Tutto quindi avviene nell’ambito USA; ma ci sono anche conseguenze per chi esporta i prodotti e quindi per gli esportatori europei perché dovranno certamente sopportare una diminuzione degli ordini.

 

E tutto quanto detto è FORTEMENTE dipendente dalla percentuale che Trump ha allegramente fissata forse pensando solo a quanto può ricavare il suo fisco ma trascurando tutto lo sconquasso che si verificherà non solo tra gli esportatori europei ma anche tra gli importatori USA.

 

Possiamo certamente affermare che Il 30% è una percentuale molto alta; essa è stata decisa da Donald Trump il quale ha dimenticato di considerare che più il dazio è alto più si ridurrà l’importazione; a titolo di esempio sarebbe chiaro a tutti (eccetto a Trump) che ad esempio un dazio del 300% annullerebbe completamente le importazioni e dunque in quel caso gli USA non incasserebbero un bel niente oltre a distruggere pesantemente gli importatori e i consumatori del Paese.

 

Trump, che va a caccia di soldi, fa i conti pensando solo a quanto incasserà a allora tende ad elevare molto la percentuale; e non capisce che se essa è troppo alta finisce per far ridurre così tanto le importazioni non solo da non produrre il reddito che vorrebbe, ma anche colpendo una gran parte degli importatori del suo Paese oltre che dei suoi cittadini che vengono costretti a dover rinunziare a prodotti esteri di qualità.

 

Ma tutti sappiamo che Trump è un improvvisatore, e sappiamo anche che solo quando avrà toccato con mano l’effetto delle sue decisioni potrebbe ripensarci.

 

A questo punto quindi occorre decidere come comportarsi a fronte dell’attacco che il Presidente degli Stati Uniti deciso di fare all’Europa.

 

Premetto che mi sembra molto saggio tentare fino all’ultimo giorno utile di capovolgere la situazione, cosa non impossibile conoscendo bene la volubilità dell’attaccante; qualora però non si riuscisse a raggiungere un accordo equo e bilaterale ci sono vari modi per reagire e bisognerebbe farlo con forza.

 

Un primo modo potrebbe essere quello di bloccare totalmente le esportazioni; Trump sarebbe così punito perché non incasserebbe neanche un dollaro e in più i cittadini americani potrebbero insorgere e protestare per aver perduto la possibilità di comprare prodotti italiani.

 

Naturalmente questo sarebbe una grossa rinunzia da fare, ma se si avesse il coraggio di resistere almeno per un po', darebbe i suoi frutti. Sarebbe come se L’Europa avesse deciso di applicare delle sanzioni conto gli USA vietando la vendita a loro dei suoi prodotti.

 

Capisco che molti imprenditori non caldeggerebbero una simile decisione, ma quando si è voluto reagire alla Russia con sanzioni sui prodotti energetici (in questo caso si trattava di importazioni), ci si è riusciti trovando altri mercati da cui acquistarli.

 

Ma così come quando a seguito del blocco delle importazioni di prodotti energetici dalla Russia, si trovarono alternative e si stabilirono rapporti con altre Nazioni del mondo, si dovrebbe contemporaneamente cercare di esportare i nostri prodotti verso altre Nazioni; la Cina potrebbe essere una di esse e questo sarebbe anche un ulteriore smacco per Trump; ma poi c’è l’India e altri Paesi asiatici e c’è anche l’Africa.

 

Un altro modo per reagire potrebbe essere quello di utilizzare il metodo CINESE; ricorderete infatti il susseguirsi degli aumenti che Trump fissò verso i prodotti cinesi e quelli che in risposta la Cina fissò verso gli USA. A furia di aumenti bilaterali si arrivò alla fine al 145% degli USA verso la Cina e 125% della Cina verso gli USA.

 

Ma poi cosa accadde? Si fecero delle trattative e le percentuali assurde scomparvero e si giunse ad un accordo ritenuto equo da entrambe le parti.

 

Dunque visto che Donald ha anche minacciato l’Europa dicendo che in caso di contromisure avrebbe aumentato i suoi dazi di un altro 20%, alla sua stessa maniera l’Europa potrebbe dichiarare che ad ogni ulteriore aumento fatto da Trump, l’Europa in maniera automatica ne farà uno per le importazioni dagli USA applicando la stessa percentuale fissata dal Presidente; quindi le sue pretese danneggerebbero alla stessa maniera anche le sue esportazioni.

 

Infine un altro modo di reagire, o anche una ritorsione aggiuntiva, potrebbe essere una decisione da parte dell’Europa di rinunziare completamente all’acquisto di prodotti energetici e di armi dagli USA spostando i suoi acquisti di quei prodotti verso il mercato interno Europeo o verso un qualunque altro fornitore del mondo.

