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Questa
volta, dopo aver ascoltato il discorso programmatico di Giuseppe Conte, vorrei provare ad esternare le mie impressioni anche perchè non posso escludere
siano soltanto mie.
Io
penso che i più si saranno accorti che nel suo discorso Conte ha in
fondo semplicemente elencato un’ampia parte dei problemi del Paese dichiarando
anche ufficialmente che ciascuno di essi sarà affrontato dal suo Governo..
Giustamente quindi si può dire:
·
che nulla di nuovo ci è stato detto
· che ci è stato ricordato soltanto l’elenco dei
problemi irrisolti che sia noi cittadini che i governi precedenti conoscevamo
da tempo
·
l’unica cosa nuova è, come ho già detto, che il
Governo entrante ha voluto sottolineare che ciascuno di essi sarà affrontato
Premesso
che il discorso programmatico del presidente del consiglio è una prassi connessa
ad ogni inizio di un nuovo Governo, a me sembra abbastanza normale che in quel
discorso si parli di problemi da affrontare e non di soluzioni, mi sembra
quindi inutile che politici o normali cittadini, ne critichi il contenuto.
Tutti
i cittadini elettori di M5S e della Lega, ma anche tutti quelli che non sono
loro seguaci, quasi certamente concordano sull’esistenza dei problemi elencati,
ma più che sentirli nuovamente elencare, tutti sono impazienti di vedere quali
saranno le soluzioni che il nuovo Governo adotterà per risolverli e ovviamente
attendono dei risultati; poi, se questi risultati non ci saranno o saranno di
scarso valore, allora potranno effettivamente cominciare a muovere le proprie critiche.
I
politici dell’opposizione (che poi non sono altro che quelli che hanno perso il
potere), non avendo la pazienza di attendere, hanno invece preferito aggredire
subito i nuovi arrivati chiedendo loro all’istante come ritengono affrontare i
numerosi problemi; questo fa capire che li condividono in buona parte
(dimostrando così anche di non essere riusciti a risolverli) e quindi la loro reazione appare solo come un tentativo di dimostrare che è impossibile o quanto meno difficilissimo porvi
rimedio.
Dai
dibattiti che hanno preceduto il voto di fiducia sia al Senato che alla Camera
tutti hanno potuto notare come gli oppositori si sono dimostrati ostili,
rabbiosi e privi di sopportazione; e questo pur non avendo ancora nessuna prova
tangibile di fallimento dei loro antagonisti.
Questo
è il clima in cui lavoreranno i nostri nuovi governanti e c’è da sperare
soltanto che l’astio di chi è stato escluso non giunga fino a ostacolare le
azioni dei nuovi, non perché a loro certe azioni sembrano non utili, ma
soltanto per dimostrare al proprio elettorato l’inefficienza dei nuovi arrivati.
Riporto
qui di seguito due esempi di atteggiamento dell’opposizione che dimostrano la
scorrettezza con cui cercano di colpire:
Primo
esempio:
Quando
si parla di flat tax i signori della sinistra insorgono, e io posso anche
capire che non la gradiscono, ma quello che mi fa rabbia è che per giustificare
il loro atteggiamento contrario, cercano di convincere chi li ascolta che
veramente questo metodo “regala più soldi ai ricchi che ai poveri”; ovviamente
questa affermazione presa alla lettera (come loro vorrebbero e come molti
poveri magari ignoranti credono) effettivamente può sconvolgere e sembrare un
assurdo; ma esaminiamo la cosa con un po’ di attenzione:
Vogliamo
ricordarci che le imposte sono uno scotto da pagare in base a quanto si
guadagna e che l’uso della percentuale (qualunque essa sia) rende equo il
contributo per tutti? Vogliamo spiegare a chi non è molto istruito che una
percentuale anche del 20% vale 200 euro al mese per chi al mese ne guadagna
1.000 e vale 200.000 euro per chi guadagna un milione al mese? Vogliamo ricordare
che quando le tasse aumentano a parità
di percentuale i ricchi avranno un aumento in assoluto di imposte molto
maggiore dei poveri? E allora perché quando le tasse dovessero diminuire non si
vorrebbe che anche le diminuzioni delle imposte siano proporzionali a quanto
ciascun cittadino versava?
Secondo
esempio:
Per
contrastare l’idea del rimpatrio degli immigrati non aventi diritto invece mi è
capitato di ascoltare alla TV le seguenti osservazioni:
Per
rimpatriare 100 immigrati occorre il viaggio di un Airbus 340 che dispone di
300 posti perché ciascuno degli espulsi deve essere accompagnato da due agenti!
