lunedì 21 aprile 2025

Papa Francesco

 

Questa mattina ho pianto! E certamente insieme a me hanno pianto in molti in tutto il mondo. Papa Francesco è stato per tutti noi un vero PADRE ed è per questo che lo abbiamo amato tutti.

 

Un gesuita divenuto Papa ma rimasto sempre un uomo umile e vicino ai poveri e a tutti quelli più sfortunati.

 

Ho risentito dai media le sue parole a Pantelleria quando piangeva i morti tra i migranti e anche le sue parole quando diceva che il mondo parla di tragedia a fronti di qualche sconvolgimento dell’economia, mentre sembra disinteressarsi completamente delle migliaia di bambini che muoiono di fame o peggio vengono assassinati nelle guerre.

 

Ricordo che non è mai mancata in ogni sua omelia un pensiero per la “martoriata Ucraina” come era abituato ormai a citarla.

 

Ricordo quella che lui chiamava la “Terza Guerra Mondiale a Pezzi” che per lui erano le centinaia di guerre in atto; e ricordo anche le sue continue insistenze sulla richiesta di Pace rivolta ai potenti responsabili.

 

Nessuno di quelli da cui dipendono queste inutili carneficine lo ha mai ascoltato e purtroppo non lo ascolteranno neanche in futuro e questo ci riempie di tristezza.

 

Negli ultimi suoi giorni Papa Francesco non si è risparmiato; ha ricevuto Carlo III e Camilla, poi è voluto andare a Regina Coeli ad incontrare i carcerati; ha ricevuto perfino il Vice Presidente americano Vance e la sua famiglia e per finire si è incontrato con la folla e ha voluto impartire nel giorno di Pasqua la sua ultima “Benedizione Urbi et Orbi”.

 

Si vedeva che era molto debilitato, che faceva fatica anche a proferire qualche parola, e nessuno si aspettava la sua dipartita improvvisa; ma è stato vicino al suo popolo fino all’ultimo momento della sua vita e il passaggio alla quella eterna sarà certamente stata dolce e tranquilla così come meritava.

 

Abbiamo ricevuto tanti insegnamenti d quel Grande Uomo durante tutto il suo pontificato e non potremo dimenticarlo facilmente; ormai ha “raggiunto la casa del padre” come si deve dire quando muore un cristiano, e però rimarrà sicuramente un altro grande uomo, forse Santo, che ci proteggerà dal Cielo.

 

Franco Fellicò

venerdì 18 aprile 2025

La Meloni prima e dopo l’incontro con Trump

 

Ho iniziato a scrivere questo documento due giorni prima dell’incontro programmato per il 17 aprile tra Meloni e Trump; lo pubblicherò però dopo avervi aggiunto i miei commenti a incontro avvenuto.

 

Prego quindi i miei lettori di tener conto di quanto ho detto sapendo che la prima parte del documento descrive la situazione del PRIMA e la seconda quella dl DOPO.

 

 

Prima parte

 

La Schlein ha detto che La Meloni dovrebbe andare da Trump con la “schiena dritta”; e anche che dovrebbe chiedere a Trump come mai ha dato carta bianca a Netanyahu.

 

Due stupide affermazioni: la prima perché assume senza alcun motivo che lei andrebbe a prostrarsi; la seconda: perché l’intento dell’incontro non dovrebbe essere certamente quello di andare a polemizzare, ma piuttosto quello di riuscire ad ottenere qualcosa di utile per l’Europa.

 

Poi ho sentito un’altra affermazione, da altra persona dell’opposizione, che ha detto che Meloni dovrebbe chiedere a Trump del perché non ha sottoscritto la condanna a Putin per la strage di Sumy; e anche in questo caso sembra che secondo alcuni Giorgia debba incontrare Trump con lo scopo di andare ad irritarlo.

 

Altri insistono che Meloni deve fare degli accordi unilaterali, cosa che è chiarissimo non avverrà non foss’altro per i continui contatti, tutti riferiti al suo viaggio americano, che la nostra Presidente del Consiglio ha avuto con la Von der Leyen fino a qualche ora prima della partenza.

 

Insomma ognuno la vede a suo modo, e sono pochi quelli che si affidano alla sensibilità e alle capacità di Giorgia piuttosto che a darle suggerimenti; e vorrei proprio vedere quelli che continuano a criticare e a sparare suggerimenti come se la caverebbero se dovessero essere loro ad incontrare il nuovo Presidente americano.

 

La maggior parte di quelli che insistono con dei suggerimenti hanno sicuramente una intelligenza molto inferiore a quella di Giorgia, e se avessero solo un po' di modestia e di rispetto, dovrebbero solo riporre fiducia in un incontro i cui risultati potrebbero essere importanti per l’Europa.

 

Ci sono molti che ritengono che Trump abbia interesse a instaurare rapporti con i singoli Paesi, mentre invece il Presidente americano ha apertamente dichiarato che intende parlare con l’Europa nella sua interezza e questo dovrebbe cancellare definitivamente quelle credenze.

