Già
in altra occasione ne ho parlato e ho osservato che chi non vuol cambiare non è
detto che sia un retrogrado tradizionalista, ma molto più probabilmente non
gradisce il tipo di cambiamento proposto, o anche semplicemente non accetta il
modo con cui viene proposto.
Non
si può quindi biasimare chi non vuol cambiare, come fa continuamente il nostro
premier, senza tener conto del contenuto della proposta di cambiamento che si
fa.
Ci
sono infatti tanti motivi che possono spingere a rifiutare un cambiamento e non
per questo si può essere accusati di non desiderare il bene del proprio Paese;
anzi potrebbe essere proprio l’attaccamento al proprio Paese che spinge molti
italiani a rifiutare un cambiamento non gradito.
Ma
il premier, che nostro malgrado ci hanno appioppato dal nulla, continua a
ripeterci che quelli del NO al referendum, sono dei cattivi italiani.
Approfitto
allora per rammentare al popolo del SI che nel 1946 fu stilata la nostra
Costituzione da un’apposita commissione suddivisa in 3 sottocommissioni; che
per definirla non bastarono gli 8 mesi fissati inizialmente, ma con successive
proroghe la nostra carta Costituzionale vide la luce solo dopo ben un anno e 7
mesi dall’inizio dei lavori; che vi parteciparono 75 grandi uomini del tempo
appartenenti A TUTTI I PARTITI e che essi avevano un'età media ben maggiore dei 50
anni; ricordo che noi li chiamiamo ancora oggi: “I padri costituenti”.
70
anni dopo ci capita di vedere che in un Governo neanche molto legalizzato,
senza la partecipazione alla pari di tutti i partiti, una singola ragazzina di
soli 36 anni ancora fresca di studi, suffragata da un premier non eletto dal
popolo, e da pochi altri, si prende l’arbitrio di modificarla e di diventare la
sola la redattrice di tutti i cambiamenti tanto da assumere il ruolo di MADRE
della riforma,
Io
osservo che i giovani hanno tutto il diritto di partecipare alla vita politiche
della nazione, ma dovrebbero farlo sommessamente accanto a chi ha anni di
esperienza vissuta nel campo; ad essi dovrebbero soltanto provare a far
conoscere meglio anche le esigenze delle nuove generazioni.
Dunque
un cambiamento Costituzionale proposto uniteralmente, da un politico ancora in
erba e senza che lo stesso sia appoggiato anche dai partiti dell’opposizione, è
un salto nel buoi che non ci possiamo permettere.
Se
anche la Costituzione deve essere cambiata, la cosa va fatta alla stessa
maniera di come la si fece circa un secolo fa, da un gruppo nutrito di politici
appartenenti a tutti i partiti e dotati di TANTA ESPERIENZA.
Questo
il motivo semplice per cui la logica dovrebbe imporci di rifiutare una proposta
bella e confezionata, e propostaci da chi non è ben visto da TUTTA la
cittadinanza; e questo non significa non voler un cambiamento, ma significa che
esso, se è necessario, deve essere studiato e realizzato da tutte le forze
politiche e da personaggi dotati non solo di grande intelligenza, ma anche di
molta esperienza politica.
Franco
Fellicò
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