Certamente in
un mondo in cui può accadere ogni giorno tutto e il contrario di tutto.
Trump
e Kim Jong-un si apostrofavano a vicenda, il leader della Corea del Nord faceva
continui test nucleari e provava missili a lunga gittata minacciando di colpire
gli USA, si stava quasi scatenando una guerra nucleare, ma poi in questi giorni
improvvisamente Kim ha detto al mondo intero che provvederà al disarmo nucleare
e ha fatto pace con la Corea del Sud; a questo punto Trump ha organizzato subito un
incontro con quello che oggi dichiara pubblicamente essere “Una persona molto
importante”. E dove è andato a finire quello che poco prima chiamava Stupido e
Grasso?
Alle
elezioni del 4 marzo 2018 la coalizione del centro destra è quella più votata,
il PD tracolla e passa dal 40 al 18% mentre M5S risulta seconda per numero di
voti; Di Maio si muove come se fosse l’unico papabile a dover formare un
governo; prova ad accordarsi con Salvini da solo, e non con l’intera coalizione
perché odia Berlusconi; non ci riesce, e allora prova ad accordarsi con il PD
(quindi con chi è stato chiaramente rifiutato dagli elettori) e comincia ad
accarezzare quel partito che fino a pochi giorni prima era uno dei suoi
avversari maggiori e che fino a ieri ha criticato e disprezzato. In effetti
mentre rifiuta di trattare con la coalizione che insieme al suo movimento risulta la più gradita ai cittadini, rivolge
le sue attenzioni e cerca di accordarsi con un partito che è risultato
chiaramente il meno gradito. E dice pure di fare l’interesse degli italiani.
Martina
dichiara platealmente che il PD starà all’opposizione e si capisce che lo fa
con l’intenzione di ostacolare tutto ciò che il PD, pur essendo l’ultimo della
classe, pensa che sia non utile agli gli italiani; poi non appena, Di Maio gli
fa una proposta, cambia posizione e comincia ad accarezzare l’idea di
appoggiare il partito che ha considerato fino a poco prima incapace di
governare.
E
noi cittadini che facciamo? Niente, perché non ci è data alcuna possibilità di
intervenire; dobbiamo solo aspettare, e vedere se Di Maio farà un governo con
la sinistra o con la coalizione completamente opposta; e tutto questo anche con
il beneplacito del Presidente della Repubblica.
Il
primo tentativo per la verità Mattarella lo ha fatto fare giustamente cercando di far
concludere a Di Maio un accordo con il primo arrivato (anche se sarebbe stato
più giusto provare a far accordare la coalizione di destra con Di Maio e non
viceversa); ma poiché quel tentativo non è andato in porto, ha deciso di
provare a farlo fare tra Di Maio e il partito ultimo in classifica.
Ma
perché si è deciso che il protagonista (quello cioè da cui si parte) deve
essere Di Maio e non la coalizione di Centro Destra che ha avuto il maggior
numero di voti? Questo non si capisce e serve solo a confermare a Di Maio che
il predestinato è LUI .
Di
Maio continua ad affermare che tutti i suoi antagonisti hanno solo voglia di
poltrone, ma lui aspira più di ogni altro alla carica di Presidente del
Consiglio e si agita al meglio per ottenere la poltrona che ritiene essere sua
per principio.
Ma
insomma è possibile che intanto noi, dopo aver sopportato al governo un Renzi
quarantenne, ora rischiamo di doverci sorbire anche un Di Maio trentenne? A
quando un Presidente del Consiglio ventenne o magari minorenne?
E’
vero che la Costituzione lo consente, ma a me sembra che una carica importante
come quella di Presidente del Consiglio dovrebbe essere conferita comunque a
chi ha quanto meno una notevole esperienza, cosa che non si può certamente trovare nei
giovanissimi.
Ma
tornando a quello che sta accadendo; notiamo che il PD è diviso tra quelli del
PD e quelli di Renzi (quasi che si tratti di due partiti diversi); Renzi
dichiara che vuole incontrare Di Maio e vorrebbe anche che l’incontro fosse
trasmesso in streaming , ma chiarisce che nessun accordo è possibile tra il SUO
partito e M5S; allora uno si domanda e allora perché vuole incontrarlo e per
giunta pubblicamente? Qui la risposta ce la possiamo dare facilmente perché
conosciamo bene Renzi e ci rendiamo conto che vorrebbe avere la possibilità di
distruggerlo utilizzando la sua nota loquela.