 

Ovviamente ora che scrivo, e ho voluto iniziare a farlo PRIMA che l’incontro avvenga, tutte le ipotesi sono possibili visto che ogni affermazione già fatta da Trump (compresa quella che ha già anticipato che non accetterebbe la proposta di dazi reciproci ZERO) può cambiare nel giro di ore o anche minuti.

 

Quello di cui bisognerebbe a mio avviso tener conto è che le capacità intellettive della Meloni sono sicuramente superiori a quelle di Trump e quindi questo dovrebbe bastare a far capire che se qualche passo avanti nei difficili rapporti commerciali che sono stati avviati, potrebbe subire qualche utile modifica, dipenderà dalle capacità della nostra Presidente.

L’altra cosa che viene continuamente affermato dalle opposizioni è che Giorgia andrà ad offrire acquisti di Gas e di Armi. Io non escludo che questo possa accadere, ma la validità di una simile offerta andrà confrontata con quello che la nostra Presidente avrà ottenuto in cambio.

 

Osservo comunque che al momento l’Italia e l’’Europa hanno bisogno di acquistare delle armi da qualcuno visto che è abbastanza riconosciuta la necessità di aumentare la nostra difesa; allora, se non ci sono sufficienti fornitori Europei di questi armamenti, non vedo perché non si debba ricorrere agli USA specialmente se si considera che questi acquisti oltre a risolvere una nostra necessità, potrebbero magari servire anche a far riprendere gli scambi commerciali di altri prodotti.

 

Circa il gas, quando l’opposizione dice che quello americano costa di più, lo fa riferendosi a quello che ci vende la Russia. Ora è noto, già da tempo, che se non lo acquistiamo quello della Russia è perché rispettiamo le sanzioni verso una Nazione che ha invaso l’Ucraina. Dunque, se abbiamo bisogno di gas non russo, necessariamente lo paghiamo e lo continueremo a pagare di più.

 

Il problema del gas sarebbe risolvibile comunque incrementando ancora le fonti di energia rinnovabili e magari questo dovrebbe essere un obiettivo da raggiungere che consentirebbe di NON COMPRARE PIU’ gas da nessuno.

 

L’opposizione ha anche continuamente richiesto di sapere cosa andrà a dire a Trump nel suo incontro senza mai ricevere una risposta; io condivido la posizione di Giorgia in questo caso, per due motivi: il primo è che se lo avesse detto avrebbe scatenata una infinità di critiche nelle quali tutti i suoi oppositori avrebbero solo aggiunto odio a quello che già hanno; il secondo motivo è che dichiarare quello che avrebbe detto a Trump sarebbe servito a far preparare quest’ultimo sugli argomenti.

 

La Meloni ha quindi intelligentemente evitato di raccontare quale sarebbe stato il suo discorso anche perché con un interlocutore come Trump, capace di cambiare posizione in qualunque momento, ogni discorso va avviato seduta stante e in funzione del suo umore e delle sue dichiarazioni del momento. La Meloni, forte delle sue capacità ha stabilito quindi di decidere momento per momento come comportarsi col quell’individuo, sicura di saper trovare le giuste risposte a quelle affermazioni che sarebbero state improvvisate dallo stesso.

 

Qui voglio fare una simpatica parentesi per dimostrare quello che potrebbe accadere a Giorgia se andasse dal Presidente americano dopo aver preparato con cura il suo discorso; e per farlo vi ricorderò una vecchia scenetta che potete anche rivedere a questo link:

 

https://www.youtube.com/watch?v=bagR7ryMp3o

 

La scenetta è intitolata IL TIMIDO e si svolge tra Mario Riva e Walter Chiari dove il timido è Walter Chiari; Mario Riva gli spiega come fare per avvicinare una ragazza e a tutte le domande che Walter prevede di ricevere dalla ragazza, Mario gli spiega come rispondere. 

 

E così quando finalmente Walter affronta l’incontro, le parla ed attende la reazione che si aspetta per poterle rispondere; fatto sta che invece la donna alla sua richiesta di accompagnarla gli risponde subito SI ed allora Walter rimane basito e non sa più che pesci prendere.

 

Questo esempio servirà a sottolineare che è inutile prepararsi con Trump perché il suo atteggiamento potrebbe essere completamente diverso da quello che ci si aspetta; e a dimostrazione di quello che sto dicendo apprendo a poche ore prima dell’incontro che la nuova posizione del Presidente americano è quella di chiedere ai suoi interlocutori di ISOLARE LA CINA.

 

Questo desiderio è quindi è nuovo tema che si presenta alla Meloni solo qualche ora prima di incontrarlo e certamente, qualora se ne dovesse parlare,  lei saprà utilizzarlo per ottenere le maggiori facilitazioni possibili da definire con l’Unione europea cercando di sapere quanto potrebbe avvantaggiare quest’ultima se il suo desiderio dovesse venir accettato.

 

La Meloni con la sua intelligenza e da vera psicologa sarà certamente capace di “incensare” opportunamente il suo interlocutore per metterlo a suo agio; e lo farà anche se questa tattica ovviamente sarà criticata dalla posizione stupida dell’opposizione che non capirà che il suo atteggiamento apparentemente “da scendiletto” sarà una scelta voluta che ha il solo scopo di ammorbidire le pretese dell’altro.

