giovedì 7 giugno 2018

Il discorso del presidente del consiglio Giuseppe Conte (e non solo)



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Questa volta, dopo aver ascoltato il discorso programmatico di Giuseppe Conte,  vorrei provare ad esternare le mie impressioni anche perchè non posso escludere siano soltanto mie.

Io penso che i più si saranno accorti che nel suo discorso Conte ha in fondo semplicemente elencato un’ampia parte dei problemi del Paese dichiarando anche ufficialmente che ciascuno di essi sarà affrontato dal suo Governo..

 Giustamente quindi si può dire:

·      che nulla di nuovo ci è stato detto
·   che ci è stato ricordato soltanto l’elenco dei problemi irrisolti che sia noi cittadini che i governi precedenti conoscevamo da tempo
·      l’unica cosa nuova è, come ho già detto, che il Governo entrante ha voluto sottolineare che ciascuno di essi sarà affrontato

Premesso che il discorso programmatico del presidente del consiglio è una prassi connessa ad ogni inizio di un nuovo Governo, a me sembra abbastanza normale che in quel discorso si parli di problemi da affrontare e non di soluzioni, mi sembra quindi inutile che politici o normali cittadini, ne critichi il contenuto.

Tutti i cittadini elettori di M5S e della Lega, ma anche tutti quelli che non sono loro seguaci, quasi certamente concordano sull’esistenza dei problemi elencati, ma più che sentirli nuovamente elencare, tutti sono impazienti di vedere quali saranno le soluzioni che il nuovo Governo adotterà per risolverli e ovviamente attendono dei risultati; poi, se questi risultati non ci saranno o saranno di scarso valore, allora potranno effettivamente cominciare a  muovere le proprie critiche.

I politici dell’opposizione (che poi non sono altro che quelli che hanno perso il potere), non avendo la pazienza di attendere, hanno invece preferito aggredire subito i nuovi arrivati chiedendo loro all’istante come ritengono affrontare i numerosi problemi; questo fa capire che li condividono in buona parte (dimostrando così anche di non essere riusciti a risolverli) e quindi la loro reazione appare solo come un tentativo di dimostrare che è impossibile o quanto meno difficilissimo porvi rimedio.

Dai dibattiti che hanno preceduto il voto di fiducia sia al Senato che alla Camera tutti hanno potuto notare come gli oppositori si sono dimostrati ostili, rabbiosi e privi di sopportazione; e questo pur non avendo ancora nessuna prova tangibile di fallimento dei loro antagonisti.

Questo è il clima in cui lavoreranno i nostri nuovi governanti e c’è da sperare soltanto che l’astio di chi è stato escluso non giunga fino a ostacolare le azioni dei nuovi, non perché a loro certe azioni sembrano non utili, ma soltanto per dimostrare al proprio elettorato l’inefficienza dei nuovi arrivati.

Riporto qui di seguito due esempi di atteggiamento dell’opposizione che dimostrano la scorrettezza con cui cercano di colpire:


Primo esempio:
Quando si parla di flat tax i signori della sinistra insorgono, e io posso anche capire che non la gradiscono, ma quello che mi fa rabbia è che per giustificare il loro atteggiamento contrario, cercano di convincere chi li ascolta che veramente questo metodo “regala più soldi ai ricchi che ai poveri”; ovviamente questa affermazione presa alla lettera (come loro vorrebbero e come molti poveri magari ignoranti credono) effettivamente può sconvolgere e sembrare un assurdo; ma esaminiamo la cosa con un po’ di attenzione:

Vogliamo ricordarci che le imposte sono uno scotto da pagare in base a quanto si guadagna e che l’uso della percentuale (qualunque essa sia) rende equo il contributo per tutti? Vogliamo spiegare a chi non è molto istruito che una percentuale anche del 20% vale 200 euro al mese per chi al mese ne guadagna 1.000 e vale 200.000 euro per chi guadagna un milione al mese? Vogliamo ricordare che quando  le tasse aumentano a parità di percentuale i ricchi avranno un aumento in assoluto di imposte molto maggiore dei poveri? E allora perché quando le tasse dovessero diminuire non si vorrebbe che anche le diminuzioni delle imposte siano proporzionali a quanto ciascun cittadino versava?