E senza poi spiegarlo bene, si concludeva
che sarebbero occorsi oltre 27 anni per concludere il trasferimento.
Si è
poi aggiunto che il costo del trasferimento sarebbe stato di 1.000 euro a
migrante e che il costo complessivo sarebbe stato di 900 milioni di euro.
Non
è stato mai detto a quanti migrati ci si riferiva, ma a giudicare dai dati
indicati sembra che ci si riferisse a 900.000 rimpatri. (infatti 1.000 x
900.000 darebbe appunto 900 milioni) e anche il tempo, immaginando un viaggio
al giorno per ogni 100 rimpatri alla volta, valutato in più di 27 anni, sarebbe
più o meno compatibile con quanto indicato.
Ma
non vi sembra assurdo tutto ciò? Non vi sembra che si parla e si sparano cifre
a piacere pur di dimostrare come irrealizzabile una idea dell’avversario
politico? Vi sembra normale che delle
persone che hanno versato fior di quattrini a degli scafisti delinquenti per
arrivare clandestinamente a bordo di vecchi gommoni stracarichi, debbano essere
fatti tornare in patria gratuitamente e anche in una lussuosa poltrona di un
AirBus 340? E che ciascuno di loro sia anche accompagnato da DUE angeli
custodi?
Ma
non esistono anche le navi e non sarebbe invece corretto portarli a casa a
5.000 alla volta, piuttosto che a 100? E tutte le navi della Marina, della Guardia di Finanza e anche delle ONG che scorazzano
nel mediterraneo per salvarli, non potrebbero essere utilizzate invece per riportare a
casa i clandestini? Ed infine: ma sarebbero veramente circa un milione i
clandestini da riportare indietro?
Insomma,
la guerra tra i politici ci dimostra che qualunque scusa è buona per colpire
gli avversari. Si sparano cifre a piacere e quindi occorre controllate sempre
quello che ci dicono, molto spesso sono cifre inventate; quindi non credete a nessuno.
Ora
peò voglio nuovamente riprendere il discorso sulla FLAT TAX. Io, sono super
convinto che se si vuole rimettere in piedi questo Paese lo si può fare SOLO
incentivando la crescita; ci si può infatti industriare per dividere al
meglio tra i cittadini quel poco che
abbiamo, oppure si può certare di diventare TUTTI più ricchi producendo di più e
meglio.
Per
fortuna ormai non esistono più quelli che volevano utilizzare il primo metodo e
oggi sono tutti d’accordo che dobbiamo crescere per stare meglio tutti. Dunque
ogni azione di chi è al Governo dovrebbe essere orientata a favorire la
crescita. Qualunque metodo che va in quella direzione dovrebbe essere ben visto
e non bisognerebbe avere alcun interesse a far utilizzare un metodo anziché un
altro, perché è il risultato quello che conta.
E’
certo che se si chiedesse ai cittadini meno abbienti di essere i finanziatori
dei più ricchi sarebbe eticamente sbagliato, ma se si decide di ridurre la
pressione fiscale sia ai meno abbienti che ai più ricchi, perché i primi
dovrebbero rifiutare l’offerta? Solo per rabbia e invidia?
Ed
invece ci vogliono convincere che chi guadagna da 0 a 15.000 euro all’anno e
che oggi è assoggettato ad una aliquota IRPEF del 23% dovrebbe insorgere contro
un Governo che gli propone di passare ad una aliquota del 20% o forse del 15% e
rinunziare alla bella offerta; e questo soltanto perché accettando questo
grosso miglioramento dovrebbe consentire che qualcuno che guadagna molto di più
all’anno, abbia un vantaggio maggiore del suo.
Per questo allora voglio invitarvi a fare delle considerazioni insieme; proveremo a valutare
questa azione che qualcuno vorrebbe
dimostrare essere spregiudicata, da vari punti di vista e cercando di vederne i
vantaggi soltanto; poi alla fine faremo però anche l’elenco degli svantaggi.
Vantaggi
dal punto di vista dei cittadini più comuni (meno abbienti e ceto medio);
I
meno abbienti avrebbero un bel vantaggio IMMEDIATO perché ridurrebbero la loro
pressione fiscale di 3 o forse di ben 8 punti. Con quel risparmio riuscirebbero
quantomeno a sopravvivere meglio e forse anche poter avere qualche cosa in
più che prima non potevano permettersi. Quelli del ceto medio probabilmente approfitteranno per rimettere in ordine la propria casa, faranno qualche viaggio in più o cambieranno l'auto e questo significa maggiore benessere per loro ma anche maggiori consumi interni e vivificazione del commercio e dell'artigianato. Tutti i cittadini avrebbero come altro
vantaggio indiretto quello di poter accedere ad un mercato del lavoro più ricco
generato da quello che accadrebbe per i punti seguenti.
