martedì 25 giugno 2024

La stupidità degli incentivi

 

E’ ormai da tempo che quando il Governo vuol stimolare certe spese, offre degli incentivi ai cittadini. Essi sono realizzati in vari modi e possono essere costituiti da un credito di imposte da scalare in un certo numero di anni o anche da un rimborso fino ad una certa percentuale della spesa che lo Stato eroga quasi immediatamente. 

Ma, come sempre accade per le cose decise dal Governi le regole da rispettare per ottenere i rimborsi sono complicati, richiedono di presentare una domanda allegando vari documenti e poi di attendere l’esito dell’esame della richiesta che non sempre è positivo.

Ovviamente ad evitare possibili frodi lo Stato deve definire e far eseguire controlli e tutto questo fa SI che la cosa diventi scomoda e fonte di lunghe attese per i cittadini, e costosa per lo Stato.

In questo scritto farò riferimento all’incentivo 2024 che è in arrivo per chi acquista e fa installare una WallBox, ma il meccanismo è sempre lo stesso anche in altri casi e quindi ogni mia critica può essere applicato ad un qualunque altro incentivo.

Se l’incentivo è messo in atto con un credito di imposta (di solito da distribuire in 10 anni) ci sono vari motivi per criticarlo: il primo fra tutti è che un Governo impegna lo Stato in spese future che dovranno essere onorate quasi certamente da un altro Governo che si ritroverà debiti creati da chi li ha preceduti; c’è poi il fatto che i rimborsi promessi verranno fatti A RATE e non sempre i cittadini sono in grado di anticipare spese che in parte saranno rimborsate così lentamente e in così tanto tempo; infine quando chi richiede l’incentivo è una persona anziana o molto anziana sa bene che difficilmente riuscirà a rivedere certi soldi che lo Stato gli ha promesso.

Nel caso in cui invece l’incentivo è costituito da un rimborso più o meno immediato di una percentuale della spesa sostenuta, il problema per il cittadino è la difficoltà e i costi necessari a produrre la documentazione richiesta, l’alea che corre di fare la spesa e poi di vedersi rifiutato il rimborso per causa tra le più diverse, oltre anche ad un notevole impegno dello Stato per controllare e seguire tutto l’iter delle domande ricevute.

Nel caso delle WalBox ho letto che sono arrivate 5.500 domande per poco più di 6 milioni assegnati di cui ben 1,6 milioni sono andati ad Invitalia che si deve occupare di gestire la misura.

Detto questo, come è mia abitudine, mi sono allora domandato se potesse esserci un mezzo più semplice, più veloce e meno impegnativo per i cittadini e anche che fosse meno costoso per lo Stato; e mi sono subito reso conto che, come sempre, tutti gli obiettivi su indicati potrebbero essere raggiunti con un metodo diverso per l’incentivazione. 

Tutte le volte che lo Stato vuol alleggerire delle determinate spese dei cittadini lo potrebbe fare usando uno strumento potentissimo che ha sempre a disposizione e che non richiede né domande, ne documentazione né controlli, e che offre ai cittadini il rimborso immediato e anzi evita perfino che il essi debbano anticipare le spese per poi ricevere il rimborso.

Il mezzo a cui penso è l’IVA; basta decidere di annullare o ridurre l’aliquota IVA, autorizzando i venditori del prodotto e gli installatori a redigere fatture ad IVA ridotta o nulla ed il gioco è fatto.

Il cittadino non deve fare domande, né deve anticipare la spesa per ricevere indietro dei soldi successivamente, e paga semplicemente di meno il prodotto e l’installazione; nessun controllo è necessario ma bastano solo i normali controlli fatti dai computer che verificheranno semplicemente se le aliquote IVA applicate per i prodotti rispettano quello che per ciascun prodotto lo  Stato si aspetta.

Se lo Stato ritiene di dover incentivare solo una parte dei cittadini e precisamente quella che rientra nella spesa che ha deciso di erogare basterà che quando le fatture elettroniche prodotte avranno raggiunto una certa cifra ben definita, vengano rifiutate.

Quindi se così fosse chi vuol installare una WallBox non farà altro che contattare un installatore il quale dopo aver verificato che la fattura potrà essere emessa ad IVA ridotta perché il sistema informatico l’accetta, potrà far firmare il contratto all’utente che usufruirà così immediatamente della riduzione di spesa.

Il vantaggio di utilizzare sempre l’IVA riducendola o azzerandola a seconda dei casi e non il credito d’imposta da recuperare in 10 anni, eviterà anche i danni (tipo quelli del 110%) che un Governo in carica crea ad un Governo successivo.

Ma i politici sembra che non sappiano inventare altro che cose complicate che servono solo a far sprecare i soldi e il tempo dei cittadini e dello Stato.

Franco Fellicò

3 commenti:

VEDRO ha detto...

come supponevo sei pesantemente critico nella gestione degli incentivi e con motivazioni validissime infatti gli incentivi vengono pensati male e gestiti peggio e ne abbiamo avuto ampie prove vedi 110% e per le BEV aspettati mesi bloccando di fatto le vendite e finiti in poche ore aggiungendo anche la beffa a chi pensava di usufruirne senza riuscirci , una cosa vergognosa. Ma come sai sono sospettoso e poco incline a credere nella onestà del nostro genere e mi pongo una domanda sul togliere l'iva, siamo sicuri che poi questa mossa non porti ad aumentare il prezzo del prodotto stesso e che una WallBox che oggi costa 1000 +iva domani possa costare 1220 ma senza iva , a tuo parere potrebbe essere un rischio , dico questo perché con il 110% tutto quello che era materiale edile è schizzato di prezzo ,nessun controllo prima del 110 , e non solo per la più alta richiesta.

Franco ha detto...

In risposta a VEDDRO dirò:

Oggi il costo di un impianto di una Wallbox potrebbe essere IVA compresa 1.200 euro.

Basterebbe allora comunicare che l'IVA è azzerata solo se il costo dell'impianto non supera i 1.200 euro; mentre per tutti gli impianti di costo maggiore l'IVA rimare al 22%.

Oggi che gli incentivi sono calcolati come percentuale della spesa, spesso le fatture vengono gonfiate allo scopo di far ricevere un maggior rimborso al richiedente. E nessuno fa verifiche.

Con quanto indicato da me sopra queste furbate non sarebbero più possibili.

Approfitto per chiedere a VEDRO (se leggerà questo commento) di registrarsi a questo BLOG regolarmente; infatti è un peccato che ci siano dei commenti provenienti da ANONIMI.

VEDRO ha detto...

Ciao Franco risposta esatta occorre prima di dare incentivi o togliere l'iva dare un valore alle cose incentivate , meglio se stare su valori medio-bassi,funziona si è visto con le Tesla che per rientrare ha abbassato i listini.