Secondo esempio:
Per contrastare l’idea del rimpatrio degli immigrati non aventi diritto invece mi è capitato di ascoltare alla TV le seguenti osservazioni:

Per rimpatriare 100 immigrati occorre il viaggio di un Airbus 340 che dispone di 300 posti perché ciascuno degli espulsi deve essere accompagnato da due agenti!  E senza poi spiegarlo bene, si concludeva che sarebbero occorsi oltre 27 anni per concludere il trasferimento.
Si è poi aggiunto che il costo del trasferimento sarebbe stato di 1.000 euro a migrante e che il costo complessivo sarebbe stato di 900 milioni di euro.
Non è stato mai detto a quanti migrati ci si riferiva, ma a giudicare dai dati indicati sembra che ci si riferisse a 900.000 rimpatri. (infatti 1.000 x 900.000 darebbe appunto 900 milioni) e anche il tempo, immaginando un viaggio al giorno per ogni 100 rimpatri alla volta, valutato in più di 27 anni, sarebbe più o meno compatibile con quanto indicato.

Ma non vi sembra assurdo tutto ciò? Non vi sembra che si parla e si sparano cifre a piacere pur di dimostrare come irrealizzabile una idea dell’avversario politico? Vi sembra normale che  delle persone che hanno versato fior di quattrini a degli scafisti delinquenti per arrivare clandestinamente a bordo di vecchi gommoni stracarichi, debbano essere fatti tornare in patria gratuitamente e anche in una lussuosa poltrona di un AirBus 340? E che ciascuno di loro sia anche accompagnato da DUE angeli custodi?

Ma non esistono anche le navi e non sarebbe invece corretto portarli a casa a 5.000 alla volta, piuttosto che a 100? E tutte le navi della Marina, della Guardia di Finanza e anche delle ONG che scorazzano nel mediterraneo per salvarli, non potrebbero essere utilizzate invece per riportare a casa i clandestini? Ed infine: ma sarebbero veramente circa un milione i clandestini da riportare indietro?

Insomma, la guerra tra i politici ci dimostra che qualunque scusa è buona per colpire gli avversari. Si sparano cifre a piacere e quindi occorre controllate sempre quello che ci dicono, molto spesso sono cifre inventate; quindi non credete a nessuno.


Ora peò voglio nuovamente riprendere il discorso sulla FLAT TAX. Io, sono super convinto che se si vuole rimettere in piedi questo Paese lo si può fare SOLO incentivando la crescita; ci si può infatti industriare per dividere al meglio tra i cittadini quel poco che abbiamo, oppure si può certare di diventare TUTTI più ricchi producendo di più e meglio.

Per fortuna ormai non esistono più quelli che volevano utilizzare il primo metodo e oggi sono tutti d’accordo che dobbiamo crescere per stare meglio tutti. Dunque ogni azione di chi è al Governo dovrebbe essere orientata a favorire la crescita. Qualunque metodo che va in quella direzione dovrebbe essere ben visto e non bisognerebbe avere alcun interesse a far utilizzare un metodo anziché un altro, perché è il risultato quello che conta.

E’ certo che se si chiedesse ai cittadini meno abbienti di essere i finanziatori dei più ricchi sarebbe eticamente sbagliato, ma se si decide di ridurre la pressione fiscale sia ai meno abbienti che ai più ricchi, perché i primi dovrebbero rifiutare l’offerta? Solo per rabbia e invidia?

Ed invece ci vogliono convincere che chi guadagna da 0 a 15.000 euro all’anno e che oggi è assoggettato ad una aliquota IRPEF del 23% dovrebbe insorgere contro un Governo che gli propone di passare ad una aliquota del 20% o forse del 15% e rinunziare alla bella offerta; e questo soltanto perché accettando questo grosso miglioramento dovrebbe consentire che qualcuno che guadagna molto di più all’anno, abbia un vantaggio maggiore del suo.

Per questo allora voglio invitarvi a fare delle considerazioni insieme; proveremo a valutare questa azione che qualcuno vorrebbe dimostrare essere spregiudicata, da vari punti di vista e cercando di vederne i vantaggi soltanto; poi alla fine faremo però anche l’elenco degli svantaggi.

