venerdì 11 giugno 2021

Mobilità elettrica (i problemi)

Sono ormai passati quasi DUE ANNI da quando ho scritto quello che penso delle vetture elettriche e così come ne ho parlato bene nel mio articolo del 1 ottobre 2019, ora voglio elencare tutti i problemi che sono connessi con l’acquisto di un simile mezzo.

Invito comunque chi non avesse letto quello che ho già scritto, prima di proseguire con questo, di leggerlo ora; il link del primo articolo è: 

http://ffellico.blogspot.com/2019/10/lautomobile-ieri-oggi-e-domani.html

Sia ben chiaro che non voglio rinnegare nessuno dei grandi vantaggi che un’auto elettrica offre ai possibili acquirenti, ma accanto a tutti quei vantaggi quando si passa all’atto pratico e si decide di acquistarne una, nascono dei problemi da superare che non voglio evitare di  chiarire.

Premetto che la “novità” dell’auto elettrica risulta essere tale anche e specialmente per i venditori che mal si sono adeguati alla nuova tecnologia; sia ben chiaro che di eccezioni ce ne sono, ma potete essere certi che la maggior parte dei venditori non è all’altezza di parlare di Kw o di WallBox perché si capisce che il più delle volte si tratta di persone spostate da un giorno all’altro alla vendita di questi nuovi mezzi senza averli preparati adeguatamente e basandosi esclusivamente sulle poche conoscenze personali di ciascuno. 

Questo è molto grave perché quando si entra in un concessionario, specie chi ha un po’ di dimestichezza con l’elettricità, di domande ne ha molte e di risposte ne può ricevere ben poche.

Ma a questo problema si aggiungono tutti quelli che sono generati all’apparato burocratico dello Stato che mentre da una parte dichiara di voler incentivare la mobilità elettrica fino al punto da offrire incentivi in danaro non certo esigui, poi sembra fare di tutto per FRENARE questa utile transizione.

Ancora altri problemi derivano dalla scarsa attenzione alla clientela dei fornitori delle attrezzature quasi indispensabili di cui occorre dotarsi.

Ho allora deciso di raccontare ciò che mi è capitato finora nel cercare da mesi di trovare la vettura elettrica adatta alle mie esigenze, cosa che ho fatto non solo tenendo conto delle sue caratteristiche e del suo prezzo, ma anche sapendo che una volta acquistata avrei voluto anche poterla usare. 

Lo racconto perché sono certo che con poche differenze questi problemi sono stati incontrati o saranno incontrati anche da tutti coloro che come me hanno deciso di acquistare questo tipo di auto, oppure che si sono trovati in difficoltà dopo l’acquisto per non averci pensato in tempo.

Un’auto elettrica è molto diversa da una termica quando si dovrà usarla davvero, perché accanto agli indiscussi vantaggi ecologici, di silenziosità, notevole scatto ed economicità sia per i consumi che per la manutenzione, ha anche vari svantaggi legati fondamentalmente al rifornimento di energia.

E’ indubbio che disporre di un’auto elettrica a batteria e pensare di ricaricarla solo utilizzando le colonnine pubbliche è assolutamente un’idea da abbandonare. 

Anche se si ha la fortuna di avere una colonnina non lontana da casa è impensabile che durante il giorno o anche di notte si possa essere sicuri di trovarla libera e vi si possa portare la vettura per collegarvela, e poi si ritorni a casa a piedi per andare a riprenderla, sempre a piedi,  dopo un certo numero di ore.

Chiarisco anche, e forse questo è già abbastanza noto, che il costo dell’energia elettrica prelevata dalle colonnine pubbliche è da DUE ad oltre TRE volte quello dell’energia elettrica prelevabile a casa dal proprio impianto; e questo è il PRIMO dei freni che lo STATO non ha pensato di evitare incentivando così la transizione. A che serve dare degli incentivi nell’acquisto e poi frenarne l’utilizzo senza imporre un limite di costo del kw erogati dalle colonnine?

Le colonnine non possono mancare, ma ovviamente possono e devono essere usate quindi soltanto in un lungo viaggio quando a metà dello stesso, trovandosi su un’autostrada, l’unica soluzione è ricorrervi impiegando il tempo di attesa della ricarica in un qualche modo possibilmente programmato prima.

