Una
volta c’era la monarchia per cui non si sa come mai vi era un RE o una REGINA
che governava; tutti i cittadini erano i sudditi e dovevano rispettare le
regole che quello o quella decideva di
stabilire. Quest’unica persona rimaneva ”in carica” fino alla sua morte
o fino a quando non decideva di lasciare l’incarico, ma in ogni caso
quell’incarico passava ad un qualche suo discendente per cui non c’era mai
bisogno di cambiare governanti, visto che essi si susseguivano senza nessun
intervento della cittadinanza.
Qualche
altra volta governava un dittatore che invece si era impadronito del potere
autonomamente, molto spesso con la forza o con l’astuzia; anche in questo caso
nessuna possibilità avevano i cittadini di intervenire nella scelta di chi
doveva governare, essi rimanevano sudditi anche in quel caso e altro non
potevano fare se non rispettare le regole che gli erano state imposte; e se non
l’avessero fatto il regime li avrebbe costretti a rispettarle utilizzando anche
mezzi violenti.
Ma
alla fine venne la repubblica e con essa la “democrazia” cioè un sistema che
escludeva la possibilità che il potere fosse nelle mani di un solo individuo; i
politici con idee diverse si divisero in partiti e i cittadini andando a votare
ne eleggevano uno che rappresentando la maggioranza andava a governare. Le
leggi (cioè le regole) erano promulgate dopo ampie discussioni in parlamento a
cui partecipavano sia quelli della maggioranza sia quelli non eletti che
rappresentavano l’opposizione.
Quest’ultimo
sistema potrebbe sembrare il sistema più valido sia perché i cittadini potevano
decidere a chi “dare lo scettro”, sia perché non erano più in balia delle
scelte operate da un singolo individuo, sia infine perché le leggi erano approvate
dopo molte discussioni a cui partecipavano in tanti (sia appartenenti alla
maggioranza che all’opposizione); anche se la forza maggiore l’aveva il partito di maggioranza cioè quello
che era risultato più gradito ai cittadini.
Sembra
tutto perfetto, ma in pratica le cose sono un po’ diverse perché viste le
complicate regole fissate per la presa del potere, in pratica per poterlo ottenere
occorre raggiungere delle soglie che difficilmente un singolo partito riesce a raggiungere;
e allora accade che DOPO LE VOTAZIONI due o più partiti si alleano per riuscire
insieme a raggiungere quella soglia.
Questo
fatto fa mettere insieme partiti diversi che ovviamente hanno anche idee
diverse su cosa occorre fare e dunque ciascuno degli “accoppiati” per
accordarsi con l’altro, è costretto a rinunciare a qualche proprio programma e anche
ad accettare di seguire qualche indirizzo (che non condivide) del partito con
cui ci si è alleato.
Ci
si aspetterebbe di assistere ad alleanze tra partiti abbastanza affini, ma
sempre più frequentemente capita che la scelta del compagno per governare sia
fatta basandosi sulla forza che si potrebbe acquisire o peggio ancora sulla
convenienza personale dei vari leaders.
I
cittadini quindi dopo aver votato un partito che magari è anche risultato “primo”,
possono ritrovarsi al governo anche un altro partito che mai avrebbero votato; in
più è anche molto probabile che se la scelta di un partito era stata dettata
dal programma di governo di quel partito, non è detto che quel programma sarà realizzato visto che il proprio partito dovrà dar conto al compagno di
governo che magari non è d’accordo su quell’indirizzo.
Questo
che ho cercato di descrivere è la teoria, ma la pratica non si discosta molto
dalla teoria, anzi si dimostra anche più carica di inconvenienti; basta
osservare quello che è accaduto in queste ultime settimane.
Qualche
tempo fa per formare un governo M5S e Lega si erano alleati; nessuno dei due difatti
aveva raggiunta la soglia per governare da solo; e allora i cittadini che avevano votato Lega perché interessati
al suo programma hanno dovuto accettare un governo Lega-M5S (pur non gradendo
il programma M5S) e i cittadini che avevano votato M5S si sono dovuti tenere al
governo anche la Lega (pur non gradendo il suo programma e le sue idee).
Il
Governo poi, ha dovuto continuamente barcamenarsi cercando di rispettare il più
possibile i DUE PROGRAMMI che in molti casi erano contrastanti o incompatibili;
le divergenze tra i due partiti hanno costituito motivo di continue discussioni
e dissensi finché è accaduto che Salvini “ha staccato la spina” (ora si dice
così) ed è nata una delle tante crisi politiche a cui tutti noi siamo abituati
da anni.
Ma
non è finita qui, perché il PD, che da qualche anno è con la bava alla bocca
perché rimasta all’opposizione, ha pensato di tentare di ritornare al potere
offrendo a Di Maio l’appoggio necessario per consentirgli di non perdere la
poltrona.
Se,
come continuano a ripetere TUTTI, ogni decisione è fatta NELL’INTERESSE DEI
CITTADINI, nessuno sarebbe in grado di capire come mai il PD e in particolare
Zingaretti che fino a poche ore prima non ha mai smesso di criticare ogni
azione del governo in carica continuando a ripetere fino alla noia che doveva
andare a casa, improvvisamente ha cambiato idea tanto da decidere addirittura di
provare ad allearsi con Di Maio per governare INSIEME.
Ma
se invece si guarda il possibile evento come l’unica opportunità che si
presenta al PD per tornare al potere, allora si capisce benissimo che neanche
la vergogna nei confronti di tutti i suoi elettori possa aver frenato questo
disegno.