Vantaggi dal punto di vista dei cittadini più comuni (meno abbienti e ceto medio);
I meno abbienti avrebbero un bel vantaggio IMMEDIATO perché ridurrebbero la loro pressione fiscale di 3 o forse di ben 8 punti. Con quel risparmio riuscirebbero quantomeno a sopravvivere meglio e forse anche poter avere qualche cosa in più che prima non potevano permettersi. Quelli del ceto medio probabilmente approfitteranno per rimettere in ordine la propria casa, faranno qualche viaggio in più o cambieranno l'auto e questo significa maggiore benessere per loro ma anche maggiori consumi interni e vivificazione del commercio e dell'artigianato. Tutti i cittadini avrebbero come altro vantaggio indiretto quello di poter accedere ad un mercato del lavoro più ricco generato da quello che accadrebbe per i punti seguenti.

Vantaggi dal punto di vista degli imprenditori nazionali
La forte riduzione della imposizione fiscale consentirebbe loro di disporre IMMEDIATAMENTE di una forte disponibilità di liquidità che, essendo imprenditori, sicuramente saprebbero come impiegare per far crescere la propria azienda; qualcuno già competitivo sul mercato interno ed internazionale potrebbe aumentare la produzione assumendo altri dipendenti, e qualcun altro essendo poco competitivo, potrebbe affrontare la concorrenza vendendo a più buon mercato i propri prodotti diventando interessante sia in ambiente nazionale che internazionale. Il risultato diretto per tutti loro sarebbe comunque di notevole crescita ed indirettamente si avrebbe anche il beneficio di vedere un aumento dell'impiego di mano d’opera. Tutte le aziende italiane non avrebbero più alcun interesse a spostare la propria produzione all'estero visto che non ne avrebbero più alcun vantaggio fiscale.

Vantaggi dal punto di vista degli imprenditori esteri
Molte di quelle aziende estere che non hanno mai pensato di investire nel nostro Paese perché scoraggiate dalla enorme pressione fiscale che ci contraddistingue, potrebbero cambiare idea cominciando a considerarci più interessanti. Quindi non è improbabile che possano nascere da noi altri insediamenti di imprese  estere che ovviamente costituirebbero altre fonti di nuovi posti di lavoro.

Vantaggi dal punto di vista dello Stato
Lo Stato ha bisogno di gettito per poter gestire la cosa pubblica, per realizzare infrastrutture e per offrire servizi efficienti, però almeno inizialmente dovrà accontentarsi di un gettito minore; io non ho i numeri precisi ma è noto che il gettito fiscale proveniente dai grandi ricchi (le cui aliquote progressive sono MOLTO ALTE) è complessivamente la parte minore del tutto; il grosso del gettito proviene invece dai meno abbienti e dal ceto medio che costituiscono la maggior parte della popolazione; questo significa che lo Stato, nel ridurre sia pure di poco il valore assoluto delle imposte alle fasce più deboli, deve fare un GRANDE sacrificio; viceversa il gettito a cui deve rinunziare “beneficando” i ricchi, che sono ben pochi a confronto degli altri; richiede per lo Stato un sacrificio MINORE. Mentre però i soldi lasciati alla maggior parte dei cittadini sarà per le fasce più deboli “a fondo perduto” perché essi li utilizzeranno per sopravvivere meglio,  quelli che avrà fatto risparmiare al ceto medio si trasformeranno in consumi interni (fatto molto positivo) e quei pochi (e ripeto che sono pochi se raffrontati con quelli precedenti) fatti risparmiare ai più ricchi, si trasformeranno in crescita ed occupazione, con vantaggi indiretti per tutti. Sono sempre vantaggi comunque, anche per lo Stato perché guardando solo un pò più lontano si può immaginare che l'aumento dell'occupazione produrrà anche pian piano sempre maggior gettito fino a recuperare tutto quello perduto inizialmente.

Come si può vedere quindi i vantaggi sono notevoli e sono PER TUTTI, a nessuno infatti verrebbe chiesto di fare sacrifici ulteriori; l’unico svantaggio, se proprio lo si vuole sottolineare, è che ai ricchi sarebbe data una maggiore possibilità di crescere; ma per non dare a loro questa possibilità, pensate che sia meglio rischiare di farli fallire e magari ridurre le imposte alla prima fascia soltanto invece che di 3 o 8 punti, di magari 10 punti?

Bisogna pensare che anche lo Stato è una impresa e non vi sembra giusto che i soldi che investe (la riduzione delle imposte è un investimento che lo Stato fa) debbano essere dirottati più verso quei settori che possono impiegarli meglio che verso quelli che li utilizzerebbero più per goderseli che per investirli a loro volta?