 

Ora ritengo di aver finito quanto c’è da dire prima che il viaggio della nostra Premier inizi, continuerò a parlare di quest’argomento dopo che l’incontro sarà stato già fatto.

 

 

Seconda parte

 

E oggi (18 aprile 2025) che è il giorno dopo l’incontro tanto atteso, finalmente posso anche dire che le mie previsioni sono state abbastanza simili a quello che si è verificato.

 

La nostra Presidente del consiglio è stata accolta molto bene da Trump il quale ha più volte parlato bene di lei; i colloqui si sono mantenuti su argomenti molto generali; la Meloni ha però invitato il Presidente americano a venire al più presto in visita di Stato a Roma aggiungendo che avrebbe in quell’occasione organizzato un vertice con gli esponenti dell’Europa per definire insieme gli accordi che lui chiede di fare. E Trump ha accettata l’offerta. E va notato che se questo avverrà sarebbe l’unico caso in cui non è un Leader del mondo ad andare a trattare, ma è Trump che si reca in Europa per trattare con lei.

 

Come si è visto la Premier ha sempre parlato a nome dell’Europa, cosa che veniva spesso messo in dubbio dagli oppositori.

 

Mi è piaciuto molto anche quando ha proposto a Trump di lavorare insieme per fare un Occidente GRANDE, ripetendo quindi il suo motto riferito al suo Paese: “Fare l’America grande” e provando a trasformarlo in “Fare l’Occidente grande” intendendo chiaramente per occidente gli USA e l’Europa.

Nessun accenno, come era prevedibile, la Meloni ha fatto su accordi separati tra USA e Italia. La posizione della nostra Premier sul modo di reagire ai dazi di Trump, e cioè TRATTANDO, è stata chiaramente ripetuta nello studio ovale; e Trump ha affermato subito che è sicuro al 100% che si farà un accorto con vantaggi per entrambi le parti.

 

Trump ha anche detto molto chiaramente che si augura che la nostra Presidente del consiglio possa essere la prima rappresentante dell’Europa nelle trattative.

 

Questo è un bel riconoscimento per Giorgia e per l’Italia che ovviamente quelli dell’opposizione eviteranno di commentare.

 

Pur essendo certo delle reazioni negative dell’opposizione ho provato a sentire i primi loro commenti e mentre Renzi lo ha definito un “zero a zero”, altri hanno come sempre detto che l’incontro non ha ottenuto nulla e che la Premier è solo andata ad offrire di acquistare armi e gas.

 

I politici della nostra opposizione, secondo me, sono rimasti delusi perché forse avrebbero preferito che la Meloni venisse trattata alla maniera di Zelensky; hanno allora preferito affermare che il risultato è stato negativo così come fanno sempre per ogni azione della maggioranza.

 

E’ naturalmente facile criticare specie quando non si è in grado di dimostrare come avrebbero agito loro nella stessa occasione; vi immaginate la Schlein o Conte se fossero stati loro al posto di Giorgia ad incontrare Trump?

 

Franco Fellicò

 

 


sabato 12 aprile 2025

I risultat ottenuti da Trump

 

Salvini è noto per le sue affermazioni astruse e in contrasto con la sua maggioranza, tanto che ha affermato perfino che i dazi di Trump sono una opportunità.

 

Ovviamente un’affermazione più stupida di così non esiste, ed infatti il soggetto è l’UNICO AL MONDO ad aver fatto una simile dichiarazione.

 

Ma, senza assolutamente voler dar ragione a Salvini, anche perché quello che mi appresto a dire è certamente lontano anche dalla sua immaginazione, a pensarci bene, qualche effetto positivo provocato dai dazi, sembra che ci possa anche essere stato.

 

Qui però, prima di andare avanti nelle mie considerazioni, vorrei azzardare una mia previsione, o forse una constatazione, affermando che l’ennesimo errore di Trump potrebbe essere quello della sua sicurezza che presto tra Cina e America ci saranno degli accordi. Vorrei azzardare l’ipotesi che anche questa volta Trump si sbaglia e che il suo attacco alla Cina non sfocerà alla fine in un accordo, ma penso più che Xi Jinping tenderà a dimostrare di essere superiore e non gli darà la soddisfazione che attende; e quanto meno aspetterà che una prima mossa distensiva venga dall’avversario, guardandosi bene dal dargli ragione.

 

Ma tornando agli effetti positivi a cui volevo riferirmi, non penso agli USA che finora hanno solo avuto notevoli danni dall’operato del loro nuovo Presidente, ma invece agli effetti per il resto del mondo, anche se proverò a sottolineare maggiormente quelli per l’Europa o meglio ancora per l’Italia.

 

Da molti anni ormai la globalizzazione è stata un modo per migliorare i commerci che si sono allargati sempre più fino a divenire mondiali. Tuttavia questi commerci tra Nazioni si sono sviluppati in maniera preponderante solo tra particolari Nazioni.