 

Insomma se Trump desidera isolarsi lo faccia pure, ma non può pretendere che i suoi fornitori esteri non solo continuino a commerciare con il suo Paese ma lo facciano alle condizioni da lui fissate.

 

Franco Fellicò

 

 

 

sabato 5 luglio 2025

Il Governo Meloni

 

Con questo documento proverò a commentare alcuni avvenimenti incontrovertibili che andrebbero presi come dei bei risultati ottenuti dal Governo, ma che l’opposizione non manca di criticare.

 

Cercherò di essere il più possibile oggettivo e quindi citerò solo informazioni sicure che nessuno può disconoscere.

 

Voglio però prima premettere che nell’attuale Governo, considerando sia tutti gli esponenti della maggioranza sia quelli delle opposizioni, se dovessi esprimere un giudizio sull’attuale Presidente del Consiglio affermerei senza ombra di dubbio che le capacità politiche di Giorgia e la sua intelligenza e cultura è di gran lunga superiore a qualunque altro politico attuale. Invito i lettori a contraddirmi indicandomi un politico che può considerarsi superiore a lei.

 

Nel giro di un paio di anni la Meloni è diventata un personaggio noto in tutto il mondo perché sempre presente e con cognizioni di causa a tutte gli incontri mondiali.

 

Ma ora andiamo all’elenco dei fatti:

 

1.  Meloni ha di solito un atteggiamento di riservatezza che viene stupidamente criticata dall’opposizione.

 

Ma lei resiste e preferisce FARE piuttosto che DIRE.

 

2. Quando Meloni ha deciso di cercare ad ogni costo di mantenere GIUSTAMENTE i rapporti con gli USA, lo ha fatto senza chiedere il permesso a nessuno ed è riuscita ad acquisire la benevolenza di Trump.

 

Questa sua posizione invece di essere considerata una buona cosa è stata immediatamente criticata dall’opposizione la quale continua ad affermare che “bacia la pantofola del capo della casa bianca”.

 

Secondo l’opposizione quindi Giorgia avrebbe dovuto contrastare apertamente tutte le decisioni di Trump; lo ripetono tutti e nessuno capisce che con un tipo come quel Presidente occorre astuzia e anche finta accondiscendenza, cosa che la Meloni fa ogni giorno.

 

3.  L’Unione europea e precisamente il Commissario europeo per il commercio sta trattando con gli USA per cercare di ottenere che vengano applicati dazi del 10% bidirezionali e tutta l’opposizione accusa Meloni perché secondo loro, si perderanno 30.000 posti di lavoro.

 

Ora io dico, premesso che non è affatto detto che Trump accetterà la proposta Europea, che colpa avrebbe la Meloni di questa scelta visto che non è lei che sta trattando?

 

E poi a che serve dire che proporre il 10% è sbagliato? Come penserebbe l’opposizione di ottenere invece del 10% lo 0%? Pensano forse che esiste la possibilità di ottenere lo 0% semplicemente facendo la voce grossa con Trump?

 

4.  Ultimamente all’Aia TUTTI i 32 Paesi dell’Unione membri della NATO, Italia compresa, hanno approvato l’aumento al 5% del PIL per le spese militari.

 

Giuseppe Conte ha detto, e chissà chi lo ha informato, che l’Italia verserà 45 milioni di euro all’anno agli USA per l’acquisto di armi.

 

Gli altri dell’opposizione invece parlano di follia ed insistono che quei soldi comporteranno una riduzione del welfare; ed è diventata una litania anche quando più di un esponente del Governo ha affermato il contrario.

 

Allora io mi domando, secondo l’opposizione cosa doveva fare Meloni? Unica fra tutti non doveva firmare la decisione e pretendere che pagassero solo gli altri? Oppure doveva decidere di uscire dalla NATO? Tutti hanno criticato la decisione del Governo ma, come sempre, nessuno ha indicato una alternativa.

 

5.  Ad aprile 2025 l’agenzia di rating SAP ha elevato il rating per l’Italia da BBB a BBB+ con outlook stabile e a maggio 2025 l’agenzia di rating Moody’s ha portato il rating da “Stable” a “Positive”.

 

Sarebbe stato logico che l’opposizione si complimentasse con il Governo, ma invece, come sempre, centrosinistra e 5 Stelle hanno sottolineato che il miglioramento del rating è dovuto più a fattori esterni (contesto economico internazionale, sostegni UE, ripresa post-Covid) che a meriti specifici del Governo.

 

6.  Nel luglio 2025 ISTAT ha affermato che gli occupati nel 2025 sono aumentati di circa 2.452.000 rispetto al 2021; infatti nel 2021 gli occupati erano 21.849.000 e nel maggio 2025 sono 24.301.000.