Vantaggi
dal punto di vista degli imprenditori nazionali
La
forte riduzione della imposizione fiscale consentirebbe loro di disporre
IMMEDIATAMENTE di una forte disponibilità di liquidità che, essendo
imprenditori, sicuramente saprebbero
come impiegare per far crescere la propria azienda; qualcuno già competitivo
sul mercato interno ed internazionale potrebbe aumentare la produzione
assumendo altri dipendenti, e qualcun altro essendo poco competitivo, potrebbe
affrontare la concorrenza vendendo a più buon mercato i propri
prodotti diventando interessante sia in ambiente nazionale che internazionale. Il
risultato diretto per tutti loro sarebbe comunque di notevole crescita ed indirettamente si avrebbe anche il beneficio di vedere un aumento dell'impiego di mano d’opera. Tutte le aziende italiane non avrebbero più alcun interesse a spostare la propria produzione all'estero visto che non ne avrebbero più alcun vantaggio fiscale.
Vantaggi
dal punto di vista dello Stato
Lo
Stato ha bisogno di gettito per poter gestire la cosa pubblica, per realizzare infrastrutture e per offrire
servizi efficienti, però almeno inizialmente dovrà accontentarsi di un
gettito minore; io non ho i numeri precisi ma è noto che il gettito fiscale proveniente dai grandi
ricchi (le cui aliquote progressive sono MOLTO ALTE) è complessivamente la
parte minore del tutto; il grosso del gettito proviene invece dai meno
abbienti e dal ceto medio che costituiscono la maggior parte della popolazione; questo significa che lo Stato, nel ridurre sia
pure di poco il valore assoluto delle imposte alle fasce più deboli, deve fare un GRANDE sacrificio;
viceversa il gettito a cui deve rinunziare “beneficando” i ricchi, che sono ben
pochi a confronto degli altri; richiede per lo Stato un sacrificio MINORE. Mentre
però i soldi lasciati alla maggior parte dei cittadini sarà per le fasce più
deboli “a fondo perduto” perché essi li utilizzeranno per sopravvivere
meglio, quelli che avrà fatto
risparmiare al ceto medio si trasformeranno in consumi interni (fatto molto
positivo) e quei pochi (e ripeto che sono pochi se raffrontati con quelli
precedenti) fatti risparmiare ai più ricchi, si trasformeranno in crescita ed
occupazione, con vantaggi indiretti per tutti. Sono sempre vantaggi comunque, anche per lo Stato perché guardando solo un pò più lontano si può immaginare che l'aumento dell'occupazione produrrà anche pian piano sempre maggior gettito fino a recuperare tutto quello perduto inizialmente.
Come
si può vedere quindi i vantaggi sono notevoli e sono PER TUTTI, a nessuno infatti verrebbe chiesto di fare sacrifici ulteriori; l’unico svantaggio, se proprio
lo si vuole sottolineare, è che ai ricchi sarebbe data una maggiore possibilità
di crescere; ma per non dare a loro questa possibilità, pensate che sia meglio
rischiare di farli fallire e magari ridurre le imposte alla prima fascia soltanto invece
che di 3 o 8 punti, di magari 10 punti?
Bisogna pensare che anche lo Stato è una impresa e non vi sembra giusto che i soldi che
investe (la riduzione delle imposte è un investimento che lo Stato fa) debbano
essere dirottati più verso quei settori che possono impiegarli meglio che verso quelli che li utilizzerebbero più per goderseli che per investirli a loro
volta?
In definitiva la FLAT TAX è un metodo per ridurre la pressione fiscale, e ce ne possono essere anche altri; qualunque riduzione di imposte è utile ai cittadini, ma se si vuole che l'utilità non si traduca solo in un pò di benessere in più per chi ne ha poco, ma che l'intero Paese CRESCA, allora è molto importante che la riduzione dell'imposizione fiscale sia forte per quelli che hanno la capacità di investire bene quei proventi, perché quegli investimenti sono utili a TUTTI.
In definitiva la FLAT TAX è un metodo per ridurre la pressione fiscale, e ce ne possono essere anche altri; qualunque riduzione di imposte è utile ai cittadini, ma se si vuole che l'utilità non si traduca solo in un pò di benessere in più per chi ne ha poco, ma che l'intero Paese CRESCA, allora è molto importante che la riduzione dell'imposizione fiscale sia forte per quelli che hanno la capacità di investire bene quei proventi, perché quegli investimenti sono utili a TUTTI.