Quindi la ricarica va fatta assolutamente al 90% delle volte dal proprio impianto di casa; e questo è un grande problema che non tutti si pongono prima ancora di decidere quale vettura acquistare,

Tutte le auto elettriche hanno varie possibilità di ricarica e tutte hanno anche un cavo che termina con una presa Shuko che può essere IN TEORIA infilata in una qualunque delle prese che abbiamo a casa.

Ho detto IN TEORIA perché io non mi azzarderei mai a farlo, visto che l’assorbimento dalla nostra rete sarebbe di svariati Ampere, perchè per la ricarica saranno necessari in quel caso da 1,8 a 2,8 kw. 

Io non mi azzarderei perché i nostri impianti difficilmente sono in grado di fornire gli Ampere necessari pena il riscaldamento fino alla fusione del conduttori e quindi anche a rischio di incendio. Noi in qualche caso colleghiamo all’impianto anche  delle stufe elettriche o il forno, ma lo facciamo solo su determinate prese e non per tante ore quante ne sono necessarie per ricaricare lentamente una vettura. 

Questo problema deve quindi essere superato in qualche modo e se si decidesse di utilizzare quel sistema di ricarica (che comunque richiederebbe varie decine di ore) la cosa da farsi è di far installare un cavo di opportuna sezione che parta direttamente dal contatore e che termini con una presa Shuko da utilizzare appositamente per la ricarica.

Anche se non è un gran problema è comunque qualcosa da fare se si ha una vettura da ricaricare in quella maniera.

Ma quello che è più grave, sempre a parte il tempo alto necessario a ricaricare in quel modo, è che quasi tutti noi abbiamo un impianto elettrico con un contatore che limita i kw prelevabili a solo TRE e dunque se la vettura è in carica e ne impegna ad esempio 2,8, non appena si dovesse accendere un semplice tostapane o magari anche un solo televisore, c’è la possibilità che scatti l’automatico e tutta l’energia viene a mancare. 

Forse di notte si può anche sperare di farcela, ma se il frigorifero assorbe solo un po’ di più di 200 Watt ecco che l’automatico taglia tutto.

Dunque allora bisogna in qualche modo superare anche questo problema e per farlo sono nati i WallBox e cioè dei dispositivi elettrici/elettronici che, collegati con una linea dedicata al contatore, sono in grado di limitare gli Ampere da utilizzare per la ricarica in maniera continua e fino ad un certo massimo.

Per collegare la vettura alla WallBox non si usa più la spina Shuko, ma un particolare connettore maschio chiamato di TIPO 2 che si trova ai due capi di un cavo apposito uno dei quali si connette alla presa di ricarica dell’auto e l’altra alla presa della WallBox. Questo cavo a volte è di corredo della vettura e a volte deve essere acquistato a parte.

Se si vuole essere più tranquilli bisogna allora comprare, insieme alla vettura, anche una WallBox adatta all’impianto di cui si dispone che consenta di regolare l’assorbimento del caricabatteria secondo i propri desideri; le WallBox più comuni monofase che sono disponibili sul mercato sono fino a 3,7 Kw e fino a 7,4 kw (cioè a 220 volt fino a 16 Ampere o fino a 32 Ampere); in un impianto domestico da 3Kw abbiamo a disposizione circa 15 Ampere e con una qualunque di queste WallBox possiamo decidere noi quanti Ampere dedicare alla ricarica; ovviamente durante il giorno dovremo limitare a 5 o 6 Ampere, mentre la notte ci potremo spingere fino a anche un po’ oltre i 10 Ampere.

Dopo lunghe consultazioni dei produttori di varie WallBox posso assicurarvi che esistono WallBox che consentono la regolazione fine dell’erogazione e quindi adatte al nostro scopo; non sempre sono riuscito invece a sapere se certe WallBox ammettono anche una erogazione molto bassa (al limite solo uno o due Ampere) perché nessuno è stato in grado di darmi con precisione questa notizia e nelle caratteristiche delle WallBox è sempre indicato solo il valore massimo di erogazione, ma mai il minimo.