Di
Maio non ha ancora fatto sapere se gli concederà l’incontro, ma memori
dell’incontro che durante la campagna elettorale fu elegantemente dribblato,
possiamo immaginare che anche questa volta il giovane trentenne troverà un modo
per evitarlo.
Insomma
questi pimpanti ragazzi sembra che stiano giocando con la nostra Nazione,
pensano di giocare ai “quattro cantoni” o a nascondino, mentre tutti noi
cittadini aspettiamo di vedere chi rimarrà fuori e chi invece andrà a sedersi
sulla poltrona agognata.
Io
non ho previsioni da fare, ma vedo che neanche i più insigni politologi, hanno
idea di come andrà a finire; siamo tutti, proprio tutti, nelle mani dei ragazzi.
Dopo
i problemi che i vari governi che si sono succeduti ci hanno creato e
continuano a crearci, io non ho speranza che esista un partito capace di cambiare
registro e quindi, così come tanti altri, non parteggio per nessuno; ma qualche
considerazione, il più possibile oggettiva, voglio farla.
Di
Maio non ha fatto un accordo con Salvini perché ha dichiarato che NON ACCETTA
la presenza nella coalizione di Berlusconi, mentre Salvini ha detto che è
disposto a parlare con tutti tranne che con il PD. Sembrerebbe che siano pari,
ma non è così perché mentre Di Maio pretende di accordarsi solo con UNA PARTE
della coalizione che ha avuto il MAGGIOR NUMERO dei consensi (quindi la più
gradita alla maggioranza dei cittadini), Salvini invece rifiuta di accordarsi
con tutto il PD (quindi con un partito di minoranza e quindi meno gradito ai
cittadini). Mi sembra quindi inaccettabile la posizione di Di Maio, ma invece un
po’ più condivisibile quella di Salvini.
Salvini
ha chiaramente detto che non aspira alla poltrona di Presidenza del Consiglio,
Di Maio invece ritiene di doverla avere per se, e non ne fa mistero.
In
ogni modo il problema più grande è che si potrebbe finire a nuove elezioni le
quali, se i cittadini non saranno così attenti da schierarsi quasi tutti da una
parte, riproporranno la stessa situazione attuale.
E’
importante quindi, nel caso di nuove elezioni, che gli italiani sappiano capire
da tutto quanto sta accadendo adesso, quale è il male minore e votino in massa
verso uno soltanto dei tre schieramenti.
Escludendo allora il PD, che è stato
già chiaramente abbandonato a se stesso, occorre che si voti in massa o per il
centro destra (che probabilmente rimarrà unito) oppure per M5S; sarebbe così
una specie di ballottaggio per decidere NOI chi debba andare avanti tra i due
più gettonati. Potremmo solo in questo modo porre fine ai balletti a cui stiamo
assistendo e veder nascere finalmente un governo tutto di un colore deciso veramente
da noi stessi.
Qui
devo scusarmi con i simpatizzanti del PD o del partito di Renzi; ma se
ritengono anche loro che un governo è indispensabile, penso che, così come si
fa per i ballottaggi, anche loro debbano decidere se andare verso un governo
M5S o uno di centro destra e votare di conseguenza evitando di disperdere voti
dandoli al partito che ormai, almeno per ora,
non ha più alcuna possibilità di ripresa. Se proprio non se la sentono
di votare per i due partiti maggiori, allora è meglio che non votino per
nessuno.
E’
inutile invece pensare ad una nuova legge elettorale perché sappiamo bene che i
tanti furbetti avrebbero bisogno di anni per decidere; e poi alla fine
produrrebbero certamente un nuovo pastrocchio forse ancora peggiore di quello attuale.