Ovviamente
se quest’accordo ci sarà, Zingaretti sa bene che dopo essersi installato al
posto di Salvini, dovrà lottare come lui o anche più di lui con Di Maio,
assumendo lo stesso ruolo di alleato di M5S ma con idee diverse (almeno così ha
sempre detto); insomma sa bene che dovrà essere visto da tutti ESATTAMENTE come
colui che ha tanto criticato.
Visto
l’epilogo del governo giallo-verde, Zingaretti aveva proprio ragione quando
diceva che l’alleanza tra Salvini e Di Maio non poteva reggere perché le idee
dei due erano diverse; ciò nonostante non disdegna affatto di andare a sostituire
Salvini, malgrado le sue idee sono fortemente più diverse da quelle di Di Maio.
Cosa
significa questo? Non c’è ombra di dubbio, la sete di potere è così forte che
riesce a far mettere da parte perfino la propria dignità.
Intanto
molti elettori di M5S (moltissime dei quali erano ex elettori PD disgustati
dalla politica di quel partito) si ritroveranno al governo proprio quelli che
avevano rifiutato.
Mi
domando allora, ma a che serve votare? Dov’è la democrazia? Siamo sicuri che
avere così tanti rappresentanti è un bene? Ma non sarebbe meglio far governare
il partito che ha avuto più voti, senza soglie e senza regole tanto complesse?
Stabilito
quindi, data la situazione, che le elezioni sono una presa in giro per i
cittadini perché alla fine i governi si creano con la fusione di partiti che
magari fino al giorno prima erano antagonisti, proviamo a vedere, nell’ipotesi
questa volta per qualche strano motivo M5S e PD non si accorderanno, come
potrebbe andare a finire questa crisi.
Il
PD sarebbe il primo dei partiti a perdere consensi visto che avrebbe dimostrato
chiaramente di essere disponibile ad unirsi con chiunque altro, anche col più
acerrimo nemico (tale era Di Maio fino a qualche giorno fa) pur di andare a governare.
Ci
sarebbe allora M5S con Di Maio che, oltre ad aver dimostrato che si sarebbe
apparentato anche con il PD, non sembra che riscuota più l’interesse che aveva
avuto nelle precedenti elezioni.
Poi
ci sarebbe la Lega con Salvini; quest’ultimo pensa di aver aumentata la sua
popolarità, ma non è detto che sia così perché saranno in molti a non volerlo
sia per la sua politica sfacciatamente anti-migranti e anti-europa sia perché
considerato troppo violento; il suo “cavallo di battaglia” è la flat-tax, ma
ormai nessuno ci crede più visto che ultimamente già parlava di flat-tax solo per i redditi più bassi (che
quindi non sarebbe più una flat-tax).
Resta
la parte destra della politica italiana con Berlusconi che ha sempre riscosso
molte antipatie non foss’altro per la sua posizione economica.
Intanto
guardando alle tattiche dei vari leader ci vuol poco a capire che Berlusconi
tenterà di riagganciare Salvini che potrebbe avere il suo interesse ad
accettare l’accordo. Per questo motivo, anche se Forza Italia tutta non ha mai
smesso di criticare l’operato di Salvini, i toni non sono stati mai forti come
quelli del PD, ed io penso proprio perché quel furbacchione di Berlusconi
voleva essere pronto ad offrirgli appena possibile un nuovo accordo.
Insomma
non c’è un personaggio né un partito di cui ci si possa fidare e quindi ancora
una volta sembrerebbe che nessun motivo esiste per andare a votare visto che si
sbaglia comunque e visto che anche se non si sbaglia, chi governerà sarà quasi
certamente qualcuno diverso da quello che volevamo scegliere..
Intanto
tra un paio di giorni sapremo l’esito dell’operazione del PD e quindi ci
risentiremo a breve per i nuovi commenti che certamente ci saranno da fare.
Franco
Fellicò
2 commenti:
L'analisi è corretta ed è sconfortante la situazione di degrado delle istituzioni e del Paese che ne paga le conseguenze impoverendosi sempre più.
Occorre anche tenere conto della considerazione dell'Italia nel consesso internazionale, dove abbiamo perso completamente la nostra dignità.
Si potrebbe concludere sull'inutilità di andare a votare visto che ogni partito fa poi del nostro voto quello che gli pare. Però il voto è l'unico strumento in mano al cittadino per esprimere la propria volontà, anche se poi viene tradita.
C'è solo da sperare che prima o poi con il voto si riesca ad azzeccare la combinazione giusta come col lotto.Mario Millefiori
Ringrazio MARIO MILLEFIORI per il commento e condivido la sua raccomandazione (votare e sperare di azzeccare una volta la giusta combinazione). Il problema però è che non ci sono gli uomini adatti e noi siamo costretti a dare il voto a quelli che si presentano; ma tra essi è sempre più improbabile che ce ne sia qualcuno onesto!
Vorrei invitarti a leggere un altro mio scritto intitolato GIOCHI DI PAROLE che risale al dicembre 2013; questo è il link: http://ffellico.blogspot.com/2013/12/giochi-di-parole.html.
Vi troverai i motivi per cui purtroppo anche i cittadini hanno le loro colpe!. Il mio indirizzo email è franco@ffellico.com e se vuoi possiamo sentirci privatamente. Grazie ancora per aver commentato. Franco Fellicò
Posta un commento