 

Quelli dell’Europa e dell’Italia ad esempio si erano sviluppati moltissimo con gli USA e la tendenza è stata sempre quella di aumentare sempre più questo rapporto commerciale con quel Paese piuttosto che svilupparlo con altre Nazioni.

 

E’ bene ricordare infatti che, anche se ci sono rapporti con tanti altri Paesi, gli Usa sono stati sempre ai primi posti; questo si è dimostrato essere stato un grave errore al momento in cui Trump ha iniziato la sua guerra dei dazi.

 

E’ stato un po' come quando l’Europa, per isolare la Russia dopo l’inizio della sua invasione dell’Ucraina, ha imposto delle sanzioni verso l’invasore; in quel caso l’Europa, e quindi anche l’Italia, ha dovuto improvvisamente smettere di acquistare petrolio e gas da quel Paese in guerra e ha dovuto cercare altre fonti dalle quale ricevere quei prodotti indispensabili. La reazione è stata difficile ma è stata anche rapida e si è riusciti a supplire alle necessità facendo a meno della Russia.

 

Le decisioni di Trump ci hanno messo ancora una volta nella stessa situazione per il motivo opposto; mentre con la Russia dovevamo fare a meno di importare, con gli USA dovremmo fare a meno di esportare; ma la soluzione in entrambi i casi può essere quella di sostituire il prima possibile una buona parte dei rapporti intrattenuti con l’America, accordandoci con altri Paesi, curando anche di farlo con un buon numero di loro in maniera che una qualunque crisi dovesse nascere con uno di essi non sia mai un gran problema.

 

Questo modo di agire ce l’ha insegnato e suggerito Trump ed è un insegnamento utile che gli dobbiamo riconoscere.

 

Non ci deve importare se i rapporti con gli USA torneranno in futuro ad essere quelli di prima. Se i dazi degli USA spariranno del tutto o saranno solo di minima entità, sarà sicuramente utile riprendere a esportare i nostri prodotti verso l’America, ma dopo la lezione che Trump ci ha dato, dovremo essere più attenti a non avere esclusivamente grandi rapporti con un Paese, ma dovremo differenziare molto di più i nostri commerci con tutto il resto del mondo.

 

Vedo con piacere, sempre a causa della lezione ricevuta da Trump, che oltre ad accordi con India e altri Paesi, la Cina è vista con maggiore simpatia di prima dall’Europa; Sanchez della Spagna sta incontrando i leader cinesi per organizzare dei rapporti commerciali; l’Unione Europea sta ripensando ai dazi che aveva imposto sulle auto elettriche cinesi, sostituendoli con un accordo che fissi un “prezzo minimo”.

 

Ovviamente se si accetta che la Cina esporti più facilmente le sue auto in Europa anche l’Europa avrà possibilità di esportare maggiormente i suoi prodotti verso la Cina.

 

E’ anche da considerare che al momento la posizione di Trump nei confronti della Cina è tale per cui quest’ultima è alla ricerca di altri partner diversi dagli USA e fa con piacere l’occhiolino all’Europa proponendosi come un possibile sostituito all’America instaurando rapporti con gli imprenditori europei messi in difficolta da Trump.

 

Penso di aver quindi effettivamente trovato alcuni effetti positivi connessi alle azioni di Trump; essi renderanno più estesi i commerci mondiali anche se si dovesse fare a meno sia della Russia che degli USA; e ritengo anche che questi effetti positivi oltre a rendere più sicuro il commercio tra i popoli che apprezzano la globalizzazione, potrebbe anche nel futuro convincere almeno l’America (con o senza Trump al vertice) a cambiare strategia e a ritornare a far parte del mondo globale che in tanti anni abbiamo costruito per il bene di tutti.

 

Franco Fellicò

 

giovedì 10 aprile 2025

La sospensione dei dazi

 

Cosa dobbiamo pensare? Forse stabilire che Trump è solo un CANE CHE ABBAIA (e poi non morde)? Oppure che Trump è un individuo così intelligente che ha architettato tutto al solo scopo di provocare una richiesta di accordi da tutti i Paesi colpiti con la sua minaccia?

 

O infine dobbiamo pensare che lui volesse veramente creare lo scompiglio mondiale con la sua guerra dei dazi aspettandosi di ottenere dei vantaggi superiori agli svantaggi per il suo Paese?

 

Vi sembra logica la sua nuova decisione di sospendere tutti i dazi per 90 giorni? C’è qualcuno che aveva immaginata questa eventualità?

 

Credo che siano in molti a farsi queste domande e sono abbastanza certo che nessuno si è data una risposta precisa e sicura.

 

Una cosa è certa: Trump è imprevedibile e non per delle scelte che nessuno si attende, ma per completa mancata di certezza di quello che decide.

 

Ogni giorno decida qualcosa che spesso è in completa contraddizione con quanto detto prima; e mi meraviglio finanche che le Borse sembrano seguire i suoi umori e non si sono ancora accorte che ogni sua decisione potrebbe essere modificata in brevissimo tempo.