Ho detto che le WallBoz sono dispositivi elettrici/elettronici  perchè molte di esse consentono di essere gestite da uno SmartPhone e anche perché alcune di esse sono dotate di una certa intelligenza e sono in grado di regolare l’erogazione per la ricarica da sole; queste WallBox infatti sono in grado di valutare quanto l’intero impianto sta consumando in ogni istante e di dirottare tutti gli Ampere rimanenti verso la ricarica. 

Questo sistema è interessante perché si riesce così ad utilizzare per la ricarica veramente tutto quanto è rimasto disponibile senza più intervenire nei vari orari per regolare manualmente l’erogazione. Ovviamente queste WallBox vengono vendute a prezzi molto più alti di quelle con regolazione manuale (anche se quel maggior costo non è giustificato visto che si tratta di pochi componenti elettronici in più e un po’ di software).

I costi di una WallBox con regolazione manuale sono di qualche centinaio di euro mente quelle intelligenti superano sempre i 1.000 euro a cui vanno aggiunti i costi di installazione che dipendono anche dal luogo in cui va fatta e dalla distanza del dispositivo dal contatore.

Ormai penso che si sia capito che la WallBox è un dispositivo quasi indispensabile e però dopo tutte queste informazioni, che difficilmente potreste avere da un venditore di auto, potrete decidere quale acquistare tenendo conto dei vantaggi e svantaggi e dei costi da sostenere; 

Ma i problemi non sono finiti; infatti da qualche mese l ‘ARERA, organismo che a mio avviso serve solo a rendere complesso ciò che potrebbe essere semplice, ha deciso di collaborare all’incentivazione per la transizione ecologica e ha avviato una “sperimentazione” con la quale ritiene di facilitare la ricarica delle auto elettriche consentendo a chi ha un contatore elettronico gestibile da remoto (ormai sono quasi tutti così) di usufruire di un aumento gratuito della potenza prelevabile di notte e nei giorni festivi da chi ha un impianto domestico da 3 Kw, quindi in pratica a tutti.

Per partecipare alla sperimentazione (chissà perché viene definita così) occorre, a partire dal 3 maggio 2021, fare una domanda al GSE indicando che WallBox si utilizza (essa per essere idonea deve far parte di un apposito elenco gestito da GSE) e dopo l’accoglimento e a partire dal 1 luglio 2021 e fino al 31/12/2023 si avrebbe un aumento automatico della limite di potenza a 6 Kw di notte e nei giorni festivi.

Ho scritto abbondantemente sull’ARERA nel mio blog e per chi ne ha voglia può leggerlo al link: 

http://ffellico.blogspot.com/2021/05/evviva-larera-ovvero-una-nuova-presa.html.

Qui nasce allora un altro problema che finora non sono riuscito a risolvere perché NESSUNO dei supporti tecnici a cui mi sono rivolto ha deciso di rispondere alle mie domande.

Ho spiegato già che le WallBox intelligenti sono in grado di misurare il consumo istantaneo dell’intero impianto e di conseguenza, sapendo che si tratta ad esempio di un impianto da 3Kw possono ovviamente regolare l’erogazione in maniera da fornire alla ricarica il residuo, considerando quindi prioritario tutto il consumo “tradizionale”. 

Se però ci sono delle ore e/o dei giorni i cui la potenza disponibile cambia e passa a 6 Kw (caso in cui si fa parte di coloro che partecipano alla sperimentazione ARERA) come fanno a saperlo? Si basano sull’orario e sul calendario? Ma se è così vuol dire che queste informazioni devono poter essere fornite in qualche modo e non credo che neanche le WalBox più intelligenti lo abbiano previsto. Con l’elettronica e l’informatica si possono fare tante cose, ma a patto di avere le informazioni e le mie cognizioni tecniche non sono in grado di assicurarvi che l’informazione del cambio di potenza possa giungere in qualche modo alla WallBox consentendole di variare il suo comportamento di conseguenza.

