Non
solo un esaltato, ma anche un violento immondo che suscita soltanto ribrezzo,
disgusto e ripugnanza; e solo questo il modo con cui si può cercare di
descrivere costui, sicuri comunque di non essere riusciti a trovare gli
aggettivi adatti.
Ma
quale bestia, senza alcuna necessità che la costringe, attacca altri suoi
simili in maniera così subdola e a tradimento?
Eppure
c’è stato un essere umano, quello che dovrebbe essere il più nobile di tutte le
creature viventi, che ha agito alla maniera in cui neanche un animale agisce
mai.
E
purtroppo non è il solo, perché di bestie anomale come lui, siamo abituati
ormai a sentir parlare ogni giorno.
Ho
deciso di scrivere il mio pensiero su questa ultima vicenda, non per unirmi a
tanti altri che l’hanno biasimata e che ne parlano con il mio stesso disprezzo, ma
per provare ad immaginare ciò che avverrà nei prossimi tempi.
Probabilmente
mi ripeterò, perché insisterò su un argomento che ho già più di una volta
trattato; ma questa volta voglio farlo basandomi ed analizzando con attenzione
un ultimo fatto avvenuto.
Sappiamo
che il colpevole è stato immediatamente acciuffato dalle instancabili forze
dell’ordine; i sei malcapitati, fortunatamente solo feriti (anche se qualcuno
in modo abbastanza grave), sono ancora ricoverati nell’ospedale di Macerata e
la popolazione spaventata sta riprendendo pian piano la sua vita normale. C‘è
chi ci metterà tempo a dimenticare quell’orrore, e c’è anche chi dovrà anche riparare
i danni ricevute alle vetrine.
Il
colpevole è stato a lungo interrogato e si è assunta la responsabilità
dell’accaduto, dichiarando che intendeva “vendicare” un nigeriano (peraltro per
ora solo sospettato) che aveva assassinato Pamela Mastropietro.
Il
reo confesso (Luca Traini) sarà certamente processato e condannato; ed io che
non sono né un legale né tanto meno un magistrato, sono certo che la sua
condanna, considerato che per fortuna nessuna delle sue vittime è morta, sarà
di solo pochi anni di detenzione.
Intanto
il fatto avvenuto ha procurato danni fisici a sei persone, danni economici alla
sanità che si è incaricata di curare sei pazienti per un tempo certamente non
breve, concreti danni economici ai negozi che hanno subito la rottura delle
vetrine e danni morali per tutti coloro che si sono trovati nelle vicinanze del
tentativo di strage.
C’è
poi da considerare il costo delle forze
dell’ordine e della magistratura, che esistono e sono pagate dallo Stato (e
quindi da noi cittadini) e c’è infine il costo futuro da sostenere per mantenere in
carcere quella belva (una volta lessi che quel costo è valutato in 140 Euro al
giorno).
Dunque,
il risultato della vicenda si tradurrà in una grossa perdita per i privati e
per lo Stato, compensata soltanto dalla soddisfazione di aver recluso un essere
immondo.
Ora io
mi domando se la pena della reclusione sia effettivamente una vera pena, o se
invece ci possa essere un modo più esemplare per punire chi delinque.
Quello
che dirò, l’ho detto anche altre volte, e se ora ne sto parlando a proposito
del fatto di Macerata, è un ragionamento applicabile a tutti i reati che
provocano danni a cose private o pubbliche e naturalmente anche direttamente
alle persone.
Non
vi sembra giusto che, oltre ad essere curati, i feriti, che certamente non
potranno per un po’ di tempo neanche lavorare per sostenersi, debbano essere
indennizzati per il danno fisico ricevuto? Non vi sembra logico che le vetrine
dei negozi vengano riparate a carico di qualcuno che non sia i negozianti che
hanno subito i danni senza averne nessuna colpa?
Nel
campo automobilistico chi procura danni è tenuto a rimborsare il danneggiato,
sia attraverso la sua assicurazione obbligatoria, sia anche direttamente se non
è sufficiente l’intervento assicurativo.
Ed
invece in questo caso il signor Traini, dopo essersi “divertito” a danneggiare
uomini e cose finirà soltanto per farsi una “villeggiatura” sia pure forzata
per un po’ di anni.
Non
sto certamente affermando che lo Stato (e quindi noi cittadini) debba accollarsi
anche l’indennizzo ai sei malcapitati e la riparazione delle vetrine, ma sto
dicendo che mi sembra giusto e logico che il colpevole di tutto quello che è
accaduto si accolli questo onere.
Dunque,
a mio avviso, il colpevole dovrebbe far fronte a tutte le spese che le sue
azioni hanno determinato e dovrebbe rimborsare quindi sia lo Stato, sia le sue
vittime e sia infine i privati cittadini che hanno subito dei danni senza
nessun motivo.
Ma
come fare per ottenere questo? Semplicemente provvedendo ad imporre al
colpevole di rimborsare a ciascuno dei danneggiati (cioè lo Stato e i
cittadini) tutte le spese che ciascuno ha dovuto e dovrà sostenere, e anche ad indennizzare le
sei vittime con una cifra fissata dal magistrato proporzionale alla gravità del
danno fisico subito; e se il colpevole non fosse in grado di farlo, spogliandolo
dei suoi beni per quanto necessario.
E
se, come è possibile, i beni del reo non fossero sufficienti alla necessità? La
risposta è semplice anche in questo caso; bisognerebbe imporre al reo di
lavorare duramente durante il suo soggiorno in carcere per produrre quel danaro
che manca per saldare il suo debito.
Io
penso che se si cambiasse il modo di punire chi delinque adottando queste
regole, si otterrebbero molti risultati aggiuntivi utili. Infatti:
·
Chi si appresta a delinquere saprebbe già da
subito che infliggere un danno a qualcuno equivale ad infliggerlo a se stesso;
e questo è probabile che possa anche dissuaderlo dal procedere nella sua
azione.
·
Chi è vittima sarebbe sempre indennizzato del
danno morale o fisico o rimborsato delle spese per i danni materiali.
·
Anche lo Stato (e quindi tutti noi contribuenti)
verrebbe in buona parte rimborsato delle spese che sostiene per tenere in vita
le forze dell’ordine, la magistratura e la sanità; infatti esse sarebbero in
parte a carico di chi si comporta male.
· E pure tutti i cittadini avrebbero il loro tornaconto perché lo Stato potrebbe tassarli meno, visto che una buona parte
delle spese che deve sostenere sarebbero a carico di chi delinque.
Per
le cosche mafiose è da tempo che si utilizza la confisca dei beni; non vedo
perché lo stesso metodo non si debba utilizzare per i reati compiuti da singoli
ladri ed assassini o anche da semplici imbrattatori di muri o tifosi
distruttori di stadi o dimostranti violenti che incendiano e distruggono auto e
negozi.
C’è
una speranza che qualcuno ci pensi, e che piuttosto di trastullarsi con
complicate e stupide leggi sulle buste di plastica o sulla periodicità della
fatturazione dei telefonici, si dedichi ad affrontare questo problema che è
sicuramente più serio?
Io
non ne ho molta, e voi?
Franco
Fellicò
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