 

Anche in questo caso l’opposizione ha asserito che sarebbe stato più importante un miglioramento delle condizioni lavorative, tornando ad insistere sul salario minimo.

 

Allora io mi domando: dobbiamo pensare che sarebbe stato meglio migliorare la condizioni di lavoro di pochi piuttosto che far lavorare tanti cittadini in più? E se Meloni avesse fatto proprio questo e cioè avesse puntato ad una migliore qualità del lavoro, non pensate che l’opposizione avrebbe detto che invece occorreva far aumentare i lavoratori?

 

7.  Ultimamente l’Unione Europea ha approvato il pagamento della settima rata del PNRR che sarà disponibile entro luglio 2025.

 

Anche in questa occasione l’opposizione ha osservato (diversamente dall’UE) che molte riforme chiave del PNRR sono ancora incomplete o attuate in modo parziale.

 

Poi ci sono le critiche ricorrenti: la critica per l’eliminazione del reddito di cittadinanza, il rifiuto di fissare un salario minimo, la scarsezza dei fondi destinati alla sanità e alla scuola, la subordinazione a Trump, la gestione del fenomeno migratorio, l’uso dei media pubblici per propaganda; ovviamente però le critiche non vengono mai accompagnate da soluzioni alternative.

 

Giuseppe Conte dei 5 Stelle si è permesso di dire che Meloni sta prendendo in giro i cittadini; ma ovviamente si tratta di affermazione senza alcun senso visto che non ci sono motivazioni.

 

Insomma a me pare che i vari esponenti dell’opposizioni e in particolare Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni non fanno altro che sbraitare contro ogni azione governativa; e nessuno di loro suggerisce soluzioni diverse che però tengano conto delle disponibilità economiche del Paese.

 

Forese essi ritengono che tutto quanto ogni giorno esce dalle loro bocche possa spingere i cittadini a votarli alle prossime elezioni; e nessuno ha capito che il loro atteggiamento non fa altro che diminuire ogni giorno la fiducia che ancora molti cittadini hanno per loro.

 

 

Ma c’è una soluzione?

 

Dopo aver dimostrato con un po' di testimanianze il comportamento dell’opposizione vorrei chiedere a chi mi legge, molti dei quali so essere orientati a sinistra, di fare un piccolo sforzo e a provare di dimenticarsi per un po' delle proprie idee politiche e di guardare da lontano e più oggettivamente quello che accade tra i politici italiani.

 

Seguite questi miei tre esempi dopo di che leggete l’analogia che vorrei esporvi.

 

Vi trovate in un luogo di villeggiatura insieme alla vostra famiglia e anche insieme ad un’altra famiglia di amici entrambi con le vostre due auto; voi siete stati “eletti” capo carovana e viaggiate insieme; è uno dei giorni da bollino rosso per il traffico di rientro e dovete decidere che strada prendere per tornare a casa; avete 4 scelte possibili (1, 2, 3, 4).

 

Esempio 1:

Essendo voi il capo carovana decidete di scegliere la strada 3; il vostro amico dissente ma ovviamente si accoda e insieme a voi e vi avviate.

 

Esempio 2:

Stessa situazione, ma in questo caso il vostro amico non solo dissente ma afferma che sarebbe stato meglio prendere la strada 1; ciò nonostante vi segue sulla strada 3.

 

Esempio 3:

Sempre stessa situazione, ma questa volta il vostro amico oltre a dissentire si dissocia da voi, vi lascia da solo sulla strada 3 e si avvia da solo sulla strada 1.

 

Se approfondiamo i tre casi ci accorgiamo che nel primo e anche nel secondo (dove almeno c’era una alternativa suggerita dal vostro amico) quando sarete arrivati a casa non saprete mai se la scelta presa o anche l’alternativa indicata dall’’amico era stata la migliore.

 

Solo nel terzo caso potrete sapere invece chi dei due aveva fatta la scelta migliore perché avrete saputo chi dei due è effettivamente arrivato per prima.

 

Ora spostate la vostra attenzione sui politici italiani e vi accorgerete che essi si comportano come nell’Esempio 1; infatti il Governo (come il capo carovana) fa delle scelte e per ognuna di esse l’opposizione dice che è sbagliata.

 

Se le opposizioni fossero più collaborative potrebbero non solo criticare le scelte del Governo ma anche indicare cosa avrebbero fatto loro; in questo caso avrebbero agito come nell’Esempio 2.

