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Ed
eccoci all’epilogo, ovvero all’inizio della fine di due partiti completamente
diversi che hanno dimostrato chiaramente quali sono i loro INTERESSI.
Si
tratta di due veri partiti, non di un partito e di un movimento, infatti la
prima cosa da notare è che M5S ha agito da VERO PARTITO; il suo leader ha
preso, alla stessa maniera di Zingaretti, la decisione abbastanza da solo; infatti la piattaforma
Rouseau è stata completamente dimenticata e nessuno degli iscritti ha potuto dire la sua.
E’
da notare anche che Zingaretti “ha dovuto cedere"; credeva di poter entrare nel
Governo a testa alta imponendo le sue condizioni, ma poi ha dovuto cedere
perfino su quello che sembrava il nodo più grande e cioè il nome del nuovo
Presidente del Consiglio; ovviamente questo cedimento non fa altro che
rinforzare l’idea che l’interesse a sostituire Salvini era veramente forte.
Si è
verificata così senza alcun intervento degli elettori uno “scambio” di potere “Salvini
con Zingaretti” ovvero "Lega conPD", quindi tutto come prima; solo che dal giallo-verde si è
passati al giallo-rosso. Le discussioni e gli “appiccichi” sono continuati fin
dai primi incontri, alla stessa maniera o peggio di come avvenivano tra Salvini
e Di Maio, e continueranno così fino alla prossima crisi che uno dei due
provocherà!
Si
può notare ancora che quell’atteggiamento altezzoso che il PD ha sempre
mostrato, si è affievolito fino a giungere alla sottomissione ad un movimento
che sta per diventare partito; ma non si può sapere se tutto l’elettorato PD
che era stato abituato a considerarsi superiore ad ogni altro, abbia accettato
questa sottomissione e che invece non sia rimasto nel suo atteggiamento
precedente per cui non ha visto di buon grado questa decisione; la
possibilità quindi di un ulteriore sgretolamento dell’elettorato PD, non è
improbabile.
Anche
però l’elettorato M5S potrebbe sentirsi contrariato nel constatare di essere
stato messo da parte, mentre il loro leader ho deciso per loro realizzando
un’alleanza contro natura.
Dunque
c’è una concreta possibilità che entrambi i due partiti, mentre per ora sembrano
aver coronato i loro interessi, hanno pregiudicato la loro futura
sopravvivenza.
Se
poi parliamo di serietà e anche di dignità, non credo che si possa parlare di
serietà e di dignità né dell’uno né dell’altro.
Ed
intanto tutti gli elettori che fino a poche ore fa erano in trepidante attesa
delle trattative e delle decisioni di due soli individui appartenenti alla casta, oggi
hanno finalmente avuta la risposta ed altro non possono fare che prenderne
atto!
Ed
ora cosa manca? I volponi stanno per decidere soltanto se Di Maio sarà ancora
Vice Premier, nel qual caso ci sarà anche un Vice premier Zingaretti, oppure se
non ci sarà nessun vice!
Ovviamente,
se i Vice Premier saranno due, si duplicherà ESATTAMENTE la situazione
precedente dove l’unica differenza sarà un Salvini sostituito da uno
Zingaretti, viceversa avremo solo questa piccola differenza!
In quanto ai
programmi non possiamo sapere come andrà a finire; certamente i programmi di
M5S non sono graditi al PD; questi ultimi potrebbero avere la sfacciataggine di
diventare improvvisamente favorevoli o potrebbero combatterli ancora pur
essendo degli alleati, ma in entrambi i casi saranno pasticci non meno gravi
dei dissensi Salvini-Di Maio a cui eravamo abituati.
Viceversa potrebbe
essere M5S a cambiare le sue idee perché pressata dall’alleato; ci sarà comunque
uno sbando completo che consentirà (vista dai volponi) di non attuare nessuna
delle promesse fatte e quindi di stare al potere liberi di non prendere decisioni
imbarazzanti. Furbi no?
Franco Fellicò
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