Infine
chiudo immaginando che Mattarella, non essendo riuscito a risolvere qualcosa
nella situazione attuale, e non volendo accettare le richieste pressanti di Di
Maio e forse anche di Salvini (nuove elezioni subito), sarà costretto a lasciare le cose come stavano
prima e quindi molto probabilmente incaricherà Gentiloni di continuare a portare
avanti un governo DI TUTTI per poi andare con maggiore calma alle nuove
elezioni. Per fortuna nel caso di Gentiloni avremo almeno la soddisfazione di
essere rappresentati da una persona di lunga esperienza
Franco
Fellicò
2 commenti:
Supponiamo che io organizzi una giornata conviviale con i miei amici, ad esempio una gita, e li inviti tutti a partecipare.
Supponiamo che tra i miei amici ce ne siano alcuni che non vanno affatto d’accordo con mio marito, anzi lo detestano, essi avrebbero a disposizione tre possibili comportamenti:
- Declinare cortesemente l’invito, dicendo che volentieri sarebbero intervenuti, ma la presenza di mio marito è per loro insopportabile.
- Partecipare alla gita, cercando nel corso di essa di avere meno contatti possibili con mio marito.
- Pretendere che io venga senza mio marito per permettere loro di intervenire alla gita cui tengono molto.
Nell’analogia i 5 stelle sceglierebbero l’ultima opzione, con l’aggravante di mostrarsi offesi perché, non avendo io lasciato a casa mio marito non ho permesso loro di partecipare alla gita.
Tralasciando ogni considerazione di carattere etico o politico, e rinunciando a capire quale sia l’atteggiamento più corretto tra i tre, quello che più mi sconcerta è l’atteggiamento unilaterale adottato dai 5 stelle.
Non hanno mai neppure ipotizzato che ci fossero altre soluzioni oltre quella di impormi di liberarmi di mio marito e continuano a ripetere che è colpa mia se la gita è saltata per mancanza del numero minimo di partecipanti previsto.
Ma, continuando nell’allegoria, ora succede che questi miei amici cercano loro di organizzare la gita con un’altra comitiva, costituita di persone ad essi notoriamente antipatici come e più di mio marito. Alla mia incredula meraviglia di fronte a tale comportamento la risposta è: ma noi non siamo interessati a fare amicizia con loro, a noi interessa solo la meta della gita, che è veramente bella!
A questo punto rimango davvero basita: ma la meta della gita non era la stessa?
Ho usato questa metafora perché non avevo nessuna intenzione di analizzare la situazione sul piano politico che non mi è congeniale, non essendo una esperta.
Mi sento invece più ferrata sul piano della logica:
Se i 5 stelle si difendono dall’accusa di voler fare alleanza con chiunque pur di andare al governo dicendo che per loro non si tratta di alleanza, ma di un contratto di governo, basato su quelle parti di programma che sono comuni a diverse forze politiche, perché, pur ammettendo che il programma del centro destra è più affine al loro che quello del PD rifiutano di accordarsi con il centro destra per la presenza di Berlusconi, che ha esattamente lo stesso programma della Lega e di Fratelli d’Italia proprio perché riuniti in una coalizione?
Infine vorrei manifestare la mia indignazione per la poca considerazione che Di Maio ha della capacità degli Italiani di discernere, infatti egli ha più volte affermato che non esistono elettori della coalizione di centro destra ma solo elettori di FI, della Lega e di Fratelli di Italia, convinto che chi ha votato non ha capito che votando anche uno solo dei tre partiti dava il voto all’intera coalizione. Forse lui non l’ha capito (o fa finta), ma non può offendere chi consapevolmente ha fatto una scelta il 4 marzo, né può, con questa sua personale interpretazione, calpestare la scelta di costoro che sono numericamente superiori a quelli che hanno votato lui.
Brava Lucia.
La tua analogia mi è piaciuta perché calza benissimo. Ma mi è piaciuto leggerla anche e principalmente perché è articolata e basata sulla LOGICA a cui ho sempre creduto, certamente PIU' DELLA POLITICA.
Con i propri comportamenti i nostri politici fanno dei ragionamenti che sono LOGICI solo se ci si mette dalla loro parte e si considera che gli obiettivi che si pongono sono ben diversi da quelli che dicono di perseguire.
Nel caso particolare però tu hai dimostrato che nel comportamento di Di Maio non c'è logica sia se come obiettivo ha il bene degli italiani, sia se il suo obiettivo è la poltrona del Governo.
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