Vi devo lasciare quindi almeno con questo interrogativo, non senza aver osservato che se si voleva veramente incentivare la mobilità elettrica, la prima cosa da fare sarebbe dovuta essere un aumento del limite di potenza non limitato alla notte ma per sempre, e gratuito a tutte le utenze domestiche visto anche che quello di 3Kw è ormai antiquato; e doveva essere evitato ovviamente di richiedere che le WallBox facessero parte di un elenco particolare.

Doveva essere un aumento del limite fatto d’ufficio per tutti; non ci sarebbe stata alcuna perdita da parte dei fornitori di energia perché nessuno avrebbe consumato molto di più solo perché aveva più potenza disponibile, senza contare che se anche fosse avvenuto, tutti avrebbero regolarmente pagato il maggior consumo.

Se fosse stata presa questa semplice decisione, tutti coloro che stavano per acquistare un’auto elettrica avrebbero avuto un grosso problema in meno potendo anche accontentarsi di una WallBox non automatica pur disponendo sempre di almeno 3 nuovi Kw da destinare alla ricarica dell’auto. 

E chissà che anche un’altra parte di cittadini, spinti da questa opportunità, non avesse cominciato anch’essa a passare ad una vettura elettrica!

Ma, come ho detto già nell’articolo sull’ARERA, nel nostro Paese ogni esigenza è buona per inventare nuove regole utili solo a complicare la vita al prossimo.

Chiudo questo articolo ritornando ai venditori che oltre a dare spiegazioni agli acquirenti sui pregi delle vetture elettriche che propongono, dovrebbero essere in grado di suggerire come poterle ricaricare al meglio e come superare tutti i problemi connessi con l’uso del mezzo che si intende acquistare.

Ci sono molti marchi che hanno fatto degli accordi con un qualche produttore di WallBox offrendola anche a prezzi concorrenziali insieme all’acquisto dell’auto; in questo caso è come se si acquistasse uno dei tanti accessori opzionali disponibili e ovviamente sarebbe ovvio che chi vende anche questi accessori insieme all’auto, sappia illustrare nel dettaglio le varie loro caratteristiche e possibilità; di solito invece le cognizioni sono scarse e chi vende si dichiara incapace di rispondere a domande su quegli aggeggi, visto che loro si interessano solo di vetture!


STAVO PROPRIO PER CHIUDERE MA… 

Ieri sono riuscito ad avere una risposta da un importante produttore di WallBox che mi ha confermato i miei dubbi. Al momento posso dirvi quindi che è assolutamente INUTILE chiedere di far parte della famigerata sperimentazione proposta da ARERA! 

Come io dubitavo infatti, le WallBox (e ritengo proprio che sia un fatto generale) NON SONO IN GRADO di utilizzare i 6 Kw notturni in quanto il limite superiore da non superare non può variare nel tempo. Quindi questo significa che anche se si dispone di maggiore potenza, ma solo di notte e nei giorni festivi, le WallBox intelligenti in sede di installazione dovranno essere impostate al limite minimo da non superare che è ovviamente TRE Kw e dunque anche durante la notte non erogherebbero più di quei Kw pur avendo disponibile maggiore potenza.

Ovviamente questo è lo stato attuale delle cose e non escludo che i produttori troveranno il modo di adeguare i loro prodotti ai ghiribizzi degli esperti di ARERA, ma indubbiamente se anche una soluzione sarà trovata è ancora da di là da venire, oltre al fatto che chi ha già una WallBox rimarrà bloccato alla vecchia situazione.

Capite quindi come lo Stato con le sue stupide organizzazioni FRENA la transizione ecologica? 

Capite che in questo modo chi ha acquistato una vettura elettrica può considerarsi truffato dallo Stato e chi non l’ha ancora comprata ci penserà bene dopo che avrà letto quello che è accaduto e avrà immaginato anche tutto quanto altro potrà accadere. 

Al minimo questi intoppi creati dalla nostra stupida burocrazia, spingeranno tutti ad aspettare qualche anno ancora, con ovviamente danni all’ecologia e ai produttori di autoveicoli!

Franco Fellicò

 

1 commento:

Ugo ha detto...

Franco complimenti, sei un ottimo giornalista. Proponilo in giro
Grazie per le preziose informazioni, però non ci hai detto che auto comprerai

Ciao

ugo