 

Cerchiamo allora di esaminare con attenzione quello che è stato capace di combinare questo individuo in qualche mese soltanto.

 

Aveva affermato che in poche ore avrebbe fatto finire le guerre in atto; poi ci ha assicurato che ormai il conflitto russo-ucraino stava per essere quanto meno sospeso ed invece NULLA è accaduto e anzi la Russia ha solo intensificato i suoi bombardamenti sull’Ucraina e si è ripresa credo completamente anche i territori che gli Ucraini avevano occupato.

 

La guerra israelo-palestinese, malgrado i suoi contatti con Hamas, non ha subito modifiche di alcun genere, gli ostaggi israeliani sono rimasti in mano ai terroristi e la guerra è ripresa più intensa che mai.

 

La storia dei dazi sembra essersi interrotta magicamente e sembra solo perché: “la gente si era spaventata”; questa è la motivazione data da Trump stesso.

 

Insomma a questo punto a me pare che l’America si è messa nelle mani di un burattino, tronfio, spaccone, finto bullo e inesperto; egli ha tentato di imporsi con il mondo intero facendo la voce grossa per poi passare ad assumere la veste di un’umile pecorella.

 

Ora lui si aspetta di fare accordi con ciascuno dei 70 Paesi che aveva minacciato e finirà per non ottenere gran che e forse anche per cedere qualcosa in più di quello che era in essere prima del suo insediamento.

 

A questo punto devo dare ragione all’Europa che si è mossa lentamente e anche a Giorgia Meloni che probabilmente aveva già capito di che pasta fosse fatto Trump.

 

Credo che presto Trump dimenticherà sia il Canale di Panama che la Groenlandia; la sua popolarità è già in declino e i suoi elettori hanno avuto la lezione che si meritavano.

 

La guerra dei dazi è rimasta con la Cina (anche se Trump ha più di una volta affermato per presto ci saranno degli accordi anche con lei).

 

Il primo dazio lo ha sferrato Trump aggiungendo un 35% al 20% già presente (quindi 54%); la Cina aveva subito risposto con dazi nei confronto dei prodotti importati dagli USA del 36% (notare che si era mantenuta comunque al di sotto di quello ricevuto); poi c’è stata la reazione di Trump che a seguito del rifiuto di cancellare il dazio sui prodotti USA ha elevato quello contro i prodotti cinesi al 104% provocando una ulteriore reazione della Cina che ha aumentato i suoi dal 36% all’84%; infine Trump (quasi come chi vuole assolutamente avere l’ultima parola) ha elevato il dazio del 104% alla nuova aliquota del 125%.

 

Delle percentuali così alte (125% da un lato e 84% dall’altro) significano che il commercio tra i due Paesi viene completamente bloccato e quindi quello che è al momento la situazione tra Cina e USA è la stessa che si avrebbe nel caso di SANZIONI bilaterali.

 

Io non sono certamente un economista ma penso che la peggio, se una simile situazione dovesse permanere, l’avrebbe l’America che non avrebbe più la possibilità di ricevere la componentistica elettronica di produzione cinese che è necessaria come il pane per la realizzazione delle apparecchiature elettroniche di ogni genere e per l’automotive.

 

Dunque, o veramente ci sarà un accordo tra America e Cina, oppure chi pagherà per questo stupido duello (iniziato da Trump) saranno proprio gli americani.

 

L’effetto dello tsunami dei dazi è però stato utile al mondo intero che si è accorta di non poter più dialogare commercialmente con gli USA o quanto meno che quel mercato è a rischio per cui tutti hanno provato a incrementare i rapporti con altre Nazioni.

 

Anche l’Italia mi par di capire che ha effettivamente addolcito i rapporti tesi che aveva con la Cina e credo che presto ci saranno degli accordi atti a consentire maggiormente l’importazione delle auto elettriche e batterie cinesi e in cambio nell’aprire all’esportazione dei nostri prodotti verso di loro.

 

Intanto ora mi aspetto che in questo 90 giorni ci sia una corsa all’acquisto degli importatori americani sia per approfittare della sospensione, sia anche per aumentare il più possibile le riserve di prodotti importati nell’ipotesi, scaduti i 90 giorni, che i dazi dovessero riprendere ad essere operativi.

 

Non ho ancora sentito quello che pensano i nostri imprenditori, ma indubbiamente ritengo che debbano aspettarsi di ricevere tutti quegli ordini che si erano interrotti e anche molti di più.

 

Franco Fellicò

mercoledì 9 aprile 2025

Re Carlo III

 

La visita di Re Carlo III d’Inghilterra inizialmente non mi ha molto colpito; l’ho considerata una visita privata organizzata in occasione del suo ventesimo anniversario di matrimonio; mi ha colpito invece molto l’accoglienza che gli era stata fatta in particolare dal nostro Presidente della Repubblica e da tanti altri politici; poi però ho capito che la sua visita era anche una “Visita di Stato” e allora ho anche giustificato la particolare attenzione che gli si è dimostrata

 

Oggi (9 aprile 2025) mi è capitato di seguire in diretta il suo discorso pronunciato alla Camera dei Deputati e devo dire che le sue parole mi sono molto piaciute.