Ci
tengo a chiarire che ho solo voluto analizzare la questione “più soldi
ai ricchi che ai poveri” per contestare questa stupida affermazione; non ho
fatto alcuna analisi, per il momento, sul fatto che la riduzione delle tasse sia
o non una misura sostenibile; questa è un’altra cosa, che se è il caso
analizzerò un’altra volta. Quindi se dovete commentare, attenetevi alla
questione che ho criticata e basta.
Voglio
concludere, ma questa parte vale solo per chi è un credente, con “la parabola degli operai mandati nella
vigna” perché ho notato che mi viene alla mente tutte le volte che sento
quella che ormai ho deciso di chiamare “stupida affermazione”. Ve la riporto
qui di seguito esattamente come è:
«Il
regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a
giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al
giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide
altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella
mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo
verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le
cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui
tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata.
Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il
padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga,
incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del
pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi,
pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per
ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi
ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo
sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno
di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me
per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo
quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei
invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi
ultimi».
1 commento:
Due osservazioni di carattere “tecnico”.
La parabola è istruttiva, ma sembra adombrare due comportamenti entrambi in parte non apprezzabili. Una sorta di invidia di coloro che hanno lavorato di più e una sorta di onnipotenza di chi possiede e pensa di fare delle sue cose quello che vuole. Gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi potrebbe avere una portata più generale anche nella valutazione della flat tax, di cui parlo dopo. Come ascoltatore di esegeti evangelici mi sembra utile riportare quanto ascoltato di recente sul questa parabola: il motivo del comportamento del padrone di casa andrebbe ricercato nell'avere egli considerato che coloro che hanno lavorato di meno perché assoldati più tardi, avrebbero però vissuto una maggiore disperazione di concludere la giornata senza poter nutrire i propri figli. Questa sembra l'interpretazione attuale.
Flat tax e progressività. La progressività delle imposte nei libri di scienza delle finanze non è definita nel senso che chi ha redditi maggiori paga di più. E' definita invece nel senso che chi ha di più paga in proporzione di più. Quindi la flat tax secca e pura non è progressiva. La flat tax modificata diventa progressiva in base alla definizione se si inseriscono quote esenti o più aliquote, ma a questo punto non è più flat tax.
Per flat tax attualmente si intende una riduzione delle imposte per i ricchi e marginalmente anche per i poveri. In effetti la parabola evangelica si inverte: i ricchi saranno i primi perché solo essi possono migliorare la situazione dei poveri. Mi sembra perlomeno un po' semplice. I poveri avrebbero da ridire per vari motivi. Cosa è già accaduto oggi a seguito dei processi di globalizzazione e innovazione ? E' avvenuta la concentrazione più accentuata della ricchezza sia nei paesi con maggiore espansione sia nei paesi come l'Italia. Mentre però nei primi la povertà è diminuita, in Italia la povertà è aumentata. Quindi non si può essere semplicisti, l'effetto della flat tax in Italia accentuerebbe le differenze e la povertà.
Comunque a me sembra che viviamo fuori del mondo. Il famoso debito pubblico, che ci aggrava
si è generato complici partiti e sindacati proprio con iniezioni monetarie che portavano consenso senza che poi lo sviluppo sia pure nel tempo pareggiasse i conti. Se questo è avvenuto è solo colpa nostra. Ora i nuovi arrivati sembrano voler continuare il giochino alla grande, con promesse mirabolanti e dicendo che il debito non è un problema, che possiamo uscire dall'euro e dalla UE.
Aspettiamo per giudicare i primi provvedimenti ? Noi possiamo anche aspettare, ma bisognerebbe convincere chi ci presta i soldi a prestarcene ancora di più e ad essere fiduciosi. Sappiamo già cosa succede, è successo nel 2011. Può succedere di molto peggio. A me sembra che il nuovo governo sia il più pericoloso della nostra storia, e prevedo che non avrà lunga durata, purtroppo non per merito nostro.
Questo non significa che i vecchi governi fossero quanto desiderabile, ma erano certamente migliori. Tutti erano, tuttavia, venditori di illusioni: non hanno proposte per avere un futuro con globalizzazione e innovazione, che possono procedere con fasi alterne anche con dazi e vincoli ma inevitabilmente procederanno.
Ciao a tutti
Ugo Mocci
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