 

Comunque in entrambi i casi nessuno potrà mai sapere quale sarebbe stato il risultato delle scelte se invece quelle del Governo si fossero adottate quelle suggerite dall’opposizione; e questo perché le proposte dell’opposizione non si sono potute giudicare non essendo state mai applicate.

 

Non è possibile invece cercare di emulare l’Esempio 3 perché al Governo c’è sempre uno solo dei due e quindi nessuno potrà mai dire con sicurezza se con le scelte eventualmente suggerite dall’opposizione si sarebbero potuto avere dei risultati migliori.

 

E così siamo giunti al punto cruciale e allora mi sono ricordato che molti anni fa avevo scritto un articolo che risolveva questo problema; l’ho cercato sul mio BLOG ma non l’ho trovato perché forse non l’ho mai pubblicato (almeno sul BLOG).

 

Ve lo riporto allora brevemente qui, sottolineando che si tratta di una idea irrealizzabile per mille motivi, ma che in linea teorica riuscirebbe veramente a risolvere il problema evitando anche le continue diatribe tra le parti a cui assistiamo ogni giorno.

 

L’articolo credo che avesse il titolo: “Le due Italie” E ora ecco quello che avevo immaginato:

 

Visto che ormai le fazioni sono DUE quella del Governo e quella dell’opposizione, sarebbe interessante invece di eleggere un Governo di creare DUE GOVERNI ciascuno dei quali gestito dalle due fazioni.

 

Le elezioni non sarebbero più necessarie ma dovrebbero essere sostituite da una dichiarazione dei cittadini nella quale ciascuno decide da quale dei due Governi vuol essere rappresentato. Si definirebbero così due percentuali di cittadini; poniamo ad esempio il 60% che vuole appartenere al Governo 1 e il 40% al Governo2.

 

Territorialmente l’Italia rimarrebbe una sola, ma ci sarebbero due Governi che gestiscono alla propria maniera tutti i servizi della Nazione e ovviamente (come nell’esempio) il Governo 1 dovrà gestirne il 60% mentre il Governo 2 il restante 40%.

 

Fatto questo, i DUE Governi entrerebbero in servizio e partendo dalla situazione in cui si trova il Paese potrebbero fare le proprie scelte che però sarebbero valide per due parti che ciascuno deve gestire; uno dei due potrebbe ad esempio attivare il salario minimo; l’altro potrebbe decidere una diminuzione o un aumento delle tasse e comunque ognuno dei due Governi gestirebbe la sua parte di Italia alla sua maniera. Ovviamente ciascun Governo farebbe la sua politica fiscale e quindi ognuno raccoglierebbe fondi dai cittadini secondo il proprio modo di vedere. Ma ciascuno naturalmente distribuirebbe anche i fondi che ha a modo suo.

 

La sanità, la scuola e ogni servizio pubblico dovrebbero essere divise in due parti (60 e 40% seguendo l’’esempio) ciascuna delle quali sarebbe gestita da ciascun Governo: ci sarebbe una parte della scuola, della sanità e di ogni servizio gestita dal Governo 1 e la seconda parte di esse gestita dal Governo 2.

 

Le parti di ogni servizio sarebbero finanziate in maniera diversa da ciascuno dei due Governi e ogni cittadino potrebbe solo utilizzare per ogni servizio quella parte gestita dal Governo a cui ha scelto di appartenere.

 

Dopo una durata di ad esempio 5 anni, avendo ciascun cittadino vissuto da vicino il funzionamento del Governo scelto e avendo potuto constatare anche come invece era stata gestita l’altra parte, potrebbe decidere di mantenere l’appartenenza al Governo scelto la prima volta, oppure potrebbe decidere di passare a far parte di quelli dell’altro Governo.

 

In questa maniera ogni cittadino avrebbe il Governo che preferisce e avrebbe anche la possibilità di valutare se quello suo è più efficiente di quell’altro (così come nell’Esempio 3); i due Governi dovrebbero stare molto attenti a come gestiscono la loro parte del Paese perché dovranno essere coscienti che dopo 5 anni chi li sceglierà si baserà sui fatti e non più sulle chiacchiere.

 

LO SO BENISSIMO che tutto questo è irrealizzabile; ma solo così si potrebbe veramente vedere chi delle due fazioni è più efficiente e più giusto. E solo così i cittadini potrebbero giudicare quale Governo è quello che lavora meglio.

 

Per concludere dirò che, poiché quello che ho immaginato è impossibile da attuare, purtroppo occorre che i cittadini si tengano il Governo eletto per 5 anni e poi magari lo cambino per i successivi anni; ma dovranno rassegnarsi a non sapere mai se un altro Governo, diverso da quello in carica, sarebbe stato più capace (a meno di non credere alle chiacchiere di chi è all’opposizione).

 

Franco Fellicò