 

Ha iniziato con un primo ringraziamento alle autorità e ai politici italiani leggendo in italiano e concludendo con la frase: “Spero di non rovinare la lingua di Dante”.

 

Poi ha proseguito nella sua lingua e dopo aver ricordato Garibaldi, Mazzini, Cavour, e Marconi per la loro presenza anche nel suo Paese, ha parlato delle bellezze della nostra Italia che lui adora e ha ricordato l’ultima guerra nella quale sia i britannici che i soldati del Commonwealth, di cui lui è anche Re, che 80 anni fa hanno combattuto in Italia insieme ai nostri partigiani per la liberazione del nostro Paese.

 

Nel suo excursus ha ricordato Anzio, la Sicilia e Ravenna dove andrà a commemorare domani l’80simo anniversario della liberazione.

 

Poi ha molto parlato della cooperazione tra Regno Unito e Italia da tutti i punti di vista (culturale, economico, commerciale e militare) e ha fatto cenno anche all’aereo militare di ultima generazione che sarà costruito in collaborazione con noi italiani.

 

Il suo discorso è stato quasi commovente e si notava la schiettezza con cui pronunziava ogni parola e ogni concetto sottolineando il bel rapporto di amicizia che c’è tra il suo e il nostro Paese; e ha riicordato quanti italiani vivono e lavorano nel suo Paese e anche quanti inglesi vivono e lavorano in Italia.

 

Non ha mai fatto cenno alla crisi in cui Trump ha fatto sprofondare il mondo, ma le sue parole facevano ben intendere quanto sia utile lavorare in armonia facendo capire anche che il suo Paese, pur avendo abbandonato l’Unione Europea, ha ancora tutta l’intenzione di farne parte e di condividere con le altre Nazioni del continente gioie e dolori.

 

Infine ha affrontato un argomento che spero sia un vero monito per i nostri governanti; ha voluto parlare della lotta ai cambiamenti climatici, ricordando a tutti le ultime alluvioni avvenute sia in Italia che nel Somerset e sottolineando l’importanza di adoperarsi tutti insieme per porre freno a questi eventi drammatici che mentre nel passato avvenivano in ogni generazione, oggi invece si manifestano OGNI ANNO.

 

Ha più volte interrotto il suo discorso fatto fondamentalmente in inglese con tratti in cui ha parlato in italiano e si è capito benissimo che voleva con questo dare una dimostrazione tangibile di quanto il suo viaggio fosse stato per lui piacevole e gradito.

 

Ha terminato infine il suo discorso pronunciando queste parole in italiano: “Qualunque siano le sfide e le incertezze che inevitabilmente affrontiamo come Nazione nel nostro Continente ed oltre, ora e in futuro, le dovremo superare insieme e lo faremo insieme, e quando lo avremo fatto potremo dire contenti: E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE”

 

Ho provato a cercare su YouTube se fosse già disponibile il video con quel discorso, ma per ora c’è solo qualche piccola parte del tutto; probabilmente nei prossimi giorni sarà possibile trovare il discorso completo ed invito i miei lettori a trovarlo e a vederlo.

 

Franco Fellicò

L'Europa e i dazi

Noto che la Cina, colpita da un dazio del 54%, ha prontamente risposto imponendo dazi pari al 34% sui prodotti importati dagli Stati Uniti.

 

Trump ha allora richiesto alla Cina di annullare immediatamente tali dazi, minacciando, in caso contrario, di applicare un ulteriore 50% sui prodotti che importano gli USA da loro.

 

La Cina però ha giustamente espresso il suo rifiuto di modificare la decisione presa e il Presidente americano da OGGI (9 aprile 2025) ha portato il dazio, come da lui annunziato, al 104%.

 

In sintesi, Trump sembra voler essere libero di applicare i dazi a suo piacimento, e pretende anche che le Nazioni colpite accettino le sue decisioni senza reagire, non avendo, secondo lui, alcun diritto di rispondere con contro-dazi.

 

È come se affermasse: “Io posso decidere i dazi che voglio, ma quelli che ho colpito non hanno alcun diritto di fare altrettanto”.

 

Per questo motivo, l’Europa, a fronte della minaccia di applicare un dazio del 200% sui nostri vini ha temporaneamente sospeso il proprio dazio sul whisky, dimostrando come, mentre la Cina resiste, l’Europa impaurita cede.

 

È giusto tutto questo? A mio avviso, NO. Ciò nonostante, attendo di conoscere le decisioni definitive, sebbene mi aspetti che l’Europa finirà per accontentarsi di una riduzione dell’aliquota.

 

Tutti possono vedere che mentre il mondo intero ha reagito celermente ai dazi imposti da Trump, l’Europa dopo una lunga e lenta fase di valutazione del fenomeno, sembra abbia finalmente fatto conoscere i suoi primi passi di risposta.