In definitiva la FLAT TAX è un metodo per ridurre la pressione fiscale, e ce ne possono essere anche altri; qualunque riduzione di imposte è utile ai cittadini, ma se si vuole che l'utilità non si traduca solo in un pò di benessere in più per chi ne ha poco, ma che l'intero Paese CRESCA, allora è molto importante che la riduzione dell'imposizione fiscale sia forte per quelli che hanno la capacità di investire bene quei proventi, perché quegli investimenti sono utili a TUTTI.

Ci tengo a chiarire che ho solo voluto analizzare la questione “più soldi ai ricchi che ai poveri” per contestare questa stupida affermazione; non ho fatto alcuna analisi, per il momento, sul fatto che la riduzione delle tasse sia o non una misura sostenibile; questa è un’altra cosa, che se è il caso analizzerò un’altra volta. Quindi se dovete commentare, attenetevi alla questione che ho criticata e basta.

Voglio concludere, ma questa parte vale solo per chi è un credente, con “la parabola degli operai mandati nella vigna” perché ho notato che mi viene alla mente tutte le volte che sento quella che ormai ho deciso di chiamare “stupida affermazione”. Ve la riporto qui di seguito esattamente come è:

«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».

 Franco Fellicò

1 commento:

Anonimo ha detto...

Due osservazioni di carattere “tecnico”.
La parabola è istruttiva, ma sembra adombrare due comportamenti entrambi in parte non apprezzabili. Una sorta di invidia di coloro che hanno lavorato di più e una sorta di onnipotenza di chi possiede e pensa di fare delle sue cose quello che vuole. Gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi potrebbe avere una portata più generale anche nella valutazione della flat tax, di cui parlo dopo. Come ascoltatore di esegeti evangelici mi sembra utile riportare quanto ascoltato di recente sul questa parabola: il motivo del comportamento del padrone di casa andrebbe ricercato nell'avere egli considerato che coloro che hanno lavorato di meno perché assoldati più tardi, avrebbero però vissuto una maggiore disperazione di concludere la giornata senza poter nutrire i propri figli. Questa sembra l'interpretazione attuale.
Flat tax e progressività. La progressività delle imposte nei libri di scienza delle finanze non è definita nel senso che chi ha redditi maggiori paga di più. E' definita invece nel senso che chi ha di più paga in proporzione di più. Quindi la flat tax secca e pura non è progressiva. La flat tax modificata diventa progressiva in base alla definizione se si inseriscono quote esenti o più aliquote, ma a questo punto non è più flat tax.
Per flat tax attualmente si intende una riduzione delle imposte per i ricchi e marginalmente anche per i poveri. In effetti la parabola evangelica si inverte: i ricchi saranno i primi perché solo essi possono migliorare la situazione dei poveri. Mi sembra perlomeno un po' semplice. I poveri avrebbero da ridire per vari motivi. Cosa è già accaduto oggi a seguito dei processi di globalizzazione e innovazione ? E' avvenuta la concentrazione più accentuata della ricchezza sia nei paesi con maggiore espansione sia nei paesi come l'Italia. Mentre però nei primi la povertà è diminuita, in Italia la povertà è aumentata. Quindi non si può essere semplicisti, l'effetto della flat tax in Italia accentuerebbe le differenze e la povertà.
Comunque a me sembra che viviamo fuori del mondo. Il famoso debito pubblico, che ci aggrava
si è generato complici partiti e sindacati proprio con iniezioni monetarie che portavano consenso senza che poi lo sviluppo sia pure nel tempo pareggiasse i conti. Se questo è avvenuto è solo colpa nostra. Ora i nuovi arrivati sembrano voler continuare il giochino alla grande, con promesse mirabolanti e dicendo che il debito non è un problema, che possiamo uscire dall'euro e dalla UE.
Aspettiamo per giudicare i primi provvedimenti ? Noi possiamo anche aspettare, ma bisognerebbe convincere chi ci presta i soldi a prestarcene ancora di più e ad essere fiduciosi. Sappiamo già cosa succede, è successo nel 2011. Può succedere di molto peggio. A me sembra che il nuovo governo sia il più pericoloso della nostra storia, e prevedo che non avrà lunga durata, purtroppo non per merito nostro.
Questo non significa che i vecchi governi fossero quanto desiderabile, ma erano certamente migliori. Tutti erano, tuttavia, venditori di illusioni: non hanno proposte per avere un futuro con globalizzazione e innovazione, che possono procedere con fasi alterne anche con dazi e vincoli ma inevitabilmente procederanno.
Ciao a tutti

Ugo Mocci