 

Ho appreso poco fa che la decisione dell’Europa è stata finalmente presa e si parla di vari contro-dazi che scatteranno alcuni il 15 aprile, altri il 15 maggio e altri ancora a dicembre prossimo. Questo perché si auspica che, nel frattempo, Trump accetti, se non di cancellare, almeno di ridurre le aliquote previste per l’Europa.

 

Le decisioni del Presidente americano avranno inevitabilmente ripercussioni in Europa e anche in Italia, e già si parla della possibilità di sospendere il Green Deal per mitigare gli effetti negativi dei dazi.

 

Tale ipotesi, tuttavia, mi appare solo come una giustificazione per frenare la transizione ecologica, in particolare quella della mobilità elettrica; un obiettivo che sembra essere condiviso da molto tempo da molti governanti, soprattutto in Italia.

 

A tale proposito è importante ricordare che il pianeta non si ferma e le conseguenze del cambiamento climatico, come le alluvioni e l’aumento della temperatura media, come tutti sanno rimangono evidenti.

 

Chiunque ostacoli il Green Deal dovrà assumersi la responsabilità di tale scelta, consapevole che la storia lo ricorderà come un fautore della fine del nostro pianeta.

 

Intanto non posso non notare che mentre l’Europa ha riconosciuto il rischio di un’invasione russa e ha deciso di armarsi a scopo deterrente, mi appare paradossale che non percepisca la gravità della crisi ambientale in atto. Sembra quasi che stia sottovalutando la guerra che la natura ci ha già dichiarato, disarmandosi completamente di fronte ad un suo assalto già in corso.

 

In Italia, figure come Salvini, che sembra aver convinto anche Meloni, si oppongono da tempo alla transizione ecologica, gettando fumo negli occhi dei lavoratori del settore automobilistico tradizionale. Li ha ormai convinti che sia preferibile rimanere ancorati alle vecchie tecnologie, senza considerare che questa posizione, nel prossimo futuro, quando Salvini non sarà più al potere, li priverà del lavoro per non essersi adeguati in tempo alle nuove tecnologie sostenibili.

 

Tornando invece al problema iniziale a me pare che, come sempre accade quando qualcuno dichiara guerra a un certo numero di Nazioni, si verifica che dette Nazioni finiscono per allearsi perché accomunati dall’attacco di uno stesso aggressore.

 

Credo quindi che poiché Trump ha dichiarato guerra (commerciale almeno per ora) a TUTTO IL MONDO penso che esso debba agire all’unisono nei suoi confronti con alleanze commerciali sempre più strette provocando l’isolamento degli USA voluta dal suo nuovo Presidente.

 

Dunque io vedo di buon grado degli accordi con chiunque altro, che non siano gli USA, e in particolare proprio con la Cina che dovrebbe essere sostituita da tutti a quella che è stata l’America negli anni passati. Il risultato sarebbe proprio il contrario di quello che Trump persegue e forse potrebbe essere ancora in tempo per tentare una riparazione.

 

Altra cosa da fare dagli alleati del mondo, sarebbe di vietare che le aziende non USA decidano di andare a lavorare in America per evitare che le azioni di Trump si traducano in un risultato anche in questo campo.

 

In pratica ogni azione fatta dal resto del mondo affinché le scelte del bullo si traducano solo in danni al suo Paese, dovrebbe essere attuata.

 

Come in molti hanno affermato, Trump non capisce altro che la forza e crede di averla solo lui; bisogna mostrarli invece che: “Chi troppo vuole, nulla stringe”.

 

Franco Fellicò

 

 

 


sabato 5 aprile 2025

I dazi sono arrivati

11 settembre 2001, dicembre 2020 e 2 aprile 2025: tre date che rimandano ad eventi tragici che hanno segnato e segnano la storia recente (l’attentato alle Torri Gemelle, la pandemia di Covid-19 e l’imposizione dei dazi da parte del Presidente Trump).

 

I terroristi jihadisti, un virus letale e un Presidente degli Stati Uniti: tre attentatori accomunati dal tentativo di sovvertire il MONDO.

 

Le borse mondiali hanno reagito negativamente a tutti e tre questi eventi, evidenziando la loro portata dirompente.

 

Anche in questo ultimo caso, il mondo è chiamato a reagire con la stessa determinazione dimostrata dopo l’attentato dell’11 settembre e durante la pandemia.

 

In questo frangente, si tratta di contrastare le azioni di un uomo che gode del sostegno di una parte significativa della popolazione americana, la quale ha creduto nelle sue promesse di grandezza.

 

È importante sottolineare che quest’uomo non agisce da solo: il suo vice, Vance, sembra essere ancora più convinto di lui della necessità di sovvertire l’ordine mondiale a vantaggio degli Stati Uniti.

 

I dazi sono stati applicati a tutti i paesi del mondo, persino a quelli con una popolazione costituita esclusivamente da pinguini (Isole Heard e McDonald), ma sono stati esentati la Russia e la Corea del Nord.

 

Il crollo delle borse a livello globale, inclusi gli Stati Uniti, ha evidenziato l’inadeguatezza di tali misure, ma il Presidente non sembra intenzionato a fare marcia indietro, sostenendo che si tratta di reazioni temporanee che nel medio termine porteranno a un cambiamento positivo.

 

In Europa, e in particolare in Italia, si sta valutando come reagire a questa situazione, ma si tende a escludere l’immediata applicazione di “contro-dazi”, forse per timore delle minacce del Presidente, il quale in passato aveva parlato di possibili dazi fino al 200%.

 

Non c’è comunque alcun dubbio che la risposta dura, o anche il tentativo di trattare, venga fatta dall’Europa non foss’altro perché i dazi sono stati applicati all’Europa e dunque sarebbe illogico che a reagire fossero separatamente i vari Paesi.

 

E da escludere quindi assolutamente l’idea di Salvini che vorrebbe una trattativa tutta italiana; a tale proposito mi piace ricordare che il giurista Sabino Cassese alla domanda su cosa ne pensasse dell’idea di Salvini, ha risposto molto simpaticamente: “C’è sempre qualcuno che pensa che gli asini volino”.

 

Si vorrebbero quindi avviare dei negoziati e, qualora Trump fosse disponibile, si potrebbe solo richiedere una riduzione delle percentuali dei dazi attualmente in vigore. Si procederebbe però in base alle aspettative di Trump, il quale aveva affermato: “Vedrete quante Nazioni verranno ad offrirci chissà che cosa in cambio di una revisione delle aliquote”.

 

Comunque, è altamente probabile che il tentativo di un accordo non peggiorerà la situazione, ma si potrebbe tradurre al massimo in un risultato limitato a fronte di un costo non trascurabile, e però così si avalleranno le scelte di Trump anche se con l’applicazione di una qualche rimodulazione.

 

La reazione di altre Nazioni importanti, come la Cina, è stata invece caratterizzata da un’immediata risposta con l’imposizione di ulteriori dazi sui prodotti americani.

 

Franco Fellicò


sabato 29 marzo 2025

Ancora su autovelox

 

Ritorno ancora una volta a parlare di autovelox e proverò a ripetere ancora una volta una mia proposta; chiedo allora a chi ricorda qualche mio precedente scritto, di perdonarmi.

 

Il motivo che mi ha nuovamente spinto ad affrontare questo argomento è che ho assistito ad una delle tante discussioni fatte in TV; mi riferisco ad “Aria che tira” di due giorni fa (27 marzo 2025) nella quale ho disperatamente aspettato che qualcuno pensasse di proporre la mia idea, ma senza alcun risultato.

 

In questi ultimi tempi, e penso che sia noto a molti, c’è stata una decisione legislativa che stabilisce che TUTTI gli autovelox per essere in regola debbano essere OMOLOGATI per cui, dato che non lo è nessuno (compreso i Tutor sulle autostrade), essi dovrebbero essere disattivati fino  quando non saranno stati omologati.

 

Naturalmente questa regola ha indispettito in particolari i Sindaci delle città che, come è noto, “vivono” con gli introiti di questi strumenti; la richiesta di molti di essi era che invece di richiedere la OMOLOGAZIONE ci si accontentasse di una AUTORIZZAZIONE (che molti dicono anche di avere già).

 

E’ però inutile dire che il discorso si è spostato come sempre sul fatto che i Comuni utilizzano questi strumenti al solo scopo di “fare cassa” tanto è vero che le apparecchiature vengono installate più in posti facile al tranello che in posti dove si richiede una maggiore sicurezza.

 

E come ho detto tutti i partecipanti alla discussione hanno insistito su quest’aspetto senza che NESSUNO pensasse a proporre una soluzione semplicissima che risolverebbe PER SEMPRE questa annosa questione.

 

La soluzione è quella che ho più volte proposto: basterebbe che lo Stato deliberasse che i proventi delle multe generate dagli autovelox da CHIUNQUE INSTALLATI, vengano riscosse dallo Stato il quale al massimo potrebbe riconoscere una piccola parte di essa al solo scopo di ripianare IN PARTE le spese sostenute dai Comuni.

 

Dico IN PARTE perché se un Comune installa un autovelox per VERI MOTIVI DI SICUREZZA dovrebbe ovviamente spendere dei soldi, così come fa per ogni servizio utile, ed avere in cambio una maggiore sicurezza delle sue strade. Non deve accadere invece che i proventi delle multe non solo ripagano i Comuni delle spese sostenute per le installazioni ma in più diventano anche un notevole interessante introito gratuito.

 

Se venisse attuata la mia idea allora certamente TUTTI gli autovelox fatti installare dai Comuni sarebbero effettivamente quelli necessari a rendere  più sicure le strade pericolose: infatti poiché i proventi delle multe non andrebbero al Comune, nessun Sindaco farebbe installare una di quelle apparecchiature per motivi diversi dalla necessità di sicurezza.

 

Non riesco a convincermi che una cosa così semplice non venga pensata da nessuno e l’unica spiegazione potrebbe essere che lo Stato è in combutta con i Sindaci e consente loro di colpire i tanti automobilisti anche se ingiustamente.

 

Franco Fellicò